Indycar | GP St.Petersburg: Newgarden trionfa nella prima gara stagionale

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Andrea Gardenal
10 Marzo 2019 - 21:24
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Prosegue il dominio del Team Penske sul circuito di St.Petersburg: dopo un paio di anni di assenza dal gradino più alto del podio a vantaggio di Sebastien Bourdais, il team del Capitano torna alla vittoria sulle strade della Florida, stavolta grazie a Josef Newgarden, che dal canto suo si aggiudica per la prima volta il Gran Premio di St.Petersburg. Per Penske si tratta del nono successo in 16 edizioni di questo evento. Alle spalle di Newgarden hanno concluso Scott Dixon, che ancora una volta non riesce a tagliare per primo il traguardo a St.Petersburg, e Will Power. Quarto posto per Felix Rosenqvist, autore di un ottimo debutto in Indycar, mentre Alexander Rossi ha tagliato il traguardo in quinta posizione.

La gara si è di fatto decisa in occasione del secondo round di pit stop: Rosenqvist e Power, che occupavano le prime due posizioni, hanno anticipato la sosta, ma così facendo sono tornati in pista alle spalle di Spencer Pigot e Marco Andretti, che giravano su un ritmo notevolmente più lento rispetto a quello dei primi; Newgarden, per contro, ha allungato il suo secondo stint di gara e così facendo ha guadagnato quei secondi che gli sono serviti per tornare in pista davanti a tutti; lo stesso ha fatto Dixon, che allungando la sosta è tornato in pista davanti al suo compagno di squadra.

Da quel momento, in assenza di neutralizzazioni, la gara è proseguita con grande regolarità e poche emozioni: gli unici brividi sono arrivati ad una decina di giri dalla fine quando la presenza di alcuni doppiati ha permesso a Dixon di dimezzare il suo svantaggio dalla leadership portandolo a meno di due secondi; al di là di questo episodio, tuttavia, la leadership di Newgarden è rimasta al sicuro fino alla bandiera a scacchi.

Buon sesto posto per James Hinchcliffe, primo tra i piloti che non corrono per i tre top-team, davanti a Simon Pagenaud; il francese ha messo a segno una buona rimonta dopo essere stato costretto a partire dalla 13ª posizione a causa dello svolgimento anomalo del primo turno di prove di ieri. Buona prestazione anche per altri due rookie, Colton Herta e Santino Ferrucci, che hanno chiuso rispettivamente all’ottavo e al nono posto, mentre Jack Harvey chiude in decima posizione con la monoposto del team Meyer-Shank.

Gara sfortunata per Ryan Hunter-Reay: dopo aver occupato costantemente le prime posizioni in tutti i turni di libere, il campione 2012 è stato costretto al ritiro dopo soli 20 giri a causa dell’esplosione del suo motore Honda, che ha causato la prima caution di giornata. La seconda e ultima caution è arrivata pochi giri dopo, quando Ed Jones è andato a muro in curva 9 travolgendo nella carambola anche l’incolpevole Leist.

Giornata no anche per Sebastien Bourdais, vincitore delle ultime due edizioni del GP di St.Petersburg: il francese ha concluso la sua gara dopo soli 11 giri, fermato a sua volta dalla rottura del motore Honda della monoposto #18. Nell’elenco dei ritirati figurano anche Ericsson (per un problema di pressione all’impianto idraulico) e Sato (per un problema al cambio).

La classifica del campionato rispecchia naturalmente quella d’arrivo di questa prima gara: Newgarden occupa la prima posizione con 53 punti seguito da Dixon con 40 e da Power con 37.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il weekend del 24 marzo, quando le monoposto più veloci d’America disputeranno la prima gara sul Circuit of the Americas di Austin.

La cronaca

Al via Power parte benissimo mentre Newgarden perde l’attimo per scattare giusto e viene insidiato dai due piloti di Chip Ganassi, con Rosenqvist che riesce a passare e a conquistare la seconda posizione. Sul traguardo del primo giro Power è al comando davanti a Rosenqvist, Newgarden, Dixon, Rossi e Hunter-Reay. Nei primi giri Rosenqvist si mette subito in scia a Power, mentre alle sue spalle Newgarden perde qualche decimo nei suoi confronti.

Dopo una decina di giri iniziano i primi pit stop per Andretti, Bourdais, Sato ed Ericsson e Rahal; al 13° giro Bourdais si ferma a causa di un problema al motore nella via di fuga e, per paura di una caution, Power rientra improvvisamente ai box lasciando il comando della gara a Rosenqvist; la neutralizzazione, tuttavia, non arriva, la macchina viene spostata rapidamente dietro al muro e si prosegue in regime di bandiera verde. La sosta fa perdere una ventina di secondi a Power, ma il vantaggio accumulato sul resto del gruppo (e le contemporanee soste di buona parte degli altri piloti) gli permette di ripartire in sesta posizione.

Al 17° giro si ferma ai box Rosenqvist, che riparte alle spalle di Power con un ritardo di circa 4 secondi; nel giro successivo si fermano anche Newgarden, Dixon e Hunter-Reay, col pilota di Penske che torna in pista davanti a Rosenqvist; quest’ultimo però, approfittando delle gomme in temperatura, riesce a riprendersi la seconda posizione “virtuale” alla staccata di curva 4. Al 19° giro si ferma anche Rossi e così Power torna tranquillamente in testa alla gara; il californiano riparte alle spalle di Kanaan (uno dei pochi a non essersi ancora fermato) e davanti ad Hunter-Reay.

Il primo giro di soste non modifica quindi la situazione: Power è al comando con 4 secondi di vantaggio su Rosenqvist, 6 su Newgarden e Dixon, 8 su Kanaan, 10 su Rossi e 11 su Hunter-Reay.

All’inizio del 20° giro esplode un altro motore Honda e stavolta è quello di Ryan Hunter-Reay, la cui macchina si ferma all’interno della staccata della prima curva avvolta da una nuvola di fumo bianco. Stavolta il direttore di gara non ha scelta ed è costretto a mandare in pista la pace car per la prima volta in questa stagione.

Al 24° giro si riparte: Rosenqvist esce benissimo dall’ultima curva, prende la scia di Power e con una gran staccata alla prima curva si porta al comando della gara. Power prova a riprendersi la testa nelle curve successive, ma deve desistere e lo svedese mantiene la prima posizione.

Al giro successivo Power esce ancora male dall’ultima curva a causa di un problema (fortunatamente temporaneo) al turbocompressore e Newgarden riesce ad affiancarlo; stavolta però Power tiene duro e con una gran staccata all’esterno della prima curva riesce a conservare la seconda posizione.

La bandiera verde non dura molto e al 26° giro arriva la seconda caution della giornata: Ed Jones tocca il muretto all’interno di curva 9 rompendo la sospensione anteriore destra e viene rimbalzato contro le barriere sulla sinistra, dalla parte opposta della pista; il posteriore della macchina rimane in traiettoria, vari piloti (tra cui Veach) lo sfiorano finché arriva Leist che lo colpisce in pieno strappando la sospensione posteriore sinistra della propria monoposto. Per entrambi il GP di St.Petersburg finisce qui e, dopo meno di 30 giri, rimangono in pista solamente 20 delle 24 monoposto partite.

Dopo un primo tentativo abortito, al 35° giro si riparte: tutto regolare nelle prime due posizioni mentre alle loro spalle Dixon prova un attacco su Newgarden, ma l’americano chiude la porta e conserva la terza posizione; Rossi prova a sua volta ad avvantaggiarsi della situazione, però anche lui non può far altro che mantenere la posizione.

I primi 5 allungano mantenendo le rispettive posizioni, mentre alle loro spalle si accende la lotta per la sesta posizione tra Jack Harvey e James Hinchcliffe: il canadese prova il sorpasso in un paio di occasioni, ma il pilota del team Meyer-Shank si difende bene. Poco dopo il 40esimo giro inizia un nuovo giro di pit stop per i piloti a centro e fondo classifica, mentre i primi 5 proseguono racchiusi in meno di 4 secondi.

I primi tra i leader a sparigliare le carte sono Power e Rossi, che si fermano al 51° giro seguiti a ruota da Pagenaud; nel giro successivo si ferma anche Rosenqvist, mentre Newgarden e Dixon restano in pista. Nonostante la presenza di Pigot davanti a sé, la sosta anticipata permette a Power di guadagnare quel secondo che gli serviva per prendere la testa “virtuale” della gara.

All’inizio del 54° giro Power si libera di Pigot, ma nel frattempo Newgarden ha portato ad oltre 26 secondi il suo vantaggio sul compagno di squadra. Un giro dopo Dixon rientra ai box per la sua seconda sosta ripartendo immediatamente alle spalle di Power e davanti a Rosenqvist. All’inizio del 56° giro, esattamente a metà gara, si ferma anche Newgarden che torna in pista al comando con un vantaggio rassicurante su Power, che dal canto suo è bloccato alle spalle di Marco Andretti.

Dopo un paio di giri Dixon affianca Power alla staccata della prima curva, l’australiano resiste ma in curva 2 Dixon incrocia e all’esterno di curva 3 sfila l’avversario guadagnando la terza posizione alle spalle di Andretti, che davanti a loro non si è ancora fermato. Mentre i primi effettuavano il loro giro di soste, Marcus Ericsson è rientrato ai box per ritirarsi a causa di un problema di pressione all’impianto idraulico.

Quando Marco rientra per il suo pit stop, il vantaggio di Newgarden su Dixon è oramai di 6 secondi, mentre Power insegue più staccato a 10. In quarta e quinta posizione troviamo Rosenqvist e Rossi, mentre il primo degli inseguitori è James Hinchcliffe a 17 secondi dalla vetta.

Il penultimo stint di gara si svolge in modo lineare con Newgarden saldamente al comando e con il gruppo ben sgranato alle sue spalle; gli unici elementi che intervengono a modificare i distacchi sono i doppiati. Dopo 75 giri, Takuma Sato si ritira con il cambio bloccato.

Poco prima dell’80esimo giro inizia l’ultimo round di pit stop: tra i primi a fermarsi c’è il leader, Newgarden, che effettua la sua sosta all’inizio dell’80° giro. Al giro successivo si fermano anche Dixon, Power, Rossi e Pagenaud, mentre Rosenqvist rimane in pista per un altro passaggio e si ferma all’inizio dell’82ª tornata. Al termine del valzer dei pit stop la classifica non cambia e Newgarden è sempre al comando con 8 secondi di vantaggio su Dixon, 13 su Power, 14 su Rosenqvist, 18 su Rossi e 20 su Hinchcliffe, che assieme a Pagenaud è riuscito a ricucire il gap dai primi nel corso dello stint precedente.

La gara sembra riaprirsi solamente ad una decina di giri dalla fine, quando i doppiati (specialmente Andretti) rallentano Newgarden permettendo a Dixon di riportarsi ad un secondo e mezzo dal leader. Superata questa piccola “crisi”, Newgarden allunga nuovamente portando oltre i due secondi il suo vantaggio su Dixon a 5 giri dalla fine.

Dopo 110 giri di gara, Josef Newgarden taglia per primo il traguardo e va a cogliere il suo primo successo nel Gran Premio di St.Petersburg. Secondo posto per Dixon, terzo Power.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/GPSTPETE

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