Indycar | GP Long Beach 2019: Rossi si ripete e trionfa

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Andrea Gardenal
15 Aprile 2019 - 12:28
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L’uomo più atteso dopo le qualifiche del sabato non è mancato all’appello: per la seconda volta nel giro di due anni, Alexander Rossi ha dominato in maniera perentoria il Gran Premio di Long Beach infliggendo distacchi imbarazzanti al resto del gruppo. Complice una gara che ha visto una sola caution, per di più al primo giro, e nella quale non ci sono pertanto stati i raggruppamenti imposti dalla pace car, Rossi ha tagliato il traguardo con ben 20 secondi di vantaggio sul suo più diretto inseguitore, Josef Newgarden. Con questo successo, il pilota californiano si porta al secondo posto in classifica generale con 138 punti, 28 in meno rispetto allo stesso Newgarden.

Il vantaggio del Campione Indycar 2017 nei confronti del più diretto inseguitore è rimasto sostanzialmente inalterato: prima della gara aveva 27 punti di vantaggio su Dixon, ora ne ha 28 su Rossi. Col secondo posto di ieri, Newgarden ha dato prova ancora una volta di aver capito e rimediato agli errori dell’anno scorso: se nel 2018 i suoi migliori risultati, al netto delle tre vittorie, erano stati due quarti posti, quest’anno ha già portato a casa ben due secondi posti e un quarto posto (oltre al successo di St.Petersburg), a testimonianza di una ritrovata costanza di rendimento anche nelle occasioni in cui il successo non è alla sua portata.

Al terzo posto si è classificato Scott Dixon, che nella fase finale di gara ha dovuto recuperare pesantemente dopo aver perso quasi 10 secondi in occasione dell’ultimo pit stop, quando il bocchettone per il rifornimento non si è agganciato con rapidità alla monoposto del neozelandese. Per il pilota del team Ganassi si tratta in ogni caso del terzo podio in quattro gare, un risultato che gli permette di rimanere ancorato al gruppo di testa con 33 punti di distacco da Newgarden.

Al quarto posto si è classificato Graham Rahal, che dopo una buona gara è stato penalizzato per aver compiuto una manovra di “blocking” ai danni di Scott Dixon durante l’ultimo giro; i commissari l’hanno così retrocesso dal terzo al quarto posto, relegandolo ai piedi del podio. Quinta posizione per Ryan Hunter-Reay davanti alle due Penske di Pagenaud e Power, con quest’ultimo che è stato autore di un lungo alla prima curva all’inizio del 34° giro che l’ha fatto scivolare dal terzo all’ottavo posto. Dietro a Power si è classificato Sato, il vincitore del GP dell’Alabama, davanti a Hinchcliffe e a Rosenqvist che completano la top-10. 11° Sebastien Bourdais, ultimo tra i piloti a pieni giri, davanti a Patricio O’Ward.

Come detto in precedenza, il GP di Long Beach ha visto una sola caution, giunta peraltro già nel corso del primo giro di gara, a causa di un incidente nelle prime curve che ha visto coinvolti Ericsson, Pigot e Harvey, con quest’ultimo che è finito con la sua monoposto nell’aiuola della fontana che si trova all’interno di curva 2/3; tutti e tre sono riusciti a ripartire e hanno completato la gara. L’unico nome che appare nell’elenco dei ritirati è quello di Colton Herta, che è andato a sbattere all’uscita di curva 9 dopo 50 giri di gara piegando la sospensione posteriore sinistra. Dopo il botto Herta è riuscito a tornare ai box e a parcheggiare la sua monoposto, scongiurando quindi il secondo ingresso della pace car.

La classifica del campionato vede Newgarden sempre in testa con 166 punti contro i 138 di Rossi e i 133 di Dixon; quarto è Sato con 116 davanti ad Hunter-Reay con 96 e Power e Hinchcliffe appaiati a quota 93.

Il GP di Long Beach chiude questa prima parte del campionato: adesso ci saranno quattro settimane di pausa prima del month of may di Indianapolis, che come di consueto inizierà con il Gran Premio sullo stradale in programma per sabato 11 maggio.

La cronaca

Alla bandiera verde Dixon si mette immediatamente in scia a Rossi per poi affiancarsi a lui all’esterno della prima curva, ma il californiano tiene la prima posizione. Alle loro spalle, dopo un paio di curve, succede di tutto: il gruppo è costretto a rallentare e si scatena un incidente a catena che, pur senza conseguenze, coinvolge Pigot, Harvey ed Ericsson. Le 3 macchine si fermano in pista, con quella di Harvey che rimane parcheggiata sopra all’aiuola della fontana di curva 2/3 e così la direzione gara è costretta a chiamare in pista la pace car per congelare la situazione.

Si riparte all’inizio del quinto giro con Rossi davanti a Dixon, Power e Newgarden; quinto e sesto sono Rahal ed Hunter-Reay, che in partenza hanno scavalcato Pagenaud relegandolo alla settima posizione. Alla bandiera verde si ripropone la scena della partenza, con Dixon che affianca Rossi all’esterno di curva 1 e con quest’ultimo che mantiene la posizione.

Dopo il primo giro di bandiera verde, Rossi allunga subito su Dixon portando il suo vantaggio oltre il secondo; ancora più staccato è il resto del gruppo, con Power ad oltre 3 secondi e gli altri in scia a lui. Al 7° giro O’Ward, partito nono, inizia a manifestare dei problemi, tanto che in una sola tornata viene superato nell’ordine da Herta, Rosenqvist e Andretti; si scoprirà più tardi che i problemi del messicano in questa fase di gara erano legati alla mappatura del motore.

I primi pit stop iniziano già al 10° giro, quando si ferma ai box Ed Jones seguito un paio di giri dopo da Kanaan. La classifica in testa alla gara, nel frattempo, è immutata: dopo 15 giri Rossi guida la corsa con 3 secondi di vantaggio su Dixon e 6 su Power; quest’ultimo a sua volta è riuscito ad allungare nei confronti del terzetto composto da Newgarden, Rahal e Hunter-Reay staccandolo di 3 secondi.

Dixon continua a perdere contatto nei confronti di Rossi, tanto che al 24° giro il suo ritardo raggiunge i 7 secondi; per contro, Power si riavvicina al neozelandese portandosi ad un secondo di distacco. Newgarden e i suoi inseguitori mantengono invece un ritardo di tre secondi da Power.

Esclusi Jones e Kanaan, che vanno sulle tre soste, il primo a fermarsi per il rifornimento è James Hinchcliffe che rientra al termine del 24° giro; al giro successivo si fermano anche Hunter-Reay, Bourdais e Andretti; il francese viene rallentato da un problema nella sostituzione dello pneumatico anteriore destro.

Al 26° giro si fermano ai box Rossi e Dixon, così Power passa in testa alla gara davanti a Newgarden, Rahal e Pagenaud. Al 28° giro è la volta di Power, Rahal e Pagenaud; avendo ritardato la sosta, Power è riuscito a scavalcare Dixon, ma i due rimangono in lotta diretta tra di loro per tutto il giro.

Mentre si sviluppa questo giro di soste, Ferrucci arriva lungo alla prima curva e fa spegnere il motore della sua monoposto; La macchina non si trova in una posizione particolarmente pericolosa, pertanto il direttore di gara mantiene la gara in regime di bandiera verde in attesa che si svolgano gli ultimi pit stop.

Al 29° giro si fermano ai box Newgarden, Sato ed Herta, gli ultimi piloti a non aver ancora rifornito. La lotta in pista tra Power e Dixon avvantaggia Newgarden, che torna in pista davanti ad entrambi guadagnando la seconda posizione. Dixon, scivolato al quarto posto, continua a tallonare Power senza però riuscire a scavalcarlo. Alle spalle dei primi 4 la classifica è immutata: Rahal è quinto davanti a Hunter-Reay, Pagenaud e Sato.

Al termine del 33° giro Power ha un’esitazione ed esce male dal tornantino che immette nel rettilineo dei box; Dixon lo affianca per provare un sorpasso in curva 1 all’inizio del giro successivo, ma in quello stesso punto Power ritarda la frenata e finisce nella via di fuga perdendo 5 posizioni. Dixon sale così al terzo posto tallonato da Rahal, Hunter-Reay e Pagenaud.

Rossi, nel frattempo, continua a dominare la gara: dopo 35 giri il suo vantaggio su Newgarden è di 8 secondi mentre Dixon segue ad 11. Nelle tornate successive Newgarden comincia a perdere terreno: a metà gara il suo svantaggio su Rossi sfiora gli 11 secondi, mentre per contro Dixon gli si rifà sotto portandosi in scia.

La gara prosegue senza cambiamenti significativi fino al 50° giro, quando Herta rientra ai box con il baffo anteriore sinistro piegato e la sospensione posteriore sinistra rotta dopo un contatto con il muro posto all’esterno di curva 9. Nel tentativo di controllare un sovrasterzo in uscita di curva, Herta ha controsterzato verso sinistra innescando un effetto pendolo che ha spedito la sua monoposto contro il muretto di protezione. In assenza di detriti significativi in pista, ancora una volta la direzione corsa mantiene il regime di bandiera verde.

Mentre Herta si ritira, il vantaggio di Rossi su Newgarden ha ormai raggiunto i 12 secondi; il pilota di Penske, a sua volta, è riuscito ad allungare su Dixon staccandolo di circa 3 secondi; Rahal e Hunter-Reay seguono il neozelandese da vicino mentre Pagenaud è sesto ad oltre 10 secondi da Hunter-Reay.

Poco dopo l’incidente di Herta inizia la seconda e ultima tornata di pit stop. Il primo a fermarsi è Hunter-Reay, che rientra ai box al 54° giro seguito pochi secondi dopo da Hinchcliffe, che si trovava al nono posto. Un giro dopo si ferma anche Rahal, che quando rientra in pista mantiene la posizione su Hunter-Reay.

Al 56° giro si ferma il leader della gara, Alexander Rossi, che così si mette al riparo da un’eventuale neutralizzazione; nello stesso passaggio si ferma anche Dixon, ma la sua sosta è molto lenta: l’addetto al rifornimento incontra delle difficoltà nell’inserimento del bocchettone nella monoposto #9 e così la sosta dura ben 18 secondi, circa 10 in più di quelli previsti. Al rientro in pista, Dixon si trova in quinta posizione alle spalle di Rahal e Hunter-Reay, che l’hanno quindi scavalcato approfittando dei suoi problemi.

Tra i leader gli ultimi a fermarsi sono Newgarden e Power: l’americano mantiene tranquillamente il suo secondo posto, mentre l’australiano riesce a guadagnare una posizione nei confronti di Sato tornando in pista al settimo posto.

Al termine dell’ultimo giro di rifornimenti, Rossi è sempre al comando con 9 secondi di vantaggio su Newgarden, 13 e mezzo su Rahal e 15 su Hunter-Reay; Dixon è scivolato al quinto posto con un ritardo di 22 secondi dalla vetta seguito da Pagenaud a 27 secondi e da Power a 30. Il gruppo è oramai ben sgranato e, al netto delle neutralizzazioni, l’unica incognita è rappresentata da quanto carburante dovranno risparmiare i piloti che sono rientrati per primi ai box in occasione dell’ultima sosta, in primis Hunter-Reay e Rahal.

La gara per le posizioni di rincalzo si riaccende a 15 giri dalla conclusione quando Dixon (che nei giri dopo la seconda sosta è stato costantemente il più veloce in pista) si porta in scia a Rahal e Hunter-Reay dopo aver annullato il distacco di quasi 10 secondi che lo separava da loro. 

I tre procedono in fila indiana per una decina di tornate: all’82° giro Hunter-Reay esce male da curva 8, quella che immette su Seaside Way, permettendo a Dixon di avvicinarsi: il pilota di Andretti si porta all’interno per coprirsi da un attacco, ma Dixon allunga la frenata all’esterno e lo supera senza troppi problemi guadagnando così la quarta posizione. Hunter-Reay è costretto ad alzare il piede per risparmiare etanolo, quindi la lotta per il terzo posto si restringe a Rahal e Dixon.

Si arriva così all’ultimo giro: Rossi è saldamente al comando davanti a Newgarden, mentre alle loro spalle Rahal e Dixon si giocano l’ultimo gradino del podio. L’ultimo attacco parte ancora una volta da curva 8: Rahal blocca la anteriore destra in frenata e manca la traiettoria ideale, Dixon può approfittarne uscendo più velocemente ma Rahal stringe verso il muretto interno; il neozelandese è costretto ad alzare il piede e a rinunciare ad attaccare la terza posizione.

Sotto la bandiera a scacchi, Rossi taglia per primo il traguardo con 20 secondi di vantaggio su Newgarden e 25 su Rahal e Dixon, che passano uno in scia all’altro in terza e quarta posizione. Hunter-Reay è quinto, un po’ più staccato, davanti a Pagenaud, Power, Sato, Hinchcliffe e Rosenqvist, con il canadese che ha mantenuto la nona posizione nonostante abbia tagliato il traguardo con poche gocce di carburante nel serbatoio.

Non è però finita qui: l’ultima manovra del duello tra Rahal e Dixon viene messa sotto inchiesta dalla direzione gara che in pochi minuti emette il suo verdetto: Rahal viene penalizzato per blocking e scivola così al quarto posto a vantaggio di Scott Dixon, che sale sul gradino più basso del podio.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://www.instagram.com/andrettiautosport/

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