Indycar | Pocono 500: Rossi domina, ma che paura per Wickens

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di Andrea Gardenal
20 Agosto 2018 - 10:02
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Terzo successo stagionale per Alexander Rossi nella 500 Miglia di Pocono che si è disputata ieri sera: il pilota californiano ha dominato fin dall’inizio una gara particolare, che dopo gli incidenti nelle fasi iniziali non ha visto una singola neutralizzazione negli ultimi 189 giri.

Dopo aver preso la testa della gara al settimo giro dopo la prima ripartenza, la vittoria di Rossi è stata messa in discussione solamente dopo il quarto pit stop quando è tornato in pista alle spalle di Will Power. In una gara caratterizzata da difficoltà enormi nel compiere manovre di sorpasso e doppiaggio, questo avvicendamento sembrava aver indirizzato il successo finale nelle mani dell’australiano per la terza volta consecutiva; la Andretti #27, tuttavia, ci ha messo solamente una manciata di giri ad avere la meglio sulla Penske #12 e, dopo essersi ripreso di forza la posizione all’ingresso di curva 2, Rossi ha salutato la compagnia blindando la prima posizione.

Rossi ha tagliato il traguardo con quattro secondi e mezzo di vantaggio su Will Power, unico pilota in grado di tenere il suo ritmo per l’intera durata della gara. Al terzo posto si è classificato Scott Dixon, che però è giunto sotto la bandiera a scacchi 40 secondi dopo il pilota del team Andretti. Dopo essere sfilato indenne attraverso il terribile incidente di Wickens, il leader del campionato ha ripreso la gara in decima posizione, risalendo ben presto in ottava. Da questo momento in poi la sua è stata una gara di poca azione in pista e di tanta strategia, con la quale è riuscito ad ovviare le difficoltà della sua macchina nel traffico risalendo fino al gradino più basso del podio. In scia al neozelandese è arrivato Sebastien Bourdais, che è stato uno dei piloti in grado di dare il maggior spettacolo in pista durante un lungo duello con Zach Veach.

Dietro a Bourdais tutti gli altri piloti sono stati doppiati: Josef Newgarden ha tagliato il traguardo al quinto posto battendo in volata Veach, Andretti e Pagenaud. La top-10 viene completata da un buon Charlie Kimball, che ancora una volta ha portato la Carlin nelle parti alte della classifica, e da Ed Carpenter.

Veniamo ora a quella che è la notizia più importante di giornata: dopo essere stato protagonista di un terrificante incidente che ha tenuto tutti per un’ora col fiato sospeso, Robert Wickens è stato trasportato al Lehigh Valley Hospital dove è stato sottoposto ad alcuni esami approfonditi che hanno evidenziato alcune fratture agli arti inferiori (alcune fonti parlano di gambe, altri “solamente” di caviglie), al braccio destro e ad una vertebra oltre ad una contusione polmonare. Il canadese verrà sottoposto ad intervento chirurgico prima di iniziare un periodo di convalescenza che si preannuncia piuttosto lungo. Sono rimasti sostanzialmente illesi tutti gli altri piloti coinvolti nell’incidente: oltre a Hunter-Reay e a Sato, rilasciati quasi subito dal centro medico, anche Hinchcliffe e Fittipaldi sono stati dichiarati “fit to drive”.

Nella classifica del campionato Dixon sale a 530 punti, ma il suo vantaggio su Rossi si è ridotto da 46 a 29 punti; Newgarden conserva il terzo posto ma scivola a 66 punti di ritardo mentre Power è quarto ad 81 punti dal neozelandese. La lotta per il titolo si è ormai ristretta a questi quattro piloti visto che il quinto; Hunter-Reay, si trova a ben 119 punti di ritardo dalla testa della classifica.

Il prossimo appuntamento è per la notte tra il 25 e il 26 agosto quando si disputerà la 500 km di Gateway, ultima gara stagionale su ovale.

La cronaca

Sotto un cielo che minaccia pioggia non c’è nemmeno il tempo di partire che viene immediatamente esposta la prima caution: al termine del giro di ricognizione Pigot, che partiva in 16ª posizione, ha uno spunto infelice e viene toccato da Graham Rahal. Il pilota del team Carpenter va in testacoda e tocca il muretto interno ponendo così fine alla propria gara, mentre Rahal riesce a proseguire sia pur con l’ala danneggiata.

In testa alla gara l’unico avvicendamento degno di nota è rappresentato dal sorpasso di Rossi su Newgarden per la seconda posizione; per quanto riguarda il resto della top-10, le posizioni rimangono quelle della griglia di partenza.

Al settimo giro si riparte: Rossi ha uno scatto molto buono e prende la testa della gara, mentre Newgarden ha un brutto avvio e si vede sfilare immediatamente da Hunter-Reay e da Wickens.

Nel rettilineo che porta a curva 2 Wickens si avvicina ad Hunter-Reay e prova un timido attacco all’interno di curva 2, ma il pilota del team Andretti non lo vede: l’incomprensione tra i due porta ad un lievissimo contatto tra le due monoposto, sufficiente però per scatenare il finimondo. Hunter-Reay va in testacoda e urta contro le barriere, mentre la macchina di Wickens sale sopra alla gialla Andretti #28; la #6 prosegue la sua folle corsa sopra alle barriere SAFER per alcuni metri, dopodiché si arrampica ancora più in alto centrando le reti di protezione ed iniziando una folle piroetta in mezzo ai detriti, con la rete che dal canto suo viene completamente divelta. Alle sue spalle va in testacoda anche Hinchcliffe che colpisce Sato, mentre nelle retrovie anche Fittipaldi perde il controllo della sua monoposto e centra quella già incidentata di Hinchcliffe.

Fin dal primo momento le condizioni di Wickens sono quelle che destano più preoccupazione sia per via della violenza dell’urto, sia per il timore che qualche oggetto possa aver colpito il casco del pilota; il silenzio assoluto da parte della Indycar non contribuisce ad alleggerire la tensione.

Ad un’ora dall’incidente, con Wickens oramai in viaggio in elicottero verso il Lehigh Valley Hospital-Cedar Crest, arriva finalmente la notizia che permette a tutti di tirare un enorme sospiro di sollievo: il Vice-President for Communication della Indycar, Curt Cavin, esce dal centro medico annunciando che Wickens è “awake and alert”, ovvero “sveglio e cosciente”. La notizia viene salutata dal pubblico con un lungo applauso e permette a tutti, piloti e meccanici, di rimettersi al lavoro più serenamente sulle monoposto in vista della ripartenza, la quale verrà data dopo che saranno state completate le riparazioni alle reti in curva 2.

A due ore di distanza dall’incidente i motori vengono riaccesi e le monoposto possono finalmente uscire dalla pit lane alle spalle della pace car. Prima della bandiera verde vengono richiamati ai box Pagenaud, Dixon, Jones, Daly e Kimball, i quali hanno riportato dei danni nel precedente incidente. Le riparazioni sulla macchina di Jones richiedono parecchio tempo e il pilota di Dubai perde un giro nei confronti dei primi. Per completare il quadro prima della ripartenza bisogna segnalare le penalità a due giri rifilate a Rahal e Pigot perché le rispettive crew hanno operato interventi non concessi sulle macchine durante la bandiera rossa; lo stesso Pigot, dopo l’incidente alla partenza, riesce a riprendere la via della pista sia pur con molti giri di ritardo.

Si riparte al 13° giro con Rossi davanti a Power, Newgarden e Veach. Dopo la sosta Dixon riparte al 10° posto, ma dopo un solo giro riesce a guadagnare una posizione su Leist.

Al termine del 16° giro Tony Kanaan si ferma ai box a causa di un calo di potenza; le successive indagini accertano la presenza di un problema al sensore dell’acceleratore come la causa del ritiro del pilota brasiliano.

Nel frattempo Rossi allunga portando a due e a tre secondi il vantaggio su Power e su Newgarden; la situazione non cambia nelle successive tornate, durante le quali i piloti restano uno dietro all’altro mantenendo un distacco di circa un secondo.

Dopo una trentina di giri si ferma definitivamente ai box Spencer Pigot: la sua macchina era rimasta danneggiata dopo l’incidente alla partenza, ma gli eventi successivi gli hanno permesso di tornare in pista e recuperare alcune posizioni nei confronti dei piloti incidentati.

Al 38° giro Rossi rientra ai box per la sua prima sosta della gara, quando il suo vantaggio su Power era ormai salito a ben sei secondi e mezzo; assieme a lui si ferma anche il suo compagno di squadra Andretti. Dopo un solo giro si fermano anche gli altri piloti di testa lasciando Carpenter e Dixon al comando della gara. La monoposto #20 si ferma dopo un’ulteriore tornata permettendo a Dixon, che aveva rifornito durante la precedente caution, di portarsi in testa.

Al termine del 42° giro anche Dixon rientra finalmente ai box e Rossi può tornare al comando della gara. A situazione stabilizzata il californiano è nuovamente in testa alla gara con 8 secondi di vantaggio su Power e 11 e mezzo su Newgarden, che a sua volta è tallonato da vicino da Veach, Bourdais, Andretti, Carpenter e Dixon.

La gara di Rossi procede senza intoppi fino al 47° giro, quando si trova davanti Rahal e Daly; le difficoltà di sorpasso con questo pacchetto aerodinamico si manifestano anche nei doppiaggi e Rossi perde parecchi decimi ad ogni giro nei confronti di Power e di tutti gli altri. Al 53° giro il californiano si libera finalmente di Daly tornando ad avere pista libera, ma nel frattempo il suo margine su Power si è ridotto a cinque secondi e mezzo.

I ruoli ben presto si invertono e Rossi riesce ad aumentare nuovamente il suo vantaggio quando tocca a Power doppiare Daly. Quando l’australiano doppia finalmente Daly, il vantaggio di Rossi nei suoi confronti è salito a quasi 13 secondi.

Al 64° giro si verifica uno dei primi sorpassi nelle prime posizioni quando Bourdais scavalca Veach all’interno di curva 2; la battaglia tra i due non si ferma qui e quattro giri dopo Veach si riprende la quarta posizione ai danni del pilota francese. Nel frattempo Marco Andretti si è fermato ai box per la sua seconda sosta imitato poco dopo da Scott Dixon, che rientra al termine del 68° passaggio.

La lotta per la quarta posizione si infiamma nuovamente: al 69° giro Bourdais torna davanti a Veach, che a sua volta risponde nel giro successivo.

La battaglia tra i due si interrompe solamente al 71° giro, quando entrambi si fermano ai box: la sosta di Bourdais è molto più rapida di quella di Veach e il francese riparte con un buon vantaggio nei confronti del rivale.

Nei giri successivi si fermano anche Rossi e Power che ripartono mantenendo la prima e la seconda posizione; alle loro spalle, tuttavia, è cambiato tutto a beneficio di chi è rientrato per primo ai box: Marco Andretti si trova al terzo posto a 19 secondi da Rossi davanti; Dixon è risalito al quarto posto mentre Newgarden è scivolato al quinto davanti a Bourdais. Veach è settimo ad oltre sei secondi dal francese ed è tallonato da Pagenaud e Carpenter.

Durante il terzo stint di gara succede poco: il divario tra Rossi e Power varia molto in funzione dei doppiaggi, ma i due fanno sostanzialmente un’altra gara rispetto a tutti gli altri, tanto che il ritardo di Andretti prima della sua terza sosta è superiore ai 22 secondi.

Il terzo giro di pit stop comincia poco prima del 100° giro; i primi a rientrare sono i piloti che si trovano nel gruppetto dalla settima posizione in giù; tra i primi l’unico a rientrare è Andretti, che lascia così la terza posizione a Dixon. Il neozelandese rientra al termine del 102° giro, subito dopo essersi trovato davanti Veach che era appena ripartito dalla pit lane. Dixon torna in pista in terza posizione, ma subito dopo Andretti lo sfila all’esterno di curva 2.

I primi due si fermano una manciata di giri dopo e la loro sosta non è particolarmente semplice, considerando che le pit crew si trovano una davanti all’altra; alla ripartenza Rossi è ancora davanti a Power, ma gli eventi dei giri precedenti hanno portato a soli 3 secondi il distacco tra i due.

Nelle posizioni di rincalzo l’unico avvicendamento degno di nota avvenuto durante le soste è il sorpasso di Bourdais su Newgarden per la terza posizione.

Nel corso del quarto stint Power chiude definitivamente il gap su Rossi, che a sua volta è bloccato da Pagenaud; il francese, dal canto suo, è impegnato a recuperare decimi su decimi ad ogni giro per ricucire il gap dal gruppetto che lo precede.

Alle spalle dei primi due Andretti tiene la posizione, ma alle sue spalle Dixon e Bourdais sono minacciosi; Newgarden, sesto gira più veloce di chi gli sta davanti e si riavvicina a Bourdais trascinando Veach con sé.

Al termine del 131° giro Andretti rientra ai box per la sua quarta sosta lasciando campo libero a Dixon e Bourdais.

Al 136° giro tocca a Rossi fermarsi, mentre Power decide di restare in pista per un altro giro. La mossa paga e alla ripartenza l’australiano torna in pista davanti ad Alexander Rossi portandosi al comando della gara.

La gioia per il pilota del Team Penske dura poco: al 140° giro Rossi esce molto bene da curva 1, prende la scia della #12 lungo l’intero rettilineo opposto a quello dei box e all’ingresso di curva 2 si riporta davanti all’avversario conquistando nuovamente la prima posizione.

Alle loro spalle il valzer dei pit stop ha fatto scivolare Andretti al sesto posto con Dixon, Bourdais e Newgarden che hanno guadagnato una posizione a testa nei suoi confronti.

A poco più di 50 giri dalla conclusione Rossi doppia il suo compagno di squadra Veach, che va quindi ad interporsi tra il leader della gara e Will Power; pochi giri dopo Rossi supera anche Andretti posizionandosi subito alle spalle di Newgarden.

La resistenza del campione in carica dura pochi giri, perché al 156° passaggio Rossi supera anche lui all’ingresso di curva 2; poco dopo il californiano si mette anche davanti a Chilton trovandosi quindi in condizioni di pista libera. Alle sue spalle Power fatica molto di più a liberarsi di Veach ed Andretti, che a loro volta probabilmente non fanno molto per agevolare la manovra.

Al 165° giro prova ad attaccare Ed Carpenter, ma così facendo arriva lungo in uscita di curva 2 e va a colpire il muro; fortunatamente Daly riesce a proseguire e a riportare la macchina ai box senza andare in testacoda e la direzione gara decide di non esporre la bandiera gialla.

A 33 giri dalla conclusione della gara inizia l’ultima tornata di pit stop con Newgarden ed Andretti che sono i primi a rientrare seguiti dopo un giro da Veach.

Al termine del 169° giro Rossi si ferma ai box per il suo ultimo pit stop ripartendo in condizioni di pista libera; nel corso dello stesso passaggio, ma ben 30 secondi dopo, si ferma anche Scott Dixon.

Power prosegue ma davanti a sé trova il doppiato Chilton e al termine del 171° giro finisce sullo sporco di curva 3 rischiando di finire contro il muro; pochi secondi dopo l’australiano si ferma ai box per l’ultimo pit stop, ma quando torna in pista Rossi gli è già passato davanti di circa 6 secondi.

Nelle ultime tornate i problemi principali di Rossi sono Dixon e Bourdais, prossimi al doppiaggio; il ritmo dei due, tuttavia, è sufficientemente veloce da permettere a Rossi di non essere ostacolato in misura eccessiva e di mantenere un vantaggio rassicurante nei confronti dell’australiano.

Dopo 200 giri di gara Alexander Rossi vince per la prima volta la 500 Miglia di Pocono precedendo Will Power di quattro secondi e mezzo. Terzo posto per Dixon, che raccoglie ancora una volta punti pesanti, davanti a Sebastien Bourdais; questi quattro sono gli unici piloti ad aver terminato la gara a pieni giri.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/poconoraceway

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