Indycar | GP Long Beach: Rossi vince davanti a Power

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Andrea Gardenal
16 Aprile 2018 - 07:19
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Dopo aver sfiorato il successo nelle prime due gare stagionali, finalmente Alexander Rossi è riuscito a cogliere la sua prima vittoria stagionale e l’ha fatto in modo dominante: partito dalla pole position, è riuscito immediatamente a mettere tra sé e i suoi inseguitori un margine di relativa sicurezza che ha poi gestito nel corso delle varie fasi di gara, abbandonando la testa della gara solamente in occasioni delle fasi dei pit stop; nemmeno le neutralizzazioni sono riuscite a scalfire la leadership di Rossi, che ha sempre mantenuto il controllo della situazione. Per Rossi si tratta della terza vittoria in carriera in Indycar.

I rivali più pericolosi per Rossi sono stati Bourdais e Dixon, gli unici in grado di tenere il suo ritmo nella parte centrale della gara; purtroppo entrambi sono stati tagliati fuori dai giochi da una neutralizzazione giunta nel momento peggiore possibile, ovvero poco prima del loro ultimo rifornimento (e poco dopo l’ultimo di Rossi).

Entrambi sono quindi scivolati a centro gruppo senza riuscire più a rimontare; per il francese le cose si sono messe addirittura peggio quando, ad una quindicina di tornate dalla fine, è stato tamponato da Jordan King al tornantino che precede il rettilineo dei box. Alla fine Dixon ha tagliato il traguardo all’11° posto e Bourdais al 13°.

Il francese è stato anche autore di una delle più belle manovre mai viste negli ultimi anni nel panorama non solo della Indycar, ma del motorsport in generale, quando nello spazio di una sola staccata ha infilato tre monoposto prendendosi la seconda posizione ai danni di Dixon. L’operazione, perfetta se consideriamo che non ci sono state collisioni in questo frangente, è stata però giudicata irregolare dai commissari perché nel compierla Bourdais aveva invaso la corsia di accelerazione all’uscita dei box. Dopo aver restituito la posizione a Dixon, il francese se l’è ripresa pochi secondi dopo con un’altra staccata da urlo alla prima curva.

Tutto questo, come detto, è stato purtroppo vanificato da una caution provocata dal contatto di Zachary Claman DeMelo, compagno di squadra proprio di Bourdais, durante la fase dei pit stop. Al secondo posto è così risalito Will Power, autore fino a quel momento di una gara piuttosto opaca; negli ultimi giri l’australiano ha provato a mettere pressione a Rossi, grazie anche ai molti secondi di Push To Pass risparmiati, ma non è mai riuscito a provare un vero attacco nei confronti della Andretti #27.

Terzo posto per Ed Jones, che salva la giornata di Chip Ganassi eguagliando il proprio miglior risultato in carriera ottenuto lo scorso anno alla Indy 500; alle sue spalle si sono classificati Veach (miglior prestazione in carriera anche per lui), Rahal ed Andretti, rimontati dalle retrovie grazie al fatto di essersi fermati per l’ultimo pit stop poco prima della caution.

Settimo posto per Josef Newgarden, che ha provato a sparigliare le carte correndo con una strategia a tre soste contro le due programmate dai primi; buon ottavo posto per Kanaan, veloce e combattivo per tutto il giorno, davanti a James Hinchcliffe e Charlie Kimball, che ha portato alla Carlin la sua prima top-10 da quando corre in Indycar.

Per quanto riguarda gli altri va segnalato il buon 12° posto di Jack Harvey con la monoposto del team di Michael Shank. Solo 20° Hunter-Reay, autore di una rimonta fantastica da centro gruppo ma protagonista di ben tre incidenti distinti che hanno condizionato il suo risultato finale. 22° Wickens, fermato da problemi elettrici nella gestione del cambio dopo un terzo di gara; ritirato Pagenaud, 24°, colpito da Rahal alla prima curva del primo giro.

Il successo di Long Beach proietta Rossi direttamente in testa alla classifica del campionato, che per la prima volta si “allunga” un pochino: 126 i punti del californiano, 104 quelli di Newgarden, suo più diretto inseguitore, 93 per Rahal; seguono Bourdais a 88, Hinchcliffe a 83 e Dixon a 79.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il 22 aprile al Barber Motorsports Park in Alabama.

La cronaca

Alla bandiera verde Rossi tiene la posizione mentre Power si fa beffare da Pagenaud nell’allungo iniziale; alla staccata della prima curva l’australiano si riprende la posizione mentre alle sue spalle Rahal arriva lungo e tampona Pagenaud spedendolo prima in testacoda e poi contro il muretto esterno; la sospensione posteriore sinistra è danneggiata e il francese è immediatamente costretto al ritiro. La direzione gara espone la caution dopo poche curve con Rossi al comando davanti a Power, Rahal, Dixon, Newgarden. Nella carambola iniziale è coinvolto anche Hunter-Reay che tocca la macchina di Dixon danneggiando l’ala anteriore; dopo un paio di giri rientra ai box per sostituirla ripartendo in fondo al gruppo.

Si riparte al quinto giro col gruppo che mantiene le posizioni acquisite nelle prime curve di gara; al termine del giro Rahal rientra ai box per scontare un drive through comminatogli per l’incidente al via. Al 7° giro si verifica il primo sorpasso nelle prime posizioni della gara con Kanaan autore di una manovra stupenda su Wickens alla staccata della 6; i due percorrono affiancati tutta la curva, ma alla fine il brasiliano ha la meglio e conquista la settima posizione.

Dopo 10 giri, di cui solamente la metà condotti in regime di bandiera verde, Rossi conduce con quattro secondi di vantaggio su Power, cinque su Dixon, sei su Newgarden e sette e mezzo su Hinchcliffe; quest’ultimo inizia a soffrire ben presto di un eccessivo consumo gomme e all’inizio del 14° giro rientra ai box per montare gomme dure; il canadese riparte dietro ad Ed Jones che era rientrato ai box nel giro precedente. Nel frattempo dopo 15 giri Hunter-Reay è gia risalito fino alla 12ª posizione.

Al 15° giro rientra ai box Newgarden per la prima delle sue tre soste seguito da Leist, risalito nella top-10 in questa prima frazione di gara. Dopo due giri rientra anche Kanaan che riparte alle spalle del campione in carica.

La situazione si calma per una decina di giri finché Wickens rientra ai box al termine del 24° giro; la sua sosta non è di routine: dopo il rifornimento ed il cambio gomme vengono effettuate degli interventi elettronici sul volante che gli fanno perdere parecchi secondi; purtroppo dopo un paio di giri, tuttavia, i problemi si ripetono e la sua crew è costretta ad una sosta più lunga per operare sul cambio. Nel frattempo al 25° giro Rossi era rientrato ai box per la prima delle sue due soste.

Tutti gli altri proseguono per un’ulteriore manciata di giri; al termine del 30° passaggio rientrano in pit lane Power, Dixon e Bourdais; la #9 del neozelandese riesce per un’inezia a ripartire davanti all’australiano guadagnando così una posizione, mentre Bourdais ha perso qualche secondo nei confronti degli altri due. Davanti a tutti, ad ogni modo, c’è Rossi che è riuscito perfino ad incrementare il proprio vantaggio portandolo oltre i 5 secondi. Nel giro della ripartenza Newgarden riesce ad avvicinarsi e poi a superare Power grazie agli pneumatici già in temperatura. Nel frattempo al termine del giro di soste Ryan Hunter-Reay è riuscito a risalire fino all’ottavo posto alle spalle di Jones.

La situazione di gara si assesta fino al 36° giro, quando Bourdais risale al quarto posto scavalcando Will Power alla staccata della prima curva; tempo un paio di giri e il francese ripete la stessa manovra su Newgarden salendo al terzo posizione. La tranquillità della gara viene spezzata solamente dalla routine dei doppiati finché al 42° giro Kyle Kaiser provoca la seconda caution di giornata dopo essere arrivato lungo alla curva 1 ed aver fatto spegnere il motore.

La neutralizzazione non cambia le strategie in gioco anche grazie al fatto che Newgarden e Kanaan, i primi in pista sulla strategia a tre soste, erano da poco rientrati ai box; Rossi, Dixon, Bourdais e Rossi mantengono invece le rispettive posizioni in testa alla gara.

Al giro 47 si riparte: per alcune curve si procede regolarmente, ma all’uscita della curva 5 subisce una foratura e deve rallentare; la sua gara è così, ancora una volta, compromessa nonostante la splendida rimonta. Dopo un giro lo spettacolo si infiamma: ci sono alcune monoposto doppiate davanti a Dixon e Bourdais e il neozelandese prova a superare tenendo una traiettoria centrale; Bourdais, da dietro, prende la scia e si affianca tenendo la traiettoria esterna; il francese ritarda tantissimo la frenata, scavalca Dixon e si prende perfino il lusso di tagliare la pista, da destra a sinistra, per affiancare e superare un altro doppiato, Leist. Un triplo sorpasso da urlo.

Dopo 50 giri la gara è una lotta a tre ristretta a Rossi, Bourdais e Dixon; Power segue in quarta posizione, ma è staccato ad oltre 10 secondi. L’esaltazione per la manovra di Bourdais dura pochi giri, perché al 54° giro il francese è costretto a cedere a Dixon il suo secondo posto: nella manovra precedente aveva attraversato la linea bianca all’uscita della pit lane, manovra vietata dal regolamento. Nell’arco di pochi secondi, tuttavia, Bourdais si ripete e alla staccata in fondo al rettilineo principale infila nuovamente Dixon, stavolta all’interno.

Al termine del 56° giro Rossi rientra ai box, forte di un vantaggio di circa 8 secondi nei confronti di Bourdais; il californiano riparte a centro gruppo, con un ritardo di circa sette secondi nei confronti di Kimball, il primo pilota davanti a lui. Bourdais e Dixon proseguono girando su tempi analoghi a quelli di Rossi. Dopo 59 giri anche Power è ai box.

La gara subisce una svolta drammatica al giro 60 quando Zachary Claman DeMelo sbatte all’uscita della curva 9. La direzione gara è implacabile: Bourdais e Dixon rientrano ai box, ma oramai la caution era stata chiamata e la pit lane era stata chiusa. Il francese percorre tutta la pit lane senza fermarsi mentre Dixon contravviene alle regole ed effettua un rabbocco completo di carburante ed il cambio gomme. Alla fine del giro 62 la pit lane viene aperta e tutti i piloti che non erano ancora rientrati in pit lane effettuano la loro ultima sosta.

Si riparte al giro 67 e dopo pochi secondi la direzione gara commina ufficialmente il drive through a Dixon; il neozelandese rientra al giro successivo ripartendo in fondo al gruppo. La classifica vede Rossi al comando davanti a Power, Jones, Veach, Andretti e Rahal; quest’ultimo attacca la monoposto #98 all’inizio del 71° giro guadagnando la quinta posizione; alla fine dello stesso giro si completa la giornataccia di Bourdais che al tornantino prima dei box viene tamponato da Jordan King; il francese finisce in testacoda e provoca il classico ingorgo di Long Beach coinvolgendo anche Hunter-Reay e Wickens, con quest’ultimo che fa spegnere il motore richiamando in pista la pace car per la terza volta.

Si riparte al giro 77: nelle posizioni di testa non cambia nulla, mentre Kanaan soffia a Newgarden la settima posizione alla staccata della prima curva; Veach, nel frattempo, inizia a mettere pressione a Jones per conquistare l’ultimo gradino del podio. Power si avvicina a Rossi per mettergli pressione, ma non abbastanza per attaccare. All’inizio dell’81° giro Newgarden si riprende la posizione su Kanaan e torna al settimo posto alle spalle di Andretti.

Gli ultimi giri non riservano ulteriori cambiamenti: Rossi gestisce il proprio vantaggio su Power e taglia per primo il traguardo vincendo il Gran Premio di Long Beach e salendo in testa del campionato; secondo posto per Power davanti a Jones, Veach e Rahal. Undicesimo Dixon, quattordicesimo Bourdais.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/FollowAndretti

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