Indycar | Pocono 500 2019: Power trionfa sul Tricky Triangle

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di Andrea Gardenal
19 Agosto 2019 - 00:38
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Per il 13° anno consecutivo Will Power conquista almeno un successo nella Indycar Series: stavolta il successo è arrivato a Pocono, la pista della Pennsylvania che l’ha visto trionfare per tre volte negli ultimi quattro anni, al termine di una gara accorciata di oltre 70 giri rispetto alla distanza originale di gara a causa delle avverse condizioni meteo.

La gara di Power è stata tutta di rimonta: dopo il terribile incidente al via, che ha visto coinvolti 5 piloti tra i quali Alexander Rossi, uno dei suoi pneumatici ha cominciato a sgonfiarsi a causa di una foratura lenta, obbligandolo così ad una sosta che l’ha costretto a prendere il via della gara dalle retrovie. L’australiano non si è però perso d’animo e sorpasso dopo sorpasso, pit stop dopo pit stop, è rimontato fino ad occupare la seconda posizione alle spalle di Scott Dixon dopo il terzo (ed ultimo) round di pit stop.

Il sorpasso decisivo è arrivato al 114° giro, con Power che ha attaccato di forza il neozelandese all’entrata di curva 1. Nei 12 giri successivi il pilota del Team Penske ha impresso un ritmo impossibile da eguagliare per tutti gli altri, estendendo via via la sua leadership mentre dalle curve 2 e 3 arrivavano dei nuvoloni carichi di pioggia. La neutralizzazione e la successiva interruzione della gara sono arrivate al 127° giro, quando si sono registrati i primi fulmini all’interno di un raggio di 7 miglia dall’autodromo. Dopo mezz’ora di pausa, la Indycar ha deciso di dichiarare conclusa la gara: avendo completato il 50% dei giri previsti, ai piloti verrà attribuito punteggio pieno.

Per Power, come detto, si tratta del primo successo di un campionato che per lui sembrava essere stregato, il 36° in carriera. Al secondo posto si è classificato Scott Dixon, che rosicchia ancora una volta dei punti preziosi nei confronti di Newgarden per quanto concerne la lotta per il campionato. Terzo posto per Simon Pagenaud, il quale sembrava essere ancora una volta l’uomo da battere nei primi 60 giri di gara dopo il trionfo di Indianapolis; la gara del francese ha subito una battuta d’arresto in occasione del secondo pit stop, quando ha perso la leadership a vantaggio di Dixon e Ferrucci. Per il francese si tratta comunque di un buon risultato che gli permette di affrontare le ultime tre gare della stagione con un certo ottimismo in ottica campionato.

Quarto posto per un sorprendente Santino Ferrucci, che per l’ennesima volta è stato grande protagonista su un ovale: dopo aver schivato l’incidente al primo giro, il pilota del team Coyne ha corso una gara tutta d’attacco occupando anche la seconda posizione per parecchi giri; solamente l’ultimo round di soste l’ha privato di un meritatissimo podio. Alle spalle di Ferrucci è giunto Newgarden, in grande difficoltà con la sua monoposto sin dal primo giro di gara; al contrario dei suoi avversari, il leader del campionato ha infatti optato per un assetto più scarico con un “rear wicker” di dimensioni molto più contenute applicato all’ala posteriore. L’azzardo non ha pagato, ma la vittoria di Power (che non sembra potergli contendere il titolo a meno di eventi eccezionali) e il contemporaneo ritiro di Alexander Rossi gli hanno permesso di estendere la sua leadership in classifica generale.

Parlando proprio di Rossi, il californiano è stato la vittima più illustre dell’incidente al via provocato da Takuma Sato a metà del rettilineo che porta verso curva 2: il giapponese, che si trovava tutto all’esterno affiancato da Hunter-Reay e Rossi, ha inspiegabilmente stretto la Andretti #27 verso sinistra, innescando un tamponamento in cui sono rimasti coinvolti 5 piloti; ai tre citati in precedenza vanno aggiunti James Hinchcliffe e Felix Rosenqvist. Tra questi, lo svedese è stato quello che ha subito l’impatto maggiore dopo essere stato catapultato contro le reti esterne di curva 2 dalla macchina di Sato in una dinamica che ha ricordato molto l’incidente di Wickens dell’anno scorso. Fortunatamente le conseguenze per Rosenqvist sono state infinitamente minori e il pilota del team Ganassi è già stato dimesso dall’ospedale di Lehigh Valley.

Rossi ha poi provato a tornare in pista per recuperare qualche posizione nei confronti dei ritirati dopo aver subito 10 giri di penalità perché sulla sua macchina sono stati effettuati dei lavori non consentiti durante la prima bandiera rossa; la sorte ha tuttavia voluto che la sospensione definitiva delle attività sia arrivata proprio nel momento in cui aveva effettuato lo stesso numero di giri di Spencer Pigot, il primo ritirato della gara dopo l’incidente iniziale. A conti fatti, Rossi non è quindi riuscito a recuperare alcuna posizione e si dovrà pertanto accontentare dei 12 punti attribuiti a chi chiude la gara al 18° posto.

Per quanto riguarda gli altri, Ed Carpenter ha tagliato il traguardo in una buona sesta posizione che rappresenta il suo miglior risultato di sempre sull’ovale di Pocono; Bourdais completa l’ottima giornata del team Coyne con una discreta settima posizione, anche se è rimasto in ombra nei confronti del compagno di squadra per tutta la gara. Ottavo posto per Tony Kanaan, al suo miglior risultato da Toronto 2018, davanti a Graham Rahal e Charlie Kimball a completare la top-10. Conor Daly ha chiuso in 11esima posizione davanti a Marcus Ericsson, ultimo tra i piloti a pieni giri. Doppiati Veach, Leist ed Andretti, con quest’ultimo che ha pagato ben 2 giri di ritardo dal vincitore.

Tra i ritirati figurano, oltre ai 5 coinvolti nell’incidente al via, anche Spencer Pigot e Colton Herta. Il pilota del team di Ed Carpenter è finito a muro dopo 39 giri a causa del cedimento dell’ala anteriore, mentre Herta è andato da solo in testacoda in curva 2 dopo 72 giri.

In classifica generale Newgarden continua a mantenere la prima posizione con 535 punti con un vantaggio di 35 punti nei confronti di Rossi, 40 su Pagenaud e 52 su Dixon.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per la notte tra sabato e domenica di questa settimana, quando si disputerà la Gateway 500 da St.Louis.

La cronaca

Si parte con Newgarden e Rossi in prima fila davanti a Pagenaud e Dixon, con la classifica stabilita in base agli entrant points dopo la cancellazione delle qualifiche: già alla prima curva Pagenaud riesce a prendere la prima posizione a Newgarden mentre Power sale con un ottimo avvio dalla quinta alla terza posizione; perde invece terreno Rossi, che non è stato autore di uno spunto brillante alla partenza.

A metà del backstretch arriva il secondo “big one” nel giro di due anni: Hunter-Reay, Rossi e Sato procedono appaiati quando il giapponese scarta improvvisamente verso sinistra colpendo i due piloti del team Andretti. Nella carambola che ne segue vengono coinvolti anche Hinchcliffe, che finisce contro le barriere esterne nel tentativo di evitare le altre monoposto, e soprattutto Felix Rosenqvist, catapultato da Sato contro le reti esterne. Fortunatamente la dinamica è meno cruenta di quella vista un anno fa con Wickens e lo svedese viene estratto senza troppi problemi dalla sua monoposto. Nel corso del quarto giro viene esposta la bandiera rossa per permettere la rimozione sicura delle monoposto e la reinstallazione delle protezioni.

La bandiera gialla che dà il via alle attività torna a sventolare dopo 45 minuti di pausa: la classifica vede Pagenaud al comando davanti a Newgarden, Power, Dixon e Ferrucci. Nei minuti conclusivi della bandiera rossa la Indycar penalizza Rossi, Hinchcliffe e Hunter-Reay con 10 giri di penalità a causa di lavori non approvati durante l’interruzione della gara; entrambe le pit crew hanno infatti violato le regole per provare a rimettere in pista i loro piloti e guadagnare qualche posizione. Una volta terminate le riparazioni, le macchine verranno tenute ferme dai commissari per 10 giri prima di permettere loro il ricongiungimento con la pista.

Al termine del primo giro sotto caution Power rientra in pit lane per la sostituzione degli pneumatici, danneggiati a causa di una foratura; oltre al pilota del Team Penske si fermano ai box anche Kimball, Leist e Andretti.

All’inizio dell’ottavo giro si verifica un primo tentativo di ripartenza, ma Pagenaud accelera troppo presto e il direttore di gara sventola nuovamente la bandiera gialla. Al nono giro la gara può finalmente ricominciare: Pagenaud riparte bene mentre Newgarden si fa sorprendere da Dixon che sale così in seconda posizione; alle loro spalle il gruppo si sgrana regolarmente con Rahal quarto davanti a Ferrucci, Bourdais, Pigot, Ericsson, Herta e Veach nelle prime 10 posizioni.

Nei primi giri Pagenaud e Dixon allungano separati uno dall’altro da circa mezzo secondo mentre Newgarden occupa la terza poszione a quasi 2 secondi dal compagno di squadra. Le monoposto procedono in fila indiana fino al 27° giro, quando si verifica il primo sorpasso della gara al di fuori delle fasi di partenza e ripartenza ad opera di Will Power, il quale guadagna l’11esima posizione scavalcando Carpenter.

Il primo a fermarsi per una sosta regolare è Zach Veach, che rientra al 29° giro per il rifornimento, il cambio gomme e una correzione d’assetto all’ala anteriore; alla ripartenza il pilota del team Andretti si infila proprio tra Pagenaud e Dixon, il che consente al francese di guadagnare circa un secondo nei confronti dell’avversario e a Newgarden di rifarsi sotto alla coppia di testa.

Tra i leader è Ferrucci il primo ad imboccare i box dopo 34 giri; un paio di giri dopo viene imitato da Rahal e Bourdais mentre i primi tre rimangono in pista.

Al 37° giro si fermano Pagenaud e Herta; il pilota del team Harding-Steinbrenner arriva lungo alla sua piazzola e perde qualche secondo, ma fortunatamente non provoca alcun danno ai suoi meccanici. Un giro dopo si ferma Dixon, che al suo rientro in pista viene superato da Ferrucci; al 39° giro è la volta di Newgarden, che però al rientro in pista viene scavalcato da Rahal e Bourdais.

Al 40° giro si ferma anche Power e pochi secondi dopo arriva la seconda caution di giornata a causa di un incidente in curva 1 con protagonista Spencer Pigot: il pilota del team Carpenter è finito contro il muro dopo il cedimento dell’ala anteriore che ha reso inguidabile la macchina. La classifica prodotta dal primo round di pit stop vede Pagenaud ancora al comando, ma alle sue spalle è risalito Will Power che grazie alla caution è risalito fino alla seconda posizione; terzo è Ferrucci davanti a Dixon, Rahal, Bourdais e Newgarden, scivolato dalla terza alla settima posizione; Ericsson, Carpenter e Veach chiudono la top-10.

Si riparte al 47° giro con Power che attacca immediatamente Pagenaud per la prima posizione: i due percorrono affiancati la prima curva, Power all’esterno e Pagenaud all’interno, ma nel backstretch il francese si prende la prima posizione; al giro dopo la scena si ripete, ma questa volta Power si porta all’interno e riesce a conquistare la testa della gara. Alle loro spalle Dixon si è preso la terza posizione superando Ferrucci alla ripartenza.

La battaglia tra i primi due non si arresta qui e al 51° giro Pagenaud riconquista la testa della gara all’ingresso di curva 1. Alle spalle dei primi 4 si è creato un piccolo buco, con Ericsson che segue Ferrucci con un ritardo di circa un secondo e mezzo; lo svedese non è però in grado di tenere il ritmo dei primi e nelle tornate successive il ritardo di Ericsson crescerà fino a superare i 7 secondi. Mentre i primi due si danno battaglia, Hinchcliffe riprende la via della pista per provare a recuperare qualche posizione.

A centro gruppo la situazione si sblocca al 61° giro quando Bourdais e Newgarden scavalcano Ericsson; la stessa manovra viene effettuata nel giro successivo da Herta e Carpenter, quindi lo svedese del team SPM scivola al nono posto.

Al 67° giro Newgarden è il primo a rientrare ai box per la seconda sosta e due giri dopo si ferma anche Ferrucci. Alla fine del 70° giro Pagenaud e Power si trovano davanti il doppiato Hinchcliffe che rallenta il francese e consente all’australiano di prendere la prima posizione all’uscita di curva 3; alle loro spalle Dixon rientra ai box per la sua seconda sosta. Al giro successivo si ferma Pagenaud, che però perde qualche decimo perché deve consentire ad Andretti il rientro nella sua piazzola; l’undercut di Dixon e Ferrucci funziona ed entrambi ripartono davanti al francese del Team Penske.

Al 74° giro arriva la terza caution provocata dall’incidente di Colton Herta, andato in sovrasterzo in percorrenza di curva 2 e finito successivamente contro le barriere interne. Stavolta la caution non sorride a Will Power, costretto a scivolare in coda al lead lap una volta effettuata la sosta.

Dopo le soste la classifica vede Dixon al comando davanti a Ferrucci, Pagenaud, Bourdais, Newgarden e Carpenter; Power è finito al settimo posto ed è seguito da Kimball, Daly e Kanaan. Per quanto riguarda i piloti coinvolti nell’incidente iniziale, Hinchcliffe è rientrato definitivamente nel garage dopo aver percorso una ventina di giri mentre Hunter-Reay e Rossi sono pronti a ritornare in pista.

Si riparte all’83° giro con i primi tre che mantengono le rispettive posizioni mentre Bourdais scivola all’ottavo posto; Power è protagonista di una gran ripartenza e nel corso della prima tornata di bandiera verde risale fino alla quinta posizione mentre Newgarden scivola in sesta. All’87° giro Power recupera un’altra posizione scavalcando Carpenter e guadagnando il quarto posto. In vetta alla gara Dixon e Ferrucci proseguono in coppia mentre alle loro spalle Pagenaud si è leggermente allontanato permettendo il ricongiungimento di Power.

La gara prosegue senza ulteriori scossoni fino al 103° giro quando Newgarden rientra ai box: ancora una volta è il leader del campionato a fermarsi per primo durante il round di pit stop. Un paio di giri dopo si ferma Ferrucci, che lascia così la seconda posizione a Pagenaud; dietro a lui rientra anche Carpenter e alla tornata successiva è la volta della sosta di Dixon.

Al giro 107 si fermano Pagenaud e Bourdais, col pilota del Team Penske che torna in pista davanti a Ferrucci. La sosta di Power arriva solamente al 111° giro, con la Penske #12 che torna in pista dietro a Dixon ma davanti sia a Pagenaud che a Ferrucci. In un solo giro Power si riporta sotto a Dixon e all’inizio del 114° giro lo scavalca prendendosi di forza la prima posizione in curva 1.

A classifica stabilizzata Power è il nuovo leader della gara con 2 secondi di vantaggio su Dixon, 4 su Pagenaud, 5 su Ferrucci e 12 su Newgarden, staccatissimo dai primi. In questa fase di gara la maggiore attenzione è rivolta… al cielo, visto che da curva 2-3 stanno arrivando dei nuvoloni carichi non solo di pioggia, ma anche di possibili fenomeni temporaleschi che obbligherebbero alla sospensione immediata delle attività.

La tanto attesa caution arriva al 127° giro: la causa non è pioggia in pista, ma la presenza di fulmini in un raggio di 7 miglia dall’impianto; in queste condizioni il regolamento prevede la sospensione delle attività in pista che arriva puntualmente al termine del 128° giro. Dopo circa mezz’ora di attesa la Indycar decide che per oggi può bastare e decreta la fine delle attività in pista. Will Power vince quindi per la terza volta in carriera la 500 Miglia di Pocono davanti a Dixon e Pagenaud; quarto posto per Ferrucci davanti a Newgarden, che rafforza la leadership in campionato grazie al ritiro di Rossi.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/Team_Penske

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