Indycar | Hinchcliffe risorge in Iowa

IndyCar
Tempo di lettura: 11 minuti
di Andrea Gardenal
9 Luglio 2018 - 00:12
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Sembrava essere stato definitivamente messo in ombra da Robert Wickens, costantemente più veloce di lui in questa prima parte di stagione; ad aggravare la situazione ci si è messa anche l’onta della mancata qualifica alla 500 Miglia di Indianapolis. Il weekend in Iowa sembrava la fotocopia di tanti altri vissuti in questo campionato, con Wickens settimo in griglia e lui solamente 11°, ma in gara le cose hanno preso una piega completamente diversa: dopo quasi un anno e mezzo di digiuno, James Hinchcliffe è finalmente tornato sul gradino più alto vincendo per la seconda volta in carriera la Iowa 300.

La gara è stata dominata a lungo da Josef Newgarden, che ha preso il comando della gara dopo una ventina di giri e non l’ha più mollato per oltre 200 tornate; il campione Indycar in carica ha dominato in scioltezza doppiando quasi tutti i suoi rivali, ma Hinchcliffe è sempre riuscito a rimanergli sufficientemente vicino. La stoccata vincente è arrivata dopo l’ultima tornata di pit stop a meno di 50 giri dal traguardo, quando Hinchcliffe ha infilato Newgarden all’interno di curva 3 approfittando della presenza di alcuni doppiati davanti a loro.

Da quel momento il divario tra i due si è ampliato e ristretto in funzione del traffico incontrato, ma Newgarden non è mai stato sufficientemente vicino per poter provare un nuovo attacco e riprendersi il comando della gara.

Il colpo di scena che avrebbe potuto cambiare il volto della gara è arrivato a 7 giri dalla fine quando Carpenter ha compiuto un mezzo testacoda all’uscita di curva 2 prima di essere (involontariamente) rimesso in carreggiata da un colpo da parte di Takuma Sato. Il contatto tra i due ha portato alla perdita di alcuni detriti in pista e ha quindi forzato la direzione gara a mandare in pista la pace car. A 4 giri dalla fine la pit lane è stata aperta e il gruppo si è diviso: Hinchcliffe, Pigot e Sato sono rimasti in pista, Newgarden e Wickens (gli unici due altri piloti a pieni giri) sono rientrati per montare gomme nuove da sfruttare nello sprint finale.

Lo sprint finale, tuttavia, non c’è mai stato: la procedura di ripartenza è andata per le lunghe il 300° e ultimo giro è stato compiuto ad andatura limitata alle spalle della pace car. James Hinchcliffe ha quindi tagliato per primo il traguardo davanti a Spencer Pigot (al miglior risultato in carriera) e Takuma Sato. Quarto posto per Newgarden, quinto Wickens. Tutti gli altri doppiati: Will Power ha chiuso al sesto posto limitando i danni al termine di una gara difficile, Rahal al settimo e Pagenaud all’ottavo. La top-10 è completata da Alexander Rossi, che ha perso molto tempo dopo aver fatto spegnere il motore nel corso del primo pit stop, ed Ed Carpenter.

Peggio ancora è andata a Scott Dixon, che non è mai riuscito a trovare l’assetto ottimale per tutta la durata della gara: il neozelandese ha chiuso 12° a 4 giri, ma i risultati non eccezionali dei suoi diretti rivali nella lotta per il titolo gli hanno permesso di limitare notevolmente i danni. Fuori gara Ryan Hunter-Reay, fermato da problemi meccanici ad una ventina di tornate dalla conclusione della gara.

In classifica generale Dixon conserva la prima posizione con 411 punti, ma il suo vantaggio nei confronti del diretto inseguitore scende da 45 a 33 punti; alle sue spalle c’è ora Josef Newgarden con 378 punti seguito da Rossi a 370, Hunter-Reay a 359 e Power a 358.

La cronaca

Power scatta bene dalla pole position mantenendo la prima posizione seguito da Newgarden, Hunter-Reay e Pagenaud: i primi conservano i posti di partenza, ma già al secondo giro Rossi guadagna una posizione scavalcando il francese del team Penske; il duello tra i due non si arresta e al quarto giro Pagenaud si riprende il quarto posto che occupava al via.

Come prevedibile in virtù della ridotta lunghezza della pista, dopo una decina di giri Power è già in scia a Leist, il primo pilota che si appresta ad essere doppiato. Nelle prime tornate l’unico cambiamento di rilievo è rappresentato dalla rimonta di James Hinchcliffe, che in breve tempo risale dall’undicesimo al quinto posto; parallelamente il suo compagno di squadra Wickens non riesce a trovare lo stesso feeling e scivola dalla settima posizione di partenza alla nona.

Al 24° giro si verifica il primo cambiamento al vertice della gara: Will Power viene leggermente ostacolato da Marco Andretti durante una fase di doppiaggio e Newgarden ne approfitta immediatamente per scavalcarlo e portarsi al comando. Il campione in carica si trova molto bene nel nuovo ruolo di leader della gara e in breve tempo porta a due secondi il proprio vantaggio nei confronti del compagno di squadra.

Nel frattempo la rimonta di Hinchcliffe prosegue e, dopo essersi messo alle spalle Pagenaud, si mette in scia a Ryan Hunter-Reay superandolo all’inizio del 38° giro all’interno di curva 1-2; tre giri dopo il canadese raggiunge e infila Power con grande agilità guadagnando la seconda posizione.

Davanti a lui, tuttavia, Newgarden sembra imprendibile e dopo 42 giri ha un vantaggio su Hinchcliffe di 8 secondi e mezzo, che all’Iowa Speedway corrispondono a mezzo giro. A centro gruppo è da segnalare anche la buona gara di Zach Veach, risalito in questa prima parte di gara fino all’ottavo posto; al 49° giro il rookie del team Andretti guadagna un’ulteriore posizione nei confronti di Dixon, che in questa fase di gara sembra soffrire molto venendo tanto da essere doppiato all’inizio del 52° giro.

Nel frattempo Tony Kanaan è il primo pilota a rientrare ai box per una sosta di routine ripartendo ovviamente in fondo al gruppo; qualche giro prima si era fermato anche il suo compagno di squadra Matheus Leist, ma nel caso del rookie brasiliano si tratta di un ritiro per problemi di assetto.

Man mano che le gomme si consumano i valori in campo cambiano e iniziano ad emergere piloti che nella prima parte di gara mostravano qualche difficoltà; l’unico che procede imperterrito è Josef Newgarden, che continua a comandare la gara con un buon vantaggio su Hinchcliffe; dopo 70 giri di gara ci sono solamente 7 piloti a pieni giri.

Tra i leader il primo a fermarsi è Simon Pagenaud, che effettua il suo rifornimento al termine del 70° giro; quattro giri dopo si ferma anche Hunter-Reay. Al 76° passaggio è Hinchcliffe a rifornire. Newgarden si ferma al termine del giro numero 80; poco davanti a lui rientrano anche Wickens e Power, che stavano per essere doppiati dal leader della gara. Nell’arco di un paio di tornate si fermano anche tutti gli altri.

Durante questo giro di pit stop si verificano due problemi, entrambi presso il team Andretti: la macchina di Veach prende fuoco durante il rifornimento, proprio come era accaduto durante la 500 Miglia di Indianapolis, ma anche in questo caso Veach riesce a proseguire senza particolari problemi; peggio va ad Alexander Rossi, che fa spegnere il propulsore alla ripartenza ed è costretto a perdere svariati secondi per la rimessa in moto.

Una volta terminate le soste Newgarden mantiene la prima posizione con un buon vantaggio nei confronti di Hinchcliffe, che però ha portato il gap al di sotto dei 5 secondi; solamente 8 piloti sono a pieni giri in questa fase di gara: Newgarden, Hinchcliffe, Pagenaud, Hunter-Reay, Pigot (autore di un’ottima rimonta nel primo stint di gara), Sato, Power (scivolato al settimo posto) e Wickens. Al 101° giro Pigot sale al quarto posto scavalcando Hunter-Reay.

La situazione continua ad evolvere, Newgarden doppia Wickens e si appresta a sbarazzarsi anche del compagno di squadra Power; al giro 108 Newgarden prova il doppiaggio, ma i due quasi vengono in contatto e l’americano è costretto ad alzare il piede “rischiando” che Wickens si sdoppiasse.

All’inizio del giro 112 Pigot guadagna un’altra posizione e sale al terzo posto scavalcando Pagenaud; poco dietro a lui Power viene doppiato da Newgarden e dopo pochi secondi perde il settimo posto a vantaggio di Wickens. L’australiano ha evidenti problemi di assetto e in un’occasione rischia di toccare il muro all’uscita di curva 2. Non ha invece problemi Newgarden che doppia Dixon per la seconda volta e dopo poco si sbarazza anche di Hunter-Reay.

L’unico che riesce a tenere il ritmo di Newgarden è Hinchcliffe: a seconda della tempistica dei doppiaggi il loro divario oscilla tra i due e i cinque secondi, ma il pilota canadese riesce in generale a mantenere il ritmo del leader; Pigot è terzo a 15.

La prima caution arriva al 140° giro, poco prima di metà gara, quando la macchina di Veach va leggermente in sovrasterzo e il pilota americano, nel tentativo di controllarla, la spedisce contro il muretto esterno. L’impatto non è particolarmente violento e Veach riesce a proseguire, ma la direzione gara decide di mandare in pista la pace car per la prima volta nel corso di questa gara.

Al momento dell’apertura della pit lane i primi a fermarsi sono i piloti nel giro del leader, che sono solamente quattro: Newgarden, Hinchcliffe, Pigot e Sato; alla ripartenza le loro posizioni non sono cambiate. La pace car permette ai doppiati di recuperare un giro e alla ripartenza ci sono 10 concorrenti nel lead lap; il primo dei doppiati è Scott Dixon.

Si riparte a metà gara, all’inizio del 150° giro: Pigot attacca Hinchcliffe che prova a resistere, ma il pilota del team Carpenter si prende la seconda posizione dopo aver compiuto un intero giro fianco a fianco. Dopo un paio di giri il canadese si riprende la posizione e si mette a caccia di Newgarden.

La situazione prosegue tranquilla per alcuni giri finché al 165° giro Power guadagna la settima posizione scavalcando Hunter-Reay. Poco prima del 170° giro ricominciano i doppiaggi, mentre al 171° Sato attacca Pigot e lo supera portandosi al terzo posto.

Al 214° giro Hinchcliffe perde per una frazione di secondo il controllo della macchina ed è costretto ad allargare la traiettoria e a rallentare; chi ne approfitta è Sato, che guadagna la seconda posizione.

I primi a rientrare per l’ultima sosta sono Hunter-Reay e Pigot, seguiti a ruota da Hinchcliffe e Newgarden. Per Hunter-Reay, tuttavia, non si tratta di una sosta di routine e dopo un paio di giri è costretto a rientrare nuovamente ai box.

Terminato il giro di soste Newgarden si trova ancora al comando seguito da Pigot, Hinchcliffe, Wickens e Sato, con quest’ultimo che ha pagato caro la scelta di essere l’ultimo a rientrare tra i piloti nel giro del leader.

A 60 giri dalla fine si accende la lotta per la seconda posizione, con Hinchcliffe che è nuovamente in scia a Pigot; quest’ultimo, a sua volta, inizia a ricucire il gap dal leader approfittando di alcuni doppiaggi e a 50 giri il divario tra i primi due è sotto al secondo.

Al giro 251 Hinchcliffe opera sorpassa in modo deciso ma pulito Pigot e risale al secondo posto, mentre nel frattempo Newgarden ha riportato Dixon a due giri di ritardo.

Al 256° giro Hinchcliffe attacca Newgarden e lo supera all’ingresso di curva 3-4 portandosi al comando della gara; dopo un paio di giri il canadese opera un difficile doppiaggio nei confronti di Will Power, ma una volta liberatosi dell’australiano riesce ad allungare nei confronti di Newgarden.

A 36 giri dalla fine rientra ai box Scott Dixon per una sosta fuori programma: il leader del campionato riparte dopo pochi secondi, ma il suo distacco da Hinchcliffe è di 4 giri.

Al 280° giro si verifica un nuovo avvicendamento, questa volta per il gradino più basso del podio: approfittando di una complicata fase di doppiaggio, Wickens attacca Spencer Pigot e gli soffia la terza posizione portandosi alla spalle di Newgarden con un ritardo di 5 secondi; il campione in carica, a sua volta, paga circa 5 secondi di ritardo da Hinchcliffe, che in questi ultimi giri è finalmente riuscito ad allungare in modo deciso. A 13 giri dalla fine si chiude definitivamente la gara di Hunter-Reay dopo l’ennesimo pit stop non previsto.

A 7 giri dalla fine arriva la seconda caution di giornata: Ed Carpenter perde il controllo della monoposto all’uscita di curva 2 e parte in testacoda; fortunatamente per lui da dietro arriva Takuma Sato che, involontariamente, gli dà un colpo che gli permette di raddrizzare la macchina e proseguire. La collisione tra i due ha però portato alcuni detriti in pista e il direttore di gara è stato costretto a mandare nuovamente in pista la pace car.

A 4 giri dalla fine si apre la pit lane e la battaglia in pista si trasforma in una guerra di nervi: Newgarden e Wickens rientrano ai box con l’obiettivo di sfruttare al massimo le gomme nuove nell’ultima ripartenza lampo, gli altri piloti nel giro del leader restano in pista scommettendo su una ripartenza brevissima. Sono questi ultimi ad aver ragione: la pace car rimane in pista fino all’ultimo giro e la ripartenza della gara non viene mai data. Hinchcliffe taglia quindi per primo il traguardo davanti a Spencer Pigot e Takuma Sato. Newgarden chiude al quarto posto davanti a Wickens, ultimo pilota a pieni giri.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/IndyCar

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