Indycar | GP Detroit: Scott Dixon torna al successo

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Andrea Gardenal
3 Giugno 2018 - 00:24
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Nel Gran Premio di Detroit del 2012 Scott Dixon si era aggiudicato il primo successo al volante della nuova Dallara DW12 dopo un avvio di stagione buono ma non eccezionale. Sei anni dopo la storia si è ripetuta: sul tortuoso circuito cittadino di Belle Isle, uno dei più insidiosi dell’intero campionato, il pilota neozelandese ha colto il suo primo successo stagionale, nonché il primo con la nuova veste aerodinamica che da quest’anno equipaggia tutte le monoposto in gara.

Partito dalla seconda posizione, per tutto il primo stint di gara Dixon è rimasto incollato a Marco Andretti senza però mai riuscire ad impensierire la sua posizione. La chance per il sorpasso si è presentata in occasione della prima sosta: il team Ganassi ha deciso di lasciare in pista il suo pilota per un giro in più rispetto ad Andretti, permettendogli di compiere un giro al massimo che gli ha consentito, una volta effettuata la sosta, di tornare in pista abbondantemente davanti al rivale.

Da questo momento in poi l’attenzione si è spostata su Ryan Hunter-Reay, il primo in pista tra i piloti che hanno scelto di correre su una strategia a 3 soste anziché e 2. Fino a due terzi di gara la lotta è stata soprattutto a distanza, nei tempi sul giro. La situazione è cambiata radicalmente al 45° giro, quando Rene Binder è arrivato lungo in curva 7 provocando una neutralizzazione locale; il rischio di una caution, tuttavia, ha richiamato tutti i principali protagonisti ai box per la loro ultima sosta nell’arco di un paio di tornate.

Alla fine la caution è arrivata veramente, ma non per colpa di Binder: poco dopo essere uscito dai box con gomme fredde, Graham Rahal ha perso il controllo della monoposto mentre stava affrontando la curva 13; l’americano ha provato a correggere la traiettoria, ma così facendo ha portato ulteriormente la macchina verso l’esterno contro il muretto. Un vero peccato per Rahal, che era stato tra i protagonisti in tutta la prima parte di gara.

La caution provocata dall’incidente di Rahal ha ricompattato il gruppo e alla ripartenza Hunter-Reay ha provato fin da subito ad insidiare Dixon, che stava mostrando qualche problema in più a mandare in temperatura gli pneumatici. Dopo soli 3 giri di bandiera verde è però arrivata un’altra caution provocata da Charlie Kimball, che ha tamponato Santino Ferrucci alla staccata della curva 7 spedendolo prima in testacoda e poi contro le gomme di protezione.

La neutralizzazione ha raffreddato gli animi e nei giri rimanenti Dixon non ha dovuto faticare particolarmente per tenere alle spalle Ryan Hunter-Reay; l’unico cambiamento di rilievo nelle prime posizioni è stato il sorpasso di Alexander Rossi su Marco Andretti, col quale il pilota californiano ha strappato la terza posizione al compagno di squadra. Per il resto gli ultimi 10 giri sono proseguiti in modo molto tranquillo, sancendo la vittoria di Scott Dixon davanti ad Hunter-Reay, Rossi e Andretti. Con questo successo Dixon si porta a quota 42 vittorie in carriera ed eguaglia Michael Andretti al terzo posto nella classifica dei piloti Indycar più vincenti della storia.

I protagonisti della gara sono stati tutti quelli elencati in precedenza: Dixon, Hunter-Reay, Rossi e Andretti. Tutti gli altri hanno ricoperto il ruolo dei comprimari a partire da Takuma Sato, buon quinto sul traguardo ad un’incollatura da Marco Andretti; in occasione della penultima ripartenza Sato ha guadagnato la quinta posizione finale con un deciso attacco in curva 1 nei confronti di Ed Jones, che ha riscattato un avvio di stagione piuttosto deludente con un bel sesto posto.

Settimo posto per il vincitore di domenica scorsa, Will Power, che ha salvato la giornata del Team Penske; ottava posizione per Wickens che negli ultimi giri ha recuperato un paio di posizioni nei confronti di Newgarden, nono, e Pigot, decimo, con quest’ultimo che oggi ha conquistato il suo miglior risultato stagionale. Undicesimo Hinchcliffe, la cui gara è stata pesantemente condizionata da un drive through ricevuto per aver superato i limiti della corsia box al rientro in pista dopo la sosta. Dodicesimo Veach davanti a Bourdais, mai in gara per una posizione di rilievo; lo stesso può dirsi per la terza Penske, quella di Pagenaud, che ha tagliato il traguardo addirittura al 17° posto.

Con i risultati di oggi la classifica del campionato si ricompatta ulteriormente: in testa torna Alexander Rossi a quota 276 punti contro i 272 di Dixon e i 269 di Power; Newgarden tiene il passo dei primi, forte soprattutto delle sue due vittorie ad inizio anno, ma scivola al quarto posto con 255 punti; più staccato Hunter-Reay a quota 227 punti, mentre Wickens sale al sesto posto con 202; tutti gli altri, a partire da Graham Rahal, sono sotto quota 200 punti.

Il programma di domani è (quasi) la fotocopia di quello di oggi: le qualifiche partiranno con 10 minuti di anticipo, alle 16:45 anziché alle 16:55, mentre gara-2 inizierà ancora una volta alle 21:50.

La cronaca

Tutto regolare alla prima curva con Andretti che tiene la posizione su Dixon; Rossi scavalca subito Wickens, ma il canadese si riprende immediatamente la posizione alla staccata di curva 3; seguono Hunter-Reay, Sato, Rahal e Power, che al via ha perso due posizioni. Nei primi giri fila tutto regolarmente: l’unico momento di tensione si verifica all’inizio del secondo giro, quando Kanaan e Pagenaud si toccano durante una fase di sorpasso senza però danneggiare le rispettive monoposto.

In testa alla gara Andretti non riesce a scappare, anzi alle sue spalle si forma un lungo trenino che arriva fino quasi a metà classifica. Nelle posizioni di rincalzo la situazione si sblocca all’inizio del settimo giro, quando Spencer Pigot supera Hinchcliffe per il nono posto; contemporaneamente rientra ai box Josef Newgarden che, dopo essere partito da centro gruppo, prova a sparigliare le carte giocando la carta delle tre soste. Lo stesso fa James Hinchcliffe che, in evidente difficoltà con gli pneumatici, si ferma alla fine del settimo giro. Sfortunatamente il canadese è costretto ad effettuare un drive through per aver tagliato la linea che delimita l’uscita box.

Oltre ad Hinchcliffe anche Wickens inizia a soffrire di qualche problema con le gomme e nel corso dell’ottavo giro viene scavalcato da Takuma Sato, che dal canto suo nei giri precedenti aveva superato anche Hunter-Reay. Al termine dell’ottavo giro anche Wickens rientra ai box. In testa alla gara, nel frattempo, è stata fatta un po’ di selezione e solo Dixon riesce a tenere il ritmo di Andretti; Rossi, terzo, è a 3 secondi dalla vetta con Sato a sei secondi e mezzo e Hunter-Reay a dieci; al termine del nono giro anche Hunter-Reay cambia le gomme ed effettua il primo rifornimento di giornata.

Al 13° giro Bourdais va un po’ lungo in curva 3 perdendo due posizioni a vantaggio di Kimball e Ferrucci; il francese si ritrova quindi in 13ª posizione. In testa alla gara Andretti rallenta il ritmo e permette il riavvicinamento di Rossi e Rahal che fa valere il fatto di essere l’unico pilota partito su gomme dure girando più veloce di tutti.

La situazione si calma per una decina di passaggi, durante i quali le uniche azioni degne di nota sono un paio di tentativi di sorpasso portati da Rahal a Rossi, che però si è difeso egregiamente. Al termine del 22° giro Rossi è il primo del quartetto di testa a rientrare ai box: cambia le gomme passando dalle morbide alle dure e riparte 11° alle spalle di Wickens; al giro successivo si fermano anche Andretti e Power, mentre Dixon e Rahal restano in pista. Al termine del 24° giro anche Dixon si ferma ai box ripartendo abbondantemente davanti a Marco Andretti ma dietro a Ryan Hunter-Reay, che girando con gomme nuove a pista libera ha potuto recuperare svariati secondi.

Al 25° giro si ferma anche Graham Rahal che riparte su gomme morbide immediatamente alle spalle di Dixon. Avendo scelto la strategia a tre soste, Hunter-Reay può permettersi di spingere al massimo senza fare fuel saving e in breve tempo riesce a portare il suo vantaggio su Dixon da 4 a 9 secondi guadagnando in media un secondo al giro. Al 29° giro assistiamo finalmente al primo sorpasso della gara per le posizioni di testa: Rossi attacca Wickens all’esterno di curva 3, incrocia la traiettoria e in accelerazione riesce ad avere la meglio sul pilota canadese guadagnando la quinta posizione.

Verso il 30° giro la tendenza in testa alla gara si inverte: Dixon inizia a spingere e riesce dapprima a “congelare” il suo ritardo da Hunter-Reay e poi a recuperare qualche decimo ad ogni giro. Alla fine del 32° passaggio Hunter-Reay si ferma ai box per la sua seconda sosta ripartendo al terzo posto subito davanti a Marco Andretti, che nel frattempo riesce a mantenere la posizione su Rossi.

Hunter-Reay inizia a recuperare dopo la sosta e al 42° giro è ormai in scia a Graham Rahal, che dal canto suo inizia a soffrire il degrado delle sue gomme morbide. Al 44° giro Hunter-Reay prova un attacco in curva 7, ma Rahal si porta sulla corsia interna per difendersi e riesce a mantenere la posizione.

Nel corso del 45° giro Binder arriva lungo in curva 7 provocando una neutralizzazione locale, ma il timore di una caution richiama ai box un gran numero di piloti tra cui Dixon, Rahal e Rossi. La macchina resta ferma in via di fuga e al giro successivo si fermano anche Hunter-Reay, Andretti e Jones.

La caution alla fine arriva, ma non per colpa di Binder: nel giro successivo alla ripartenza dai box, Rahal perde il controllo della macchina in piena percorrenza di curva 13 e va a sbattere violentemente contro il muretto esterno, distruggendo la monoposto. L’impatto di questa caution sulle strategie di gara, fortunatamente, è molto limitato, dato che tutti i piloti in testa alla gara si erano già fermati nei due giri precedenti.

Dopo una neutralizzazione piuttosto lunga, finalmente al 53° giro si riparte con Dixon al comando davanti a Hunter-Reay, Andretti e Rossi; Sato riparte alla grande e alla prima curva riesce già a mettersi davanti a Jones guadagnando il quarto posto. Per un paio di giri le tre macchine della Andretti Autosport mettono sotto pressione Dixon, ma al 56° giro viene esposta una nuova caution: alla staccata della curva 7 Charlie Kimball colpisce Santino Ferrucci che finisce in testacoda: la macchina, ormai senza controllo, passa tra Veach e Kanaan senza colpire nessuno dei due e termina la sua folle corsa contro le gomme di protezione. È inevitabile l’intervento della vettura di sicurezza, che ricompatta il gruppo per la seconda volta nell’arco di pochi giri.

Si riparte al 61° giro, con 10 tornate ancora da percorrere. Tutto regolare alla prima curva, ma alla staccata di curva 3 Rossi attacca Andretti all’esterno: le due monoposto arrivano anche al contatto e proseguono affiancate in uscita di curva, ma alla successiva svolta verso destra Rossi allunga la frenata e riesce a strappare la posizione al compagno di squadra.

Gli ultimi giri proseguono senza ulteriori cambiamenti: Dixon riesce ad allungare e a porre un piccolo margine di sicurezza tra sé e Hunter-Reay; Rossi è terzo, in solitaria, mentre Sato prova (senza successo) ad attaccare la quarta posizione di Andretti. Dopo 70 giri Scott Dixon taglia il traguardo e vince gara-1 del Dual in Detroit: per lui è il successo numero 42 in carriera.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/CGRindycar

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