Indycar | GP Road America 2020: La cronaca e le classifiche di gara-1

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Andrea Gardenal
12 Luglio 2020 - 09:29
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A seguire il racconto della prima delle due gare del REV Group Grand Prix di Road America, che ha visto Scott Dixon conquistare il suo terzo successo consecutivo nel campionato 2020 della NTT IndyCar Series.

La cronaca

La griglia di partenza vede Newgarden e Harvey in prima fila, Hunter-Reay e Rahal in seconda, Power e Ferrucci in terza. Alla bandiera verde Hunter-Reay scavalca Harvey ancor prima di arrivare alla prima curva e si accoda a Newgarden, mentre alle loro spalle Power sfiora Ferrucci e, per tenere il controllo della macchina, è costretto ad alzare il piede perdendo alcune posizioni.

Nella discesa verso curva 5 Hunter-Reay si fa vedere anche nei confronti di Newgarden, che però mantiene la leadership, mentre Rahal e Ferrucci superano Harvey passando uno all’esterno, l’altro all’interno del pilota inglese. Seguono poi Herta, Dixon e Power, scivolato dal sesto all’ottavo posto.

Al termine del primo giro, Rossi e Andretti finiscono fuori pista all’esterno di curva 13 travolgendo dei cartelloni pubblicitari; entrambi provano a liberarsene nel corso del giro seguente, ma alla fine devono rientrare ai box per rimuoverli perdendo così oltre 40 secondi; per aggiungere il danno alla beffa, Andretti supera il limite di velocità in corsia box ed è costretto a scontare un drive through.

Nel corso del terzo giro Power perde altre due posizioni a vantaggio di Rosenqvist e Palou scivolando al decimo posto; Newgarden, nel frattempo, inizia a mettere un piccolo margine tra sé e Hunter-Reay e al termine del quinto giro il suo vantaggio è di due secondi; alle spalle del leader, i piloti che si trovano dalla seconda alla nona posizione sono separati da pochi decimi uno dall’altro.

All’ottavo giro Rahal rompe gli indugi e scavalca Hunter-Reay nella frenata che porta a curva 5, portandosi così in seconda posizione. Nei giri seguenti Rahal mantiene i due secondi di svantaggio su Newgarden, mentre Hunter-Reay continua a perdere terreno e scivola ad oltre dieci secondi di distacco.

All’11° giro anche Ferrucci si libera di Hunter-Reay: finta all’interno, si porta all’esterno e infine si ributta all’interno della monoposto #28 alla staccata di curva 5.

I pit stop sono oramai imminenti: al 12° giro Power e Palou giocano d’anticipo e rientrano per primi in corsia box, nella speranza di liberarsi di qualcuno che fa parte del serpentone di piloti che si trova davanti a loro; alla tornata successiva è la volta di Newgarden e Ferrucci, gli unici tra i primi a fermarsi.

Tutti gli altri piloti, capitanati da Graham Rahal, si fermano al termine del 14° giro: proprio Rahal ha un problema col bocchettone della benzina nel corso del rifornimento e perde svariati secondi, rientrando in pista solamente all’11° posto.

Ferrucci eredita così la seconda posizione ed è seguito da Power e Palou, che hanno sfruttato al meglio la sosta anticipata per guadagnare diverse posizioni; Hunter-Reay si trova ora al quinto posto davanti a Harvey e Dixon.

Il secondo stint di gara non vede grandi cambiamenti: nei primi giri dopo la sosta Ferrucci sembra riuscire a ricucire il gap che lo separa da Newgarden, ma alla fine il distacco tra i due si stabilizza attorno ai 9 secondi.

Il via al secondo giro di soste stavolta viene dato da Scott Dixon, che si ferma al termine della 25esima tornata; al giro successivo solo Palou, tra i primi, lo imita, mentre tutti gli altri rimangono fuori un ulteriore giro.

Al 27° passaggio si fermano Newgarden, Ferrucci, Power, Hunter-Reay e Rahal: la sosta del leader della gara è regolare, ma al momento della ripartenza il motore della monoposto #1 si spegne in ben due occasioni e Newgarden, come accaduto in precedenza a Rahal, scivola a centro gruppo.

Nel frattempo, Power ha superato Ferrucci in corsia box grazie all’operato dei meccanici e, al momento di tornare in pista, si trova davanti ad un arrembante Scott Dixon, che prova a sfruttare tutti i varchi possibili per superarlo approfittando delle gomme già in temperatura; Power, tuttavia, resiste e mantiene la posizione nei confronti di Dixon.

Al termine del 28° giro si ferma ai box anche Harvey, unico tra i leader a non aver ancora effettuato la seconda sosta. La classifica al termine del secondo round di soste vede Power al comando davanti a Dixon, risalito dalla settima alla seconda posizione grazie a due giri velocissimi dopo il pit stop. Ferrucci è terzo davanti a Hunter-Reay e Harvey.

Newgarden è solamente 11°, ma rientra nella top-10 all’inizio del 32° giro liberandosi di O’Ward nel rettilineo davanti ai box. Dixon ha in programma di effettuare due stint da 15 giri ciascuno, quindi deve iniziare a risparmiare carburante e questo permette a Power di guadagnare un paio di secondi di vantaggio su di lui. Il gruppo, in generale, è ora abbastanza sgranato e l’unico sorpasso arriva all’inizio del 38° giro, quando Newgarden passa Pagenaud in fondo al rettilineo principale.

Proprio mentre Newgarden supera Pagenaud, Jack Harvey va in testacoda all’ingresso di curva 3 a causa di un bloccaggio ai freni; il pilota inglese finisce nella via di fuga e la direzione gara chiama per la prima volta la caution.

I tempi sono ormai maturi per effettuare il terzo ed ultimo rifornimento, così tutti rientrano ai box al termine del 39° giro non appena la pit lane viene aperta. Power entra per primo in pit lane, ma la sua crew ha un’esitazione con la sostituzione della ruota posteriore destra e questo permette a Dixon di scavalcarlo, prendendo quindi la testa della gara. Alle loro spalle, Ferrucci perde quattro posizioni perché, al momento di ripartire, si trova davanti la macchina di Dalton Kellett ed è costretto a rallentare per farlo passare.

All’uscita della pit lane, Dixon è al comando davanti a Power, Hunter-Reay, Palou, Herta, Newgarden e Ferrucci. In coda al gruppo, Rosenqvist perde un giro per risolvere un problema tecnico che nei giri precedenti alla sosta l’aveva fatto rallentare di parecchi secondi al giro. Sempre sotto caution, Marco Andretti si ferma in mezzo alla pista a causa di un problema tecnico e dev’essere trainato fuori, in posizione sicura.

La bandiera verde torna a sventolare al 42° giro: i primi mantengono le rispettive posizioni, mentre Newgarden blocca le gomme anteriori alla prima curva e finisce largo; il campione in carica viene sfilato sia da Ferrucci che da Rahal e scivola all’ottavo posto.

In una fase concitata a centro gruppo, Daly e O’Ward sono in lotta per la 12esima posizione tra le curve 6 e 7: Daly ha ormai mezza macchina davanti, ma il messicano infila comunque il muso della sua monoposto all’interno di curva 7. Il contatto tra le due macchine è inevitabile: O’Ward mantiene la traiettoria, mentre Daly è spedito fuori pista, contro le barriere esterne di curva 7. La monoposto #20 è semidistrutta e per rimuoverla è necessario un nuovo intervento della pace car.

Durante il periodo di neutralizzazione, Newgarden si ferma ai box per sostituire gli pneumatici, rovinati dopo il bloccaggio in frenata in occasione della ripartenza precedente; ripartirà 17°, senza più speranze di recuperare le prime posizioni.

Al 45° giro è di nuovo bandiera verde, ma ancora prima della ripartenza Dalton Kellett finisce in testacoda all’ultima curva e si insabbia: la direzione gara aspetta qualche secondo, ma alla fine è costretta a chiamare in pista per la terza volta nell’arco di pochi giri la pace car.

Dixon e Power avevano mantenuto le rispettive posizioni, mentre Palou si era liberato di Hunter-Reay alla prima curva; tuttavia la caution era stata dichiarata prima che il sorpasso fosse registrato dal sistema di cronometraggio, quindi durante la neutralizzazione il pilota spagnolo ha dovuto cedere la terza posizione ad Hunter-Reay.

Al 48° giro si riparte di nuovo e, come già accaduto in precedenza, Palou prende nuovamente la scia di Hunter-Reay e lo scavalca ancora prima di arrivare in curva 1, prendendosi così la terza posizione.

Gli ultimi giri di gara portano a qualche cambiamento solo nelle posizioni di centro classifica: al 50° giro O’Ward si prende la nona posizione con un deciso attacco nei confronti di Pagenaud; le due macchine si toccano, il francese finisce largo e perde altre due posizioni a favore di Sato e Kimball.

Due giri dopo Chilton e Rossi sono in lotta per la quattordicesima posizione: anche in questo caso avviene un contatto e chi ha la peggio è proprio il pilota della Andretti Autosport, che rimedia una foratura ed è costretto a rientrare lentamente ai box; chiuderà la gara al 19° posto.

Al termine dei 55 giri, Scott Dixon taglia per primo il traguardo con 2.5 secondi di vantaggio su Power e 3 secondi su Palou, al suo primo podio in carriera nella NTT IndyCar Series. Hunter-Reay è quarto a 4 secondi davanti a Herta e Ferrucci. Proprio nel corso dell’ultimo giro Ericsson, che si trovava al settimo posto, perde il controllo della monoposto all’uscita di Canada Corner, si intraversa e perde tre posizioni a vantaggio di Rahal, O’Ward e Sato; lo svedese taglierà il traguardo in decima posizione.

In classifica generale Dixon guida il gruppo con 155 punti contro i 93 di Pagenaud e gli 88 di Herta; col suo 14° posto, Newgarden scivola al quarto posto in classifica con 84 punti.

Le classifiche

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Owens

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