Indycar | Texas 600 2019: Strategia perfetta, Newgarden vince ancora

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Andrea Gardenal
9 Giugno 2019 - 05:52
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Newgarden “out of nowhere” direbbero gli americani: dopo aver condotto tutta la gara nelle posizioni di rincalzo, il pilota americano del Team Penske si è ritrovato al comando quasi senza che nessuno se ne accorgesse, approfittando di una strategia “sfasata” rispetto a quella dei primi fatta da lui funzionare alla perfezione. Newgarden è infatti stato uno dei pochissimi piloti a rientrare ai box durante la prima caution, arrivata poco dopo il secondo round di pit stop, guadagnando così una decina di giri di carburante nei confronti dei piloti che fino a quel momento si erano contesi il successo: Hunter-Reay, Dixon, Rossi, Herta.

La sorpresa è arrivata al termine dell’ultimo giro di soste, sviluppatosi tra il 180° e il 200° giro: nonostante la pista tendesse a premiare dal punto di vista cronometrico chi anticipava la sosta, Newgarden è riuscito a guadagnare nei confronti dei primi quei 3-4 secondi che gli sono bastati per entrare ai box, rifornire e tornare in pista nuovamente davanti a tutti. Messa così sembra quasi facile, ma va rimarcato che negli stessi giri il pilota del Team Penske ha guadagnato una decina di secondi nei confronti di Bourdais ed Ericsson, gli unici altri due piloti che correvano con la sua stessa tattica di gara. Insomma, il muretto ha messo Newgarden nelle condizioni di portarsi al comando, ma al tempo stesso il pilota ha fatto egregiamente il suo lavoro facendo fruttare la strategia confezionata su misura per lui da Tim Cindric.

Negli ultimi 50 giri Newgarden ha dovuto difendersi dagli attacchi di Dixon prima e di Rossi poi: per entrambi l’unica chance di prendere la testa della gara era sfilare la Penske #2 di fronte al rettilineo dei box, ma Newgarden si è difeso alla grande coprendo la traiettoria interna e confinando i suoi rivali nella corsia esterna, quella in cui era più difficile passare.

Dopo 600 km di gara Newgarden si è così preso il suo terzo successo stagionale, il tredicesimo in carriera, che gli permette di rafforzare la leadership del campionato nei confronti di Alexander Rossi, secondo sul traguardo: il pilota del team Andretti ha provato in numerose occasioni a sfilare Newgarden negli ultimi giri di gara, ma come detto non c’è stato nulla da fare. Per Rossi si tratta del terzo arrivo in seconda posizione nelle ultime quattro gare e di fatto si può dire che solo questa sua costanza di rendimento gli sta permettendo di limitare i danni nei confronti di Newgarden, che in questo momento sembra inarrestabile.

Tutti gli altri protagonisti della gara, per un motivo o per l’altro, si sono auto-eliminati: Sato è uscito di scena durante il primo pit stop, quando è entrato troppo velocemente nella sua piazzola colpendo uno dei suoi meccanici: tra il tempo perso nella sosta e il successivo stop&go, il pilota giapponese non è riuscito ad andare oltre il 15° posto. Hunter-Reay ha preso il comando della gara dopo l’errore di Sato, ma percorrendo tanti giri in testa al gruppo si è trovato a corto di carburante negli ultimi giri e durante la penultima caution è dovuto rientrare ai box per un rabbocco d’emergenza. Hinchcliffe ha commesso un errore a 30 giri dalla fine della gara andando a sbattere contro le barriere di protezione all’esterno di curva 2; 10 giri dopo, infine, Scott Dixon e Colton Herta si sono eliminati in un incidente del quale il neozelandese si è completamente assunto la responsabilità.

Tutti questi capovolgimenti di fronte hanno promosso al terzo posto Graham Rahal, che ha così conquistato il suo miglior risultato stagionale; ottimo quarto posto per Santino Ferrucci, miglior rookie, che dopo l’ottima prova di Indianapolis sta dimostrando sempre più di andare d’amore e d’accordo con gli ovali. Quinto posto per Hunter-Reay, di cui abbiamo già parlato sopra, davanti a Simon Pagenaud; settima e ottava posizione per Marcus Ericsson e Sebastien Bourdais, che non sono riusciti a far fruttare la strategia sfasata allo stesso modo di Newgarden e che chiudono il gruppo dei piloti a pieni giri. Nono posto per Will Power, che ha perso un giro nel corso del primo stint di gara a causa di una monoposto difficile da guidare; nelle fasi successive di gara la situazione è andata via via migliorando, ma ormai la frittata era fatta e l’australiano non è più riuscito a tornare nel leader lap. Chiude la top-10 Marco Andretti, autore di una gara solida ma senza acuti che gli ha comunque permesso di rimontare dall’ultima fila sullo schieramento.

Buon 11° posto finale per Conor Daly, che alla sua prima corsa per il team Carlin ha dimostrato ancora una volta di meritarsi qualcosa di più di una semplice chiamata “a gettone” nel mondo della Indycar; seguono Felix Rosenqvist, ancora non perfettamente a suo agio sugli ovali, Ed Carpenter, Spencer Pigot, Takuma Sato e Tony Kanaan, che chiude la sua 369ª gara in carriera con un mesto 16° e ultimo posto.

Oltre a Hinchcliffe, Dixon e Herta, tra i ritirati figurano altri tre piloti: Veach è andato a muro poco dopo metà gara con una dinamica molto simile a quella che successivamente ha messo fuori gioco Hinchcliffe, Kimball si è fermato poco prima del 100° giro a causa del cedimento del cuscinetto della ruota posteriore destra; infine Leist è stato richiamato ai box dal suo team dopo una settantina di giri, durante i quali il brasiliano era stato doppiato più volte a causa di problemi di assetto.

Sul fronte della classifica generale, la lotta per il titolo sembra essere ormai ristretta a Newgarden e Rossi, separati da soli 25 punti; Pagenaud è terzo a 48 lunghezze di ritardo, ma dopo lo stellare mese di maggio sembra essersi nuovamente attestato sui livelli di inizio stagione. Dixon conserva la quarta posizione, ma il ritiro di oggi lo fa retrocedere a ben 89 punti di ritardo da Newgarden; Sato è quinto a -95 davanti a Power e Hunter-Reay, staccati rispettivamente di 113 e 115 punti dalla leadership del campionato.

La 600 km del Texas chiude un tour de force che ha visto la Indycar in pista per 5 weekend consecutivi: la prossima sarà una settimana di riposo, anche per permettere ad alcuni piloti di prendere parte alla 24 ore di Le Mans. La Indycar tornerà in pista tra 2 settimane sul circuito di Elkhart Lake, nel Wisconsin, per il Gran Premio di Road America.

La cronaca

Si parte con Sato che mantiene la prima posizione davanti a Dixon mentre Hunter-Reay scavalca Bourdais per la terza posizione. Dopo 10 giri il vantaggio del giapponese è di quasi un secondo e mezzo, mentre Hunter-Reay, Bourdais e Pagenaud si trovano tra i quattro e i cinque secondi dalla vetta. Più indietro perdono terreno sia Power che Carpenter che scivolano rispettivamente al 17° e 20° posto. Il ritmo di Sato è tale che dopo 20 giri è già in scia a Leist per effettuare il primo doppiaggio della gara.

In questa prima parte di gara i protagonisti principali sono Rossi ed Herta, che in tandem recuperano alcune posizioni portandosi fino al settimo e ottavo posto. In testa alla corsa Sato fatica a doppiare i concorrenti più lenti e Dixon gli si rifà sotto riducendo il suo svantaggio a pochi decimi di secondo.

Tra il 40° e il 45° giro la classifica alle loro spalle muta leggermente: Hunter-Reay mantiene la terza posizione, ma dietro a lui ora si trova James Hinchcliffe, che nell’arco di poche tornate si è liberato sia di Pagenaud che di Bourdais.

Il primo a fermarsi per il pit stop è Hunter-Reay, che rientra al 57° giro; due giri dopo si fermano anche Bourdais e Newgarden, mentre per la sosta di Dixon è necessario aspettare il 60° giro. Sato rientra il giro successivo, ma fermandosi nella sua piazzola arriva lungo, colpisce un meccanico e va ad appoggiarsi contro il muretto dei box. Sato torna in pista con 2 giri di ritardo, ma per l’errore ai box gli viene comminato uno stop&go che gli fa perdere un ulteriore tornata.

A situazione stabilizzata il nuovo leader della gara è Hunter-Reay, che ha sfruttato al meglio la sosta anticipata; secondo posto per Dixon davanti a Hinchcliffe e Rossi, risalito dal settimo al quarto posto; quinta posizione per Pagenaud avanti a Herta, Newgarden, Bourdais, Rahal e Veach. Dopo 70 giri ci sono solamente 14 piloti a pieni giri e il primo dei doppiati è Will Power.

Nei giri seguenti l’unico sorpasso per le posizioni di rilievo viene effettuato da Colton Herta, che verso l’80° giro guadagna la quinta posizione ai danni di Pagenaud. Dopo 87 giri si ritira Charlie Kimball, fermato dal cedimento di un cuscinetto; nei giri precedenti si era ritirato anche Leist, vittima di gravi problemi di bilanciamento.

Al giro 105 si accende la lotta per la terza posizione tra Hinchcliffe, Rossi e Herta: il pilota del team Andretti prova in un paio di occasioni a farsi largo nell’allungo di fronte ai box, ma il canadese riesce a difendersi mantenendo la traiettoria interna. Tra il 112° e il 113° giro Herta si scatena scavalcando entrambi i piloti davanti a lui guadagnando la terza posizione.

Al 114° giro Hunter-Reay si ferma ai box per la sua seconda sosta lasciando il comando della gara a Scott Dixon, che rimane in pista per qualche altro giro. Al 121° giro si fermano Herta e Rossi, mentre Dixon rientra all’inizio del 124° dei 248 giri di gara.

Al termine del round di pit stop Hunter-Reay è nuovamente al comando con quasi 4 secondi di vantaggio su Dixon e 12 su Hinchcliffe e Herta, col canadese che si è ripreso la terza posizione grazie al gioco dei pit stop. Questa situazione di classifica non dura però a lungo: Rossi rimonta e nello spazio di poche tornate si libera sia di Hinchcliffe che di Herta salendo in terza posizione; il canadese deve poi lasciare spazio anche al rookie del team Harding-Steinbrenner.

Al 136° giro arriva la prima caution della gara: Zach Veach tocca il muro all’esterno di curva 2, danneggia la sospensione posteriore destra e finisce in testacoda, arrestando la corsa della sua monoposto all’esterno di curva 3. All’apertura della pit lane gli unici piloti a pieni giri a fermarsi ai box sono Newgarden, Ericsson e Bourdais. Hunter-Reay resta invece in pista, nonostante al momento sia il pilota più a rischio di dover completare la gara su quattro soste anziché su tre.

Si riparte al 144° giro con Hunter-Reay in testa davanti a Dixon, Rossi, Herta e Hinchcliffe; al successivo passaggio sul traguardo Dixon prova un attacco su Hunter-Reay, però il pilota del team Andretti si difende e mantiene la prima posizione. Al 155° giro Hinchcliffe si riprende la quarta posizione scavalcando Herta. Alle loro spalle i piloti rientrati ai box per la sosta supplementare durante la caution non traggono un gran vantaggio dalle gomme nuove e nei giri successivi alla ripartenza si assestano tra l’ottava e l’undicesima posizione.

Al 166° giro cambia il leader della gara: dopo aver provato in un paio di occasioni l’attacco nel rettilineo di fronte ai box, Dixon riesce finalmente a scavalcare Hunter-Reay all’ingresso di curva 1 portandosi al comando della gara. Al 173° giro Rossi lancia la carica e nell’arco di un paio di passaggi scavalca sia Hunter-Reay che Dixon, portandosi quindi al comando della gara; dopo un solo giro al comando il californiano deve però cedere nuovamente la testa della gara a Dixon.

Hunter-Reay si ferma ai box al 179° giro, 7 giri in anticipo rispetto alla fatidica soglia del 75% di gara che gli consentirebbe di chiudere la gara con tre pit stop anziché quattro.

Al 186° giro i primi due si scambiano nuovamente le posizioni e Rossi torna in testa alla gara davanti a Dixon; il californiano rientra ai box al termine del giro successivo mentre Dixon, Hinchcliffe e Herta restano in pista; oltre a Rossi si ferma anche Rahal.

Al 189° giro si ferma Hinchcliffe seguito alla tornata successiva da Scott Dixon. Al comando della gara si trovano ora Newgarden, Ericsson e Bourdais, che hanno ancora qualche giro di etanolo a disposizione avendo effettuato la sosta durante la caution; alle loro spalle Hunter-Reay si è ripreso la posizione nei confronti di chi l’aveva scavalcato; dietro a lui, racchiusi nell’arco di pochi decimi di secondo, ci sono Dixon, Rossi e Hinchcliffe.

Newgarden si ferma ai box poco prima del 200° giro, ma grazie ad alcuni giri stellari prima del rifornimento si trova nuovamente al comando della gara una volta rientrato in pista; alle sue spalle ci sono ancora Hunter-Reay, Dixon e Rossi. Al 215° giro Dixon rompe gli indugi, si libera di Hunter-Reay e prova a mettersi alla caccia di Newgarden, che nel frattempo ha guadagnato qualche decimo sui diretti inseguitori.

Un paio di tornate dopo arriva la seconda caution: nel tentativo di scavalcare Rossi, Hinchcliffe va in sovrasterzo all’uscita di curva 2, tocca il muretto con la ruota posteriore destra e finisce in testacoda arrestando la sua corsa contro il muro interno: una dinamica molto simile a quella dell’incidente che ha messo fuori gara Veach. All’apertura della pit lane l’unico tra i piloti di testa a rientrare ai box è Hunter-Reay, che per completare la gara aveva bisogno di un’ulteriore rabbocco di etanolo.

Si riparte al 227° giro con Newgarden in testa alla corsa davanti a Dixon, Rossi e Herta: il neozelandese prova immediatamente a scavalcare il leader del campionato, che però si difende e mantiene la testa della gara; alle loro spalle Herta scavalca Rossi e guadagna il terzo posto.

Herta continua ad andare all’attacco e al 229° giro prova a superare Dixon all’ingresso di curva 3; il neozelandese non gli lascia sufficiente spazio, la macchina di Herta si scompone e tocca quella di Dixon; entrambi finiscono in testacoda e vanno a sbattere tra curva 3 e 4, con Rossi che riesce per un soffio ad evitare il contatto con la macchina di Herta e a mantenere la macchina dritta.

Si riparte a 12 giri dalla fine con Rossi subito all’attacco di Newgarden, mentre alle loro spalle Rahal è salito al terzo posto davanti a Ferrucci e Hunter-Reay. In almeno tre occasioni Rossi affianca Newgarden davanti ai box sulla corsia esterna, ma il pilota del Team Penske riesce sempre a tenere giù l’acceleratore in curva 1 rintuzzando l’attacco dell’avversario. A tre giri dalla fine Rossi alza bandiera bianca e Newgarden guadagna quei pochi decimi di secondo che gli permettono di tagliare il traguardo con relativa tranquillità in prima posizione; Rossi deve accontentarsi del secondo posto davanti a Rahal, Ferrucci e Hunter-Reay.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://www.instagram.com/txmotorspeedway/

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