Indycar | GP Indianapolis: Pagenaud beffa Dixon e torna al successo

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di Lorenzo Esposito @https://mobile.twitter.com/lorexpo27
12 Maggio 2019 - 01:10
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Dopo un lungo digiuno durato quasi due anni e un difficile inizio di stagione, Simon Pagenaud torna a vincere in Indycar e lo fa in modo spettacolare. Dopo una prima metà di gara nelle prime posizioni, ha saputo sfruttare alla perfezione la pioggia arrivata nel finale, compiendo una serie di sorpassi maniacali che lo hanno portato al penultimo giro ad avere la meglio anche di Scott Dixon. E’ stata proprio la pioggia ad animare ulteriormente la gara: già ad inizio gara la pista era stata bagnata da qualche innocua goccia, ma nel finale si è intensificata tanto da costringere tutti i piloti a montare gomme wet.

Dixon conclude dunque secondo dopo aver condotto buona parte della gara, un risultato importante ai fini del campionato. Il pilota neozelandese è stato pressoché perfetto fino al penultimo giro: dopo la prima caution si è preso la leadership della gara con un doppio sorpasso ai danni di Harvey e Rosenqvist e in generale ha condotto la gara con la freddezza che lo contraddistingue. L’unica sbavatura è arrivata ad un giro e mezzo dalla conclusione, quando ha commesso un piccolo errore che ha permesso a Pagenaud di passarlo, ma c’è da dire che la differenza di velocità tra i due in quel frangente era tale che, anche senza questa imperfezione, sarebbe stato molto difficile contenere l’assalto del francese.

A completare il podio c’è Jack Harvey con il team Michael-Shank Racing, che si è confermato dopo l’ottima qualifica di ieri, seguito da un altrettanto positivo Matheus Leist (al suo miglior risultato in carriera), abile nello sfruttare la pioggia nel finale e aiutato da una corretta strategia del team Foyt; per le squadre di Shank e Foyt il risultato di oggi è molto importante, soprattutto in virtù del periodo non facile che entrambe stanno affrontando.

In quinta e sesta posizione chiudono i due piloti del team di Ed Carpenter, Ed Jones e Spencer Pigot, a precedere un Will Power non in giornata e Felix Rosenqvist, il quale sicuramente dopo la pole position si aspettava di più. Oltre a una fase centrale di gara problematica, dopo aver perso la leadership ai danni del compagno, il rookie del Team Ganassi ha avuto delle disavventure ai box, con due principi di incendio che riassumono una gara no per lo svedese.

A chiudere la top-10 ci sono Graham Rahal e Santino Ferrucci, che ha preceduto il ben più esperto compagno di team Sebastién Bourdais, undicesimo; alle spalle del veterano francese si è classificato Zach Veach, primo dei piloti Andretti.

Sfortunate le gare di Alexander Rossi e Ryan Hunter-Reay messi fuori gioco rispettivamente da O’Ward e da Hinchcliffe in due distinti episodi di gara. Helio Castroneves ha invece vissuto un difficile rientro in pista: dopo una gara abbastanza anonima, il brasiliano si è insabbiato all’uscita dai box dopo la sua terza sosta mentre si trovava a centro classifica.

Unici ritirati Colton Herta, in seguito a una toccata con Harvey, e Marcus Ericsson, che nelle prime battute di gara ha perso la macchina all’ultima curva.

Con la giornata no di Newgarden la classifica si è ricompattata: il pilota di Penske è ancora in testa al campionato con 182 punti, ma Dixon lo segue a ruota con un ritardo di sole 6 lunghezze; Rossi scivola al terzo posto con 146 punti mentre il successo odierno permette a Pagenaud di risalire fino al quarto posto in campionato a quota 138.

Il prossimo appuntamento è quello più atteso della stagione, la 500 Miglia di Indianapolis: da martedì a venerdì si svolgeranno le prove libere, mentre nel prossimo weekend si disputeranno le due giornate di qualifiche che determineranno la griglia di partenza. L’appuntamento con la gara è invece per il 26 maggio

Seguono la cronaca e le classifiche a cura di Andrea Gardenal

La cronaca

Il Gran Premio di Indianapolis prende il via sotto ad un cielo plumbeo e con qualche goccia di pioggia che cade dal cielo. Alla partenza Rosenqvist mantiene la testa mentre Dixon ha un’esitazione e viene infilato da Jack Harvey, che sale così al secondo posto. Herta mantiene il quarto posto davanti a Jones e Rahal, mentre Power scivola in settima posizione1. Nelle retrovie Rossi viene tamponato da O’Ward e danneggia la sospensione posteriore destra; al messicano viene inflitto un drive through, mentre il californiano è costretto a rientrare lentamente ai box per le riparazioni che dureranno per quattro giri.

Già al secondo giro Dixon prova un primo attacco nei confronti di Harvey, che però riesce a difendersi, mentre Rosenqvist porta già oltre il secondo il proprio vantaggio sui suoi inseguitori. Nelle prime posizioni la situazione si stabilizza rapidamente con Harvey che prende qualche decimo di vantaggio su Dixon, mentre Pigot si libera di Pagenaud e Power tra il terzo e il quarto giro, guadagnando così la settima posizione.

All’inizio dell’undicesimo giro arriva la prima caution: Ericsson perde il controllo della sua monoposto all’uscita dell’ultima curva, va in testacoda e sbatte contro le barriere SAFER poste all’esterno della prima curva dell’ovale.

Il gruppo viene compattato alle spalle della pace car e al 13° giro viene aperta la pit lane: tra i pochi che rientrano ai box ci sono Newgarden, Hunter-Reay e Hinchcliffe.

Si riparte al 16° giro con Rosenqvist davanti a Harvey, Dixon e Herta. Il neozelandese è protagonista di una partenza straordinaria, supera immediatamente Harvey e costringe Rosenqvist ad arrivare lungo alla prima variante, potendolo così infilare guadagnando la testa della gara. Alle loro spalle, Herta va in testacoda dopo aver toccato Harvey e pochi secondi dopo viene colpito da Hunter-Reay, finito a sua volta in testacoda dopo essere stato tamponato da Hinchcliffe.

La pace car viene nuovamente richiamata in pista per rimuovere le due monoposto incidentate. Hunter-Reay riesce a proseguire dopo la sostituzione dell’ala anteriore, mentre Herta è costretto a ritirarsi per i danni riportati dalla sua monoposto.

Si riparte con la pista che diventa sempre più viscida: Dixon mantiene la prima posizione mentre alle sue spalle Rosenqvist viene infilato da Harvey e Jones, con quest’ultimo che sale al secondo posto. Dietro a Rosenqvist, scivolato in quarta posizione, ci sono Rahal, Pagenaud, Pigot, Sato, Power e Bourdais.

A centro gruppo proseguono le difficoltà di Power, che viene infilato prima da Bourdais e poi da Castroneves. All’inizio del 22esimo giro Sato prova un attacco su Pigot, ma alla prima curva arriva lungo e taglia per la via di fuga. Le cose per Power non migliorano e nello stesso giro viene infilato anche da Ferrucci.

In testa alla gara Jones continua ad insidiare Dixon con un distacco inferiore al secondo, mentre Harvey e Rosenqvist sono più staccati.

Al 25° giro Pagenaud rientra ai box per la sua prima sosta e al passaggio successivo viene seguito da Jones e Harvey, mentre Dixon e Rosenqvist restano in pista.

Al 27° giro si fermano i due piloti di Chip Ganassi: Dixon riparte ampiamente al comando mentre Rosenqvist, dopo aver recuperato temporaneamente la posizione su Harvey, è costretto a lasciarlo passare a causa delle gomme ancora fredde.

Al 30° giro al comando della gara c’è Newgarden seguito da O’Ward, Chilton, Leist e Hinchcliffe, tutti piloti che avevano approfittato della prima caution per rifornire. Dixon è sesto davanti a Jones, Harvey, Rosenqvist e Pigot. Nelle prime posizioni la classifica non cambia fino al 37° giro, quando Dixon scavalca agilmente Leist per la quinta posizione. L’unica novità è rappresentata dalla pioggia, che sembra diventare sempre più intensa ma non abbastanza per utilizzare le gomme da bagnato.

Alle spalle dei primi si intensifica la lotta tra Jones, Harvey, Rosenqvist, Pigot e Pagenaud, che si contendono la posizione alle spalle di Dixon. Al 39° giro Pigot attacca Rosenqvist in curva 7 e lo supera, costringendolo ad allargare la traiettoria e lasciando a Pagenaud lo spazio per infilarsi all’interno dello svedese.

Tra il 37° e il 40° giro si fermano Newgarden, O’Ward, Chilton, Hinchclife e Leist: Dixon torna quindi al comando davanti a Jones, Harvey, Pagenaud, Pigot e Rosenqvist.

Al 41° giro l’inglese del team Meyer-Shank sale al secondo posto infilando Jones alla staccata in fondo al rettilineo dei box; il giro successivo Pagenaud fa lo stesso e si porta in terza posizione, mentre alle loro spalle Rosenqvist perde terreno e si fa raggiungere e superare da Rahal.

Al 44° giro si fermano ai box Jones e Rosenqvist; durante la sosta dello svedese qualcosa va storto e si sviluppa un principio d’incendio in corrispondenza dello sportellino per l’ingresso del carburante; fortunatamente le fiamme si spengono spontaneamente non appena la macchina riprende velocità.

In testa alla gara il gruppo si ricompatta: Dixon vede progressivamente assottigliarsi il proprio margine su Harvey e al 46° passaggio l’inglese ha ormai meno di un secondo di svantaggio sul 5 volte campione Indycar.

Al termine del 47° giro i primi 3 rientrano contemporaneamente ai box: Dixon mantiene la prima posizione mentre Pagenaud scavalca Harvey grazie all’opera dei suoi meccanici ai box. Al comando si portano Rahal, Bourdais e Sato, che però devono ancora effettuare la loro seconda sosta, mentre al quarto posto c’è Newgarden.

Al 53° giro Newgarden torna in testa alla gara grazie alle soste dei piloti che si trovavano off-sequence davanti a lui: O’Ward è secondo davanti ad Hinchcliffe, mentre Dixon si trova al quarto posto.

Il primo pilota a giocare l’azzardo delle gomme rain è Tony Kanaan, che rientra ai box alla fine del 54° giro: il rischio del pilota brasiliano non paga, tanto da perdere svariati secondi al giro nei confronti di tutti gli altri.

Al 58° giro Castroneves si ferma a sua volta ai box per mettere le gomme da bagnato, ma in uscita dai box perde il controllo della vettura e va in testacoda. Helio riesce a mantenere la macchina in moto, ma si arena nella via di fuga in ghiaia all’esterno di curva 2. Come accaduto in passato, la direzione gara aspetta un giro prima di chiamare la caution per permettere a tutti di rientrare ai box per effettuare l’ultima sosta.

Newgarden, O’Ward, Hinchcliffe e Dixon ne approfittano, mentre Pagenaud, Rahal e Ferrucci restano in pista. Tra chi si ferma ai box solamente Dixon, Pigot e Leist montano le gomme da bagnato mentre tutti gli altri decidono di proseguire con le slick.

Quando la pit lane viene riaperta, le condizioni meteo sono tali da imporre a tutti i piloti con le slick a rientrare per montare le rain. La sosta di Newgarden va a rotoli: la sua crew perde una ruota in corsia box e il leader del campionato perde svariate posizioni in pit lane; come se non bastasse, la perdita della ruota in pit lane porta i commissari a penalizzarlo facendolo ripartire dalla coda del gruppo alla successiva bandiera verde.

Si riparte al 69° giro con Dixon al comando davanti a Harvey, Pigot, Leist, Jones e Pagenaud. Nel primo giro Pigot è il più lento e perde ben tre posizioni a vantaggio di Leist, Jones e Pagenaud; il francese a sua volta si libera di Jones alla staccata della prima curva nel giro successivo portandosi al quarto posto.

In testa alla gara Dixon allunga e a 15 giri dalla fine il suo vantaggio su Harvey sfiora i quattro secondi; Leist, dal canto suo, si avvicina ad Harvey portandosi a meno di un secondo dal pilota inglese.

Ad una dozzina di giri dalla fine la pioggia si fa sempre meno intensa e i piloti devono iniziare a cercare le traiettorie umide per non surriscaldare gli pneumatici.

Al 75° giro Pagenaud attacca Leist all’esterno di curva 1, il brasiliano desiste e cede così la terza posizione provvisoria al pilota del Team Penske, che si mette quindi alla caccia di Harvey.

A 10 giri dalla conclusione il vantaggio di Dixon su Harvey supera i 5 secondi e mezzo, mentre Pagenaud è ormai in scia al pilota inglese; quest’ultimo, dal vanto suo, può vantare su circa un minuto di push to pass ancora a disposizione per difendersi, mentre Pagenaud ha solamente 3 secondi di potenza extra ancora a disposizione.

All’80° giro, dopo alcuni passaggi di studio, Pagenaud riesce finalmente a portare l’affondo su Harvey e a portarsi in seconda posizione alle spalle di Dixon. Il francese vola e nel suo primo giro a pista libera riesce a mangiare un secondo e mezzo a Dixon, portandosi a meno di 4 secondi.

A 3 giri dalla conclusione Pagenaud è ormai in scia a Dixon, che deve sfruttare i secondi di push to pass a sua disposizione per difendersi.

All’84° giro si decide la gara: Dixon arriva lungo in curva 7 e manca la traiettoria ideale, Pagenaud si affianca e nella successiva Esse 8-9 porta a termine il sorpasso: il suo ritmo è tale da impedire a Dixon ogni possibilità di replica.

Poche curve dopo Pagenaud prende la bandiera bianca e, un giro dopo, la bandiera a scacchi: il pilota francese spezza un digiuno che durava da un anno e mezzo e vince il GP di Indianapolis: Dixon chiude al secondo posto mentre Jack Harvey conquista il primo podio nella breve storia in Indycar del team Meyer-Shank. Quarto Leist, al miglior risultato in carriera, davanti a Pigot e Jones con le due monoposto del team Carpenter. Settimo un redivivo Power davanti a Rosenqvist, Rahal e Ferrucci. Newgarden non riesce a recuperare dalla penalità subita dopo l’ultimo pit stop e taglia il traguardo solamente al 15° posto.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/TeamChevy

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