Indycar | GP Detroit: Hunter-Reay spezza il digiuno e vince gara-2

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di Andrea Gardenal
4 Giugno 2018 - 01:11
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Ci era andato vicino ieri, ma alla fine nulla aveva potuto contro uno Scott Dixon irresistibile; oggi la musica è stata diversa: con una guida strepitosa, forse la migliore della sua carriera, Ryan Hunter-Reay ha colto la sua prima vittoria stagionale, la 17ª in carriera, spezzando un digiuno che durava dalla 500 Miglia di Pocono del 2015.

Esattamente come ieri, la gara si è giocata sul dualismo strategico tra le due e le tre soste. Ieri era risultata vincente la prima di queste due strategie, oggi lo è stata fino a sette giri dalla fine, quando Alexander Rossi è uscito di pista alla staccata della curva 3 regalando su un piatto d’argento la prima posizione a Ryan Hunter-Reay che negli ultimi giri l’ha gestita fin sotto la bandiera a scacchi.

È però sbagliato ricondurre la vittoria di Hunter-Reay ad un semplice colpo di fortuna a seguito di un errore del suo compagno di squadra. Il campione Indycar 2012 è stato l’unico pilota in grado di far valere la strategia su tre soste, tanto che alle sue spalle si sono piazzati quattro piloti che avevano adottato la strategia opposta alla sua, basata su due soli pit stop. Partito dalla decima posizione dopo aver perso il suo miglior tempo di qualifica a causa di un testacoda che aveva provocato l’esposizione della bandiera gialla, Hunter-Reay non è stato protagonista di un avvio di gara particolarmente brillante con le gomme più morbide, tanto che al momento del suo primo pit stop era ancora al decimo posto.

Con il primo cambio gomme la situazione si è modificata drasticamente: con pneumatici più duri e pista libera, Hunter-Reay è riuscito a guadagnare secondi su secondi, tanto che al termine del primo giro di soste era già risalito al secondo posto alle spalle di Wickens (pure lui su tre soste) e davanti ad Alexander Rossi. Hunter-Reay ha tallonato a lungo Wickens, liberandosene con una manciata di giri velocissimi poco prima della sua seconda sosta approfittando della pista libera lasciatagli dal pilota canadese, rientrato ai box con un certo anticipo. La seconda sosta di giornata ha spedito Hunter-Reay al sesto posto, di gran lunga il migliore tra i piloti sulla sua strategia.

La gara è proseguita senza caution lasciando i piloti liberi di sfruttare al meglio le proprie strategie. Al 46° giro i concorrenti su due soste sono rientrati ai box per la loro ultima sosta lasciando campo libero ad Hunter-Reay: con gomme tutto sommato in buono stato e la macchina scarica di etanolo, il pilota del team Andretti è stato autore di sei giri velocissimi che gli hanno consentito di recuperare ben quattro posizioni, ripartendo al secondo posto dopo il suo ultimo pit stop.

 Gli ultimi giri hanno visto ancora una volta un incredibile riavvicinamento di Hunter-Reay a Rossi, con quest’ultimo che perdeva oltre un secondo al giro nei confronti del compagno di squadra. La svolta della gara si è verificata al 64° giro, quando Rossi è arrivato lungo alla staccata di curva 3 per la seconda volta in due giri: se al passaggio precedente il californiano aveva limitato i danni, stavolta è stato costretto ad imboccare la via di fuga e a perdere svariati secondi. La situazione è ulteriormente peggiorata pochi secondi dopo quando la ruota anteriore sinistra, messa sotto stress dai due bloccaggi a tempo ravvicinato, è esplosa definitivamente costringendo Rossi ad una sosta supplementare. Alla fine Rossi taglierà il traguardo al 12° posto.

Gli ultimi giri sono stati una cavalcata trionfale per Hunter-Reay: solo al comando con oltre dieci secondi di vantaggio su Power, il pilota del team Andretti ha finalmente potuto assaporare la gioia della vittoria che gli mancava dall’agosto del 2015.

Alle spalle di Hunter-Reay, come detto, si sono piazzati quattro piloti sulla medesima strategia delle due soste con Power secondo, Ed Jones ottimo terzo, Dixon quarto e Rahal quinto. I quattro hanno proseguito in tandem dall’inizio alla fine della gara, senza regalare mai particolare spettacolo in pista se non ad inizio gara, quando il pilota di Dubai ha scavalcato in pista il proprio compagno di squadra.

Tra questi quattro sicuramente chi gioisce maggiormente è Will Power, che ha limitato alla grande i danni con un ottimo secondo posto e che è stato di gran lunga il migliore tra i piloti Chevy: per trovare il secondo pilota classificato tra quelli della Casa americana (che a Detroit giocava in casa) bisogna scendere fino alla settima posizione di Kanaan, che però ha pagato mezzo minuto tondo tondo a Power. Peggio ancora è andata agli altri piloti Penske, con Pagenaud 10° e Newgarden solamente 15°; quest’ultimo, in particolare, ha evitato l’onta del doppiaggio solamente per una manciata di secondi.

Al sesto posto, tra Rahal e Kanaan, si è infilato Robert Wickens: il canadese non è riuscito a sfruttare a proprio favore la strategia delle tre soste come ha fatto Hunter-Reay, anzi, spesso e volentieri è sembrato essere parecchio in difficoltà con la gestione delle sue gomme. Ottimo l’ottavo posto finale di Charlie Kimball, che regala alla Carlin il miglior risultato della sua breve storia in Indycar; nono posto finale per Andretti davanti, come detto, a Pagenaud.

Per quanto riguarda gli altri è necessario spendere due parole sulla gara di Sebastien Bourdais: se fino a questa mattina sembrava essere in grande difficoltà con la sua monoposto, nel corso di gara-2 il francese ha sfoderato il meglio del suo repertorio, ma è anche stato parecchio sfortunato. Al via ha subito la foratura dello pneumatico posteriore sinistro da parte di Josef Newgarden, che l’ha costretto ad una sosta anticipata. Non tutto il male è però venuto per nuocere e Bourdais, equipaggiato con gomme dure, ha dato il via ad una straordinaria rimonta che, a metà gara, l’ha portato ad occupare la quarta posizione tra le due Ganassi di Jones e Dixon. Un paio di giri dopo, tuttavia, sulla macchina del pilota francese ha ceduto un elemento della sospensione posteriore sinistra; la monoposto, ormai priva di controllo, ha compiuto un testacoda perfetto prima di tornare ad allinearsi al senso di marcia, ma i danni alla sospensione sono stati tali da costringere Bourdais ad una lunga sosta ai box: chiuderà 21° a 3 giri.

I risultati di oggi hanno mantenuto compatta la vetta della classifica generale, con i primi tre racchiusi in appena 11 punti: in testa al campionato c’è di nuovo Will Power con 309 punti seguito da Dixon a 304 e da Rossi con 298. Il successo di oggi permette ad Hunter-Reay di risalire al quarto posto con 278 punti, 8 in più di Newgarden che invece scivola in quinta posizione.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per la notte tra il sabato e la domenica del prossimo weekend, quando si correrà la 600 km del Texas.

La cronaca

L’incredibile si verifica ben prima dell’inizio della gara: subito dopo essere uscita dai box, la pace car va in testacoda e sbatte violentemente contro il muro di protezione interno della curva 2: gli occupanti della macchina di sicurezza escono indenni dell’incidente, ma la procedura di partenza viene ritardata di oltre mezz’ora. Durante questo lasso di tempo i meccanici lavorano attorno alla macchina di Rene Binder, operazione vietata dal regolamento, pertanto al pilota austriaco vengono comminati due giri di penalità ancora prima di iniziare la gara.

Alla partenza i primi due mantengono le posizioni mentre Ed Jones attacca e supera Will Power; alla staccata di curva 3, tuttavia, Power si riprende la posizione con una decisa manovra all’interno mentre dall’esterno Hinchcliffe aveva provato ad attaccare entrambi. Nella confusione che segue Dixon riesce a guadagnare due posizioni liberandosi sia di Hinchcliffe, che l’aveva superato nelle prime curve, che del suo compagno di squadra Jones.

Più indietro Spencer Pigot va in testacoda all’uscita di curva 5 creando dello scompiglio a centro gruppo; Newgarden tocca con l’ala anteriore lo pneumatico posteriore sinistro di Bourdais provocandogli una foratura. Il motore della macchina di Pigot si spegne e la direzione gara chiama immediatamente la prima caution di giornata.

Al quinto giro finalmente si riparte: Rossi mantiene la prima posizione davanti a Wickens, Power, Dixon, Hinchcliffe e Jones. Il californiano allunga mentre a centro gruppo Hunter-Reay si prende la decima posizione con un sorpasso molto deciso alla prima curva ai danni di Pagenaud. Al giro successivo Andretti si libera di Veach con una staccata profonda all’esterno di curva 7 e guadagna l’ottavo posto.

Al 10° giro Hinchcliffe, Hunter-Reay e Newgarden sono i primi piloti a rientrare ai box per cambiare gomme ed effettuare il rifornimento; in testa alla gara, nel frattempo, Rossi estende ad oltre 5 secondi il proprio vantaggio su Wickens, che rientra ai box al termine del giro successivo.

Le soste proseguono: Pagenaud si ferma al 12° giro e riparte subito davanti a Newgarden, ma il campione Indycar in carica sfrutta al meglio il vantaggio offertogli dalle gomme nuove per scavalcarlo. Iniziano a manifestarsi i primi problemi alle gomme per chi non è ancora rientrato ai box a sostituire le morbide: chi volge a proprio vantaggio questa situazione è Ed Jones, che prima scavalca Scott Dixon e poi si mette in scia a Will Power, insidiandogli la seconda posizione.

Poco più indietro Bourdais, rientrato ai box dopo le prime concitate fasi di gara, fa valere le proprie gomme dure e nello spazio di poche curve, tra il 16° e il 17° giro, supera Leist e Andretti risalendo al sesto posto. Al 20° giro si ferma ai box Scott Dixon seguito, ad un giro di distanza, da Graham Rahal, che ha tallonato a lungo il neozelandese nei giri precedenti.

Al 22° giro Santino Ferrucci va in testacoda nella prima chicane della pista subito dopo essere ripartito dai box; il rookie danneggia l’ala anteriore e porta in pista parecchi detriti, ma fortunatamente riesce a tenere acceso il motore e a ripartire scongiurando l’ingresso della pace car; nel frattempo tuttavia, proprio per il timore dell’ingresso in pista della vettura di sicurezza, si sono fermati ai box Rossi, Power e Jones.

Dopo questa tornata di soste al comando si ritrovano Wickens e Hunter-Reay, che grazie alla differente strategia sono riusciti a scavalcare Rossi; il californiano è terzo davanti a Kanaan, Pagenaud e Power. Il distacco di Rossi dalla prima posizione di Wickens è di circa sei secondi.

La gara prosegue in regime di bandiera verde: Wickens è davanti a tutti, ma è pressato da molto vicino da Ryan Hunter-Reay. La coppia di testa procede in tandem per alcuni giri, mentre alle loro spalle Rossi inizia a rosicchiare il gap accumulato durante le fasi dei pit stop. Al 29° giro Wickens rientra ai box con un certo anticipo rispetto al previsto lasciando campo libero a Hunter-Reay; il canadese riparte al 12° posto alle spalle di Graham Rahal. Dopo un giro si ferma Kanaan e dopo un ulteriore tornata è la volta di Pagenaud; entrambi sono rientrati ai box mentre occupavano la terza posizione.

Hunter-Reay prosegue e inizia a macinare giri record per ripartire davanti a Wickens una volta effettuata la seconda sosta. Il leader della gara si ferma ai box al termine del 34° giro e la sua strategia paga: alla ripartenza Hunter-Reay si ritrova davanti non solo a Wickens, ma anche a Rahal.

A metà gara Rossi si ritrova in testa con un vantaggio di 14 secondi su Power e 16 su Jones; al quarto posto troviamo Bourdais davanti a Dixon e Hunter-Reay. Al 37° giro Dixon attacca Bourdais all’interno della curva 3 riuscendo a soffiargli la quarta posizione. All’inizio del passaggio successivo ha termine l’ottima gara di Bourdais: sulla sua monoposto #18 si rompe un pezzo della sospensione posteriore sinistra e il francese finisce in testacoda alla prima S; miracolosamente Bourdais non tocca le barriere, compie un perfetto 360° e riesce a riprendere la via della pista tornando lentamente ai box. Il pilota del team Coyne riuscirà a tornare in pista, ma con ben tre giri di ritardo nei confronti dei primi.

Rossi e Power proseguono fino al 46° giro, quando rientrano ai box per la loro seconda e ultima sosta; lo stesso fanno Jones, Dixon e Rahal, mentre Hunter-Reay resta in pista. Nei giri precedenti Power era riuscito a ricucire il gap su Rossi portandolo sotto ai sei secondi.

Hunter-Reay resta in pista fino al 52° giro, quando rientra ai box per la sua ultima sosta: il vantaggio su Rossi era troppo esiguo per permettergli di tornare in pista al comando della gara, ma la sosta posticipata gli permette di ripartire al secondo posto con un solido vantaggio nei confronti di Will Power. Al quarto posto resta Ed Jones davanti a Dixon e Rahal.

Per una manciata di giri Hunter-Reay mantiene il proprio ritardo attorno agli otto secondi, dopodiché a partire dal 57° passaggio inizia a recuperare un secondo/un secondo e mezzo ad ogni tornata nei confronti del suo compagno di squadra e al termine del 61° giro i primi due sono ormai uno in scia all’altro.

Per un paio di giri Hunter-Reay mette pressione a Rossi, senza però riuscire ad attaccarlo. Al 63° giro Rossi blocca la anteriore sinistra alla staccata della curva 3, ma riesce a tenere la macchina in pista e a conservare la posizione. Al passaggio successivo si verifica il colpo di scena che decide la gara: Rossi blocca ancora una volta le ruote anteriori alla staccata della curva 3, forse a causa di qualche problema ai freni, e finisce lungo nella via di fuga lasciando campo libero ad Hunter-Reay. La sfortuna per Rossi non finisce qui, visto che dopo pochi secondi lo pneumatico anteriore sinistro cede definitivamente costringendolo a rientrare ai box per una sosta supplementare.

Hunter-Reay si trova così tranquillamente al comando con circa 15 secondi di vantaggio su Power; terzo posto per Ed Jones, ad un paio di secondi da Power, seguito da vicino da Dixon e Rahal. Nel frattempo Rossi, dopo la sosta supplmentare, è scivolato al 13° posto ad oltre un minuto da Hunter-Reay.

Gli ultimi giri sono una passerella per Hunter-Reay: al termine del 70° giro di gara il campione 2012 della Indycar prende la bandiera a scacchi e torna al successo, spezzando un digiuno che durava da quasi tre anni. Secondo posto per Will Power, che torna in testa alla classifica generale, davanti a Jones. Nelle ultime centinaia di metri Rossi scavalca il proprio compagno di squadra Veach e taglia il traguardo in 12ª posizione.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/HondaRacing_HPD

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