Indycar | Indy 500 2019: Pagenaud trionfa per la prima volta alla 500 Miglia di Indianapolis

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Tempo di lettura: 18 minuti
di Lorenzo Esposito @https://mobile.twitter.com/lorexpo27
26 Maggio 2019 - 23:24
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La stagione 2019 sembrava destinata ad essere avara di risultati per Simon Pagenaud: Indianapolis ha però segnato una svolta per il campione 2016, che dopo la vittoria nello scorso GP disputato sul tracciato stradale conquista anche quello più importante: la 500 Miglia. Partito dalla pole, il francese si è mantenuto costantemente nelle posizioni di vertice, rispondendo colpo su colpo con relativa facilità agli attacchi portati negli ultimi giri da un tenace Alexander Rossi anche grazie alla leggera superiorità del suo motore Chevrolet in termini di prestazioni; Honda, d’altro canto, ha dimostrato di essere più parco nei consumi.

L’unico punto debole della gara di Pagenaud è stato rappresentato proprio dai consumi del suo motore, decisamente elevati anche perché si è ritrovato a condurre la gara per lunghi tratti. In occasione di tutti i pit stop il francese è sempre stato il primo a fermarsi, e a lungo c’è stata la sensazione che difficilmente sarebbe arrivato in fondo con sole cinque soste senza qualche caution nel finale. Le neutralizzazioni, puntualmente, sono arrivate, permettendo a Pagenaud di spremere al 100% il suo motore nelle fasi finali di gara.

Per Pagenaud è stata una vittoria liberatoria, che suggella definitivamente la sua rinascita dopo un paio di stagioni buie caratterizzate da pochi sporadici buoni risultati e da tante prestazioni di basso livello. Se prima delle due gare di Indianapolis il suo sedile presso il Team Penske poteva sembrare in bilico, queste due vittorie ad Indianapolis gli permetteranno molto probabilmente di mantenere il sedile della monoposto #22 per qualche altra stagione.

A proposito del Team Penske, quello di oggi è stato il 18° successo alla Indy 500 per la squadra del Capitano, giunto ad esattamente 50 anni di distanza dalla sua prima partecipazione a questo evento.

Rossi ha vissuto una gara più movimentata, condizionata soprattutto da problemi al rifornimento durante le soste ai box che lo hanno portato a rimontare in più di un’occasione; negli ultimi giri sembrava avere il ritmo per potersi aggiudicare la sua seconda vittoria ad Indianapolis, ma alla fine ha dovuto desistere e la sua gara si è conclusa a pochi passi dalla vittoria. La fortuna è comunque stata dalla sua parte: a tre quarti di gara la sua gara sembrava compromessa a causa di una sosta molto lunga a causa di un problema al bocchettone del rifornimento, ma la buona sorte ha voluto che proprio in questo frangente sia uscita una neutralizzazione provocata da Marcus Ericsson che gli ha consentito di limitare i danni e rimanere in lotta per la vittoria.

Al terzo posto si è classificato Takuma Sato, protagonista di una gara tutta di rimonta: anche lui è stato rallentato in occasione della prima tornata di pit stop (durante la quale è dovuto rientrare ai box per due volte), ma i successivi eventi hanno permesso al giapponese di recuperare il giro perso e tornare in lotta per la vittoria. Decisivo in questo senso è stato il “big one” innescato da Graham Rahal e Sebastien Bourdais, in cui sono stati coinvolti anche Rosenqvist, Kimball e Veach: l’incidente multiplo ha provocato una lunga interruzione della gara e un periodo di pace car durato parecchi giri.

Josef Newgarden si è dovuto “accontentare” del quarto posto al termine di una gara non semplice, durante la quale è stato costretto a modificare pesantemente l’incidenza dell’ala anteriore in più di un’occasione. Il risultato permette al pilota americano di mettere in cascina punti importanti, ma al tempo stesso gli fa perdere la leadership del campionato.

A chiudere la top 5 c’è Will Power, che può ritenersi abbastanza soddisfatto dopo essere sprofondato a centro gruppo per un suo errore durante il secondo pit stop. Fra i delusi di giornata vi è sicuramente Ed Carpenter, sesto, dopo una qualifica che faceva sperare ben altro risultato per lui e il suo team; Santino Ferrucci, migliore dei rookies, è scampato miracolosamente alla collisione multipla provocata da Rahal e Bourdais riuscendo a portare a casa un ottimo settimo posto; chiudono la top-10 Ryan Hunter-Reay, un buon Tony Kanaan e Conor Daly, a tratti nelle parti alte della classifica. Gara difficile anche per Scott Dixon ed Helio Castroneves, quest’ultimo penalizzato per aver tamponato James Davison (12°) in pitlane; giornata no anche per Marco Andretti, con evidenti problemi alla sua vettura. Molto buona è stata invece la gara di Pippa Mann, che ha chiuso l’esperienza di quest’anno ad Indy in maniera onesta con la sedicesima posizione.

Oltre a Bourdais, Rahal, Rosenqvist e Veach, coinvolti nell’incidente descritto in precedenza, si sono ritirati anche Colton Herta e Kyle Kaiser: il primo si è arrestato dopo pochi giri a causa di un problema elettronico al cambio, mentre il secondo è andato a muro in curva 4 dopo un terzo di gara.

Come anticipato in precedenza, i risultati della 500 Miglia di Indianapolis hanno rivoluzionato la classifica generale: al comando si è portato Simon Pagenaud, con un bottino di 250 punti, solamente uno in più rispetto a Newgarden; Rossi conferma la sua terza posizione con 228 punti mentre Sato e Dixon sono appaiati a quota 203; sesto è Will Power con 184 punti davanti a Hunter-Reay, Hinchcliffe, Pigot e Ferrucci.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il weekend dell’1/2 giugno, quando si disputerà l’unico double header della stagione sul circuito cittadino di Detroit

Seguono la cronaca e le classifiche a cura di Andrea Gardenal

La cronaca

La 500 Miglia di Indianapolis 2019 inizia sotto un cielo nuvoloso e con l’incognita della pioggia, minacciata più o meno da tutti i principali servizi meteo nei giorni precedenti alla gara.

Alla bandiera verde Pagenaud mantiene la prima posizione davanti a Carpenter, mentre Power guadagna ben tre posizioni salendo al terzo posto. Già nei primi giri si intuisce che la Indy 500 2019 sarà molto più movimentata dell’edizione precedente grazie alla presenza di molti duelli a centro gruppo.

Al quarto giro la lotta si accende anche nelle posizioni di testa con Power, Newgarden e Pigot che lottano aspramente per la terza posizione in pista. Nel corso dello stesso giro assistiamo al primo ritiro della gara, con Colton Herta che rallenta in preda a problemi di elettronica sulla sua monoposto. Il pilota americano non riesce nemmeno a rientrare ai box, parcheggia all’uscita di curva 4 e all’inizio del sesto giro arriva la prima caution.

Durante la neutralizzazione rientrano ai box solamente Andretti, Karam e Rosenqvist. Andretti, in particolare, lamentava dei problemi nella parte destra dell’ala anteriore. Sotto caution la classifica vede Pagenaud  in testa davanti a Carpenter, Power, Pigot, Newgarden e Jones; Bourdais è settimo davanti a Rossi, Daly e Castroneves.

Si riparte al 10° giro con Power che passa immediatamente Carpenter all’esterno di curva 1 mettendosi in scia al compagno di squadra. I giri successivi alla ripartenza vedono uno spettacolo molto più “tranquillo” rispetto alle tornate iniziali, tanto che gli unici sorpassi di rilievo nelle prime posizioni sono stati quelli effettuati da Rossi e Bourdais per la sesta e settima posizione ai danni di Jones.

Gli ultimi giri del primo stint di gara vedono Rossi avvicinarsi a Newgarden, senza però avere la possibilità di provare un attacco nei confronti del connazionale. In testa alla gara, per contro, Pagenaud mantiene la prima posizione con un vantaggio di poco inferiore al secondo nei confronti di Power.

Al 32° giro Pagenaud è il primo a rientrare ai box per il rifornimento, se si escludono i 3 piloti che hanno rabboccato etanolo durante la caution. Due giri dopo si ferma Newgarden, che approfitta della sosta per effettuare delle regolazioni all’ala anteriore al fine di correggere il sottosterzo. Passa un altro giro e tocca a Power fermarsi; anche lui corregge l’incidenza dell’ala anteriore, anche se in misura minore rispetto al compagno di squadra.

Alla fine del 36° giro si fermano Carpenter, Pigot, Rossi e la maggior parte degli altri piloti rimasti in pista; solo Sato, Dixon e King posticipano di un ulteriore giro la sosta. Nel corso di questo round di rifornimenti Davison finisce in testacoda in pit lane dopo essere stato tamponato da Castroneves; l’australiano, a sua volta, aveva mancato la propria piazzola e quindi aveva probabilmente tratto in inganno il pilota brasiliano.

La classifica al termine del primo round di soste vede Pagenaud ancora in testa con 3 secondi di vantaggio su Power e Carpenter; Newgarden è quarto davanti a Bourdais, che nelle fasi dei pit stop ha scavalcato Rossi, mentre Pigot ha perso svariate posizioni scivolando all’ottavo posto.

Nel frattempo continuano i problemi: Sato è costretto ad una sosta supplementare perdendo un giro, mentre Castroneves viene richiamato in pit lane per scontare un drive through comminatogli per aver provocato l’incidente ai box con Davison.

Dopo 50 giri Pagenaud è sempre al comando davanti a Power e Carpenter, staccati di un paio di secondi; Newgarden segue a sei secondi tallonato da Rossi, che ha guadagnato la quinta posizione ai danni di Bourdais. Dei 32 piloti rimasti in pista dopo il ritiro di Herta, 6 sono già stati doppiati.

Al 56° giro si verifica un momento di tensione quando Ben Hanley tocca il muro di curva 1 danneggiando il semiasse della sua monoposto: il pilota inglese prosegue per tutto il giro, salvo rallentare proprio in corrispondenza dell’ultima curva. Hanley è poi riuscito a riportare la sua monoposto ai box, ma per far questo ha dovuto pericolosamente attraversare la pista col rischio di tagliare la strada ai suoi colleghi che sopraggiungevano a 220 miglia orarie. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio senza incidenti, eccezion fatta per il pilota inglese che è stato costretto al ritiro.

Al 62° giro c’è un avvicendamento nelle posizioni di testa, con Carpenter che riesce a tornare davanti a Power guadagnando il secondo posto alle spalle di Pagenaud; avendo perso la giusta inerzia della corsa, l’australiano viene raggiunto anche dal tandem composto da Newgarden e Rossi. La lotta tra i primi avvantaggia Pagenaud, che porta il suo vantaggio su Carpenter oltre i tre secondi.

Alla fine del 64° giro il francese si ferma ai box per la sua seconda sosta; dopo un giro si ferma anche Pigot, rimasto all’ottavo posto dopo aver perso alcune posizioni in occasione del primo round di soste. Passa un’ulteriore tornata e si ferma anche Newgarden, che ancora una volta ne approfitta per aumentare il carico aerodinamico all’anteriore. Al 67° giro si ferma Carpenter, che lascia così il comando della gara a Will Power; l’australiano rientra a sua volta ai box un giro dopo assieme a Bourdais, ma fermandosi nella sua piazzola arriva lungo e perde alcuni secondi. Al termine del 69° giro rifornisce Rossi, che completa così il giro di soste per i piloti di testa.

Al 70° giro rientra ai box King, che però rientrando ai box investe uno dei suoi meccanici provocandogli delle ferite agli arti inferiori. Scott Dixon è l’ultimo pilota a rientrare per la sua seconda sosta, effettuata al termine del 72° giro.

A situazione stabilizzata, Pagenaud è sempre al comando della 500 Miglia di Indianapolis davanti a Carpenter e Newgarden.

Al 74° giro arriva la seconda caution e questa volta a provocarla è un incidente: a finire a muro è Kyle Kaiser, finito in testacoda all’uscita di curva 3; nel tentativo di controllare la monoposto, il californiano si è prodotto in un secondo testacoda che l’ha portato a finire contro le barriere in curva 4. Alle sue spalle, Power è riuscito ad evitarlo di un soffio.

Dato che la caution è arrivata proprio al termine del secondo round di pit stop, quasi nessuno ne approfitta per tornare ai box e riempire il serbatoio. La classifica vede così Pagenaud davanti a Carpenter, Newgarden, Rossi, Bourdais e Power, scivolato al sesto posto dopo il suo errore al pit stop. Segue Pigot davanti a Dixon, risalito in modo tutt’altro che appariscente fino all’ottavo posto; Ericsson e Daly completano la top-10.

Proprio durante la neutralizzazione arriva la notizia della penalizzazione di Will Power per il precedente episodio ai box: l’australiano riprenderà la gara dalla coda dello schieramento, ultimo tra i piloti a pieni giri al 22° posto.

Si riparte all’inizio dell’80° giro con 300 miglia ancora da percorrere. Pagenaud mantiene tranquillamente la prima posizione approfittando anche della presenza di alcuni doppiati. Dietro i piloti si aprono a ventaglio, ma tutti i cambiamenti principali riguardano le posizioni di rincalzo.

Questa volta Pagenaud non riesce ad allungare, anche perché è stato avvertito dal suo stratega ai box della necessità di risparmiare un po’ di etanolo per chiudere la gara con altri tre pit stop. Alle spalle dei primi due Newgarden perde un po’ di terreno e si ritrova nuovamente tallonato da Alexander Rossi.

Alla fine del 99° giro, uno prima di metà gara, Pagenaud rientra a rifornire per la terza volta. Per vedere gli altri piloti di testa imboccare la pit lane è necessario aspettare fino al termine del 101° giro, quando si fermano Carpenter e Pigot; al passaggio successivo tocca a Newgarden, che modifica nuovamente l’incidenza della sua ala anteriore.

Daly si ferma al 103° giro e viene seguito al giro successivo da Bourdais, mentre Rossi prosegue al comando provvisorio della gara. Il californiano rientra ai box solamente al termine del 106° giro mentre Dixon e Rahal proseguono; la sosta di Rossi non è rapidissima e al suo rientro in pista viene sfilato da Sebastien Bourdais, perdendo così una posizione. Rahal si ferma al giro 108 mentre Dixon rientra ai box solamente tre giri dopo, con un ritardo di ben 12 tornate rispetto a Pagenaud.

Alle spalle di Dixon, nel frattempo, Rossi inizia a tirare: nell’arco di un paio di passaggi scavalca Bourdais, Newgarden e Carpenter, guadagnando la seconda posizione “virtuale”; all’inizio del 112° giro prova anche ad attaccare Pagenaud, ma il francese si difende bene all’interno di curva 1.

Ultimato per tutti il terzo giro di pit stop, Pagenaud è al comando davanti a Rossi, Carpenter, Newgarden, Bourdais e Daly, che a sua volta ha ricucito il gap dai piloti di testa portandosi in scia al francese del team di Dale Coyne. Ericsson è settimo davanti a Dixon, Ferrucci (protagonista di un’incredibile battaglia con Kanaan all’uscita della pit lane dopo la terza sosta) e Hunter-Reay.

Durante questo quarto stint i primi quattro restano in contatto l’uno con l’altro separati da pochi decimi; chi perde terreno è Bourdais, che scivola ad un paio di secondi di distacco da Newgarden tallonato da Conor Daly. A centro gruppo, nel frattempo, la rimonta di Power prosegue a fatica: dopo 120 giri (300 miglia), si trova inchiodato al 18° posto.

Il quarto round di pit stop viene iniziato ancora una volta da Pagenaud, che si ferma ai box dopo 129 giri lasciando il comando della gara a Rossi. Giunti a questo punto, è estremamente improbabile che il francese riesca a completare le 500 miglia di gara con una sola altra sosta ai box a meno che non giungano nuove neutralizzazioni.

Al 133° giro tocca a Carpenter fermarsi, mentre Rossi prosegue in testa in scia al doppiato Castroneves. Al 135° giro si fermano Newgarden, Daly e Hunter-Reay, imitati due giri dopo da Alexander Rossi; la sosta del californiano è però lunghissima, oltre 20 secondi, a causa di difficoltà nell’inserimento del bocchettone del carburante.

Proprio mentre Rossi è ai box arriva la terza caution di giornata provocata da un altro incidente in corsia box: stavolta l’errore è di Marcus Ericsson, finito in testacoda per aver frenato troppo bruscamente nel momento in cui era necessario inserire il limitatore della velocità.

La caution rivoluziona la classifica e finisce col penalizzare i piloti che non si erano ancora fermati ai box, in particolare Scott Dixon. La pit lane viene aperta al termine del 142° giro e il neozelandese ne approfitta per rientrare insieme a Jones, Rosenqvist, Ferrucci, Hinchcliffe, Veach e Kanaan. Pagenaud torna così al comando della gara davanti a Carpenter, Newgarden, Bourdais e Rossi, che nonostante i problemi durante l’ultimo rifornimento ha limitato i danni conservando la quinta posizione. Daly è sesto davanti ad Hunter-Reay, Rahal, Dixon e Rosenqvist.

La bandiera verde viene sventolata nuovamente all’inizio del 149° con Rossi che prova fin da subito a guadagnare delle posizioni, ma viene a sua volta scavalcato da Conor Daly. Passa un giro e Newgarden scavalca Carpenter all’esterno di curva 1 mettendosi in scia al suo compagno di squadra. Dopo un’ulteriore tornata Newgarden scavalca anche Pagenaud all’ingresso di curva 3 portandosi in testa alla gara: per la prima volta il pilota francese è costretto a cedere la testa della corsa al di fuori dei round dei pit stop.

All’inizio del 153° giro Daly attacca anche Bourdais e sale al quarto posto mettendosi in scia a Carpenter. Rossi nel frattempo continua a perdere tempo alle spalle del doppiato Serviá, che all’inizio del 155° giro lo chiude pericolosamente contro il muro; l’americano riesce poi a passare, non senza aver agitato il pugno nei confronti del pilota spagnolo.

La rimonta di Rossi prosegue e all’inizio del 158° giro si porta al quinto posto superando Bourdais; nel frattempo Newgarden continua a comandare la gara con pochi decimi di vantaggio su Pagenaud, Carpenter, Daly e Rossi. Bourdais segue al sesto posto, ma per il momento non sembra essere in grado di mantenere il ritmo dei primi. Al 162° giro Rossi guadagna un’altra posizione, scavalca Daly e sale al quarto posto alle spalle di Carpenter.

Gli ultimi giri del penultimo stint non portano ad ulteriori modifiche in classifica e al 168° giro Pagenaud rientra ai box per quello che, sulla carta, dovrebbe essere il suo ultimo rifornimento; Rossi lo segue dopo un solo giro e questa volta la sua sosta viene effettuata senza problemi nel rifornimento.

Al 171° giro Ed Carpenter si prende di forza la testa della gara superando Newgarden all’esterno di curva 3; il pilota del Team Penske rientra ai box al termine dello stesso giro; al suo ritorno in pista, Newgarden viene sfilato da Rossi all’ingresso di curva 3. Dopo un altro passaggio si ferma anche Carpenter, che completa così i rifornimenti per i piloti di testa; come accaduto nel giro precedente a Newgarden, anche Carpenter viene sfilato da Rossi all’ingresso di curva 3.

Al netto dei pochi piloti che non sono ancora rientrati ai box, a 25 giri dalla fine la classifica vede Pagenaud al comando davanti a Rossi, Carpenter, Newgarden, Bourdais e Rahal, risalito fino al sesto posto; Daly è settimo davanti a Dixon, Kimball e Rosenqvist.

In breve tempo Rossi aggancia Pagenaud e già all’inizio del 176° giro prova un attacco, ma il francese si difende e conserva la posizione. L’attacco è però solo rimandato e al giro successivo Rossi passa con relativa facilità già a metà del backstretch.

Pochi secondi dopo arriva il big one: Rahal prova un attacco su Bourdais, che però chiude la traiettoria all’ingresso di curva 3: le due monoposto si toccano e finiscono entrambe contro le barriere di protezione. Alle loro spalle, Rosenqvist va in testacoda per evitare l’impatto e nella carambola coinvolge anche Kimball, mentre Veach alle loro spalle va da solo in testacoda finendo a sua volta contro il muro. Nella carambola viene coinvolto anche Dixon, che colpisce con la sua ala anteriore la monoposto di Kimball, ma riesce comunque a proseguire. La gran quantità di macchine e detriti in pista porta la direzione gara a sospendere la gara esponendo la bandiera rossa.

Si riparte con la pace car in pista dopo una ventina di minuti di sosta. Dopo le ultime soste, Rossi è al comando davanti a Pagenaud, Carpenter, Newgarden e Sato, risalito clamorosamente al quinto posto dopo i problemi di inizio gara; sesto è Daly davanti a Ferrucci, Hunter-Reay, Power e Dixon.

Dopo aver percorso svariati giri dietro alla pace car (anche per arrivare alla fatidica quota dei -15 giri all’arrivo, che avrebbe obbligato i doppiati a farsi sfilare dai piloti a pieni giri), si riparte con 13 giri ancora da percorrere: Pagenaud prende immediatamente la scia di Rossi e lo scavalca mentre dietro a loro Newgarden e Sato superano Carpenter; quest’ultimo prova subito a riprendersi la posizione, ma Sato tiene giù l’acceleratore in curva 3 e conserva la quarta posizione

All’inizio del 189° giro Rossi affianca Pagenaud sul rettilineo principale e lo scavalca all’ingresso di curva 1, tornando quindi in testa alla gara. Il duello tra i due prosegue anche nel giro successivo, con il francese che restituisce il favore portandosi nuovamente al comando.

Al 191° giro Sato guadagna un’altra posizione scavalcando Newgarden e conquistando la terza posizione; nel frattempo, Pagenaud inizia a rompere la scia portandosi nella parte interna dei due rettilinei principali. Cinque giri dopo la situazione in testa alla classifica è immutata, mentre un po’ più indietro Power guadagna la quinta posizione scavalcando Carpenter.

All’inizio del 198° giro Rossi riesce finalmente a scavalcare Pagenaud e a portarsi in testa alla gara, ma il francese mantiene la scia e al termine del giro successivo è nuovamente all’attacco. Al 199° giro Pagenaud torna ad affiancarsi a Rossi e lo scavalca all’ingresso di curva 3 tornando al comando.

Si arriva così all’ultimo giro con Pagenaud davanti a Rossi e Sato: l’americano percorre bene le curve 1 e 2, ma Pagenaud rompe la scia attraversando per un paio di volte il backstretch ed impedendo al rivale di prendere adeguatamente la scia. Curva 3 e 4 non modificano la situazione e sotto la bandiera a scacchi il primo a passare è Simon Pagenaud che, dopo 3 vittorie al Gran Premio di Indianapolis, si aggiudica finalmente la 500 Miglia. Rossi è secondo davanti a Sato, Newgarden e Power. Carpenter chiude al sesto posto davanti ad un ottimo Ferrucci (miglior rookie), Hunter-Reay, Kanaan e Daly.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/indycar

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