Indycar | Indianapolis 500 2019 | Anteprima

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di Andrea Gardenal
13 Maggio 2019 - 14:00
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Archiviato il Gran Premio di Indianapolis con il successo di Simon Pagenaud, la Indycar Series è finalmente pronta a focalizzarsi sull’evento più importante del suo calendario: la 500 Miglia di Indianapolis. A partire da martedì, i 36 piloti iscritti inizieranno ad affilare le armi per aggiudicarsi uno dei 33 posti a disposizione sulla griglia di partenza nelle qualifiche che si disputeranno tra sabato 18 e domenica 19 maggio; questo significa che, come accaduto l’anno scorso, ci saranno alcuni piloti che saranno costretti a vivere la Indy 500 semplicemente da spettatori. Lo scorso anno questa sorte era toccata a Pippa Mann e, sorprendentemente, a James Hinchcliffe, che a causa di svariati problemi non è riuscito a centrare la qualificazione.

Le qualifiche

Andiamo innanzitutto a snocciolare il format delle prove di qualificazione, che rispetto allo scorso anno presenta leggere modifiche. La giornata di prove del sabato si svolgerà come di consueto: ogni pilota avrà a disposizione come minimo un tentativo di qualifica garantito, ma dopo che tutti saranno scesi in pista almeno una volta ci sarà la possibilità di migliorare il proprio tempo. Al termine del primo giorno di prove la classifica verrà congelata e i piloti verranno divisi in tre blocchi:

Insomma, le prove del sabato stabiliranno sia i contendenti per la pole position che coloro che saranno a rischio eliminazione: il nome del poleman e dei tre non qualificati verranno determinati domenica. I risultati della Fast Nine attribuiranno anche dei punti validi per il campionato: il poleman si aggiudicherà 9 punti, il secondo 8 e così via a scendere fino al nono qualificato, che si porterà a casa un punto.

I protagonisti

E andiamo allora a scoprire i 36 protagonisti di questa edizione numero 103 della 500 Miglia di Indianapolis. Dei 10 team impegnati a tempo pieno nel campionato, gli unici che non utilizzeranno una o più macchine aggiuntive sono il Chip Ganassi Racing (per cui guideranno Scott Dixon e Felix Rosenqvist), l’Harding-Steinbrenner Racing (una sola macchina, la #88 per Herta) e l’AJ Foyt Enterprises, per cui correrà il tandem brasiliano composto da Tony Kanaan e Matheus Leist. Stupisce in particolare la scelta di quest’ultima squadra, che dal 2003 in poi aveva sempre provato a schierare una monoposto extra in occasione della 500 Miglia di Indianapolis.

Tutti gli altri team “regolari” si produrranno in sforzi aggiuntivi per mettere in pista una macchina in più. Il Team Penske affiancherà Helio Castroneves ai titolari Josef Newgarden, Will Power (campione uscente della Indy 500) e Simon Pagenaud: il brasiliano, che nello scorso weekend ha disputato anche il GP di Indianapolis, andrà a caccia del suo quarto successo ad Indy a 10 anni di distanza dall’ultimo, un traguardo che lo porrebbe alla pari con i recordman AJ Foyt, Al Unser sr. e Rick Mears.

Andretti Autosport metterà in pista cinque macchine, una in più rispetto al resto del campionato ma anche una in meno rispetto a quanto fatto negli anni scorsi: sarà Conor Daly a guidare la monoposto #25, sponsorizzata direttamente dalla United States Air Force; per il pilota americano di origini irlandesi sarà la sesta partecipazione alla Indy 500. Gli altri quattro piloti sono i “regolari” del campionato, ovvero Alexander Rossi, Ryan Hunter-Reay (una vittoria a testa per entrambi), Zach Veach e Marco Andretti.

Bobby Rahal e David Letterman andranno a caccia della loro seconda vittoria da team owner dopo quella ottenuta da Buddy Rice nel 2004 con un team a tre punte: a Graham Rahal e Takuma Sato (vincitore ad Indy nel 2017 con il team Andretti) si affiancherà Jordan King, tornato in Formula 2 dopo aver disputato una stagione part-time presso il team Carpenter; per il pilota inglese sarà la prima partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis.

Come da tradizione, il team Schmidt-Peterson Motorsports porterà in pista una terza macchina da affiancare alle due destinate a James Hinchcliffe e a Marcus Ericsson. Il nome del pilota che guiderà la monoposto #77 non è ancora stato ufficializzato, ma è pressoché certo che sarà il veterano Oriol Serviá: a riprova di questo, un paio di settimane fa il pilota spagnolo ha svolto il refresher test riservato ai piloti che non hanno più guidato una Indycar su un ovale dopo la 500 Miglia dell’anno scorso. La Indy 500 di quest’anno sarà anche l’occasione della rivincita per Hinchcliffe, che lo scorso anno aveva incredibilmente mancato la qualificazione.

James Davison proverà a qualificarsi alla 500 Miglia di Indianapolis con la terza macchina del team di Dale Coyne; come accaduto lo scorso anno, quando il team “di riferimento” era quello di AJ Foyt, la macchina del pilota australiano sarà schierata congiuntamente al Jonathan Byrd’s Racing, al Belardi Auto Racing e al Hollinger Motrosport. I compagni di squadra di Davison saranno Sebastien Bourdais e Santino Ferrucci, alla sua prima partecipazione alla Indy 500.

Come accade da parecchi anni, il team di Ed Carpenter si trova ad avere tre piloti titolari: uno full-time (Spencer Pigot) e due part-time (Ed Jones per le gare su stradali e cittadini, lo stesso Carpenter per quelle su ovale). Per la 500 Miglia di Indianapolis, tutti e tre saranno della partita: la monoposto #20 verrà guidata in prima persona da Carpenter, mentre Ed Jones porterà in pista la #63 schierata congiuntamente alla Scuderia Corsa di Giacomo Mattioli.

In una situazione analoga si trova anche il team Carlin, che schiera a tempo Max Chilton e part-time Charlie Kimball e Patricio O’Ward. Tutti e tre proveranno a qualificarsi per la 500 Miglia, con il messicano che sarà alla sua prima partecipazione ad Indianapolis.

Esaurito il blocco dei team impegnati a tempo pieno in Indycar, vediamo brevemente il blocco delle squadre impegnate con un programma parziale, su cui in realtà c’è poco da dire: i team Meyer-Shank Racing, Dragonspeed e Juncos Racing schiereranno una macchina a testa, rispettivamente per Jack Harvey, Ben Hanley e Kyle Kaiser. Se in casa Shank spira un certo ottimismo dopo il podio di Harvey ad Indy Road, la situazione è ben più critica per le altre due squadre: Juncos sembra avviato a chiudere il suo progetto in Indycar, tanto che in questa stagione ha disputato solamente l’Indycar Classic di Austin, mentre Dragonspeed è un team esordiente che ha affrontato le gare di St.Petersburg e del Barber come dei test; per entrambi l’obiettivo primario sarà quello di centrare la qualificazione.

Ci sono infine i tre team che, almeno per il momento, hanno in programma di partecipare esclusivamente alla Indy 500: la presenza più attesa è sicuramente quella della McLaren e di Fernando Alonso, che torna ad Indy a due anni di distanza dalla sua prima esperienza. Al contrario di quanto accaduto nel 2017 il team di Woking di presenta ad Indianapolis in prima persona e non come partner di un’altra struttura (ai tempi era stata la Andretti Autosport); allo stesso tempo, vista la mancanza di esperienza, McLaren ha stretto con la Carlin una partnership tecnica simile a quella che lega il team Meyer-Shank allo Schmidt-Peterson Motorsports.

Il team Dreyer&Reinbold è oramai una presenza fissa alla Indy 500 e anche quest’anno si presenterà in pista con due monoposto affidate a Sage Karam e a JR Hildebrand, due piloti che hanno dimostrato di saper andare molto forte sugli ovali ma che non sono riusciti negli ultimi tempi a trovare una guida full-time nella Indycar Series.

La 36esima e ultima “entry” è infine quella del team Clauson-Marshall Racing, impegnato principalmente nei campionati Midget e Sprint Cars; la squadra è stata fondata da Tim Clauson (padre del pilota Bryan, morto nel 2016 in una gara midget) e da Richard Marshall e sulla carrozzeria porterà il marchio “Driven2SaveLives”, la campagna per promuovere la donazione degli organi lanciata dall’Indiana Donor Network che l’anno scorso era apparsa sulla macchina di Stefan Wilson. Al volante della monoposto #39 ci sarà Pippa Mann, la seconda non qualificata alla Indy 500 dell’anno scorso.

La tecnica

L’introduzione del nuovo pacchetto aerodinamico lo scorso anno ha cambiato drasticamente il comportamento delle macchine all’Indianapolis Motor Speedway: il drastico abbattimento del carico aerodinamico e la perdita dei “rear bumper” (ovvero le carenature alle ruote posteriori) hanno portato le monoposto a sentire molto di meno l’effetto della scia in rettilineo e a soffrire in misura consistente le turbolenze aerodinamiche prodotte da chi stava davanti; a peggiorare la situazione era intervenuto anche il gran caldo che, per effetto della riduzione della densità dell’aria, ha ulteriormente abbassato il livello di downforce prodotto dai profili alari.

Per ovviare a questi problemi, la Indycar Series ha annunciato nei mesi scorsi una serie di piccole modifiche al pacchetto aerodinamico UAK18: è stato aumentato il massimo angolo di incidenza che è possibile imporre all’ala posteriore ed è stata data la possibilità di applicare un Gurney flap (un’appendice alare da installare al bordo d’uscita dell’ala) con una larghezza di 13,2 o 24,5 pollici (33,5 o 62,2 cm) e un’altezza di 0,375 pollici (0,95 cm) capaci di generare rispettivamente 50 e 100 libbre di carico aerodinamico (22,7 e 45,4 kg).

Per quanto riguarda l’ala anteriore, è stata data la possibilità di aggiungere tre elementi (due dei quali si erano visti già a Pocono lo scorso anno) al fine di aumentare il carico nella parte frontale della monoposto; per migliorare il bilanciamento aerodinamico complessivo, questi tre pezzi addizionali potranno essere collocati anche in maniera asimmetrica. Verrà inoltre sagomata in modo differente la parte più esterna dell’elemento principale dell’ala anteriore attraverso la riduzione della corda del profilo in corrispondenza del bordo d’uscita; questa decisione è stata presa perché, come spiegato da Chris Simmons, ingegnere di pista di Scott Dixon, a racer.com, la vecchia configurazione provocava lo stallo della vena fluida e quindi la perdita di carico aerodinamico. La nuova configurazione permetterà di ridurre questo fenomeno, aumentando quindi l’efficienza dell’ala anteriore e aiutando i piloti in mezzo al traffico.

L’ultimo ma non meno importante elemento di novità è rappresentato dalla Firestone, che porterà ad Indianapolis delle gomme di nuova costruzione che sono state provate nello scorso mese di ottobre da Power, Dixon, Rossi, Carpenter, Kanaan e Rahal in un apposito test nel catino dell’Indiana.

La speranza è che questi aggiustamenti permettano di avere una competizione più serrata rispetto allo scorso anno senza tuttavia sfociare nel “pack racing”, molto pericoloso nelle competizioni a ruote scoperte.

Le televisioni

La Indy 500 2019 sarà storica dal punto di vista della televisione americana: l’edizione dello scorso anno ha infatti chiuso definitivamente l’egemonia su questo evento da parte del gruppo ABC, che dal 1965 ha curato la registrazione e la trasmissione delle immagini dapprima in differita e poi, a partire dal 1986, in diretta. Dal 2019 al 2021 la 500 Miglia di Indianapolis sarà trasmessa sui canali della NBC, che lo scorso anno si è aggiudicata i diritti di trasmissione dell’intero campionato Indycar per questo triennio.

Saranno ben 14 i giornalisti impegnati nella trasmissione dell’evento: in cabina di commento ci saranno come sempre Leigh Diffey, Townsend Bell e Paul Tracy, mentre dai box interverranno Jon Beekhuis, Kevin Lee, Kelli Stavast e Marty Sneider; nel paddock ci saranno Robin Miller, Dillon Welch (figlio di Vince, già pit reporter per la ABC), Rutledge Wood (esperto di Nascar per la NBC) e soprattutto Dale Earnhardt jr, pure lui sotto contratto con la NBC e inviato per questa rete presso le principali manifestazioni sportive. Lo studio pre e post gara sarà condotto da Mike Tirico, Krista Voda e soprattutto Danica Patrick, che proprio ad Indianapolis ha disputato lo scorso anno l’ultima gara della sua carriera.

Al contrario di quanto accadeva fino allo scorso anno, le varie sessioni di prove libere non saranno trasmesse attraverso il canale Youtube ufficiale della Indycar: il nuovo contratto stipulato con il gruppo NBC ha fatto sì che le sessioni di prove saranno visibili esclusivamente sui canali della piattaforma americana, il che significa che dall’Italia non sarà possibile assistere alle svariate ore di prove libere che si disputeranno la prossima settimana; l’unica fonte di informazione in questo senso sarà il live timing al sito http://racecontrol.indycar.com. Discorso analogo per le qualifiche delle quali al momento non è prevista la diretta da parte di DAZN (che detiene i diritti per l’Italia). La gara sarà invece trasmessa regolarmente dalla piattaforma di streaming online.

2018 103rd Indianapolis 500 presented by PennGrade Motor Oil
Round 06/17
14-26 Maggio 2019

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Superspeedway
Lunghezza del circuito
: 2,5 mi (4,023 km)
Giri da percorrere: 200
Distanza totale: 500 mi (804,672 km)
Numero di curve: 4 (tutte a sinistra)
Senso di marcia: antiorario
Prima Gara: 1911
Sanctioning body: AAA 1911-1955; USAC 1956-1995; IRL 1996-2010; INDYCAR 2011-2019

RECORD

Record sul giro: 0:37.895 – Arie Luyendyk – Treadway Racing – 1996
Distanza: 2h40:03.4181 – Tony Kanaan – KV Racing Technology – 2013 (su 200 giri)
Vittorie pilota: 4 – AJ Foyt jr, Al Unser sr, Rick Mears
Vittorie team: 17 – Team Penske
Pole pilota: 6 – Rick Mears
Pole team: 17 – Team Penske
Podi pilota: 11 – Al Unser sr.
Podi team: 33 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Martedì 14 Maggio
11:00-13:00 (17:00-19:00) Prove Libere 1
13:00-15:00 (19:00-21:00) Rookie Orientation Program
15:00-18:00 (21:00-24:00) Prove Libere 2

Mercoledì 15 Maggio
11:00-18:00 (17:00-24:00) Prove Libere 3

Giovedì 16 Maggio
11:00-18:00 (17:00-24:00) Prove Libere 4

Venerdì 17 Maggio
11:00-18:00 (17:00-24:00) Prove Libere 5 (Fast Friday)

Sabato 18 Maggio
08:00-09:30 (14:00-15:30) Prove Libere 6
11:00-17:50 (17:00-23:50) Qualifiche

Domenica 19 Maggio
10:15-11:15 (16:15-17:15) Prove Libere 7
12:15-13:15 (18:15-19:15) Qualifiche (Last Row Shootout)
13:15-14:15 (19:15-20:15) Qualifiche (Fast Nine)
15:15-18:00 (21:15-24:00) Prove Libere 8

Lunedì 20 Maggio
12:00-14:00 (18:00-20:00) Prove Libere 9

Venerdì 24 Maggio
11:00-12:30 (17:00-18:30) Prove Libere 10 (Carb Day)

Domenica 26 Maggio
12:45 (18:45) Gara

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar
Immagine di copertina da https://www.instagram.com/indianapolismotorspeedway/

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