Indycar | GP Toronto: Newgarden sbaglia, Dixon ringrazia

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Andrea Gardenal
16 Luglio 2018 - 00:18
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Il Gran Premio di Toronto ha rappresentato un vero e proprio banco di prova per i nervi dei piloti coinvolti nella lotta al titolo: alla fine tutti, chi più chi meno, hanno commesso almeno un errore, un’imperfezione, una sbavatura, ma solamente uno è riuscito a non riportare i danni. Ad uscire vincitore dalla lotteria di Toronto è stato Scott Dixon, che per l’ennesima volta ha dimostrato come quattro campionati non si vincono per caso: il neozelandese ha ereditato la testa della gara alla ripartenza dopo la prima neutralizzazione quando Newgarden, che aveva guidato la gara nella sua prima frazione, è andato largo all’uscita dell’ultima curva; la monoposto #1 non si è danneggiata in maniera irreparabile, ma il campione in carica è stato comunque costretto ad una sosta di emergenza che l’ha tagliato fuori dalla lotta per le prime posizioni.

Anche gli altri contendenti al titolo hanno commesso errori più o meno gravi: Power ha toccato il muro di curva 11 dopo la prima tornata di pit stop ed è stato costretto a delle riparazioni importanti che gli hanno fatto perdere un giro nei confronti della testa della gara; alla successiva ripartenza l’australiano è poi stato coinvolto in un altro incidente, innescato da Graham Rahal, nel quale ha fatto spegnere il motore perdendo un ulteriore giro.

Poco dopo la toccata di Power contro il muro anche i due piloti di punta del team Andretti si sono autoeliminati dalla gara: Alexander Rossi ha toccato Will Power durante un tentativo di sorpasso danneggiando l’ala anteriore ed è stato costretto ad una sosta d’emergenza ai box; pochi secondi dopo Hunter-Reay è arrivato lungo alla staccata di curva 3 ed è finito contro le gomme di protezione, provocando la prima neutralizzazione di giornata. Entrambi sono successivamente stati coinvolti nell’incidente provocato da Rahal, con Rossi che è letteralmente decollato sopra alla monoposto del team Rahal-Letterman.

La debacle dei contendenti al titolo ha inevitabilmente riportato al vertice i comprimari: al secondo posto è arrivato Simon Pagenaud, mentre Robert Wickens si è piazzato sul gradino più basso del podio. I due sono arrivati ai ferri corti al termine dell’ultima tornata di pit stop: Wickens ha toccato col muso la parte posteriore della macchine del francese alla staccata di curva 1; nella successiva accelerazione verso curva 3 il canadese ha provato un nuovo attacco approfittando delle gomme fresche, ma il francese ha resistito duramente mantenendo la seconda posizione.

Quarto posto per James Hinchcliffe, che dopo la vittoria dell’Iowa conquista altri punti importanti, mentre Charlie Kimball ha portato a casa un importantissimo quinto posto per Carlin, che ottiene così il miglior risultato della sua breve storia in Indycar. Tony Kanaan ottiene il suo miglior risultato stagionale grazie ad un buon sesto posto mentre Veach chiude alle sue spalle in settima posizione; ottavo e nono posto per Rossi e Newgarden, mentre Andretti completa la top-10. Il figlio e nipote d’arte ha occupato la quarta posizione fino al penultimo giro, quando è stato richiamato ai box per un rabbocco rapido di etanolo. Tra gli altri contendenti al titolo, Hunter-Reay e Power hanno tagliato il traguardo rispettivamente in sedicesima e diciottesima posizione.

Tra i ritirati figurano Pigot, Sato e Chilton: quest’ultimo è stato la principale vittima dell’incidente provocato da Rahal dopo la prima ripartenza, mentre gli altri due sono andati a sbattere da soli contro il muretto di curva 11; al contrario di Newgarden e Power, che sono riusciti a proseguire la gara, sia Sato che Pigot sono stati costretti a parcheggiare la loro monoposto.

Con la gara di oggi Dixon rafforza ulteriormente la sua leadership portandola a 464 punti contro i 402 di Newgarden e i 394 di Rossi; ancora più staccati Hunter-Reay e Power, il cui ritardo dalla vetta del campionato ora sfiora i 100 punti.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per la 200 Miglia di Mid-Ohio che si disputerà tra due settimane.

La cronaca

Dalla prima fila partono bene Newgarden e Dixon che mantengono le rispettive posizioni, ma dalla terza fila emerge alla grande Hunter-Reay che si porta al terzo posto davanti a Power; brutto avvio di Pagenaud che scivola settimo dietro a Rossi e Sato; sul finire del giro Rossi attacca Power che si difende e costringe il suo rivale ad allargare; da questa situazione trae vantaggio Takuma Sato, che riesce a guadagnare un’ulteriore posizione. Superata la tensione del primo giro i primi due iniziano ad allungare mentre il resto del gruppo si sgrana con Hunter-Reay che scivola ad oltre due secondi dalla coppia di testa.

La gara procede tranquillamente fino al 14° giro, quando Newgarden si trova davanti il doppiato Ed Jones che ha deciso di anticipare molto il primo rifornimento; Jones gira più lento dei primi e Newgarden viene bloccato dal pilota di Ganassi, ma alle sue spalle Dixon non riesce ad approfittare della situazione per effettuare un sorpasso. Alla fine del 15° giro rientra ai box Hinchcliffe seguito dopo un giro da Wickens; i due piloti del team Schmidt-Peterson sono i primi tra quelli all’interno della top-10 a rientrare per il rifornimento.

Dopo 20 giri di gara Newgarden è al comando con 2 secondi su Dixon, 5 su Hunter-Reay e 6 su Power. Al 22° giro un brivido percorre la schiena dei primi quando Bourdais va in testacoda all’uscita di curva 1 intraversandosi in una posizione molto pericolosa; Hunter-Reay e Pagenaud rientrano immediatemente ai box per prevenire un’eventuale caution, ma Bourdais riesce a tenere il motore acceso e la pace car rimane ai box. Un giro dopo, alla fine del 23°, si fermano i primi due piloti in gara mentre Power effettua il rifornimento al termine del 24° giro. La scelta di posticipare la sosta avvantaggia notevolmente Power, che al suo rientro in pista si ritrova davanti a Hunter-Reay.

Poco dopo la sosta, tuttavia, Power tocca il muretto all’esterno di curva 11 (l’ultima prima del traguardo) danneggiando la sospensione; l’australiano riesce a proseguire, ma in questo frangente le prestazioni della sua monoposto sono compromesse e al 27° giro viene scavalcato da Hunter-Reay. Dopo un solo giro, tuttavia, Hunter-Reay arriva lungo alla staccata di curva 3 facendo spegnere il motore, mentre pochi secondi prima Rossi aveva toccato Power durante un tentativo di sorpasso danneggiando l’ala anteriore.  La presenza della macchina di Hunter-Reay a bordo pista con il motore spento costringe il direttore di gara a mandare in pista la pace car per la prima volta, mentre le due macchine di punta del team Andretti scivolano in fondo al gruppo.

All’apertura della pit lane non si fermano solamente Jordan King e Graham Rahal, che nel frattempo si erano portati al comando della gara avendo ritardato la sosta, ma anche Will Power: l’australiano approfitta della caution per effettuare le riparazioni necessarie alla sospensione, ma l’intervento dei meccanici gli fa comunque perdere un giro rispetto al leader della gara.

Si riparte al 34° giro con Newgarden al comando davanti a Dixon e Sato, che conferma le buone prestazioni di queste ultime gare. Al momento della ripartenza, tuttavia, Newgarden arriva largo toccando il muro all’esterno dell’ultima curva e provocando scompiglio a centro gruppo: Wickens approfitta della situazione per risalire dal quinto al secondo posto, mentre Rahal tampona Chilton spedendolo contro le gomme di protezione all’esterno della prima curva; in fase di accelerazione Rahal va in testacoda e provoca ulteriore confusione; nella carambola che ne segue rimangono coinvolti anche Hunter-Reay, Bourdais e Rossi, con quest’ultimo che viene letteralmente lanciato in aria dalla monoposto #15; in fondo al gruppo, infine, Power arriva lungo in curva 1 e si incastra a sua volta nelle protezioni.

A livello di classifica la situazione è completamente rivoluzionata: Dixon si trova al comando seguito da Robert Wickens, che è stato il più bravo ad approfittare della confusione provocata da Newgarden per guadagnare tre posizioni; terzo è Pagenaud davanti a Sato, Andretti e Hinchcliffe. La bandiera verde viene esposta nuovamente al 40° giro: in questo caso la ripartenza è molto più tranquilla col solo Hinchcliffe che perde una posizione a vantaggio di Kanaan; la situazione è più caotica a centro gruppo, ma fortunatamente questa volta tutto si risolve senza ulteriori incidenti.

Al 41° giro Andretti attacca Sato nel rettilineo che porta alla curva 3, ma il giapponese mantiene la traiettoria interna e conserva la quarta posizione. La scena si ripete al giro successivo, ma questa volta Andretti riesce a completare la manovra e a prendersi il quarto posto. Pochi secondi dopo si va ancora in regime di caution perché Binder rimane fermo in curva 8 col motore spento obbligando i commissari ad un intervento di emergenza per rimettergli in moto la macchina.

Al 45° giro si riparte con Dixon che mantiene la prima posizione davanti a Wickens e Pagenaud. La gara procede tranquillamente fino al 52° giro quando Sato rientra ai box per la sua ultima sosta; dopo una tornata si ferma anche Hinchcliffe, mentre al passaggio successivo tocca a Wickens rifornire; alle spalle del pilota canadese si fermano anche Newgarden e Rossi, con quest’ultimo che riesce a scavalcare il campione in carica grazie ad una sosta molto rapida da parte dei meccanici.

Al 55° giro si ferma anche Dixon mentre Pagenaud rimane in pista; la sosta del neozelandese non è perfetta perché il meccanico addetto alla sostituzione dell’anteriore sinistra perde il bullone, ma in ogni caso aveva accumulato un vantaggio tale da permettergli di ripartire davanti a Wickens dopo la sosta.

Al 56° giro si fermano anche Pagenaud e Andretti; il francese riesce a tornare in pista davanti a Wickens, che in curva 1 lo tocca senza conseguenze. I due usano immediatamente il push to pass con Wickens che si porta sulla traiettoria esterna in vista della staccata di curva 3; i due sono affiancati, Wickens può godere del vantaggio di gomme già in temperatura ma il francese resiste in modo duro ma corretto mantenendo così la seconda posizione. L’ultimo a fermarsi è Spencer Pigot, che rientra ai box al termine del 59° giro.

Al 67° giro termina la gara di Takuma Sato che tocca il muro all’uscita dell’ultima curva della pista danneggiando irrimediabilmente una sospensione. In testa alla gara, nel frattempo, Dixon viene bloccato da Ryan Hunter-Reay che, nella speranza che arrivi una caution, sta lottando per rimanere nel giro del leader. La presenza del pilota della Andretti Autosport rallenta Dixon, che nell’arco di pochi giri vede scendere il proprio vantaggio su Pagenaud da 8 a 2 secondi; questa situazione innervosisce il pilota del team Ganassi, che arriva perfino a toccare il muro all’uscita di curva 1.

La situazione si sblocca al 72° giro, quando finalmente Hunter-Reay rientra ai box per la sua ultima sosta di giornata. Quattro giri dopo finisce anche la gara di Spencer Pigot, che come Sato è finito fuori traiettoria all’ultima curva andando a colpire violentemente il muretto; Pigot riesce a riportare la macchina ai box, ma la sua gara non può proseguire.

A 5 giri dalla fine la situazione è ormai stabilizzata: Dixon è sempre in testa con 2 secondi su Pagenaud, 4 su Wickens, 10 su Andretti e 13 su Hinchcliffe, seguito da vicino da Charlie Kimball.

Negli ultimi giri l’unica insidia è rappresentata dal doppiaggio di Rene Binder, che d’altra parte avvantaggia Dixon permettendogli di estendere la leadership ad oltre quattro secondi. L’ultimo colpo di scena della gara è rappresentato dallo splash&go di Marco Andretti, che nell’ultimo stint di gara ha gestito male il carburante ed è stato costretto a rientrare ai box per una sosta d’emergenza con un solo giro ancora da percorrere; ne approfittano, tra gli altri, Rossi e Newgarden che guadagnano una posizione.

All’85° giro Scott Dixon taglia il traguardo e vince a Toronto per la terza volta; seconda posizione per Simon Pagenaud davanti a Robert Wickens.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/CGRindycar

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