Indycar | Texas 600: Dixon domina e sale in testa al campionato

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Andrea Gardenal
10 Giugno 2018 - 05:52
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Scott Dixon e il team Ganassi sono tornati a dettare legge: dopo aver faticato un po’ nelle prime gare di questa stagione, il quattro volte campione Indycar ci ha finalmente preso la mano e in Texas ha messo a segno una prestazione da vero dominatore, tagliando il traguardo da vincitore con oltre 4 secondi di vantaggio nei confronti del suo più diretto inseguitore, Simon Pagenaud. Non è però questo il dato più impressionante della gara del neozelandese: dopo 173 giri, al termine di un lunghissimo periodo di bandiera verde, Dixon si trovava al comando della gara con oltre mezzo giro di vantaggio nei confronti di Alexander Rossi e Robert Wickens, che in quel momento erano i suoi più diretti inseguitori.

Due caution negli ultimi 75 giri di gara hanno rischiato di minare la sua leadership, ma Dixon ha gestito le ultime due soste e le ripartenze con grande classe senza mai essere realmente messo sotto pressione da nessuno e al termine dei 600 km di gara ha tagliato il traguardo in solitaria cogliendo il suo terzo successo al Texas Motor Speedway. Con questa vittoria, la 43ª in carriera, Dixon sale in solitaria al terzo posto nella classifica dei piloti Indycar più vincenti di sempre, ma soprattutto si porta al comando della classifica del campionato con 23 punti di vantaggio nei confronti di Alexander Rossi.

Il californiano è stato a lungo il più diretto inseguitore di Dixon, sia pur a debita distanza; la sua gara è però stata rovinata da un problema al bocchettone del rifornimento, che ha rallentato parecchio la sua penultima sosta facendogli perdere quattro posizioni. Alla successiva ripartenza Rossi è risalito fino al terzo posto, ma nulla ha potuto contro un ottimo Simon Pagenaud che ha salvato una giornata altrimenti da dimenticare per il team Penske e per la Chevrolet: la macchina del francese è infatti l’unica tra quelle spinte dai motori della Casa americana ad essersi piazzata nella top-9. Pagenaud ha faticato a tenere dietro a sé Rossi, che nel corso dell’ultimo stint di gara ha provato più volte ad attaccarlo, ma alla fine è riuscito a mantenere la propria monoposto al secondo posto nonostante dei gravi problemi di blistering agli pneumatici. Quarto posto per James Hinchcliffe davanti a Hunter-Reay, Rahal, Sato, Bourdais e Jones, ultimo pilota a pieni giri; Charlie Kimball completa la top-10.

Come detto in precedenza la Texas 600 è stata una gara completamente da dimenticare per il Team Penske, rallentato da gravi problemi di blistering e dagli errori dei suoi piloti. Josef Newgarden è stato costretto ad una sosta anticipata nella prima metà di gara che l’ha portato fuori sequenza, ma grazie al gioco delle caution era riuscito a risalire nelle prime posizioni e a tornare nel giro del leader. Tutto è però andato in fumo in occasione dell’ultima caution: Newgarden ha infatti anticipato la ripartenza e si è visto infliggere dalla Direzione Gara un drive through che l’ha portato a due giri di ritardo; il Campione Indycar è poi rientrato nuovamente in pit lane per un’ulteriore sosta e ha terminato la gara 13° a 4 giri.

Peggio ancora è andata a Will Power: anche lui ha patito problemi alle gomme, ma grazie ad una caution è riuscito a tornare nel giro del leader ad una cinquantina di tornate dal termine. La gara dell’australiano è però terminata con una quarantina di giri di anticipo, a causa di una collisione con Zachary Claman DeMelo: il canadese è stato stretto contro il muro all’esterno di curva 4 mentre stava provando a superare il pilota australiano, il contatto tra le due monoposto è stato inevitabile e la gara di entrambi è finita lì. La Direzione Gara ha giudicato Power responsabile della collisione e ha comunicato che al termine della gara riceverà una penalità.

Corsa sfortunata anche per Robert Wickens: il canadese ha guidato la gara per alcuni giri prima che Scott Dixon salisse in cattedra, ma anche dopo aver perso la leadership si è mantenuto nelle prime posizioni. La gara del pilota canadese è finita a 75 giri dal termine quando Ed Carpenter gli ha chiuso la porta in faccia durante una fase di doppiaggio: le due monoposto si sono toccate, sono finite in testacoda per poi sbattere contro il muro; come Power, anche Carpenter è stato giudicato responsabile della collisione e al termine della gara riceverà una penalità.

Con questa vittoria Dixon si porta al comando del campionato con 357 punti contro i 334 di Rossi e i 321 di Power; Hunter-Reay e Newgarden mantengono la quarta e la quinta posizione in campionato, ma il loro distacco dalla vetta sale rispettivamente a 49 e 68 punti.

Nel prossimo fine settimana la Indycar riposerà, ma alcuni suoi piloti (Dixon, Bourdais, Kanaan…) saranno comunque in pista in quel di Le Mans, dove prenderanno parte alla 24 Ore valida per il Mondiale Endurance. Il Campionato Indycar tornerà in scena nel weekend del 24 giugno sul meraviglioso circuito di Road America, nel Wisconsin.

La cronaca

Partenza regolare con Newgarden che mantiene la prima posizione davanti a Pagenaud e Power. I due di testa allungano, mentre Power perde un po’ di terreno e viene avvicinato da Wickens, Rossi e Kanaan. Le ostilità vengono neutralizzate dopo appena 6 giri, quando la macchina di Matheus Leist prende letteralmente fuoco nell’apron all’interno di curva 3. Pigot, Rahal, Chilton e Jones sono gli unici piloti che approfittano della caution per effettuare il primo rifornimento della serata.

Si riparte al 15° giro: Pagenaud ha un pessimo avvio e viene immediatamente superato da Power, ma mantiene la posizione nei confronti di Wickens. Al 20° giro Dixon supera Kanaan e si prende la settima posizione, mentre il gruppo inizia lentamente a sgranarsi. 4 giri dopo Rossi scavalca Wickens all’esterno di curva 3 e va a caccia della terza posizione di Pagenaud.

Al 27° giro la gara del team Foyt giunge al termine con Kanaan rientra ai box lamentando la rottura della sospensione posteriore destra; il brasiliano proverà poi a tornare in pista, ma dopo una manciata di giri si arrenderà definitivamente. A centro gruppo uno dei pochi a mettersi in mostra è Zach Veach, che in meno di 30 giri è risalito dalla 16ª posizione di partenza all’ottava.

Al 44° giro il gruppo di testa arriva in scia ad un gruppo di doppiati: chi ne soffre maggiormente è Will Power, che in due giri perde altrettante posizioni a vantaggio di Pagenaud e Rossi. La situazione diventa ancor più critica quando il pilota inglese viene avvicinato contemporaneamente da un gruppo di 6 piloti, ma fortunatamente tutto fila liscio senza incidenti; ancora una volta chi approfitta della situazione è Zach Veach, che nello spazio di poche centinaia di metri scavalca Hunter-Reay e Dixon salendo al sesto posto.

Il primo top driver a rientrare ai box è Sebastien Bourdais, che si ferma al termine del 52° giro perdendo due tornate nei confronti dei primi; la perdita di due giri durante le fasi dei pit stop sarà una costante nel corso della gara, visto che il tratto in cui si deve viaggiare a limitatore è stato esteso fino all’uscita di curva 2. Al 57° giro anche Wickens scavalca Power, relegandolo al quinto posto.

Al 60° giro rientra ai box Newgarden, che lascia il comando della gara a Pagenaud seguito da Rossi e Wickens; il francese si ferma 3 giri dopo, seguito a ruota da Will Power. Dixon e Veach si fermano al 66° passaggio, Wickens al 67° e Rossi al 68°.

A situazione stabilizzata Simon Pagenaud è il nuovo leader della gara davanti a Newgarden e Power; Wickens e Dixon hanno recuperato una posizione ciascuno nei confronti di Alexander Rossi, che è scivolato al sesto posto davanti a Hunter-Reay e Bourdais; chi ha perso maggiormente da questa tornata di soste è Zach Veach, finito in decima posizione.

Il primo sorpasso nel corso di questo secondo stint di gara si verifica all’inizio dell’84° giro, quando Wickens soffia la terza posizione a Will Power; il canadese viaggia con un gran ritmo e in un solo giro si porta in scia a Newgarden, scavalcandolo in curva 1 all’86° passaggio. Davanti a tutti resta Pagenaud, ma il suo vantaggio su Wickens si assottiglia giro dopo giro e al termine del 93° giro i primi due sono separati da meno di un secondo.

Al 95° giro avviene il sorpasso al vertice: all’ingresso di curva 3 Wickens scavalca Pagenaud e si porta in testa alla gara; più o meno contemporaneamente Veach tocca il muro in uscita di curva 2 e danneggia la sospensione posteriore destra; il rookie riesce a continuare la gara, ma è costretto ad una lunga sosta ai box che gli fa perdere parecchi giri. Due giri dopo ecco il primo, vero colpo di scena della gara: Newgarden lamenta una foratura lenta ad uno pneumatico ed è costretto a rientrare ai box per effettuare con grande anticipo il suo secondo cambio gomme; il campione Indycar in carica riparte con due giri di ritardo.

Anche Will Power soffre di qualche problema con i suoi pneumatici e viene superato da Dixon e Rossi, che risalgono quindi al terzo e quarto posto; il neozelandese si mette rapidamente in scia a Pagenaud, ma deve attendere alcuni giri per effettuare il sorpasso.

Il tracciato si conferma estremamente severo con gli pneumatici: al 107° giro si ferma Sebastien Bourdais, anche lui con un certo anticipo rispetto a quello che, sulla carta, prevede la strategia delle tre soste.

In testa alla gara Wickens allunga e dopo 112 giri il suo vantaggio sul terzetto degli inseguitori supera i 4 secondi; Power, nel frattempo, continua a perdere terreno e scivola a quasi 9 secondi dalla vetta.

Al 114° giro la situazione per Pagenaud precipita e, nel corso della stessa tornata, viene scavalcato prima da Dixon e poi da Rossi. Al 119° giro il francese rientra finalmente ai box, seguito a ruota dal suo compagno di squadra Will Power. L’inquadratura dai box mostra lo stato disastroso delle gomme di una delle due macchine del Team Penske, completamente piene di bolle.

Al termine del 123° giro Dixon, Hunter-Reay e Andretti rientrano insieme ai box; la gara di quest’ultimo, tuttavia, subisce una brutta battuta d’arresto al momento della ripartenza, quando un problema al cambio gli impedisce di rimettere in movimento la macchina; Andretti riuscirà a ripartire perdendo però molti giri nei confronti dei primi.

Wickens e Rossi si fermano rispettivamente al 126° e 127° giro: il californiano perde un paio di secondi di troppo quando l’addetto al rifornimento fatica a inserire il bocchettone sulla sua macchina.

Una volta stabilizzata la situazione, Scott Dixon è il nuovo leader della gara e comanda il gruppo con 4 secondi di vantaggio su Wickens, 6 su Newgarden e 7 su Rossi; Bourdais è risalito fino al quinto posto davanti a Pagenaud, Power e Hunter-Reay.

Newgarden inizia ben presto a pagare la sosta anticipata causata dal lento afflosciamento di uno dei suoi pneumatici e al 137° giro viene scavalcato da Rossi. Nel frattempo Dixon inizia ad effettuare una lunga serie di doppiaggi che porterà ad avere solamente 10 piloti a pieni giri dopo 140 tornate.

Al 141° giro Wickens viene ostacolato da Chilton nel corso di un doppiaggio e Rossi ne approfitta immediatamente per strappargli la seconda posizione. Due giri dopo Newgarden si ferma ai box per la terza sosta.

La grande esperienza di Dixon gli permette di essere di gran lunga il pilota più abile nei doppiaggi: a 90 giri dal termine il suo vantaggio nei confronti di Rossi è di quasi 12 secondi, pari a circa metà giro del Texas Motor Speedway.

Ad 80 giri dal termine Bourdais si ferma ai box per la sua terza sosta, ancora una volta in anticipo nei confronti di tutti gli altri; una volta tornato in pista, Bourdais si ritrova davanti a Pagenaud e Hinchcliffe ostacolandoli leggermente: chi trae vantaggio della situazione è proprio il pilota canadese, che riesce a strappare la quarta posizione a Pagenaud.

Al 173° giro un nuovo colpo di scena: all’ingresso di curva 3 Wickens prova a doppiare Ed Carpenter, che però gli chiude la porta: la collisione tra i due è inevitabile ed entrambe le macchine finiscono contro il muro provocando la seconda caution di giornata.

Al 177° giro la pit lane si apre e i leader rientrano ai box: ancora una volta Rossi ha problemi col bocchettone del rifornimento e scivola in fondo al gruppo delle monoposto a pieni giri, che fortunatamente per lui sono solamente 5. Dixon torna in pista ampiamente al comando davanti a Hinchcliffe, Pagenaud, Hunter-Reay e Rossi. La procedura seguita nel corso della pace car permette a ciascun pilota doppiato di recuperare un giro, ma nonostante ciò i piloti a pieni giri alla ripartenza sono solamente 9. Quando si fermano ai box i piloti che si sono appena sdoppiati, anche Ryan Hunter-Reay torna in pit lane per riempire nuovamente il serbatoio.

Al 186° giro si riparte: Rossi prova ad attaccare Pagenaud, ma la sua monoposto si scompone ed è costretto ad alzare il piede; anche Hinchcliffe perde un po’ di terreno e viene scavalcato proprio dal pilota francese, che si ritrova quindi al secondo posto.

I primi due allungano, con Dixon che mantiene un piccolo margine di sicurezza su Pagenaud, mentre Hinchcliffe e i piloti alle sue spalle perdono terreno iniziando a fare fuel saving; al 194° giro Hinchcliffe viene scavalcato da Hunter-Reay, ma quattro giri dopo Rossi si libera di entrambi risalendo al terzo posto.

Poco prima del 200° giro anche Pagenaud inizia a fare fuel saving e il suo distacco da Dixon sale rapidamente al di sopra dei 5 secondi; ancora più staccato il gruppo degli inseguitori, che si trova ad oltre 10 secondi dalla vetta.

Al 205° giro termina la gara del leader del campionato: Will Power viene attaccato all’esterno di curva 4 da Zachary Claman DeMelo, in lotta con lui per la sesta posizione; Power allarga verso l’esterno, probabilmente mal consigliato dal suo spotter, e le due monoposto entrano in collisione. Per entrambi la gara finisce qui.

La caution conseguente a questo incidente manda in fumo tutte le tattiche di fuel saving e premia Scott Dixon, che aveva deciso di spingere a fondo fin dalla ripartenza.

Al termine del giro 208 i sei piloti rimasti a pieni giri si fermano nuovamente ai box per quella che sarà l’ultima sosta della gara. All’uscita dalla pit lane le posizioni non cambiano e Dixon è nuovamente in testa davanti a Pagenaud, Rossi, Hinchcliffe, Hunter-Reay e Rahal. Chi si avvantaggia maggiormente di questa nuova caution sono Jones, Sato, Newgarden e Bourdais, che grazie alle soste dei primi tornano nel giro del leader.

Si riparte al giro 215 senza avvicendamenti nel corso del primo giro: Dixon mantiene la prima posizione tallonato da Pagenaud e Rossi; Hinchcliffe perde un po’ di terreno durante i primissimi giri dopo la ripartenza, ma in breve tempo riprende il suo ritmo e riportandosi in scia a Rossi.

Al 226° giro sulla gara di Newgarden cala la mannaia della Direzione Gara, che gli commina un drive through per aver anticipato la partenza; il campione in carica scivola al 12° posto ad un giro di ritardo.

Dopo aver tenuto la scia di Dixon per una manciata di tornate, Pagenaud inizia rapidamente a perdere terreno e a 18 giri dalla conclusione il suo ritardo dalla testa della gara torna sopra ai tre secondi; alle sue spalle, nel frattempo, Rossi e Hinchcliffe si avvicinano minacciosamente.

Rossi tenta un primo attacco al 232° giro, ma Pagenaud resiste e mantiene la posizione; la scena si ripete all’inizio del giro successivo, con Pagenaud che conserva ancora il suo secondo posto; il ritardo del francese da Dixon, nel frattempo, è aumentato ad oltre 4 secondi.

La gara del francese prosegue con difficoltà a causa di ulteriori problemi alle gomme ma questa volta, al contrario di quanto accaduto ad inizio gara, riesce a tenere dietro a sé Rossi e Hinchcliffe.

Dopo 248 giri Scott Dixon taglia il traguardo con oltre 4 secondi di vantaggio su Pagenaud e Rossi; quarto posto per Hinchcliffe davanti a Hunter-Reay, Rahal, Sato, Bourdais e Jones, nono e ultimo tra i piloti a pieni giri.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/CGRindycar

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