Indycar | Indy 500: Pole perentoria per Ed Carpenter

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
21 Maggio 2018 - 16:20
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La seconda e decisiva sessione di qualifiche per la definizione della griglia di partenza della 500 Miglia di Indianapolis di domenica prossima ha visto una prestazione maiuscola di Ed Carpenter, che si preso la pole position ad una velocità media irraggiungibile per tutti gli altri. L’unico pilota-team owner presente sullo schieramento ha completato le sue quattro tornate cronometrate in 2:36.7818 alla media di 229.618 miglia orarie ed è stato l’unico in grado di completare un giro di qualifica (il primo) a più di 230 miglia di media oraria. Per Carpenter si tratta della terza pole position in carriera all’Indianapolis Motor Speedway dopo quelle conquistate nel 2013 e nel 2014; curiosamente il pilota americano ha ottenuto la prima posizione in qualifica ad Indy con tutte e tre le versioni della DW12, ovvero quella “originale”, quella dotata dell’aerokit Chevy e quella equipaggiata con il nuovo pacchetto aerodinamico unico introdotto quest’anno.

Tutti gli altri hanno potuto solamente sognare di avvicinarsi al tempo di Carpenter: in seconda posizione troviamo Simon Pagenaud, primo tra i piloti di Penske, ma il suo tempo nell’arco dei quattro giri lanciati è stato più lento di quello di Carpenter di quasi 6 decimi; alla fine il francese si è qualificato alla media di 228.761 miglia orarie. Alle spalle del campione Indycar 2016, per contro, il gruppo è molto compatto: tra la seconda e la settima posizione c’è un divario inferiore rispetto a quello che c’è tra la prima e la seconda, a riprova dell’eccezionalità della prestazione del poleman.

Al fianco di Carpenter e Pagenaud ci sarà Will Power, giunto alla sua quarta prima fila in carriera ad Indy senza però aver mai ottenuto una pole position: l’australiano ha migliorato la prestazione del sabato completando il suo tentativo di qualifica alla media di 228.607 mph. Quarto posto per Josef Newgarden, in rimonta rispetto alla settima posizione del sabato: il campione in carica della Serie ha girato alla media di 228.405 mph, mancando la prima fila per un decimo e mezzo.

Il dominio Chevy nelle prime posizioni della classifica viene interrotto da Sebastien Bourdais, autore di un meraviglioso quinto posto con un motore Honda che sembra pagare un handicap abbastanza importante nei confronti dei rivali. Per Bourdais, che ha girato a 228.142 mph di media a quasi due decimi da Newgarden, il quinto posto di ieri rappresenta il miglior piazzamento in griglia ad Indy di tutta la carriera. All’esterno della seconda fila ci sarà la seconda monoposto del team Carpenter, quella di Spencer Pigot, giunto finalmente ad un risultato degno di nota nelle qualifiche di Indianapolis dopo due ventinovesimi posti nelle ultime due edizioni. Domenica prossima il campione Indy Lights 2015 sarà chiamato a spezzare la sequenza di piazzamenti a metà classifica che dura oramai da inizio anno.

Settima posizione per l’ultima macchina del team Carpenter, quella guidata dalla rientrante Danica Patrick che tra 6 giorni disputerà quella che, perlomeno sulla carta, sarà la sua ultima gara in carriera. Danica, che quest’anno è tornata a guidare una monoposto a ruote scoperte sullo Speedway per la prima volta dopo 7 anni, ha girato a 228.090 miglia orarie di media, solamente 12 millesimi di secondo più lenta di Spencer Pigot. Ottavo tempo per Helio Castroneves, che non è riuscito ad avvicinarsi alla prestazione che sabato gli era valsa il miglior tempo, mentre Scott Dixon chiude il gruppo dei piloti ammessi alla Fast Nine.

Anche nella prima fase delle qualifiche, quella che ha definito la griglia dalla quarta fila in giù, ci sono stati parecchi spunti interessanti: il primo di questi riguarda il team Foyt, che con le sue due macchine “principali” aprirà la quarta fila: Tony Kanaan è stato il più veloce nel suo gruppo di qualifica avendo completato i quattro giri lanciati alla media di 227.664 mph, prestazione superiore anche a quella di Dixon, mentre Matheus Leist ha ottenuto il secondo tempo con un ritardo di 64 millesimi dal compagno di squadra; la quarta fila è chiusa da Marco Andretti, il migliore in pista tra i piloti della squadra gestita da suo padre Michael.

Quinta fila per Zachary Claman DeMelo, che ad Indy non ci sarebbe nemmeno dovuto essere e che invece è stato protagonista di una qualifica maiuscola: DeMelo ha girato alla media di 226.999 mph, pagando 8 decimi di ritardo nei confronti del ben più esperto compagno di squadra; ancor più importante da segnalare è il progresso compiuto rispetto alla giornata di sabato, quando si era qualificato in 26ª posizione. 14° posto per Ryan Hunter-Reay, che ha così confermato la posizione ottenuta nella prima giornata di prove; al suo fianco, all’esterno della quinta fila, ci sarà Charlie Kimball che ha portato in una posizione più che dignitosa l’esordiente team Carlin.

Apre la sesta fila Takuma Sato, che al momento sembra essere l’unico pilota del team Rahal-Letterman in grado di limitare i danni dopo due orribili giornate di qualifica; come Claman DeMelo, anche il pilota nipponico ha recuperato 13 posizioni rispetto alla prima giornata di prove. Ottimo 17° tempo per il rookie Kyle Kaiser, che già al sabato si era comportato molto bene, mentre al 18° posto troviamo Robert Wickens: la prestazione del pilota canadese evidenzia ancora una volta i problemi incontrati ad Indy dal team di Schmidt dopo un inizio di stagione che ha visto la squadra dell’ex pilota IRL tra i protagonisti principali della Serie.

In settima fila troviamo James Davison, che guida la terza monoposto del team Foyt schierata in collaborazione con Byrd, Hollinger e Belardi; il pilota australiano, che ha chiuso il primo giorno di prove “on the bubble”, è stato quello che ha guadagnato più posizioni tra il sabato e la domenica, ben 14. Al fianco di Davison ci saranno Chilton, con la seconda Carlin, e Muñoz. All’interno dell’ottava fila ci sarà Gabby Chaves, che tra sei giorni sarà chiamato a migliorare il nono posto con cui ha portato all’esordio il team Harding lo scorso anno; al suo fianco ci saranno Stefan Wilson e Sage Karam, separati tra loro da meno di tre centesimi di secondo.

Nona fila per Zach Veach, Oriol Servia e JR Hildebrand: il pilota spagnolo ha risollevato le proprie sorti dopo un sabato infernale, in cui ha rischiato di non qualificarsi, ma la sua monoposto non sembra garantirgli un livello di competitività adeguato per lottare per le prime posizioni; Hildebrand invece chiude il gruppo dei piloti motorizzati Chevy con la seconda macchina del team Dreyer&Reinbold.

Da qui in poi ci sono solo monoposto col motore Honda: Jay Howard ha chiuso col 28° tempo, ultimo tra i piloti di Schmidt, mentre Ed Jones si è qualificato al 29° posto; il pilota di Dubai ha perso circa mezzo secondo durante il suo terzo giro quando è stato costretto ad alzare il piede all’uscita di curva 1 per evitare di toccare il muro esterno; per lui, che l’anno scorso si è classificato in terza posizione, si preannuncia una Indy 500 molto complicata; 30° tempo per Graham Rahal, in enorme difficoltà in entrambi i giorni di qualifica.

E siamo così giunti all’ultima fila della griglia di partenza: nella corsia interna si schiererà Jack Harvey con la #60 del team di Michael Shank; al suo fianco, al centro della fila, ci sarà il vincitore della Indy 500 di due anni fa, Alexander Rossi, che rispetto al sabato ha perso ben 22 posizioni. Il californiano è stato vittima di una foratura lenta che ha iniziato a mostrare i suoi effetti nel corso del secondo giro veloce; la situazione è peggiorata ulteriormente negli ultimi due passaggi, quando ha girato sopra al muro dei 40 secondi. Nell’ultima casella dello schieramento ci sarà il suo amico Conor Daly, con cui ha condiviso l’esperienza al programma televisivo “The Amazing Race” nel corso dell’inverno; Daly, rientrato in extremis nello schieramento di partenza nella giornata di sabato, ha lamentato alcuni problemi nell’erogazione della potenza del motore durante il tentativo di qualifica di ieri ed è stato l’unico pilota a non essere sceso sotto ai 40 secondi in nessuno dei 4 giri cronometrati.

Questo è tutto per quanto riguarda le qualifiche: oggi ci saranno ulteriori tre ore e mezza di prove in assetto da gara a partire dalle 18:30, dopodiché i motori rimarranno spenti fino al Carburation Day di venerdì.

La griglia di partenza della 500 Miglia di Indianapolis del 2018:

Immagine di copertina da https://twitter.com/ECRIndy

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