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Indycar | Indy 500 2019: Il confronto tra i giri di Pigot e Power

di Andrea Gardenal
Pubblicato il 19 Maggio 2019 - 12:30
Tempo di lettura: 5 minuti
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Indycar | Indy 500 2019: Il confronto tra i giri di Pigot e Power

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Spencer Pigot e Will Power hanno ottenuto le due migliori prestazioni al termine del primo turno di qualifica di ieri: il pilota americano ha conquistato la pole position provvisoria completando i quattro giri lanciati in 2:36.4655 alla media di 230,083 mph; l’australiano del Team Penske, dal canto suo, non è stato da meno: al termine delle 10 miglia previste per ogni tentativo di qualifica, il suo distacco nei confronti di Pigot è stato di appena undici decimillesimi di secondo: proiettata sull’intera distanza della qualifica, questa differenza equivale ad appena 11,3 cm (in rapporto ad una distanza totale di 16 km).

Vale allora la pena analizzare un pochino i tentativi di qualifica di questi due piloti grazie ai dati messi a disposizione dalla Indycar. I dati nella tabella che segue comprendono il riferimento spaziale, ovvero la distanza percorsa rispetto all’inizio del tentativo di qualifica, i tempi parziali dei due piloti settore per settore e il loro cumulativo.

Per provare ad interpretarli al meglio, è utile fare la differenza tra i due cumulativi e porre i risultati sotto forma di grafico.

Come si può vedere, Pigot ha costruito gran parte della sua pole position provvisoria nel corso del primo giro lanciato: già dalle prime centinaia di metri è partito fortissimo, tanto che dopo 0,8 miglia (all’uscita di curva 2) il sui vantaggio nei confronti dell’australiano era di quasi 8 centesimi di secondo; Power ha poi recuperato qualcosina nel backstretch, tanto da passare all’ingresso di curva 3 con un ritardo di 44 millesimi nei confronti di Pigot; quest’ultimo ha però percorso più velocemente le ultime due curve del tracciato e, forte di una migliore uscita da curva 4, ha tagliato il traguardo del primo giro con 62 millesimi di vantaggio su Power.

Pigot ha iniziato il secondo giro altrettanto velocemente, tanto da uscire da curva 2 con 112 millesimi di vantaggio su Power: è questa la massima differenza che si è venuta a creare tra i due nell’arco delle 10 miglia di qualifica. Come accaduto nel giro precedente, Power esce meglio da curva 2 e può così raggiungere una velocità di punta; al termine del backstretch il gap tra lui e Pigot è sceso a 92 millesimi. Al contrario di quanto accaduto nel giro precedente, stavolta l’australiano affronta in modo decisamente migliore la terza e la quarta curva, dalla quale esce meglio rispetto al rivale; a metà della qualifica, il delta tra Pigot e Power è di 42 millesimi.

Lo stesso schema si ripresenta anche negli ultimi due giri: all’inizio del terzo giro Pigot guadagna qualcosina nelle prime due curve della pista, incrementando nuovamente il suo vantaggio fino a portarlo a 76 millesimi a metà del backstretch; nella seconda metà del giro è invece Power il miglior interprete: forte di una velocità di punta più elevata guadagna un paio di centesimi al termine del backstretch, dopodiché nelle ultime due curve fa nuovamente la differenza e a metà del frontstretch il suo ritardo su Pigot scende a 30,7 millesimi di secondo. In questo frangente sono importanti anche i decimillesimi, perché nell’ultimo settore della pista (quello che arriva fino alla linea del traguardo), il suo distacco torna a crescere: alla bandiera bianca Power ha un ritardo di 31,3 millesimi di secondo da Pigot.

Si arriva così all’ultimo giro. La prima metà è nuovamente favorevole a Pigot, che fino all’uscita di curva 2 incrementa costantemente il suo vantaggio portandolo a 74 millesimi; Power però esce meglio da curva 2 e ha più velocità sul rettilineo opposto ai box, tanto che all’ingresso di curva 3 il divario è sceso a 54 millesimi. In curva 3 Power fa il capolavoro, ottenendo la miglior prestazione personale proprio in occasione dell’ultimo giro: in questo frangente recupera quasi 4 centesimi a Pigot, abbattendo il suo divario fino a portarlo a 16 millesimi; in percorrenza di curva 4 non è da meno e alla fotocellula posta all’uscita passa per la prima volta in anticipo rispetto a Pigot, con un vantaggio di 4,0 millesimi di secondo. L’australiano riesce a guadagnare altri 1,6 millesimi nelle 0,2 miglia che portano da curva 4 alla metà del rettilineo principale, ma proprio nelle ultime centinaia di metri il pilota del team Carpenter riesce con un colpo di reni finale a recuperare 6,7 millesimi: un’inezia, che però gli permette di battere Will Power sotto la bandiera a scacchi per appena 1,1 millesimi di secondo.

Si possono vedere quindi molto bene i punti forti e deboli di ciascuna macchina e si può anche vedere molto bene come, in barba alle apparenze, le 4 curve di Indy non siano affatto tutte uguali tra loro. In funzione dei diversi rapporti del cambio e dell’incidenza alare scelta, Pigot era sistematicamente più veloce nella seconda metà del rettilineo dei box e nelle prime due curve; Power, dal canto suo, guadagnava nella seconda metà del backstretch e nelle ultime due curve.

Meteo permettendo, Power e Pigot torneranno in pista assieme agli altri 7 concorrenti che sono entrati nella Fast-9 questa sera alle 19:15, quando è previsto lo shoot-out per determinare le prime tre file dello schieramento. Vedremo se sarà uno di loro a conquistare la pole o se invece, alle loro spalle, qualcun’altro riuscirà a mettersi in mostra e ad aggiudicarsi la prima casella dello schieramento di partenza

Immagine di copertina da https://twitter.com/ecrindy

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