Indycar | Hunter-Reay domina a Sonoma, ma il campione è Scott Dixon

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Andrea Gardenal
17 Settembre 2018 - 03:39
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2003, 2008, 2013, 2015 e ora 2018: nel pomeriggio della California Scott Dixon ha aggiunto un’altra perla alla sua straordinaria carriera: con il secondo posto conquistato in occasione del Gran Premio di Sonoma, il pilota neozelandese si è portato a casa il quinto titolo Indycar in carriera, vincendo la resistenza di un Alexander Rossi costretto fin dal via ad una gara di rimonta. La vittoria in questo campionato permette a Dixon di staccare Franchitti nella classifica dei piloti più vincenti dell’era moderna della Indycar, issandosi in solitaria a quota 5 titoli: guardando all’intera storia della Indycar in tutte le sue varie denominazioni, davanti a Dixon c’è solamente il grande AJ Foyt, che nella sua lunghissima carriera di campionati ne ha vinti 7.

Il successo nella gara odierna è andato a Ryan Hunter-Reay, che per la prima volta si è aggiudicato la vittoria nel Gran Premio di Sonoma. Il pilota del team Andretti ha preso il comando delle operazioni fin dalla partenza, dopo essere partito dalla pole position, e ha condotto la gara dal primo all’ultimo giro ad eccezione delle fasi dei pit stop, durante le quali ha momentaneamente ceduto il comando della gara ad altri piloti. Il podio viene completato da Will Power, autore di una gara d’attacco che l’ha portato a recuperare svariate posizioni sia in pista che durante le fasi dei pit stop.

Nulla da fare per Alexander Rossi, la cui gara si è messa in salita fin dal via: alla bandiera verde, infatti, il californiano ha tamponato la monoposto di Marco Andretti danneggiando sia l’ala anteriore che lo pneumatico anteriore destro ed è stato quindi costretto ad effettuare una sosta d’emergenza già al primo giro.

Nella prima parte del GP Rossi ha avuto come unico scopo quello di non farsi doppiare, dopodiché a metà gara è arrivata una caution che l’ha rimesso in corsa per il titolo. Alla ripartenza con gomme morbide nuove Rossi ha dato spettacolo, effettuando sorpassi a destra e a manca e risalendo in pochissime tornate dalla ventesima alla settima posizione; il californiano ha provato a sparigliare le carte anticipando l’ultima sosta, ma questa mossa non ha sortito alcun effetto significativo se non quello di guadagnare un paio di posizioni ai danni di Andretti e Bourdais, un fatto positivo per lui ma insufficiente per permettergli di scavalcare Scott Dixon in classifica generale.

Negli ultimi giri Rossi è stato costretto a gestire le gomme e soprattutto il carico di etanolo perdendo parecchio terreno nei confronti dei primi: ad una dozzina di tornate dalla conclusione è stato passato dal suo compagno di squadra Andretti, mentre all’ultimo giro anche Bourdais è riuscito ad avere la meglio su di lui. Alla fine Rossi ha tagliato il traguardo per inerzia in settima posizione, oramai senza più una goccia di etanolo nel suo serbatoio. Si infrange così il sogno di Rossi di conquistare il suo primo titolo Indycar, ma il pilota della #27 sarà sicuramente tra i grandi protagonisti anche nel prossimo campionato.

Per quanto riguarda gli altri piloti al traguardo, Pagenaud ha terminato una stagione complicata con un buon quarto posto mentre Marco Andretti ha conquistato il suo secondo miglior risultato stagionale artigliando il quinto posto. Sesta posizione per Bourdais, che con questo risultato sale al settimo posto in classifica generale; alle spalle di Rossi troviamo Josef Newgarden, che ha rovinato la sua gara avendo fatto spegnere il motore in occasione del suo primo rifornimento. Straordinario il nono posto di Patricio O’Ward, che nonostante le evidenti e comprensibili difficoltà nella gestione degli pneumatici ad inizio gara ha conquistato subito un piazzamento in top-10 regalando al team Harding il miglior risultato stagionale. Decimo Ed Jones, che con ogni probabilità è giunto alla sua ultima gara col team Ganassi.

Due piloti si sono ritirati in questa gara, ovvero Spencer Pigot e Takuma Sato; entrambi sono stati fermati da problemi meccanici, con il motore Honda del giapponese che è esploso in una scenografica nuvola di fumo bianco dopo pochi giri. Graham Rahal ha invece provocato l’unica caution di giornata dopo essersi fermato a bordo pista verso metà gara a causa di un problema sulla sua monoposto: l’americano è riuscito a riprendere la via della pista dopo essere rientrato ai box, tagliando però il traguardo con ben 19 giri di ritardo dal vincitore.

Per il campionato Indycar 2018 è tutto: Scott Dixon è campione per la quinta volta, Honda ha battuto Chevrolet nel campionato Costruttori per la prima volta da quando la Casa del cravattino è tornata in Indycar.

Il prossimo campionato Indycar inizierà a St.Petersburg nel weekend del 10 marzo; in mezzo ci sarà una lunga off-season che sarà ricca di test e soprattutto di annunci in merito alla composizione della griglia del 2019: proprio in questi giorni Sebastien Bourdais e Takuma Sato sono stati confermati dalle rispettive squadre, ma le notizie più attese sono quelle riguardanti il possibile ingresso di nuovi team oppure l’espansione dei programmi di team già esistenti. In questo contesto si inserisce anche la figura di Fernando Alonso, che l’anno prossimo potrebbe correre a tempo pieno nella Indycar Series.

Per quest’anno è tutto. Arrivederci al 2019!

La cronaca

Alla partenza Hunter-Reay tiene la testa seguito da Dixon, mentre Newgarden conserva il terzo posto. Il colpo di scena più grande si verifica però alle spalle di Andretti, con Rossi che lo tampona proprio al momento della partenza rompendo l’ala anteriore e bucando uno pneumatico. Il californiano è costretto a rientrare ai box per le riparazioni del caso e torna in pista in ultima posizione con quasi un giro di ritardo sui primi.

Dopo i primi giri Hunter-Reay conserva la prima posizione con un secondo di vantaggio su Dixon e tre su Newgarden, che a sua volta è tallonato da Marco Andretti e Patricio O’Ward.

Dopo i primi giri proprio O’Ward inizia a fare un pochino da tappo creando dietro a sé un trenino composto da Rahal, Power, Bourdais e Sato. All’11° giro la situazione si sblocca: O’Ward arriva lungo alla chicane 9-9A e permette a Rahal di affiancarlo in uscita, ma dietro a loro sopraggiunge come un fulmine Will Power che scavalca entrambi prendendosi la quinta posizione; dietro a lui Rahal sale al sesto posto e anche Bourdais scavalca O’Ward, in evidente crisi con le gomme posteriori, salendo al settimo posto.

Dopo un solo giro iniziano le soste per chi prevede tre soste e i primi a rientrare sono Pagenaud e Pigot seguiti dopo un solo giro da Veach, Hinchcliffe e Herta.

Verso il 15° giro il vantaggio di Hunter-Reay su Dixon è salito a tre secondi e mezzo; il neozelandese, a sua volta, è stato raggiunto da Newgarden che ora si trova ad un solo secondo da lui. Al termine del 14° giro si fermano Rahal, Sato, Kanaan, Jones e O’Ward, andando ad infoltire il gruppo di piloti focalizzati sulle quattro soste.

Al 16° giro esplode il motore Honda sulla monoposto #30 di Takuma Sato, che però fortunatamente riesce a riportare la macchina ai box. Al termine dello stesso giro si fermano Hunter-Reay e Dixon, mentre Newgarden resta in pista portandosi al comando della gara. Dopo un ulteriore giro rientra ai box anche Newgarden, che però al momento di ripartire dalla sua piazzola fa spegnere il motore perdendo parecchi secondi; al suo rientro in pista il campione in carica è solamente nono alle spalle di Ed Jones. L’ultimo a rientrare per la sua prima sosta è Will Power, che si ferma al termine del 18° giro ripartendo alle spalle di Graham Rahal.

Il maggior beneficiario della prima tornata di pit stop è Simon Pagenaud, risalito fino al terzo posto alle spalle di Hunter-Reay e Dixon. Dopo 20 giri il distacco tra i primi due è di un paio di secondi, mentre Pagenaud segue a 7 secondi con Andretti a 8, Rahal a 11 e Power a 12.

Al termine del 25° giro Rossi rientra ai box per la sua seconda sosta, la prima di quelle programmate, dopo aver percorso gli ultimi giri letteralmente sulle uova. Il pilota del team Andretti monta gomme dure e fa il pieno, ma al momento di tornare in pista è già stato doppiato sia da Hunter-Reay che da Dixon.

Al 27° giro viene finalmente effettuato un sorpasso per le prime posizioni con Will Power che si riprende la posizione su Graham Rahal, persa in occasione del primo round di pit stop; davanti a lui ora c’è Marco Andretti, con un vantaggio di due secondi e mezzo.

Verso il 30° giro le gomme morbide sulla macchina di Pagenaud iniziano ad andare in crisi e il francese viene raggiunto da Andretti e da Power, che dal canto suo ha accumulato un robusto vantaggio su Rahal. Davanti a loro Rossi è giunto in scia a Dixon e inizia a pressarlo per sdoppiarsi e tornare nel giro del leader; al 34° giro si arriva molto vicino alla collisione tra i due, ma Dixon riesce a restare davanti al suo avversario.

Al termine del 35° giro si ferma Simon Pagenaud per la sua seconda sosta, mentre Ed Jones scavalca Rahal al tornante più lontano dai box; proprio quest’ultimo rientra ai box pochi secondi dopo Newgarden per passare dalle gomme morbide alle dure. Sempre in questi frangenti di gara, Rossi riesce finalmente a sdoppiarsi da Dixon, giungendo così ad un solo passo dal tornare a pieni giri.

Al 36° giro rientra ai box Newgarden, che stavolta anticipa la sosta al contrario di quanto fatto ad inizio gara; al giro successivo si ferma anche Andretti, che però non riesce a balzare davanti a Pagenaud.

Al 39° giro Hunter-Reay rientra ai box per la sua seconda sosta dopo aver bisticciato un pochino con il suo compagno di squadra Rossi che stava provando a sdoppiarsi; assieme ad Hunter-Reay si ferma anche Dixon, che però a causa di alcuni doppiati ha perso parecchio tempo nei confronti della monoposto in prima posizione.

Il secondo round di pit stop non cambia la situazione: Hunter-Reay è sempre in testa con 6 secondi di vantaggio su Dixon, 14 su Pagenaud, 15 su Andretti e 20 su Power; al sesto posto è risalito Bourdais che precede Newgarden e Rahal.

Al 44° giro arriva la prima caution di giornata: anche la seconda monoposto del team Rahal-Letterman è costretta al ritiro a causa di un problema meccanico, però Graham non riesce a riportare la macchina ai box ed è costretto a parcheggiarla a bordo pista. La tempistica della caution è perfetta per Rossi, che si era fermato proprio nel giro precedente rientrando in pista davanti a Hunter-Reay: in questo momento il californiano può riaccodarsi al gruppo, annullando così il minuto abbondante di svantaggio accumulato nei confronti dei leader.

Rossi torna ai box al 46° giro assieme ad alcuni altri piloti per fare il pieno di etanolo ed allungare quindi il penultimo stint di gara; durante la sosta il californiano mette le gomme più morbide, le più veloci ma anche le meno durevoli sul passo gara.

In questa fase di pace car arriva anche il terzo ritiro della gara per problemi meccanici, quello di Spencer Pigot; questo fatto, unito ai due punti già matematicamente guadagnati da Hunter-Reay per aver condotto più giri di tutti, esclude automaticamente Power e Newgarden dalla contesa per il titolo, che ora è ristretta solamente a Dixon e Rossi.

Al 50° giro si riparte con la classifica immutata rispetto ai giri precedenti: Hunter-Reay è sempre in testa davanti a Dixon, Pagenaud e Andretti. Ancor prima della ripartenza si scatena la confusione alla staccata dell’ultimo tornante con Muñoz che finisce in testacoda. I primi due allungano immediatamente con Dixon che prova a mettere pressione a Hunter-Reay, mentre Rossi guadagna immediatamente alcune posizioni approfittando delle gomme morbide risalendo al 12° posto.

La rimonta di Rossi non si ferma qui: al 51° giro scavalca Josef Newgarden con una manovra molto decisa alla staccata dell’ultima curva, rifilando anche una ruotata al rivale, e al giro successivo si libera agilmente sia di Hinchcliffe che di Fittipaldi. Al 54° passaggio il californiano guadagna l’ottava posizione scavalcando Kanaan, che dal canto suo non ha opposto molta resistenza, ripetendosi al giro successivo anche nei confronti di Ed Jones, compagno di squadra di Dixon al team Ganassi. Mentre Rossi proseguiva nella sua rimonta, davanti a lui Power ha guadagnato il quarto posto ai danni di Andretti.

Al termine del 59° giro Rossi rientra ai box per la sua ultima sosta di giornata, ma dopo una sola tornata si ferma anche Dixon per proteggersi le spalle dall’arrivo di un’eventuale caution. La sosta viene effettuata senza particolari problemi e Dixon torna in pista abbondantemente davanti a Rossi. Nello stesso giro di Dixon si ferma anche Newgarden.

Al 62° giro anche Ryan Hunter-Reay si ferma ai box per l’ultima volta in questa gara: la sosta viene completata regolarmente e il campione Indycar 2012 torna in pista abbondantemente davanti a Dixon. Al 63° giro si ferma anche Will Power, che al momento di tornare in pista si trova davanti al compagno di squadra Pagenaud; i due duellano per alcune curve, con Pagenaud che prova ad approfittare del vantaggio delle gomme più calde, ma l’australiano stringe i denti e tiene dietro a sé il compagno di squadra.

A situazione stabilizzata Hunter-Reay è sempre al comando davanti a Dixon, Power, Pagenaud e Rossi, che nel valzer dei pit stop è riuscito a scavalcare anche Andretti e Bourdais, che ora occupano la sesta e la settima posizione.

A 15 giri dalla fine Power è ormai in scia a Dixon, con quest’ultimo che ha ricevuto espressamente ordine dal suo stratega, Mike Hull, di non perdere tempo con Power se quest’ultimo si trovasse in condizione di attaccare. Tre giri dopo Andretti scavalca Rossi, in palese difficoltà con le gomme più dure; in questo momento le uniche speranze del pilota della #27 risiedono in un possibile ritiro di Dixon, l’unico evento che gli consentirebbe di annullare lo svantaggio di 29 punti in classifica.

Dopo 75 tornate Hunter-Reay è sempre al comando con 4 secondi di vantaggio di Dixon, 6 su Power, 8 su Pagenaud, 15 su Andretti e 16 e mezzo su Rossi. Bourdais è settimo davanti a Newgarden, mentre al nono posto è risalito Patricio O’Ward, bravissimo ad approfittare sia delle concitate fasi della ripartenza, sia dell’ultima tornata di pit stop; la top-10 si completa con Ed Jones.

Negli ultimi giri l’unica battaglia in pista è quella per la sesta posizione, con Rossi costretto a difendersi disperatamente dagli ultimi attacchi di Sebastien Bourdais; gli attacchi del francese giungono a buon fine all’ultimo giro, quando Rossi è costretto a rallentare trovandosi in crisi con l’etanolo.

Sotto la bandiera a scacchi giunge per primo Ryan Hunter-Reay che precede Scott Dixon, campione Indycar per la stagione 2018. Power è terzo davanti a Pagenaud, Andretti, Bourdais e Rossi, che taglia il traguardo al settimo posto. La top-10 è completata da Josef Newgarden, un incredibile Patricio O’Ward ed Ed Jones.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/FollowAndretti

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