Indycar | GP Portland: Sato vince a sorpresa

IndyCar
Tempo di lettura: 10 minuti
di Andrea Gardenal
2 Settembre 2018 - 23:26
Home  »  IndyCar

È stata una gara strana quella del ritorno delle Indycar a Portland, caratterizzata da diverse caution e da una grande varietà di strategie: alla fine ad avere la meglio sono stati i piloti che hanno impostato la gara al risparmio, decidendo di effettuare una sola sosta, e a tagliare per primo il traguardo è stato Takuma Sato: il pilota giapponese ha ottenuto la sua terza vittoria in carriera in Indycar, la prima dopo quella alla Indy 500 dello scorso anno, precedendo sul traguardo Ryan Hunter-Reay e Sebastien Bourdais.

Tra questi l’unico pilota ad essere rimasto nel gruppo di testa per tutta la gara è stato Hunter-Reay, ma il pilota americano ha pagato caro l’ultima sosta che l’ha visto tornare in pista in mezzo ad un gruppo di piloti più lenti; Sato, che prima della sosta lo seguiva da vicino, ha così avuto modo di tirare per quei 2/3 giri che gli hanno consentito di effettuare la sosta ripartendo davanti al Campione Indycar 2012. Terzo posto per Sebastien Bourdais, che corona il ritorno su una pista che l’aveva già visto vincitore col secondo podio stagionale.

Alle spalle di Bourdais ha tagliato il traguardo Spencer Pigot, in quarta posizione grazie ad un deciso sorpasso compiuto ai danni di Scott Dixon alla ripartenza dopo l’ultima caution di giornata. Il neozelandese, quinto sotto la bandiera a scacchi, è però il vero vincitore di giornata: nonostante sia rimasto coinvolto in un incidente al via, Dixon è riuscito a limitare alla grande i danni grazie alla strategia, prendendosi addirittura il lusso di guadagnare punti nei confronti dei diretti avversari in campionato.

È invece girato tutto storto agli altri tre contendenti al titolo: Rossi e Newgarden hanno impostato la gara sulla strategia dei tre pit stop, ma il gioco delle neutralizzazioni si è ritorto loro contro: alla fine Rossi ha tagliato il traguardo in ottava posizione, Newgarden in decima. Ancora peggio è andata a Will Power: l’australiano è stato rallentato sin dall’inizio della gara da un problema al cambio che gli ha impedito di usare la prima marcia, adoperata in almeno due punti della pista; poco prima di metà gara è uscito di pista nelle ultime due curve della pista e infine è stato richiamato ai box per provare a risolvere i problemi che lo affliggevano, ma le riparazioni hanno richiesto parecchi giri; alla fine Power ha tagliato il traguardo al 21° posto.

A completare la top-10, oltre a Rossi e Newgarden, troviamo Simon Pagenaud, sesto dopo un weekend particolarmente complicato per lui, Charlie Kimball settimo e Pietro Fittipaldi nono, autore di un’altra buona gara dopo quella di Gateway.

La gara di Dixon, come detto, è stata condizionata da un pauroso incidente al via che ha visto coinvolti altri tre piloti; la carambola è stata innescata da Veach e da Hinchcliffe, con quest’ultimo che è finito in testacoda carambolando contro Jones, Andretti e Rahal. Dixon, che arrivava subito dietro a loro, si è aggrappato ai freni ed è riuscito ad arrestare la macchina senza toccare né le barriere né le altre monoposto coinvolte; un vero e proprio salvataggio in extremis, quello del pilota neozelandese, una manovra che potenzialmente potrebbe risultare decisiva ai fini della conquista del titolo.

La situazione in campionato è ormai ben definita: Dixon ha riallungato su Rossi portando a 29 i punti di vantaggio su di lui, mentre Power e Newgarden sono appaiati al terzo posto in classifica con 87 punti di ritardo; in pratica l’unico modo che i due piloti di Penske hanno per vincere il campionato è vincere l’ultimo GP di Sonoma e sperare che Dixon si ritiri già nei primi giri di gara.

Il sipario sul campionato Indycar 2018 calerà tra due settimane sul circuito stradale di Sonoma, in California.

La cronaca

Power parte molto bene dalla pole position mentre Newgarden perde subito un paio di posizioni a vantaggio di Rossi e Hunter-Reay. All’uscita della prima variante si scatena il finimondo: Hinchcliffe tocca la macchina di Veach e si intraversa innescando una carambola che coinvolge Jones, Rahal, Dixon e Andretti, la cui macchina termina la sua corsa sottosopra. Incredibilmente Dixon, rimasto coinvolto in pieno nell’incidente, riesce ad arrestare la sua monoposto sulla polvere senza toccare nessuno e può così ripartire, sia pur in fondo. Hinchcliffe riporta la macchina ai box ma i danni sono troppo ingenti per poter riprendere la via della pista.

Si riparte all’ottavo giro con alcuni tentativi di sorpasso nella parte centrale del gruppo mentre in testa alla gara tutto prosegue regolarmente. Dopo pochi secondi, tuttavia, la monoposto del leader della gara ha un’esitazione all’uscita del tornante 7 e viene sfilato da numerosi piloti scivolando al 12° posto.

Al comando della gara sale quindi Alexander Rossi davanti a Ryan Hunter-Reay e a Josef Newgarden; Veach è quarto davanti a King e Harvey, risalito fino al sesto posto. All’inizio del decimo giro Dixon è nel frattempo risalito fino al 18° posto.

Rossi allunga in breve tempo nei confronti di Hunter-Reay (unico tra i primi a montare gomme dure), che a sua volta è pressato da Josef Newgarden. Power lamenta problemi alla prima marcia e al 15° giro, subito dopo aver passato Chaves alla prima variante, viene sfilato in accelerazione dal pilota colombiano.

Mentre Rossi inizia il 21° giro Hinchcliffe torna in pista per racimolare qualche punto nella speranza che davanti a lui ci sia qualche ritiro.

La situazione non si modifica fino al 28° giro, al termine del quale Rossi rientra ai box per la sua prima sosta; il californiano riparte all’ottavo posto ma a pista libera, con un ritardo di circa 8 secondi nei confronti di Ferrucci. Due giri dopo si ferma Newgarden che lascia così pista libera a Veach e a King che lo tallonavano da vicino; il campione in carica esce dalla pit lane davanti a Dixon, che però lo supera in uscita dalla prima variante approfittando delle gomme calde.

Dopo un ulteriore giro si fermano anche Veach e King che ripartono dietro a Newgarden; da dietro arriva però Jack Harvey che riesce a superare entrambi approfittando del fatto di avere le gomme in temperatura, essendosi fermato una dozzina di giri prima.

Al giro successivo King e Veach si scambiano le posizioni grazie ad un bel sorpasso del pilota inglese, mentre al termine del 33° giro si ferma ai box anche Ryan Hunter-Reay che riparte tranquillamente davanti a Newgarden.

Al 36° giro Newgarden, che nel frattempo aveva superato Dixon, taglia la prima chicane e al termine del giro viene obbligato dai commissari a cedere la posizione al pilota neozelandese.

Alla fine del 37° giro si ferma Will Power, costretto a fermarsi e soprattutto a ripartire in seconda marcia; questo problema non sembra ostacolarlo particolarmente e al ritorno in pista si trova davanti a Chilton e Leist, piloti che si trovavano davanti a lui prima della sosta. Dopo un ulteriore giro si ferma anche Scott Dixon, che però riparte nuovamente in fondo al gruppo.

In testa alla gara Rossi si trova ampiamente al comando, ma alle sue spalle Hunter-Reay è ora pressato da Newgarden. Al 41° giro un nuovo colpo di scena: Dixon è costretto ad effettuare un drive through per eccesso di velocità durante il pit stop precedente.

Al 43° giro Newgarden scavalca Hunter-Reay ma pochi secondi dopo arriva la seconda caution di giornata, provocata stavolta da Will Power: il pilota australiano è uscito molto largo dalla chicane 9-10 finendo sullo sporco; Power ha provato a controllare la macchina ma non è riuscito ad impedirle di urtare le barriere.

L’australiano riesce a ripartire con la sola ala anteriore danneggiata, ma nel frattempo viene doppiato da Rossi. Quando la pit lane viene aperta rientrano ai box alcuni piloti a centro classifica; tra di loro c’è anche Will Power, ma sulla sua macchina si provano a risolvere i problemi elettronici che hanno colpito la #12 da inizio gara.

Al 47° giro si riparte con Rossi, Newgarden e Hunter-Reay che mantengono le rispettive posizioni; approfittando delle soste dei piloti davanti a lui, Dixon è risalito fino all’11° posto.

Rossi non riesce ad allungare e all’inizio del 49° giro Newgarden riesce a passarlo, approfittando anche del vantaggio di avere gomme morbide contro le dure del californiano; dietro a loro Jordan King soffia a Hunter-Reay la terza posizione.

Newgarden allunga immediatamente e sul traguardo di questo stesso giro il suo vantaggio su Rossi è di quasi un secondo e mezzo. Al 52° giro Power riparte dai box, ma ormai è di fatto fuori gara avendo accumulato svariati giri di ritardo.

Al 56° giro arriva la terza caution di giornata, provocata ancora una volta da un’uscita in curva 11-12 che tante vittime ha mietuto in questo weekend: questa volta l’errore viene commesso da Zach Veach, andato in testacoda dopo essere uscito largo dalla chicane precedente.

Quando la pit lane viene aperta si fermano Newgarden, Rossi e King mentre Hunter-Reay, Sato, Bourdais e Dixon restano in pista.

Si riparte al 61° giro con Hunter-Reay al comando davanti a Sato, Bourdais e Dixon; alla bandiera verde le prime posizioni non cambiano mentre in fondo al gruppo Newgarden e Rossi compiono i primi sorpassi. Già al giro successivo, tuttavia, Newgarden commette un errore, arrivando lungo alla prima chicane e tagliandola passando violentemente sopra ai cordoli.

Al 71° giro Hunter-Reay abbandona la prima posizione e si ferma ai box per quella che dovrebbe essere la sua ultima sosta, ma purtroppo torna in pista in mezzo al traffico. Dopo 3 giri si ferma anche Dixon che, con 31 giri ancora da fare, dovrebbe arrivare in fondo senza particolari problemi.

Al 75° giro Ferrucci rallenta e si ferma in mezzo alla pista, ma la direzione gara decide di non intervenire immediatamente per permettere a tutti di effettuare l’ultima sosta. La bandiera gialla viene finalmente sventolata al 77° giro, quando oramai tutti sono rientrati ai box ad eccezione di Chilton.

La caution dura relativamente poco e già all’81° giro si prova ad effettuare un primo tentativo di ripartenza, ma il gruppo non è allineato in modo appropriato e il direttore di gara rinvia il restart al giro successivo. Alla ripresa delle ostilità Chilton è al comando, ma è anche l’unico a non aver effettuato l’ultima sosta della giornata; al secondo posto, quindi al comando virtuale della gara, c’è Takuma Sato mentre Hunter-Reay è scivolato in terza posizione dopo essere stato ostacolato da piloti più lenti all’uscita dai box.

Con la bandiera verde le prime posizioni non cambiano mentre Rossi prova subito ad attaccare Newgarden, costretto ad affrontare l’ultima porzione di gara con gomme dure. Già nel giro della ripartenza Pigot attacca Dixon e gli soffia la quinta posizione e poco dopo Rossi si libera agilmente di Newgarden conquistando la decima posizione.

La rimonta di Rossi non si arresta e all’inizio dell’84° giro passa Fittipaldi all’esterno della prima variante. Alla conclusione dell’85° giro Chilton si ferma finalmente ai box lasciando il comando della gara a Takuma Sato, che nel frattempo si è scrollato di dosso Hunter-Reay portando ad un secondo il suo vantaggio.

Da questo momento in poi le posizioni non cambiano, anche perché tutti i piloti non possono spingere troppo per non correre il rischio di restare senza etanolo: negli ultimissimi giri Hunter-Reay prova a mettere pressione al leader della gara senza però mai riuscire a portare a conclusione un vero tentativo di sorpasso.

Al termine del 105° giro Takuma Sato taglia per primo il traguardo davanti a Ryan Hunter-Reay e a Sebastien Bourdais; quarto Pigot, quinto Dixon, ottavo Rossi, decimo Newgarden.

Le classifiche

 

Immagine di copertina da https://twitter.com/RLLracing

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO