Indycar | GP Alabama: Newgarden re indiscusso al Barber Motorsports Park

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di Andrea Gardenal
23 Aprile 2018 - 20:23
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Pioggia, asciutto e ancora pioggia: il meteo le ha provate tutte per far impazzire i piloti e gli strateghi della Indycar Series, ma alla fine il Gran Premio di Alabama 2018 è stato un assolo di Josef Newgarden dal primo all’ultimo giro. Giunto al nono successo in carriera e al terzo in Alabama, Newgarden ha condotto la gara senza esitazione sia nella sua prima parte, disputatasi ieri sotto il diluvio, che nella seconda, iniziata con l’asciutto e conclusasi sotto una pioggia battente. 

Mentre la maggior parte dei suoi rivali, capitanati da Sebastien Bourdais, ha corso la gara di oggi all’insegna del fuel saving nella speranza di completare la gara con un solo pit stop, Newgarden è partito all’attacco fin dal primo giro guadagnando secondi su secondi. La gara è filata via liscia per un’ora, durante la quale il campione in carica è arrivato ad accumulare un vantaggio di circa 25 secondi su Bourdais e Hunter-Reay. Le cose si sono complicate improvvisamente verso il 60° giro, quando la pioggia ha iniziato a cadere sul tracciato, prima in misura lieve e poi con sempre maggiore insistenza.

Per una decina di giri i piloti hanno proseguito con le slick sulla pista che andava bagnandosi, poi il cambio gomme si è reso necessario: il primo a rientrare è stato proprio Newgarden, che forse ha anticipato di un paio di giri la sosta tornando in pista girando più lento dei suoi rivali. Nel giro di pochi minuti, tuttavia, le condizioni sono peggiorate ulteriormente e anche gli altri sono dovuti rientrare; l’ultimo a montare gomme da bagnato è stato Sebastien Bourdais, che ritardando troppo la sosta ha commesso l’errore opposto rispetto a Newgarden.

Il francese, rimasto secondo per tutta la gara con una strategia dichiaratamente ad una sosta, è stato penalizzato sia dall’arrivo della pioggia, che ha costretto tutti a rientrare una seconda volta, sia dalla strategia scelta dalla sua squadra che ha provato a farlo restare in pista il più possibile con le slick. Alla fine Bourdais ha tagliato il traguardo al quinto posto, in piena crisi con le sue gomme da bagnato, precedendo Dixon in volata.

La seconda posizione alle spalle di Newgarden è finita a Ryan Hunter-Reay che ha preceduto i due canadesi del team Schmidt con Hinchcliffe davanti a Wickens. Sesta posizione per Dixon, che assieme a Bourdais era stato uno dei piloti migliori a gestire il carburante nella prima parte di gara e che ha avuto l’handicap di non avere a disposizione il limitatore di velocità in corsia box.

Solamente 11° Rossi, che con questo risultato perde la testa del campionato. Il pilota californiano, come Newgarden, ha corso su una strategia a due soste, ma è rientrato troppo presto per effettuare la sua seconda sosta e così è rimasto beffato dall’arrivo della pioggia, che l’ha costretto ad effettuare una sosta in più rispetto agli altri. Buona la decima posizione di Andretti, che per la prima volta dal 2015 riesce a completare tre delle prime quattro gare stagionali nella top-10.

Fuori gara già da ieri Will Power, tornato in pista oggi per macinare chilometri nella speranza di risalire la classifica grazie ai ritiri di qualche altro pilota: sfortunatamente per lui solamente la Carlin di Chilton si è fermata davanti a lui, pertanto l’australiano è stato classificato al 21° posto. Nono posto finale per la terza Penske, quella di Pagenaud, che dopo aver recuperato alcune posizioni nei primi giri si è stabilizzato attorno alla decima piazza.

In classifica generale Newgarden balza nuovamente in testa alla classifica generale con 158 punti contro i 145 di Rossi e i 119 di Bourdais e Rahal. Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il 12 maggio con il Gran Premio di Indianapolis, ultimo scoglio prima dell’edizione numero 102 della 500 Miglia.

La cronaca

Le previsioni meteorologiche della vigilia vengono rispettate in pieno e il via della gara viene dato sotto una pioggia battente: per motivi di sicurezza la direzione gara decide di dare il via in condizioni di caution per poi procedere allo start vero e proprio su fila singola al termine del primo giro.

Nelle prime curve procede tutto liscio con i primi che mantengono le rispettive posizioni; solamente Hinchcliffe perde un po’ scivolando dal quinto all’ottavo posto. Il primo testacoda della gara si verifica al terzo passaggio quando Andretti, autore di un primo giro piuttosto aggressivo, perde il controllo della macchina alla chicane 7-8: riesce a ripartire, ma solamente in fondo al gruppo. Newgarden nel frattempo inizia ad allungare e dopo cinque giri il suo vantaggio su Power è di cinque secondi; l’australiano a sua volta è tallonato da Bourdais e Hunter-Reay, mentre Dixon è più staccato a quattro secondi dal pilota della Andretti.

All’11° giro Ed Jones tocca Charlie Kimball all’uscita della curva 16 mandandolo in testacoda contro il guard-rail: la Carlin riparte, ma riesce a percorrere solamente mezzo giro prima di fermarsi all’uscita della curva 5. È il 12° giro e la direzione gara chiama la prima caution di giornata (la seconda se si conta il primo giro percorso sotto neutralizzazione). Al termine del 13° giro viene aperta la pit lane, ma solamente Pagenaud, Claman DeMelo, Andretti, Chilton, Binder e Leist rientrano ai box.

All’inizio del 17° giro si riparte: Newgarden ha un sovrasterzo di potenza all’uscita dell’ultima curva, ma riesce a tenere sotto controllo la situazione. Non va altrettanto bene a Will Power: la sua macchina va in pieno aquaplaning e finisce in testacoda, sbattendo di piatto contro il muretto dei box e danneggiando pesantemente le sospensioni di sinistra. Le condizioni meteo peggiorano ulteriormente e al termine del 19° giro la direzione gara interrompe le ostilità esponendo la bandiera rossa.

Si riparte dopo 37 minuti con Newgarden al comando davanti a Bourdais, Hunter-Reay, Rossi e Hinchcliffe; Dixon, nel frattempo, è scivolato in nona posizione dopo aver occupato la quinta nei primissimi giri. All’uscita della pit lane la macchina di Kanaan si ferma improvvisamente; il brasiliano riparte, ma in un secondo momento rientra ai box per un reset della centralina elettronica. Al giro successivo, sempre in condizioni di neutralizzazione, Rahal va in testacoda all’uscita della chicane 7-8 perdendo un paio di posizioni. Sempre durante queste fasi concitate, la Indycar comunica di aver assegnato una penalità di due giri a Zachary Claman DeMelo perché sulla sua vettura sono stati compiuti interventi non consentiti durante la precedente bandiera rossa.

Il tentativo di ripartenza dura appena 10 minuti: dopo quattro giri percorsi a bassa andatura dietro alla pace car, il direttore di gara espone nuovamente la bandiera rossa. Il tempo non accenna a migliorare e poco prima delle 17 viene comunicata la sospensione delle attività per l’intera giornata.

Si riparte il giorno dopo alle ore 11 locali con la classifica maturata nel corso dei primi 23 giri: Newgarden parte quindi al comando davanti a Bourdais, Hunter-Reay, Rossi e Hinchcliffe. Durante l’interruzione sono stati concessi rifornimento, cambio gomme e variazioni all’assetto, tra le proteste dei piloti che erano rientrati ai box in occasione della prima caution e che ora si ritrovano sulla stessa strategia di tutti gli altri, ma a fondo gruppo. Peggio ancora è andata a Gabby Chaves, che durante la sua sosta era stato doppiato dai primi e che quindi riparte con un giro di ritardo. La Direzione Gara ammette al via anche Power e Kimball, ma tutti gli interventi necessari per riparare le monoposto potranno essere effettuati solamente quando sarà terminata l’esposizione della bandiera rossa.

I motori vengono riaccesi, la pace car esce dai box e dopo poche curve Max Chilton si ferma col motore spento, un problema simile a quello incontrato ieri da Kanaan all’inizio della ripartenza dopo la prima bandiera rossa. L’inglese viene trainato ai box ma il guasto è irreparabile e la sua gara finisce qui. All’ultimo giro prima della ripartenza Kanaan rientra ai box per riempire di etanolo il proprio serbatoio, non avvedendosi del fatto che la pit lane era chiusa: sarà costretto quindi ad effettuare un drive through.

Al giro 28 si riparte con i primi che mantengono le rispettive posizioni dopo due giri di gara effettiva il divario tra i primi due è già di circa due secondi e mezzo, con Hunter-Reay che tallona Bourdais da molto vicino. Al 30° giro DeMelo si sdoppia da Pigot alla curva 5, ma quest’ultimo prova a mantenere la propria posizione in pista e torna all’attacco alla chicane 7-8: le due monoposto entrano in collisione e percorrono agganciate l’intera chicane prima di riuscire a separarsi, ma nel frattempo entrambi sono stati passati da Pagenaud e Rahal.

Mentre i leader stanno completando il 32° giro viene riacceso il motore della macchina di Power che può così riprendere così la via della pista. Newgarden, nel frattempo, allunga e al termine del 35° giro ha già quasi cinque secondi di vantaggio su Bourdais, che a sua volta è riuscito a scrollarsi di dosso Hunter-Reay relegandolo a circa un secondo di distacco. Nel frattempo alcuni piloti (Jones, Andretti, Pigot…) rientrano ai box per effettuare un primo rabbocco di carburante, passando definitivamente sulla strategia a due soste.

Il leader prosegue nella sua cavalcata e al termine del 41° giro ha 8 secondi di vantaggio su Bourdais, 11 su Hunter-Reay, 13 su Rossi e 15 su Hinchcliffe. Wickens è sesto dopo aver superato Veach alla curva 5; Sato è ottavo davanti a Dixon e Pagenaud, risalito fino al decimo posto. Al giro successivo Dixon supera Sato e dopo altri due giri si libera anche del rookie della Andretti Autosport, portandosi in settima posizione.

Al 47° giro Hinchcliffe supera Rossi alla curva 5 e pochi secondi dopo, sempre nello stesso punto, Sato scavalca Veach per l’ottava posizione. Dopo un giro Rossi viene scavalcato anche da un eccezionale Robert Wickens, l’unico che riesce a girare su tempi simili a quelli di Newgarden. Il leader della gara continua a spingere e al termine del 48° giro rientra ai box; pit stop anche per Rossi, oramai rimasto senza gomme.

Bourdais si trova così al comando con 8 secondi di vantaggio su Hunter-Reay e Hinchcliffe e 13 su Newgarden. Al 50° giro rientra ai box Wickens, imitato al giro successivo da Hunter-Reay e Hinchcliffe: per un’inezia l’americano riesce a mantenere la posizione sul canadese. Al 55° giro rientra ai box anche Bourdais, in evidente modalità di fuel saving per tutto il primo stint.

Newgarden torna così al comando davanti a Dixon e Bourdais, terzo a 20 secondi dal leader seguito da Hunter-Reay, Hinchcliffe e Rossi. Dixon rientra in pit lane al 56° giro per la sua prima sosta di giornata lasciando la seconda posizione a Bourdais; per il neozelandese la vita in pit lane si complica in quanto il limitatore di velocità è fuori uso, pertanto è costretto a mantenere autonomamente la velocità massima stabilita per la corsia box.

In questi giri l’unica battaglia interessante nelle prime posizioni è quella per il quarto posto tra Hinchcliffe e Rossi, che hanno impostato la gara su strategie diverse. Al termine del 62° giro il vantaggio di Newgarden su Bourdais è ormai di 27 secondi; alle spalle del francese si è ricompattato il gruppetto composto da Hunter-Reay, Hinchcliffe e Rossi, mentre Wickens segue staccato con un ritardo di circa 6 secondi.

Al 64° giro Rossi rientra ai box per la sua seconda sosta; dopo due giri si ferma anche Ed Jones, ma per lui si tratta di un arresto causato da problemi meccanici. Il suo compagno di squadra, Scott Dixon, nel frattempo è risalito al sesto posto e si è messo in scia a Wickens. In questo frangente la pioggia ricomincia a far capolino sulla pista con alcune gocce che iniziano a bagnare il Barber Motorsports Park.

Al 71° giro Newgarden rientra ai box per effettuare la sua ultima sosta: la situazione meteo è peggiorata e Tim Cindric, il suo stratega, decide di montargli le gomme da bagnato; la stessa mossa viene effettuata da Pagenaud. La pioggia continua ad aumentare e i piloti ormai girano tra l’1:16 e l’1:17, circa cinque secondi più lenti rispetto alle condizioni da asciutto, ma la pista sembra non essere ancora bagnata a sufficienza e, dopo appena un giro dalla ripartenza, Newgarden viene infilato da Hunter-Reay alla staccata della prima curva.

Le condizioni peggiorano ulteriormente al 73° giro Hinchcliffe rientra ai box, imitato dopo una tornata da Hunter-Reay e Wickens; a posteriori sarà questo il momento ideale per effettuare il cambio gomme. Davanti a tutti, nel frattempo, Bourdais prosegue con gomme slick: i tempi si alzano ancora e i primi due girano tra l’1:22 e l’1:23, sia pur su coperture differenti. Al 76° giro la situazione è ormai diventata insostenibile e Bourdais rientra ai box per montare a sua volta gomme rain; nel passaggio precedente era rientrato ai box anche Dixon.

Newgarden si ritrova così nuovamente al comando davanti ad Hunter-Reay e Hinchcliffe, mentre Bourdais è scivolato al quinto posto alle spalle di Wickens. Negli ultimi giri di gara Newgarden deve fronteggiarsi solamente contro le condizioni meteo, in virtù del grandissimo vantaggio accumulato su Hunter-Reay: i suoi tempi sul giro si alzano e il pilota della Andretti riesce a ricucire il gap grazie anche all’aiuto del doppiato Binder, ma ormai è troppo tardi per poter sperare di acchiappare il pilota della Penske.

Dopo due ore e 82 giri di gara effettiva, Josef Newgarden vince per la terza volta in carriera il Gran Premio di Alabama con 10 secondi di vantaggio su Hunter-Reay, 15 su Hinchcliffe e 16 su Wickens. Bourdais chiude quinto a 27 secondi precedendo in volata Dixon; settimo Rahal, ottavo Sato, nono Pagenaud e decimo Andretti. Solamente 11° Alexander Rossi, che perde così la leadership del campionato, penalizzato dall’aver effettuato troppo presto la sua seconda sosta e dall’essere stato costretto a rientrare una terza volta per montare le gomme da bagnato

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/IndyCar

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