Indycar | Indianapolis 500 2020 | Anteprima

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di Andrea Gardenal
11 Agosto 2020 - 09:30
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Nonostante l’epidemia e le mille difficoltà che questa ha portato con sé nel mondo della NTT IndyCar Series, i motori sono pronti a riaccendersi all’Indianapolis Motor Speedway per le prime prove libere in preparazione all’edizione numero 104 della Indianapolis 500.

La 500 Miglia di Indianapolis del 2020 sarà anomala per l’assenza di pubblico: i tentativi di Roger Penske, nuovo proprietario dell’impianto, di ammettere un numero limitato di spettatori sulle tribune sono stati vani. L’attuale situazione epidemiologica nello stato dell’Indiana non consente di gestire in sicurezza neanche un afflusso parziale di pubblico, pertanto alla fine è stata presa la decisione di correre la gara a porte chiuse.

Va detto che un afflusso parziale del 25% di pubblico, come era stato annunciato a metà luglio, avrebbe comunque significato ammettere in pista circa 100mila spettatori.

Dopo il rinvio a data da destinarsi della Honda Indy 200 di Mid-Ohio, la 500 Miglia di Indianapolis rappresenta il settimo round del campionato 2020 della NTT IndyCar Series.

Dato che non è ancora chiaro se e quando verrà recuperato l’appuntamento di Lexington, al momento nel calendario figurano solamente 12 appuntamenti. Dopo Indianapolis sono in programma le due gare sull’ovale di Gateway, il double header dell’Harvest GP sul circuito stradale di Indianapolis e infine il GP di St.Petersburg.

I protagonisti

Quest’anno gli iscritti alla Indianapolis 500 sono solamente 33, il che significa che, a meno di incidenti o imprevisti, prenderanno tutti il via alla gara.

Solamente tre dei team iscritti a tempo pieno al campionato hanno confermato le loro line-up senza aggiungere ulteriori monoposto: il leader del campionato Scott Dixon e il tandem svedese composto da Felix Rosenqvist e Marcus Ericsson correranno per Ganassi, in casa Carlin tornerà Max Chilton per la sua unica partecipazione stagionale ad una gara su ovale mentre Meyer-Shank, come sempre, schiererà Jack Harvey.

Il Team Penske, anche quest’anno, schiererà quattro macchine. Ai tre titolari si affiancherà Helio Castroneves. Il brasiliano ha già vinto per tre volte la Indianapolis 500 e anche quest’anno proverà a conquistare il suo quarto successo sulla Brickyard, un traguardo che lo porrebbe alla pari di AJ Foyt, Al Unser sr. e Rick Mears, i tre piloti che hanno collezionato più successi alla Indianapolis 500.

Per Castroneves la Indianapolis 500 del 2020 rappresenterà, con ogni probabilità, la sua ultima partenza ad una gara della NTT IndyCar Series al volante di una macchina del Team Penske: con l’imminente chiusura del programma IMSA della squadra, Castroneves sta ponderando varie ipotesi e non è escluso un suo clamoroso ritorno (part-time o full-time) con le monoposto.

Oltre a Castroneves, nel Team Penske ci saranno i vincitori delle ultime due edizioni della Indianapolis 500, ovvero Will Power e Simon Pagenaud, e il campione in carica della NTT IndyCar Series, Josef Newgarden, ancora a caccia del suo primo successo sull’ovale di Indianapolis.

Il team Andretti si presenta, come sempre, in forze, con quattro macchine schierate dalla squadra principale per Rossi, Hunter-Reay, Veach e Hinchcliffe, con quest’ultimo che torna in macchina dopo le gare in Texas e al GP di Indianapolis. A loro si aggiungono Colton Herta e Marco Andretti, iscritti rispettivamente in collaborazione con l’Harding-Steinbrenner Racing e con la compagine di Bryan Herta.

Il team Rahal/Letterman/Lanigan porterà tre macchine in pista: alle due per Graham Rahal e Takuma Sato si aggiunge quella per Spencer Pigot, iscritta in collaborazione con il Citrone/Buhl Autosport. Pigot ha partecipato anche al GP di Indianapolis il 4 luglio, facendo peraltro una buona impressione finché non è stato messo fuori gioco da un problema al motore.

Il team di Ed Carpenter porterà ad Indianapolis tutti e tre i piloti che ha sotto contratto: il pilota/team owner correrà con la monoposto #20, che per l’occasione sarà colorata di nero e porterà i loghi della United States Space Force; sponsorizzazione simile per Conor Daly, che guida la #20 nelle gare sui circuiti stradali e cittadini e che, alla guida della monoposto arancione #47, porterà sulla carrozzeria le insegne della United States Air Force. Rinus VeeKay completa la line-up del team e per l’occasione il suo casco sarà un tributo a quello con cui il suo connazionale Arie Luyendyk ha vinto ad Indianapolis nel 1990.

Discorso simile per il team di AJ Foyt, che farà correre sia Tony Kanaan sulla monoposto #14 che Dalton Kellett sulla #41; i due si alternano nel corso dell’anno proprio al volante della #14, col brasiliano impegnato solo sugli ovali e il canadese nelle gare rimanenti. Al loro fianco ci sarà Charlie Kimball, pilota full-time della #4.

Una delle squadre più interessanti da osservare sarà sicuramente l’Arrow McLaren SP. I due piloti titolari, Pato O’Ward e Oliver Askew, sono stati tra i protagonisti di questo inizio di stagione: entrambi sono già andati a podio e nelle due gare in Iowa hanno occupato costantemente le prime posizioni.

Il grande nome è però quello del pilota che guiderà la monoposto #66, la terza messa in pista dal team: a 15 mesi dalla cocente mancata qualificazione (delusione condivisa tra l’altro da Pato O’Ward), Fernando Alonso tornerà ad Indianapolis nel tentativo di conquistare l’ultima vittoria che gli serve per completare la Triple Crown del Motorsport.

Nonostante il team di Alonso porti ancora il nome “McLaren”, la situazione è molto diversa rispetto a quella dell’anno scorso: la squadra è quella che fino allo scorso anno era nota come Schmidt-Peterson Motorsports, una struttura ben collaudata che certamente non lascerà nulla al caso. Forte di due anni di esperienza alle spalle e dei potenti motori Chevrolet, Alonso avrà un’occasione forse irripetibile per arrivare in Victory Lane prima del suo ritorno in F1 con Renault.

Per chiudere il discorso relativo ai team impegnati full-time nella NTT IndyCar Series, la squadra di Dale Coyne schiererà tre macchine per tre piloti con tre partnership tecniche differenti: sulla #18, iscritta col team Vasser-Sullivan, ci sarà Santino Ferrucci mentre sulla #55 ci sarà Alex Palou grazie al sostegno del nipponico Team Goh.

Al loro fianco ci sarà James Davison sulla monoposto #33; la partecipazione di Davison è frutto dello sforzo congiunto dei team di Dale Coyne, Rick Ware (team owner nella Nascar Cup Series), Jonathan Byrd e Brian Belardi (ex team owner nella Indy Lights). Davison è reduce da tre gare non brillantissime nella Cup Series a Loudon e in Michigan, nelle quali ha corso proprio col team di Rick Ware.

Saranno solo due i team part-time presenti ad Indianapolis: il Dreyer&Reinbold Racing conferma la line-upp degli ultimi anni schierando Sage Karam (#24) e JR Hildebrand (#67). In questa stagione il giovane pilota della Pennsylvania ha già corso il GP di Indianapolis ad inizio luglio, riportando in pista la sua squadra su un circuito stradale dopo 7 anni di assenza.

Il 33° e ultimo iscritto sarà Ben Hanley, che già lo scorso anno si era qualificato al volante della Dragonspeed #81. La squadra di Elton Julian, che ad inizio anno aveva annunciato la partecipazione ad alcune gare selezionate della NTT IndyCar Series, è stata una delle principali vittime dell’epidemia di Sars-CoV-2 e per il momento ha confermato la partecipazione alla sola Indianapolis 500.

Questa la entry list completa:

Elenco iscritti alla Indianapolis 500

Tra i 33 piloti iscritti alla prossima 500 Miglia di Indianapolis ci sono ben 8 ex-vincitori della gara. A parte Helio Castroneves, sono tutti piloti che sono arrivati in victory lane una sola volta: il leader del campionato Scott Dixon (2008), Tony Kanaan (2013), Ryan Hunter-Reay (2014), Alexander Rossi (2016), Takuma Sato (2017), Will Power (2018) e il vincitore uscente Simon Pagenaud (2019).

Tra gli assenti spicca il nome di Sebastien Bourdais, appiedato a fine 2019 dal team Coyne e approdato a tempo pieno nel campionato IMSA; il francese aveva trovato un accordo per correre alcune gare col team di Foyt, ma gli eventi epidemiologici di questo 2020 hanno mandato a monte i suoi piani.

Tra gli assenti figurano anche Oriol Servia (che interrompe una striscia di nove partecipazioni consecutive alla Indianapolis 500), Pippa Mann e Kyle Kaiser, autore lo scorso anno dello storico “bumping” nei confronti di Fernando Alonso con la #32 del piccolo team Juncos Racing.

Il format del weekend

La presenza dell’epidemia di Sars-CoV-2 ha portato ad un drastico riassestamento di quello che negli ultimi anni era stato il normale programma di prove in preparazione alla Indianapolis 500.

Rispetto all’anno scorso sono state tagliate ben due giornate di prove: i primi test in pista inizieranno mercoledì 12 agosto, mentre lo scorso anno le macchine scendevano in pista già il martedì prima delle qualifiche. È stata inoltre cancellata la sessione di prove libere del lunedì dopo le qualifiche.

In conclusione, mercoledì e giovedì si svolgeranno le prove libere in assetto da gara, con la pressione di sovralimentazione del turbo fissata a 130 kPa; venerdì sarà il giorno del classico Fast Friday, quando le monoposto vengono convertite alla configurazione da qualifica e la pressione di sovralimentazione del turbo innalzata a 150 kPa (10 kPa in più rispetto all’anno scorso, pari a circa 45 cavalli).

Sabato e domenica si svolgeranno le qualifiche, precedute da dei brevi turni di prove libere. Al termine delle prove di domenica, in cui si decideranno le prime tre file dello schieramento, le monoposto saranno riconvertite all’assetto da gara per la penultima sessione di prove libere. I motori rimarranno in silenzio fino a venerdì 21 agosto, quando si svolgerà l’ultima sessione di prove libere del classico Carb Day per mettere a punto gli ultimi dettagli prima della gara.

Le qualifiche

Lo scorso 15 febbraio l’Indianapolis Motor Speedway aveva comunicato alcune piccole modifiche relative al regolamento per le qualifiche. La novità più importante faceva riferimento al bumping: i piloti costretti a guadagnare uno degli ultimi tre posti in griglia non avrebbero avuto un solo tentativo a disposizione, come accaduto nel 2019, ma 75 minuti di tempo.

Questa novità rimarrà tuttavia in freezer almeno fino al 2021, visto che all’edizione 2020 del “Greatest Spectacle in Racing” si sono iscritte solamente 33 macchine, il minimo sindacale per riempire la griglia.

L’assenza di pubblico porterà infatti ad un crollo nei ricavi dell’IMS e Roger Penske si è trovato costretto a dimezzare il montepremi totale per questa gara: anziché 15 milioni di dollari, i 33 iscritti si suddivideranno circa 7,5 milioni di dollari. Per questo motivo sono venuti a mancare quei 2/3 iscritti che negli ultimi 2 anni avevano portato al ritorno del “bumping” nel corso delle qualifiche della Indianapolis 500.

Per il resto, il format delle qualifiche non presenta altri cambiamenti rispetto allo scorso anno: le prove di sabato definiranno le posizioni in griglia dalla 10ª alla 33ª; i primi 9 torneranno in pista domenica per il Fast Nine Shootout, al termine del quale saranno stabiliti il poleman e la composizione delle prime tre file dello schieramento.

2020 104th Indianapolis 500 presented by Gainbridge
Round 07/14
12-23 Agosto 2020

Indianapolis 500 track map

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Superspeedway
Lunghezza del circuito
: 2,5 mi (4,023 km)
Giri da percorrere: 200
Distanza totale: 500 mi (804,672 km)
Numero di curve: 4 (tutte a sinistra)
Senso di marcia: antiorario
Prima Gara: 1911
Sanctioning body: AAA 1911-1955; USAC 1956-1997; IRL 1998-2010; INDYCAR 2011-2020

RECORD

Record sul giro: 0:37.895 – Arie Luyendyk – Treadway Racing – 1996
Distanza: 2h40:03.4181 – Tony Kanaan – KV Racing Technology – 2013 (su 200 giri)
Vittorie pilota: 4 – AJ Foyt jr, Al Unser sr, Rick Mears
Vittorie team: 18 – Team Penske
Pole pilota: 6 – Rick Mears
Pole team: 18 – Team Penske
Podi pilota: 11 – Al Unser sr.
Podi team: 34 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Mercoledì 12 Agosto
11:00-13:00 (17:00-19:00) Prove Libere 1 (Solo Oval Veterans)
13:00-15:00 (19:00-21:00) Rookie Orientation Program
15:00-17:30 (21:00-23:30) Prove Libere 1 (Continuazione, tutti i piloti)

Giovedì 13 Agosto
11:00-17:30 (17:00-23:30) Prove Libere 2

Venerdì 14 Agosto
11:00-17:30 (17:00-23:30) Prove Libere 3 (Fast Friday)

Sabato 15 Agosto
08:30-09:30 (14:30-15:30) Prove Libere 4
11:00-16:50 (17:00-22:50) Qualifiche

Domenica 16 Agosto
11:00-11:30 (17:00-17:30) Prove Libere 5
13:15-14:15 (19:15-20:15) Qualifiche (Fast Nine)
15:30-18:00 (21:30-24:00) Prove Libere 6

Venerdì 21 Agosto
11:00-13:00 (17:00-19:00) Prove Libere 7 (Carb Day)

Domenica 23 Agosto
14:30 (20:30) Gara

Immagine di copertina da Indycar Media/Tim Holle

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