Indycar | Rahal beffa Hinchcliffe all’ultima curva e vince in Texas

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Andrea Gardenal
28 Agosto 2016 - 17:00
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La conclusione della Firestone 600 ha visto la vittoria di Graham Rahal che per appena 8 millesimi ha beffato James Hinchcliffe; gradino più basso del podio per Tony Kanaan, terzo a meno di un decimo dalla vittoria, mentre al quarto posto si è insediato Simon Pagenaud che ha così guadagnato alcuni punti nei confronti di Will Power, solamente ottavo al traguardo.

Il dominatore della gara è stato in tutto e per tutto James Hinchcliffe, che per gran parte dei 177 giri in programma nella notte ha impresso un ritmo inavvicinabile per tutti gli altri; solamente Ed Carpenter sembrava in grado di reggerlo nelle ultime fasi di gara. Dopodiché è successo di tutto: tre caution causate da altrettanti incidenti negli ultimi giri hanno ricompattato più volte il gruppo, ma il ritmo di Hinchcliffe era stato tale che ad un certo punto si era arrivati ad avere solamente quattro piloti con reali possibilità di vittoria, essendo gli unici a pieni giri.

Le caution, si diceva, hanno mutato drasticamente l’andamento dell’ultima parte di gara: Hinchcliffe ha deciso di non cambiare mai le gomme in occasione delle neutralizzazioni, mentre Rahal ha sostituito gli pneumatici al 217° giro durante la prima neutralizzazione trovandosi con pneumatici di 11 giri più freschi rispetto al canadese.

A partire dal momento della ripartenza si è scatenata una lotta senza quartiere sia per guadagnare posizioni in testa alla gara, sia per riuscire a sdoppiarsi e a recuperare così un giro. Purtroppo, come spesso accade, quando la lotta infuria in pista è altamente probabile che si verifichino ulteriori incidenti e così effettivamente è stato per altre due volte.

L’ultima ripartenza è stata data a 8 giri dalla fine con Hinchcliffe, Rahal, Kanaan, Castroneves e Pagenaud a pieni giri. Il pilota brasiliano del team Penske ha ben presto perso svariati secondi a causa della vettura danneggiata in precedenti contatti, mentre Pagenaud si è inserito prepotentemente nella lotta per la vittoria; dopodiché, a causa di una seria di 4-wide senza senso in una pista stretta come il Texas Motor Speedway, il francese ha saggiamente deciso di ridurre al minimo i rischi di incidenti e di pensare a portare a casa una tranquilla quarta posizione.

Davanti a lui, nel frattempo, infuriava la lotta: Kanaan e Rahal insidiavano Hinchcliffe grazie alle gomme fresche, ma in un modo o nell’altro il canadese riusciva sempre a mantenere la vetta della gara.

Nel corso dell’ultimo giro Rahal si è portato all’interno di Hinchcliffe mettendo tutta la sua macchina davanti a quella del rivale; in uscita di curva, però, il canadese è riuscito a rifarsi sotto, forte di una velocità maggiore in percorrenza di curva grazie alla scelta della linea esterna, ma al momento di arrivare sulla linea del traguardo per lui non c’è stato nulla da fare: per soli 8 millesimi, di fatto una manciata di centimetri, Rahal è riuscito a precedere Hinchcliffe e a tornare così alla vittoria un anno dopo il suo ultimo successo, conquistato a Mid-Ohio nel 2015. Una beffa enorme per Hinchcliffe, che ha guidato la gara per 188 giri sui 248 totali e che alla fine si è visto passare davanti un pilota che ha completato al comando un solo giro: l’ultimo.

Per quanto riguarda gli altri, la 600 km del Texas ha rappresentato la pietra tombale per quanto riguarda le speranze di Scott Dixon di riconfermarsi campione della categoria: le sue chance di vincere il titolo erano già piuttosto basse, ma l’incidente che l’ha visto protagonista nel corso del 213° giro, quando ha perso il controllo della vettura dopo aver toccato col baffo anteriore la parte posteriore della vettura di Carpenter, l’ha messo definitivamente fuori gioco.

Ad oggi l’unico modo che ha Dixon di portare a casa il titolo è vincere tutte e due le ultime gare, conquistare tutti i relativi punti bonus e sperare che Pagenaud si classifichi all’ultimo posto sia al Glen che a Sonoma; uno scenario ai limiti della follia visto l’andamento del campionato. Sono invece definitivamente usciti dalla lotta per il campionato i primi due classificati della gara di questa notte: con un massimo di 134 punti “recuperabili” su Pagenaud, Rahal e Newgarden accusano rispettivamente un distacco di 135 e 137 punti.

Due parole vanno spese anche per Ed Carpenter, che per larga parte della gara è rimasto in seconda posizione e che dopo la penultima sosta è riuscito a recuperare in pista quasi 10 secondi nei confronti di Hinchcliffe, proponendosi come suo unico serio rivale prima delle caution finali. Carpenter è però finito contro il muro al 224° giro dopo aver perso il controllo della vettura all’uscita della curva 4; Carpenter ha poi coinvolto anche Castroneves, rovinandogli sia il baffo anteriore che il paraurti posteriore e obbligandolo ad una sosta per le riparazioni del caso.

Per Carpenter si chiude così una stagione particolarmente difficile, dove in tre occasioni è stato colpito da problemi meccanici e in altre due è stato protagonista di incidenti; alla fine della stagione i suoi due migliori risultati sono due diciottesimi posti in Iowa e proprio in Texas.

Gara non particolarmente positiva per Will Power, rimasto nella top-10 per tutta la gara ma mai in grado di provare un attacco deciso per risalire verso le prime posizioni. Le difficoltà maggiori si evidenziavano in particolare nella parte finale dei vari stint, quando finiva col perdere qualche secondo di troppo nei confronti dei diretti rivali; negli ultimi giri, nonostante le gomme nuove, non è riuscito a recuperare un giro nei confronti dei leader, al contrario di quanto fatto da Pagenaud, e alla fine ha dovuto accontentarsi dell’ottava posizione finale che comunque lo tiene pienamente in corsa per il titolo, visto che il suo distacco dalla vetta è di soli 28 punti.

Serata difficile per Ryan Hunter-Reay: nei giri successivi alla ripartenza era risalito a spron battuto verso le prime posizioni guadagnando anche la testa della gara per alcuni giri, ma nel corso della gara sono emersi dei problemi di assetto che provocavano un consumo anomalo delle gomme; alla fine il campione Indycar 2012 ha chiuso la gara al 13° posto con 3 giri di ritardo.

Archiviata la Firestone 600, mancano solamente due gare per determinare il campione Indycar 2016: domenica prossima la Indycar farà il suo ritorno sul tracciato di Watkins Glen da cui manca dal 2010, il 18 settembre ci sarà la gara conclusiva della stagione sulla pista di Sonoma, in California.

Questa la cronaca e le classifiche della gara

La cronaca

Partenza: Muñoz mantiene la testa alla prima curva mentre Castroneves e Newgarden scavalcano Dixon.

20° giro: Muñoz continua a rimanere in testa davanti a Castroneves e Hunter-Reay, salito in terza posizione. Un po’ più staccati ci sono Newgarden, Kanaan e Dixon, ma in generale dopo i primi giri il gruppo ha già iniziato a sgranarsi. Grossi problemi per Power, scivolato in 21ª posizione.

29° giro: Iniziano i doppiaggi: Muñoz si libera del proprio compagno di squadra Andretti. Oltre al figlio e nipote d’arte anche Alexander Rossi palesa gravi problemi d’assetto, tanto da essere stato costretto in più occasioni a correggere la traiettoria della propria vettura.

33° giro: Castroneves e Kanaan sono i primi piloti a rientrare ai box per il rifornimento e, soprattutto, per il cambio gomme.

38° giro: Pit stop per il leader della gara Carlos Muñoz, uno degli ultimi a rientrare per la sosta; assieme a lui rientra anche Pagenaud.

43° giro: Bruttissimo incidente tra Conor Daly e Josef Newgarden di fronte al traguardo. Daly ha perso il controllo della vettura all’uscita della curva 4, ha provato a correggerla in extremis ma l’unico risultato che ha ottenuto è stato quello di produrre un effetto pendolo che ha coinvolto il povero Newgarden, la cui vettura si è inclinata su un fianco; pochi secondi dopo la vettura di Daly, ormai senza controllo, ha nuovamente incrociato la traiettoria con quella di Newgarden, spingendola contro il muro dalla parte del roll bar.

47° giro: Mentre la corsa prosegue, ovviamente in regime di neutralizzazione, Newgarden viene trasportato in ambulanza con una barella.

50° giro: Viene aperta la pit lane e tutti i piloti a pieni giri ne approfittano per fare rifornimento; gli altri proseguono con l’obiettivo di recuperare il giro perso nel valzer delle soste. Dopo le soste al comando si trova James Hinchcliffe davanti a Hunter-Reay, Aleshin, Power, Carpenter, Castroneves e Chaves. Carlos Muñoz invece è scivolato in ottava posizione.

61° giro: Rientrano in pit lane tutti i piloti che in occasione dell’ingresso della pace car si erano ritrovati doppiati. Cambio di musetto per Pagenaud e Kanaan

66° giro: Arriva la notizia che Newgarden sta complessivamente bene ma dovrà essere trasportato al Parkland Memorial Hospital di Dallas per ulteriori accertamenti al polso e alla spalla

71° giro: Inizia a piovere, la gara viene interrotta.

72° giro: Dopo oltre due mesi e mezzo di attesa la gara riparte dietro pace car

75° giro: Bandiera verde: si riparte con Hunter-Reay che prende il comando della gara ai danni di Hinchcliffe; in seconda posizione sale Will Power.

101° giro: Dopo aver perso qualche posizione nei giri precedenti, Ryan Hunter-Reay entra ai box per rifornire e operare alcuni aggiustamenti all’assetto della monoposto.

111° giro: Sosta per Helio Castroneves che si trovava in seconda posizione; subito dietro a lui rientrano anche Montoya e Bourdais; da qui in poi rientrano praticamente tutti. I pit stop in questo frangente non sono dettati tanto dalla necessità di rifornire quanto dalla volontà di disporre di gomme fresche.

120° giro: Rientra ai box James Hinchcliffe, ultimo pilota ad effettuare il primo rifornimento; alla ripartenza si trova in seconda posizione alle spalle di Castroneves.

124° giro: A metà gara le prime tre posizioni vedono Castroneves al comando davanti a Hinchcliffe e Hunter-Reay; alle loro spalle si accende la battaglia per la quarta posizione tra Carpenter, Power, Dixon, Kanaan e Rahal.

127° giro: Hinchcliffe si riprende la testa della gara scavalcando Castroneves.

130° giro: Hunter-Reay viene risucchiato dal gruppetto immediatamente dietro a lui e in poche tornate passa dalla terza all’undicesima posizione.

144° giro: Sosta per Castroneves, ormai in piena crisi di gomme

153° giro: Pit stop per Simon Pagenaud, che dopo un inizio di gara abbastanza incolore è via via riuscito a risalire fino alla sesta posizione. Alla tornata successiva si ferma anche Will Power. Alla ripartenza il francese si ritrova davanti all’australiano.

156° giro: Sosta per Graham Rahal; a questo punto Hinchcliffe e Carpenter sono gli unici piloti a non aver ancora rifornito per la seconda volta.

159° giro: Pit stop per Ed Carpenter.

162° giro: Power torna davanti a Pagenaud e si riprende la quinta posizione.

163° giro: Hinchcliffe rientra finalmente ai box, in questa prima parte di gara sembra essere il pilota con la vettura di gran lunga più equilibrata.

167° giro: Mentre Hinchcliffe è da poco ripartito dopo la seconda sosta, Ryan Hunter-Reay rientra per il suo terzo rifornimento e cambio gomme

182° giro: Graham Rahal guadagna la terza posizione scavalcando Castroneves; un paio di giri dopo il brasiliano entra ai box per la terza sosta.

191° giro: Hinchcliffe doppia il leader del campionato Pagenaud; un paio di giri dopo effettuerà la stessa manovra anche su Dixon e Power.

198° giro: Ultimo rifornimento per Tony Kanaan

205° giro: Sosta per Ed Carpenter, l’unico pilota che è sembrato in grado di poter impensierire Hinchcliffe nel corso della serata

206° giro: Ultima sosta della gara anche per James Hinchcliffe.

213° giro: Caution. Scott Dixon entra in collisione con Ed Carpenter mentre stava provando a sdoppiarsi da lui. Il campione Indycar 2015 finisce prima verso la parte interna della pista e poi va a sbattere contro il muro esterno. Nessuna conseguenza invece per Carpenter.

217° giro: La pit lane viene aperta e alcuni piloti entrano per cambiare ancora una volta le gomme; tra questi Castroneves, Kanaan, Rahal, Pagenaud e Power.

221° giro: Si riparte.

224° giro: Caution. Dopo alcuni giri di battaglia indemoniata tra i leader della gara e alcuni doppiati, Ed Carpenter perde il controllo della propria monoposto e finisce a muro; in questo frangente Carpenter coinvolge anche Castroneves danneggiando sia la sua ala anteriore che quella posteriore. Finisce mestamente il campionato del pilota-team manager, che per tutto l’anno è stato colpito da sfortune e incidenti.

228° giro: A 20 giri dalla fine James Hinchcliffe è ancora al comando della gara davanti a Kanaan, Rahal, Aleshin e Castroneves; il russo è stato l’unico pilota che nelle fasi concitate della prima ripartenza è stato in grado di recuperare un giro.

231° giro: Si riparte.

233° giro: Nuova caution a causa di un incidente che ha visto coinvolti Jack Hawksworth e Mikhail Aleshin. Il russo ha perso il controllo della vettura all’uscita della curva 4 e l’inglese non ha potuto fare nulla per evitarlo.

235° giro: Pit stop per Tony Kanaan e Simon Pagenaud che sperano di sfruttare al meglio le gomme nuove negli ultimi giri di gara. Importante notare che nella confusione dei giri precedenti il francese era riuscito a sdoppiarsi. Dopo i pit stop Hinchcliffe è al comando davanti a Rahal, Castroneves, Kanaan e Pagenaud.

241° giro: Si riparte coi primi 5 uno in coda all’altro dopo che la direzione gara ha fatto accodare tutti i doppiati dietro alle vetture a pieni giri. La ripartenza di Pagenaud è fenomenale e in mezzo giro risale dalla quinta alla seconda posizione mentre ben presto Castroneves, con la vettura danneggiata a causa dei precedenti contatti, perde terreno e scivola in quinta posizione, ultimo tra i piloti a pieni giri.

248° giro: Bandiera bianca: Hinchcliffe inizia l’ultimo giro insidiato da Rahal e Kanaan. All’ingresso della curva 3 Rahal attacca e passa davanti a Hinchcliffe, che però esce meglio dalla curva 4 e rimonta nelle ultime centinaia di metri. L’arrivo è al fotofinish: sotto la bandiera a scacchi transita per primo Graham Rahal con appena 8 millesimi di vantaggio su Hinchcliffe; Kanaan completa il podio.

Le classifiche

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Immagine di copertina da indycar.com

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