Indycar | Indy 500 2019: Conor Daly il più veloce nel Fast Friday

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
18 Maggio 2019 - 01:03
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Con un colpo di reni conclusivo proprio negli ultimi minuti delle prove, Conor Daly ha conquistato il miglior tempo del Fast Friday, il giorno tradizionalmente dedicato alla messa a punto delle monoposto in vista delle qualifiche della 500 Miglia di Indianapolis. Il pilota del team Andretti, che al momento non ha in programma di disputare altre gare in Indycar oltre a questa, ha girato in 38,8426 secondi alla media di 231,704 miglia orarie, quasi un miglio orario più veloce del suo più diretto inseguitore che è stato il suo compagno di squadra Marco Andretti.

Il figlio e nipote d’arte è stato al comando della sessione per gran parte delle 7 ore di prove, ma alla fine il suo tempo di 38,9862 secondi alla media di 230,851 miglia orarie non è stato sufficiente per mantenere il comando fino alla bandiera a scacchi. Terzo tempo per Takuma Sato, che rispetto ad Andretti ha pagato un distacco di 0,1 miglia orarie. Quarto tempo per la prima monoposto con motore Chevy, la #21 di Spencer Pigot schierata dall’Ed Carpenter Racing, mentre Ryan Hunter-Reay chiude la top-5.

A questo punto però, più che leggere la classifica nuda e cruda, è interessante valutare quali velocità sono state raggiunte in assenza di scia: è questa infatti la condizione fondamentale per domani, dato che in qualifica ogni pilota effettuerà i suoi giri di qualifica senza altre monoposto in pista. Nella speciale classifica delle no-tow speed, le danze vengono condotte dal team Carpenter: Ed Jones ha infatti ottenuto la miglior prestazione assoluta alla media di 230,106 miglia orarie, mentre il suo team owner Ed Carpenter ha ottenuto la seconda prestazione assoluta alla media di 229,879 mph.

Per uno strano scherzo del destino, la terza monoposto del team Carpenter, quella di Pigot, figura all’ultimo posto nella classifica delle no-tow speed: questo è accaduto perché un’altra monoposto ha rallentato mentre Pigot stava concludendo il giro che gli è valso il quarto tempo assoluto, provocando quindi un po’ di confusione nel sistema di cronometraggio che ha registrato come “in scia” un giro che il pilota americano aveva invece compiuto in solitaria. La situazione è stata successivamente chiarita in un tweet dal team Carpenter, che in vista delle due giornate di prove ufficiali si candida quindi come serissimo pretendente alla pole position con tutti e tre i suoi piloti.

Il terzo miglior tempo senza scia è stato registrato da Alexander Rossi a 229,878 mph di media, seguito quindi da Power (229,750) e Pagenaud (229,548). Sesta posizione per Rahal (229,449), che dal canto suo ha lamentato dei significativi problemi di bilanciamento con il progressivo aumentare delle temperature. La top-10 delle no-tow speed viene completata da Andretti, Dixon, Newgarden ed Herta.

Escludendo Pigot di cui si è già detto in precedenza, al lato opposto della classifica dei giri senza scia troviamo Alonso, Chilton, Karam, Hanley e O’Ward: a questi bisogna aggiungere Kyle Kaiser, che purtroppo è andato contro il muro in curva 3 senza essere riuscito a completare un solo giro veloce. Sorprende quindi in negativo la situazione di Alonso e della McLaren, che dopo aver perso di fatto un giorno e mezzo di prove non sembra ancora essere riuscita a trovare il giusto assetto per andare forte sull’ovale di Indianapolis; un discorso analogo va fatto per il team Carlin, cui la McLaren si appoggia dal punto di vista tecnico, che vede in fondo alla classifica sia Chilton che O’Ward.

Anche Karam si è lamentato di alcune problematiche nella messa a punto della sua monoposto, tanto che per valutare la situazione è intervenuto perfino il suo compagno di squadra Hildebrand: quest’ultimo ha completato 5 giri con la monoposto #24 (girando tra l’altro fin da subito più veloce del suo compagno di squadra) prima di cedere nuovamente il volante a Karam. Il pilota della Pennsylvania non è riuscito a migliorare la sua prestazione in assenza di scia negli ultimi minuti di prove, tuttavia ha guadagnato svariate posizione chiudendo il turno al 13° posto assoluto. Non sorprendono infine le difficoltà del team Dragonspeed, che in assenza di collaborazioni tecniche ufficiali sta incontrando dei grossi ostacoli nel raggiungimento della messa a punto ottimale.

Un capitolo a parte lo merita Kyle Kaiser, che come detto in precedenza è andato a muro in curva 3 con una dinamica molto simile a quella che ha portato all’incidente di Patricio O’Ward nelle prove di ieri. Il californiano è uscito incolume dall’urto, ma la sua monoposto è andata distrutta: un grosso guaio per il team Juncos, che nonostante delle buone prove libere nei giorni scorsi è ancora privo di uno sponsor per questa gara.

La squadra argentina ha quindi scaricato la monoposto utilizzata dallo stesso Kaiser per l’Indycar Classic di Austin e ha iniziato a modificarne l’assetto al fine di adattarla alle caratteristiche di Indianapolis; contemporaneamente gli altri team le sono andati in soccorso della offrendole alcuni dei pezzi di ricambio che potrebbero servirle; al momento è probabile che il muletto di Kaiser sarà pronto per correre domani, probabilmente già durante le prove libere della mattina. Per Kaiser non sarà però un’impresa semplice evitare la graticola delle ultime 6 posizioni: domani si troverà a guidare una monoposto diversa da quella usata nei giorni scorsi e senza aver avuto l’opportunità di affinare l’assetto per le condizioni da qualifica.

Quello di Kaiser è stato l’unico incidente di rilievo nella giornata di oggi: oltre alle consuete caution per ispezionare il tracciato, l’unica altra interruzione è arrivata verso le 20:30 a causa di un temporale che si stava avvicinando alla zona della pista; dopo un’ora di pausa, le prove sono riprese regolarmente senza che fosse caduta pioggia sul tracciato.

Domani sarà il primo dei due giorni di qualifica, quello in cui si deciderà chi domenica lotterà per la pole position e chi sarà costretto a dare il tutto per tutto per occupare l’ultima fila sullo schieramento di partenza. Come sempre, a tutti i piloti sarà garantito come minimo un tentativo di qualifica, ma se ci sarà tempo e modo chi lo vorrà potrà decidere di tornare in pista per provare a migliorare il suo tempo.

Questi i tempi ottenuti al termine del Fast Friday

Immagine di copertina da https://twitter.com/IMS

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