Indycar | Indycar Classic 2019: Colton Herta vince e riscrive la storia

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di Lorenzo Esposito @https://mobile.twitter.com/lorexpo27
24 Marzo 2019 - 21:44
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C’era tanta attesa per l’Indycar Classic, la prima edizione della serie americana sul circuito di Austin, e lo spettacolo non è mancato.

La gara è stata tutto sommato lineare, seppur ricca di molti sorpassi e duelli, fino a 17 giri dalla fine, quando un contatto fra Hinchcliffe e Rosenqvist ha spedito quest’ultimo contro il guard-rail e ha portato alla prima (e unica) caution della serata. Questa ha tarpato le ali ai due piloti che fino a quel momento erano stati i leader, Will Power e Alexander Rossi, che per via della pit-lane chiusa hanno dovuto effettuare la loro ultima sosta nel bel mezzo della fase di neutralizzazione. Tra i due, ad avere la peggio è stato Power: il poleman non è più riuscito a ripartire dalla piazzola per un problema alla trasmissione, dopo aver dominato l’intera gara fino a quel momento.

Colton Herta, autore fin lì di un’ottima gara, si è dunque ritrovato la strada spianata verso il successo e, dopo aver tenuto facilmente a bada Newgarden alla ripartenza, è andato a conquistare il suo primo successo in Indycar alla sua terza gara in carriera. Secondo ha concluso appunto Newgarden, che rafforza così la sua leadership in classifica. La top 5 è stata completata da Hunter-Reay, miglior pilota Andretti di giornata, Rahal, tra i più combattivi in pista, e Bourdais, il quale ha sfruttato a pieno la caution per portarsi nelle parti alte della classifica.

Dietro al pilota francese hanno concluso Andretti, anche lui beneficiario della caution, Sato e O’Ward; il rookie e vincitore della scorsa Indy Lights ha dato spettacolo per tutta la gara, con gran un sorpasso all’esterno su Rahal e mostrando in generale di poter già stare tra i grandi. Chiudono la top 10 Rossi, in forsennata rimonta nel finale, e Harvey, che regala un’altra soddisfazione al team Meyer Shank.

Pigot e un Kanaan in difficoltà hanno preceduto Dixon; il neozelandese, assente nelle prime fasi, stava venendo fuori come suo solito nella seconda parte di gara ed era pronto a portare a casa punti importanti, ma è stato anche lui penalizzato dalla caution. Degna di nota la gara dei due alfieri del team Schmidt Peterson, condizionata da un’incomprensione ai box con Pigot per Ericsson e dal contatto con Rosenqvist per Hinchcliffe; da segnalare infine la difficile gara del secondo pilota del team Ganassi, in crisi costante con le gomme e autore di un testacoda verso metà gara.

Prossima tappa al Barber Motorsports Park, tra due settimane, per il Gran Premio dell’Alabama

Segue l’ordine di arrivo e la cronaca giro per giro (a cura di Andrea Gardenal).

La cronaca

Al via Power mantiene tranquillamente la prima posizione davanti a Rossi mentre Dixon riesce a guadagnare la quinta posizione passando all’esterno di curva. Nella sezione delle S in discesa Veach si tocca con Rahal e finisce in testacoda nella via di fuga; nel contatto con Rahal, Veach piega una sospensione ed è quindi costretto a rientrare lentamente ai box per le riparazioni del caso.

Sul traguardo del primo giro Power passa per primo davanti a Rossi, Herta, Hunter-Reay, Dixon e O’Ward, che nonostante fosse partito con le gomme dure ha guadagnato subito due posizioni risalendo fino al sesto posto. Già durante il secondo giro Rossi ricuce il gap da Power e all’inizio del terzo prova immediatamente un attacco alla prima curva: l’australiano si difende all’interno, Rossi prova l’incrocio ma è costretto a rinunciare. Dopo il primo attacco, Rossi abbassa il ritmo e si mette a seguire da vicino Power tallonato da Colton Herta; Hunter-Reay è un po’ più staccato davanti a Dixon e O’Ward.

Dopo soli 6 giri di gara, Ericsson è il primo pilota a rientrare ai box per il rifornimento e, per l’occasione, passa dalle gomme morbide alle dure; nel giro successivo anche Hinchcliffe si ferma ai box per la prima sosta di giornata seguito a ruota da Pigot e Pagenaud.

Tra i piloti di testa il primo a fermarsi è Josef Newgarden, che effettua il suo primo rifornimento dopo 9 giri. Nelle prime posizioni, nel frattempo, Power ha incrementato il suo vantaggio su Rossi portandolo a quasi 2 secondi; Herta segue in terza posizione a 4 secondi mentre Hunter-Reay e Dixon sono rispettivamente a 7 e 9 secondi.

Al termine del 10° giro la pit lane si affolla coi pit stop di O’Ward, Rosenqvist e Ferrucci; lo svedese approfitta della sosta veloce dei suoi meccanici per scavalcare il messicano; davanti ai tre, tuttavia, si inseriscono Newgarden e soprattutto Ericsson, che ha approfittato della sosta anticipata per guadagnare parecchie posizioni. Passa un altro giro e anche Hunter-Reay si ferma ai box: il pilota del team Andretti riparte alle spalle di Newgarden, che riesce così a guadagnare un’ulteriore posto in classifica.

Al termine del 12° giro si ferma ai box anche Herta, che torna in pista con un paio di secondi di vantaggio su Newgarden. Nelle prime posizioni è importante segnalare il sorpasso di Rahal su Dixon, con quest’ultimo che, a parità di gomme, ha perso svariati secondi negli ultimi giri di gara subendo il rientro del pilota americano al termine del rettilineo più lungo del circuito.

Dopo 13 giri si fermano anche Power, Rossi e Dixon: Power mantiene tranquillamente la prima posizione, mentre Herta riesce a sfilare Rossi di trazione all’uscita della prima curva approfittando delle gomme già calde. Nel giro successivo anche Rahal rientra per il suo rifornimento, completando così il primo giro di pit stop per i piloti di testa.

Ad un quarto di gara, Power è al comando con 2 secondi di vantaggio su Herta, 3 su Rossi, 6 su Newgarden, 7 su Hunter-Reay e 10 su Rosenqvist, che nei giri precedenti era riuscito a scavalcare il connazionale Ericsson. Dopo un primo stint difficile, Dixon è solo 13°.

Subito dopo il rientro in pista, Rahal ha dovuto subire gli attacchi di Ferrucci e soprattutto di O’Ward: il duello col rookie messicano è durato per quasi un giro e alla fine O’Ward ha avuto la meglio con un deciso attacco all’interno di curva 19. Nel giro successivo O’Ward si libera anche di Ferrucci guadagnando la nona posizione.

Le soste anticipate hanno permesso a svariati piloti di risalire la classifica, ma sul lungo periodo iniziano a manifestarsi i primi problemi con gli pneumatici: Newgarden perde un paio di secondi su Power, dopodiché il suo distacco si stabilizza attorno ai 7 secondi. In cima alla classifica, nel frattempo, la lotta resa serrata con i primi tre racchiusi in meno di un secondo e mezzo.

Al 19° giro si riaccende il duello tra i due svedesi, con Ericsson che restituisce il favore a Rosenqvist superandolo al termine del rettilineo che porta a curva 12. I problemi per il pilota di Ganassi proseguono, tanto che nei due giri successivi viene scavalcato prima da Hinchcliffe e poi da O’Ward.

Al 22° giro Herta arriva lungo alla prima curva, blocca la ruota anteriore sinistra e permette a Rossi di avvicinarsi: il californiano rimane in scia per tutta la serie di S, esce meglio da curva 11 e nel successivo lungo rettilineo affianca e supera il rookie del team Harding-Steinbrenner. Rosenqvist, nel frattempo, continua a perdere terreno e, dopo aver perso la nona posizione a vantaggio di Ferrucci, rientra ai box per la sua seconda sosta.

Dopo Rosenqvist si fermano anche Ericsson ed Hinchcliffe, due tra i piloti che più di tutti hanno anticipato la prima sosta. In vetta alla gara Herta perde terreno e scivola a cinque secondi da Power, mentre Rossi mantiene il contatto e resta a circa un secondo dal pilota australiano.

Al 25° giro Rahal scavalca Ferrucci, le cui gomme iniziano a mostrare i primi segni di cedimento dopo la sosta anticipata; al termine di quello stesso giro si ferma anche O’Ward, che nonostante una sosta non troppo veloce riesce a non perdere eccessivamente terreno e a ripartire alle spalle di Hinchcliffe, occupando quindi la stessa posizione che aveva prima della sosta.

Dopo 26 giri si fermano Newgarden e Hunter-Reay: la sosta del pilota del team Andretti è particolarmente lunga a causa di un problema nel fissaggio della posteriore sinistra e, al rientro in pista, Hunter-Reay si trova alle spalle di Ericsson. Un giro dopo si fermano Herta e Dixon: il neozelandese riesce a recuperare qualche posizione e torna in pista immediatamente davanti a Rahal; Dixon tiene dietro il rivale nella zona delle S, ma al termine del rettilineo che porta a curva 12 deve alzare bandiera bianca e Rahal gli soffia la decima posizione.

Dopo 28 giri si fermano anche Power e Rossi: la sosta del team Penske è velocissima e consente a Power di guadagnare circa un paio di secondi nei confronti del californiano del team Andretti; alle loro spalle, nel frattempo, O’Ward guadagna la settima posizione grazie ad una manovra decisa nei confronti di Hinchcliffe all’interno di curva 15.

A metà gara Power conserva la prima posizione con un paio di secondi di vantaggio su Rossi e 3 su Herta, che con la sosta anticipata ha ricucito il gap che lo separava dai primi due; Newgarden è quarto, ma staccato di ben 10 secondi dalla prima posizione; Ericsson chiude la top-5 a 14 secondi da Power ed è tallonato da vicino da Hunter-Reay.

Ericsson e Hunter-Reay entrano in lotta diretta al 32° giro, quando l’americano prova l’attacco sul rettilineo che porta a curva 12; Ericsson si difende bene e Hunter-Reay è costretto ad attendere ancora qualche curva. La differente condizione delle gomme dei due, tuttavia, si fa sentire e all’inizio del 33° giro Hunter-Reay si libera del rivale guadagnando la quinta posizione.

Durante il 33° giro si rivoluziona la classifica a centro gruppo: Rosenqvist va in testacoda e scivola dall’ottava all’undicesima posizione mentre Dixon compie il percorso inverso; in mezzo a loro anche Rahal ed Hinchcliffe si scambiano le posizioni ed ora sono rispettivamente nono e decimo. Il neozelandese sembra finalmente aver trovato la quadra con l’assetto della sua monoposto e al 34° giro registra il suo record personale guadagnando quasi due secondi su Ericsson ed O’Ward.

La progressione di Dixon prosegue e al 36° giro scavalca O’Ward nella staccata di curva 11, il tornantino che immette nel rettilineo più lungo della pista; anche Ericsson è una preda facile per il neozelandese, che al giro successivo guadagna la sesta posizione nello stesso punto della pista.

Ancora una volta la sosta anticipata porta grandi svantaggi nella fase dello stint e questa volta a soffrirne maggiormente sono Ericsson ed O’Ward, che vengono superati nell’arco di un paio di giri da Graham Rahal. Dixon, dal canto suo, continua ad essere il pilota più veloce in pista e va a caccia della quinta posizione occupata da Hunter-Reay: dopo 39 giri di gara, a 21 dal termine, il distacco tra i due è sotto ai 3 secondi.

Nelle prime tre posizioni si ripete il copione dei giri iniziali: Power e Rossi continuano in tandem mentre Herta perde progressivamente terreno scivolando a 7 secondi dall’australiano a 20 giri dalla conclusione. Nei passaggi successivi il rookie continua a perdere terreno, tanto che deve iniziare a temere anche il ritorno di Newgarden.

Dopo 41 giri si fermano O’Ward e Rosenqvist, con lo svedese che riparte davanti al messicano: per arrivare in fondo alla gara entrambi saranno costretti a risparmiare carburante in modo deciso; un giro dopo si ferma Ericsson, che era stato superato da Rahal nel corso dello stesso passaggio. Al momento di ripartire Ericsson si tocca con Pigot in corsia box, fortunatamente senza rovinare l’alettone. Passa un altro giro e rientrano ai box anche Herta, Newgarden e Hunter-Reay che escono in questo stesso ordine dai box; tra i primi rimangono in pista solamente Power, Rossi e Dixon.

Al 44° giro si decide la gara: proprio mentre i primi 3 si stavano apprestando a rientrare esce la caution. Al termine di un duello durato parecchie curve, sia Rosenqvist che Hinchcliffe vanno nella via di fuga di curva 19; il canadese tocca il rivale che finisce in testacoda e danneggia la monoposto contro il guardrail interno. Esce la pace car e Power, Rossi e Dixon devono aspettare che il gruppo si ricompatti prima di fermarsi.

La pit lane viene aperta al 46° giro, i primi tre rientrano ai box ma, per aggiungere il danno alla beffa, la macchina di Power rimane bloccata nella sua piazzola a causa di un problema di trasmissione: dopo numerosi tentativi, il team della #12 si arrende e Power esce dalla sua macchina.

Si riparte dopo 50 giri, 10 ancora da compiere, con Herta al comando davanti a Newgarden, Hunter-Reay, Rahal, Ericsson ed O’Ward; Rossi e Dixon occupano rispettivamente la 14esima e 15esima posizione. Herta parte alla grande e mantiene senza problemi la prima posizione mentre Hunter-Reay deve difendersi dall’attacco di Rahal.

Nel lungo rettilineo che porta a curva 12 le staccate “disperate” si sprecano e Bourdais guadagna immediatamente la quinta posizione ai danni di O’Ward; all’uscita di curva 16 Pagenaud e Rossi entrano in contatto, il francese ha la peggio ed è costretto a rientrare ai box; all’inizio del giro successivo il doppiato Veach tocca Dixon, piega la propria ala e fora la gomma anteriore destra; il neozelandese riesce invece a proseguire senza problemi.

In testa alla classifica Herta allunga in modo deciso e in breve tempo porta ad oltre 3 i secondi di vantaggio sul campione 2017. A 8 giri dalla fine Rossi riesce ad attaccare Dixon e a riprendersi la 13esima posizione che aveva person in occasione della ripartenza. Mentre Herta continua ad incrementare il suo vantaggio (3 secondi e mezzo a 5 giri dalla fine), Rossi prosegue nella sua rimonta fino ad arrivare all’interno della top-10.

Gli ultimi giri non vedono grandi cambiamenti nelle prime posizioni: Herta è decisamente più veloce di Newgarden e, al termine del 60° giro, taglia il traguardo con poco meno di 3 secondi di vantaggio sul pilota del Team Penske; Hunter-Reay chiude il podio con un ritardo di mezzo secondo da Newgarden mentre Rahal e Bourdais chiudono in quarta e quinta posizione. Dietro a loro, Andretti e Sato scavalcano O’Ward (in crisi di gomme e di carburante) proprio nel corso dell’ultimo giro strappandogli la sesta e la settima posizione, mentre Rossi recupera la nona ai danni di Harvey. Dixon taglia il traguardo solamente 13°, Pagenaud è 19° mentre Power viene classificato all’ultimo posto, alle spalle anche di Rosenqvist che, grazie alle riparazioni dei suoi meccanici, era riuscito a riprendere la via della pista.

Le classifiche

 

Immagine di copertina da https://twitter.com/FollowHSRacing

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