Indycar | Long Beach 2019 | Anteprima

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di Andrea Gardenal
10 Aprile 2019 - 19:21
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Il quarto appuntamento stagionale con la Indycar Series vedrà le monoposto più veloci d’America sfrecciare sulle strade della California per l’edizione numero 45 del Gran Premio di Long Beach, un evento che, per glamour e fascino, nel corso degli anni si è guadagnato la nomea di “Montecarlo a Stelle e Strisce”.

Rispetto al passato, c’è un cambiamento importante a livello di marketing: dopo ben 39 anni, il gruppo Toyota ha infatti deciso di rinunciare a sponsorizzare il Gran Premio di Long Beach, interrompendo così una partnership che durava fin da quando la gara californiana era parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Il posto del marchio giapponese è stato preso dalla Honda, che sponsorizzerà la gara attraverso il marchio Acura; quest’ultimo sarà inoltre presente in pista nella gara del campionato IMSA in programma in questo stesso fine settimana.

Complessivamente saranno 23 i piloti che scenderanno in pista a Long Beach per il Gran Premio della Indycar Series: l’unica novità rispetto alla scorsa settimana è l’uscita di scena di Ben Hanley e del team Dragonspeed, che non torneranno in gara fino alla 500 Miglia di Indianapolis.

Il precedente appuntamento dell’Alabama, disputatosi appena 3 giorni fa, ha visto il dominio assoluto di Takuma Sato, che dopo aver conquistato la pole position al sabato ha concesso il bis nella giornata di domenica, senza peraltro che nessuno abbia mai avuto la reale opportunità di impensierirlo. Con questo successo (il quarto in carriera e il terzo nelle ultime due stagioni) il giapponese si è portato al terzo posto nella classifica generale con 91 punti, 34 in meno di Josef Newgarden che al momento comanda la classifica generale.

Per il pilota americano l’appuntamento in Alabama non è stato affatto semplice, complici una qualifica a dir poco negativa e un assetto non perfetto nemmeno in condizioni di gara; ciononostante, il campione del 2017 ha reagito bene e ha portato a termine la gara al quarto posto, un piazzamento che, combinato con i risultati dei suoi avversari, gli ha permesso di allungare da 18 a 27 punti il margine di vantaggio sul suo più diretto inseguitore, che ora è Scott Dixon.

Tra tutti i probabili contendenti al titolo, il pilota del team Ganassi è stato probabilmente quello che ha interpretato al meglio il weekend in Alabama, che per svariati motivi si è rivelato piuttosto indigesto ai tre top team della categoria. Dixon ha condotto una gara non molto appariscente, eccezion fatta per i primi giri quando ha provato di forza un paio di attacchi ai danni di Rahal, ma alla fine ha conquistato per la seconda volta in questa stagione la piazza d’onore. Una buona parte del merito di questo risultato va ascritta anche alla sua pit crew, che nel corso dell’ultimo pit stop gli ha permesso di scavalcare Sebastien Bourdais e guadagnare la seconda posizione, la stessa che occupa anche in campionato.

Al quarto posto nella generale troviamo Alexander Rossi, il cui ritardo da Newgarden è già di 41 punti: in queste prime tre gare, i migliori risultati del pilota californiano sono stati due quinti posti a St.Petersburg e in Alabama, probabilmente non i risultati attesi dal pilota che lo scorso anno ha conteso a Dixon il titolo fino all’ultima gara. Paradossalmente la sua miglior gara è stata quella di Austin, dove ha lottato per tutta la gara con Will Power per la prima posizione finché una caution non l’ha fatto sprofondare a centro gruppo. Da Rossi ci si attende un pronto riscatto in occasione di questo weekend, specialmente in virtù del fatto che lo scorso anno è stato il dominatore di questo evento.

Alle spalle di Rossi in classifica c’è Colton Herta, il vincitore dell’Indycar Classic di Austin tre settimane fa: il pilota del team Harding-Steinbrenner era il più diretto inseguitore di Newgarden dopo la gara texana, ma in Alabama ha chiuso la gara in ultima posizione a causa di un problema meccanico all’impianto di alimentazione del motore che l’ha costretto a rimanere ai box per quasi 50 minuti per riparare la monoposto. Herta si trova ora in quinta posizione con un ritardo di 44 punti dalla testa della classifica generale.

In sesta posizione c’è Sebastien Bourdais, che al Barber Motorsports Park ha conquistato il suo primo podio stagionale: il francese è stato uno dei pochissimi che ha preso il rischio di correre l’ultima gara su due soli pit stop, una scelta che ha pagato anche grazie all’arrivo della neutralizzazione a due terzi di gara. Bourdais torna sulla pista che lo scorso anno l’ha visto uno dei sorpassi più belli degli ultimi tempi, quando si è liberato con una sola frenata di Scott Dixon e di due doppiati; la manovra era stata successivamente penalizzata perché effettuata passando nella corsia di accelerazione all’uscita dei box, ma la bellezza del gesto tecnico non è stata intaccata dalla decisione dei commissari di gara. Con tre successi conquistati tra il 2005 e il 2007, Bourdais è anche il pilota più vincente sulle strade di Long Beach tra quelli in attività.

Dietro a Bourdais in classifica generale ci sono Hinchcliffe, Hunter-Reay e Power, tutti piloti che hanno ottenuto almeno un successo nel Gran Premio di Long Beach. Tutti e tre devono riscattare un GP dell’Alabama non troppo positivo: Hinchcliffe, in particolare, ha chiuso al sesto posto dopo essere stato costantemente tra i più veloci nelle libere, mentre Power ha incontrato un sacco di difficoltà nella messa a punto che l’hanno portato ad effettuare ben 4 pit stop.

La top-10 viene chiusa da Marco Andretti, che anche quest’anno sembra essere ben lontano dai livelli di Rossi e Hunter-Reay, suoi compagni di squadra presso il team del padre. Dietro a Marco ci sono Rosenqvist e Pagenaud: il primo, dopo un avvio spumeggiante a St.Petersburg, sta dimostrando di incontrare qualche (comprensibile) difficoltà di adattamento alla nuova categoria; il francese, d’altra parte, continua a viaggiare su ritmi ben lontani da quelli dei suoi compagni di squadra in Penske.

L’appuntamento di Long Beach chiuderà questa prima frazione di campionato: dopo questa gara ci saranno ben 4 settimane di pausa prima del Gran Premio di Indianapolis, che si disputerà sullo stradale ricavato all’interno dell’Indianapolis Motor Speedway e che aprirà il “Month of May” come accade regolarmente dal 2014.

2019 45th Acura Grand Prix of Long Beach
Round 04/17
12-13-14 Aprile 2018

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Cittadino
Lunghezza del circuito
: 1,968 mi (3,167 km)
Giri da percorrere: 85
Distanza totale: 167,280 mi (269,211 km)
Numero di curve: 13 (8 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Primo Gran Premio: 1975
Sanctioning body: F.5000: 1975; F1: 1976-1983; CART 1984-2003; CCWS 2004-2008; IRL 2009-2010; INDYCAR 2011-2019

RECORD

Miglior giro: 1:06.2254 – Helio Castroneves – Team Penske – 2017
Distanza: 1h33:54.4835 – Simon Pagenaud – Team Penske – 2016 (su 80 giri)
Vittorie pilota: 6 – Al Unser jr.
Vittorie team: 7 – Newman/Haas Racing
Pole pilota: 4 – Mario Andretti, Helio Castroneves
Pole team: 11 – Newman/Haas Racing, Team Penske
Podi pilota: 9 – Al Unser jr.
Podi team: 22 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 12 Aprile
10:00-10:45 (19:00-19:45) Prove Libere 1
14:00-14:45 (23:00-23:45) Prove Libere 2

Sabato 13 Aprile
09:00-09:45 (18:00-18:45) Prove Libere 3
12:10-13:25 (21:10-22:25) Qualifiche

Domenica 14 Aprile
09:00-09:30 (18:00-18:30) Warm Up
13:40 (22:40) Gara – Diretta su DAZN a partire dalle 22:42

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar
Immagine di copertina da https://www.instagram.com/indycar/

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