Indycar | GP Monterey 2019: Herta domina la gara, Newgarden vince il titolo

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Andrea Gardenal
23 Settembre 2019 - 00:10
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Successo pieno di Colton Herta nell’ultimo appuntamento stagionale della Indycar Series 2019: il 19enne del team Harding-Steinbrenner Racing, alla sua prima stagione completa in Indycar, ha letteralmente dominato dal primo all’ultimo giro il GP di Monterey, cedendo la testa della gara solamente in occasione dei pit stop. Si tratta del terzo successo per la dinastia degli Herta sul circuito di Laguna Seca: prima di Colton, anche suo padre Bryan aveva trionfato sullo stradale della California nel 1998 e nel 1999.

Se per larghi tratti di gara Herta ha controllato in modo abbastanza agevole la corsa, le cose sono cambiate nel corso dell’ultimo stint quando Will Power gli si è rifatto sotto mettendolo sotto pressione per tutti gli ultimi giri di gara; il giovane rookie ha però mantenuto la calma e non è caduto in errore, anzi l’errore paradossalmente è stato commesso proprio dall’australiano che ad un paio di giri dalla conclusione è arrivato lungo all’ultima curva allentando la pressione nei confronti di Herta.

Per il rookie si tratta del secondo successo in carriera in Indycar, un risultato che mette il sigillo su una stagione d’esordio straordinaria: a Herta è mancato solo il titolo di rookie of the year, sfumato soprattutto per via dei tanti ritiri di cui è stato vittima nella prima parte del campionato: per soli 5 punti il titolo di miglior esordiente è andato a Felix Rosenqvist, autore di una straordinaria rimonta dalla 14esima posizione in griglia fino alla quinta sotto la bandiera a scacchi.

Al di là dell’interesse specifico per la singola gara, oggi si decideva soprattutto il campionato e sotto questo punto di vista non ci sono state sorprese: al termine di una gara non facile, condizionata da alcuni problemi con la gestione delle gomme, Josef Newgarden ha conquistato il proprio secondo titolo in Indycar grazie all’ottavo posto ottenuto sotto la bandiera a scacchi; questo risultato, unito alla quarta posizione di Pagenaud e alla sesta di Rossi, ha permesso al pilota del Team Penske di mantenere la prima posizione in campionato.

Nulla da fare per i principali rivali di Newgarden: Pagenaud è stato protagonista di una gara brillante, ma sul traguardo non è riuscito ad andare oltre il quarto posto alle spalle di uno stoico Scott Dixon, che negli ultimi 20 giri ha resistito alla pressione impostagli dal francese mantenendo la terza posizione. La posizione ai piedi del podio ha comunque permesso a Pagenaud di conquistare la piazza d’onore in campionato scavalcando Alexander Rossi, che ha completato il GP di Monterey in sesta posizione dopo aver patito dei gravi problemi di consumo alle gomme nel secondo stint di gara.

Tra i protagonisti “silenziosi” della gara va citato anche Sebastien Bourdais, vittima di dolori al collo tra venerdì e sabato ma ristabilitosi per la gara: partito dalla decima fila, il francese si è fatto largo tra gli avversari nel corso della gara arrivando ad occupare l’ottavo posto al termine del terzo giro di pit stop; nel corso dell’ultimo stint ha consolidato la propria posizione, guadagnando poi il settimo posto quando Newgarden si è letteralmente fatto da parte per non rischiare una collisione che avrebbe potuto compromettere la sua corsa al campionato.

La top-10 in gara viene completata da James Hinchcliffe e Ryan Hunter-Reay, con quest’ultimo che è stato rallentato da un primo pit stop lunghissimo che ha compromesso le sue possibilità di conquistare un posto nella top-5. Marcus Ericsson chiude la sua prima stagione in Indycar con un 11° posto davanti a Rahal, Chilton (buon 13°), Andretti e Kimball; seguono poi le due macchine del team Foyt, con Kanaan davanti a Leist, e infine Veach e Harvey a completare il gruppo dei piloti a pieni giri. Pigot, Sato e Daly hanno chiuso con un giro di ritardo mentre Jones e Ferrucci si sono ritirati.

La gara ha visto una sola neutralizzazione, giunta esattamente a metà del Gran Premio quando Daly è finito in testacoda al tornante dopo i box dopo aver toccato Andretti durante un tentativo di sorpasso. Alla ripartenza successiva si è verificato un altro incidente quando Ferrucci ha mancato il punto di frenata alla prima staccata ed è andato a travolgere Sato, coinvolgendo nella successiva carambola anche Jones. Nonostante la violenza dell’impatto, Ferrucci è riuscito a proseguire per mezzo giro prima di parcheggiare la sua macchina in una zona di sicurezza mentre Jones ha potuto tornare nei box.

Con il successo di Herta va in archivio un’altra stagione della Indycar Series: il campionato 2020 inizierà solamente a febbraio con i primi test, mentre per la prima gara stagionale di St.Petersburg sarà necessario attendere il weekend del 15 marzo.

La cronaca

L’ultima gara della stagione 2019 parte con Herta e Dixon in prima fila davanti a Rossi e Newgarden in seconda e Pagenaud e Hinchcliffe in terza. Alla bandiera verde Dixon prova immediatamente l’attacco su Herta ma deve desistere e proteggersi dal successivo attacco di Rossi; più indietro Hinchcliffe guadagna la quinta posizione ai danni di Pagenaud mentre Rosenqvist risale dal 14° all’11° posto.

Nel corso dei primi giri Herta e Dixon si staccano con decisione mentre Rossi perde qualche secondo tenendo dietro a sé anche Newgarden, Hinchcliffe e Pagenaud; ancora più indietro Hunter-Reay è in scia a Power per la settima posizione mentre Rosenqvist risale in decima superando Rahal.

Il primo pit stop arriva già al nono giro quando Ericsson rientra ai box. Tre giri dopo si ferma Simon Pagenaud, il primo tra i contendenti al titolo a fermarsi per il proprio primo rifornimento; il francese torna in pista alle spalle di Harvey e davanti solamente ai piloti che si erano già fermati ai box.

I diretti rivali di Pagenaud lo marcano immediatamente e al 13° giro Rossi e Newgarden si fermano contemporaneamente ai box; il lavoro dei meccanici del Team Penske è eccezionale e permette a Newgarden di riprendere la pista davanti al rivale del team Andretti. All’uscita dai box Pagenaud attacca Rossi su gomme fredde e, dopo un paio di curve di lotta serrata, Rossi è costretto a mettere due ruote sulla via di fuga e a cedere la posizione al francese.

Pagenaud continua a spingere e all’inizio del 16° giro scavalca Newgarden con una straordinaria manovra all’esterno di curva 2, il tornantone dopo i box; poche curve dopo anche Rossi attacca Newgarden che alza il piede e cede la posizione per non correre il rischio di un contatto.

Nel frattempo Herta e Dixon continuano a guidare la gara con 12 secondi di vantaggio su Power e 32 su Pagenaud; il neozelandese si ferma al termine del 17° passaggio e riparte saldamente in terza posizione; Herta rientra al termine del giro successivo e torna in pista proprio davanti alla #9. Al 19° giro si ferma anche Power che torna in pista davanti a Newgarden.

Dopo 20 giri la classifica vede Herta al comando con un secondo su Dixon, quattro su Pagenaud, cinque su Rossi, nove su Power e dieci e mezzo su Newgarden, scivolato al sesto posto dopo la prima tornata di pit stop. Alle loro spalle c’è Rosenqvist, risalito al settimo posto dopo la sfortunata qualifica di sabato davanti a Ericsson, Hinchcliffe e Ferrucci.

Per quanto riguarda le gomme Herta, Dixon e Newgarden sono sulle dure mentre Pagenaud, Rossi e Power sono sulle morbide, il che spiega il loro progressivo riavvicinamento alle posizioni di testa.

Al 29° giro Pagenaud è ormai in scia a Dixon, con Herta che a sua volta ha un vantaggio di pochi decimi nei confronti del 5 volte campione della Indycar Series; alle loro spalle anche Power si è riavvicinato a Rossi, che dal canto suo ha sei secondi di svantaggio dalla prima posizione.

Rossi è in crisi di gomme e al 30° giro viene scavalcato da Power all’entrata di curva 6; in un paio di giri il californiano perde ulteriormente terreno e scivola ad oltre 10 secondi dalla vetta permettendo il riavvicinamento di Newgarden, che a sua volta deve difendersi dagli attacchi di Rosenqvist. Al 34° giro arriva il sorpasso dello svedese, che al Cavatappi affianca il leader del campionato e gli soffia la sesta posizione.

Al 35° giro Ericsson rientra ai box per la sua seconda sosta e pochi secondi dopo, all’inizio del 36°, Rosenqvist passa anche Rossi all’esterno di curva 3 e risale al quinto posto. Rossi e Newgarden si fermano contemporaneamente al 36° giro ma stavolta Rossi mantiene la posizione nonostante una sostituzione lenta della ruota posteriore destra; entrambi tornano in pista alle spalle di Ericsson.

La situazione si evolve anche ad inizio gara con Pagenaud e Dixon che si fermano contemporaneamente al termine del 37° passaggio e anche in questo caso i due mantengono le rispettive posizioni; assieme a loro si ferma anche Rosenqvist mentre Herta aspetta la 39esima tornata; la sosta del leader non è rapidissima, ma il vantaggio accumulato nel precedente stint permette a Herta di tornare in pista saldamente al comando della gara.

L’ultimo a fermarsi per il pit stop è Will Power, che entra in pit lane al termine del 40° giro; la sosta è rapidissima e permette a Power di inserirsi addirittura in seconda posizione proprio alle spalle di Colton Herta, ma Dixon si riprende immediatamente la seconda posizione approfittando delle gomme calde. Power ha difficoltà a mandare le gomme in temperatura e quando Pagenaud lo attacca al termine del giro non oppone resistenza e lo lascia sfilare.

Dopo il secondo giro di soste Herta, Dixon, Pagenaud e Power comandano la gara separati uno dall’altro da circa un secondo; Rosenqvist ed Ericsson sono in quinta e sesta posizione davanti a Rossi e Newgarden.

Esattamente a metà gara arriva la prima caution di giornata causata da Conor Daly, finito in testacoda dopo un contatto con Marco Andretti nel corso di un tentativo di sorpasso. La bandiera gialla neutralizza la gara e cancella lo svantaggio di circa 15 secondi accumulato da Rossi e Newgarden.

Durante la caution nessuno tra i leader si ferma ai box e al 49° giro si riparte con Rosenqvist che tenta immediatamente un attacco su Power mentre alle loro spalle Ferrucci manca la frenata del tornante e tampona Sato provocando scompiglio a centro gruppo; la sospensione anteriore destra di Ferrucci è distrutta, ma il pilota italo-americano riesce a raggiungere una zona sicura e a parcheggiare la monoposto senza che sia necessario esporre la bandiera gialla.

Il dominio di Herta fa sì che già poco dopo metà gara il rookie si aggiudichi i due punti bonus riservati a chi percorre più giri di tutti in testa, strappando così agli inseguitori di Newgarden un’ulteriore possibilità di recuperare punti potenzialmente fondamentali.

Herta allunga su Dixon portando ad un secondo e mezzo il proprio vantaggio mentre alle spalle del neozelandese Pagenaud, Power e Rosenqvist seguono a distanza ravvicinata; Ericsson è sesto, ma è staccato di circa 3 secondi nei confrotni del connazionale ed è tallonato da Rossi, Newgarden, Hinchcliffe e Rahal.

Nel frattempo i ritiri di Ferrucci e Jones, causati dalla collisione alla ripartenza, e l’assegnazione dei due punti bonus per aver condotto più giri al comando a Colton Herta escludono automaticamente Scott Dixon dalla corsa per il campionato.

Al termine del 62° giro Kimball, Sato e Veach aprono l’ultimo giro di pit stop e nella tornata successiva vengono seguiti da Rosenqvist, Ericsson, Rahal e Hunter-Reay. Un giro dopo si fermano Herta e Dixon mentre Pagenaud e Power rimangono in pista per provare l’overcut; anche Rossi e Newgarden si fermano assieme ai primi due.

Pagenaud si ferma al 65° giro mentre Power attende un’ulteriore tornata e all’uscita dai box è davanti a Dixon ma dietro a Herta; il neozelandese attacca all’esterno di curva 5 e si prende la posizione sul francese mentre Power prosegue per un altro giro e rientra in pit lane al 67° passaggio. La sosta dell’australiano è rapidissima, ma neanche Power riesce a rimanere davanti a Herta e si inserisce con una certa tranquillità davanti a Dixon e Pagenaud.

Dopo 70 giri, a 20 dalla fine, Herta è a comando con 2 secondi su Power, 3 su Dixon e Pagenaud, 4 su Rosenqvist, 8 su Rossi e ben 16 su Newgarden, che nonostante una gara incolore può contare sul fatto che i suoi due principali rivali nella lotta al titolo sono fuori dal podio; la situazione per Pagenaud migliora ulteriormente al 71° giro, quando approfitta di un errore di Pagenaud per scavalcarlo alla frenata del Cavatappi e conquistare la quarta posizione.

Nonostante la sbavatura Pagenaud non demorde e a 15 giri dalla fine torna davanti a Rosenqvist alla staccata del tornante dopo i box; alle loro spalle Rossi mantiene la sesta posizione con un vantaggio di tutta sicurezza su Newgarden, che però dal canto suo controlla in tranquillità la classifica del campionato.

A 10 giri dalla fine accende la lotta al vertice: Power si porta a mezzo secondo da Herta e Pagenaud fa lo stesso nei confronti di Dixon mentre Newgarden mantiene la settima posizione a 13 secondi dalla vetta. A 8 giri dalla fine Pagenaud prova un primo attacco alla staccata in fondo ai box ma Dixon si difende e mantiene la terza posizione.

A 6 giri dalla fine prosegue la lotta in testa mentre Newgarden concede a Bourdais l’ottava posizione. Al termine dell’87° giro Power arriva lungo all’ultima curva e allenta la pressione su Colton Herta concedendogli un vantaggio di circa un secondo e mezzo; Pagenaud, dal canto suo, non molla la presa su Dixon che però non si arrende e resiste fino alla bandiera a scacchi.

Sul traguardo del 90° giro Colton Herta conquiste la sua seconda vittoria nella Indycar Series precedendo di mezzo secondo Will Power e di sei secondi la coppia Dixon-Pagenaud. Rossi chiude al sesto posto alle spalle di Rosenqvist mentre Newgarden, forte del suo ottavo posto, conquista il suo secondo campionato Indycar dopo quello del 2017.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/IndyCar

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