Indycar | GP Alabama 2019: Sato vince al Barber Motorsports Park

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di Andrea Gardenal
8 Aprile 2019 - 16:56
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Per la prima volta nella sua lunga carriera in Indycar, Takuma Sato è riuscito a portare a termine il weekend perfetto: il pilota giapponese è infatti riuscito a trasformare la pole position di ieri in un perentorio successo al termine dei 90 giri del Gran Premio dell’Alabama. Sato è stato costantemente il più veloce per tutta la durata della gara, ma questo non significa che il suo sia stato un successo facile: in occasione del primo pit stop un problema nella sostituzione di uno pneumatico gli ha fatto perdere circa 5 secondi, permettendogli tuttavia di conservare la testa della gara; inoltre a 5 giri dalla fine il giapponese è arrivato lungo alla chicane 8-9, commettendo un piccolo errore che avrebbe potuto compromettere il risultato finale.

Così tuttavia non è stato: nonostante la perdita di un pezzo della monoposto, probabilmente appartenente al diffusore, il nipponico ha tagliato il traguardo in prima posizione davanti a Scott Dixon e Sebastien Bourdais, che si sono giocati gli altri due gradini del podio per buona parte della gara. Al contrario di quasi tutti gli altri piloti, Bourdais ha deciso di impostare la gara sulle due soste anziché sulle tre: una strategia rischiosa, che difficilmente avrebbe funzionato senza il pronto intervento di una caution giunta proprio in prossimità dell’ultimo round di pit stop. In quel frangente Bourdais ha perso la posizione nei confronti di Dixon, che deve ancora una volta ringraziare la rapidità dei suoi meccanici, ma è comunque riuscito a conservare la terza posizione che gli vale il primo podio stagionale.

Quarta posizione per Josef Newgarden, risalito alla grande dalle retrovie dopo una pessima qualifica nonostante un assetto non ideale: tanto lui quanto i suoi compagni di squadra al team Penske hanno sofferto in misura considerevole il degrado delle gomme durante l’intero arco della gara, ma il pilota americano è quello che ha pagato in misura minore le conseguenze di un assetto evidentemente non perfetto. Ai suoi compagni di squadra non è andata altrettanto bene: Pagenaud ha chiuso la gara al quarto posto, mentre Will Power ha tagliato il traguardo solamente all’undicesimo posto dopo aver compiuto un testacoda ed aver effettuato ben 4 soste a causa del degrado esagerato degli pneumatici posteriori.

Tornando alla classifica, alle spalle di Newgarden si è classificato Rossi, che ha perso la quarta posizione nei confronti del connazionale proprio negli ultimi giri dopo essere rimasto nel gruppo di testa per tutta la prima parte di gara. Sesto e settimo posto per i due piloti del team Schmidt-Peterson, con Hinchcliffe che ha preceduto Ericsson: il canadese è stato a lungo tra i protagonisti, ma ha perso competitività proprio nelle fasi finali della gara dopo l’uscita di scena della pace car; lo svedese, al contrario, è stato costretto ad una gara di rimonta dopo essere partito dalle retrovie. Ottavo posto finale per Ryan Hunter-Reay davanti a Pagenaud e a Felix Rosenqvist, che nelle fasi conclusive della gara ha strappato il decimo posto a Power.

Se Sato ha dominato la gara del Barber in modo perentorio, è invece andata molto meno bene al suo compagno di squadra Rahal: dopo una buona partenza, il pilota americano è stato attardato nel corso del primo pit stop da un problema all’acceleratore che gli ha fatto perdere oltre 20 secondi facendolo sprofondare a centro gruppo; la giornata di Rahal si è poi conclusa poco dopo metà gara, quando la macchina si è improvvisamente spenta dopo la chicane 8-9 (probabilmente a causa di un problema elettrico) costringendolo a parcheggiare a bordo pista. Questo arresto (e il contemporaneo incidente di Chilton, finito contro le barriere all’ingresso dei box dopo un contatto con Kanaan) hanno provocato l’unica caution giornaliera.

Gara molto sfortunata anche per Colton Herta, il vincitore della gara di Austin 2 settimane fa: il pilota del team Harding-Steinbrenner ha faticato per tutta la prima parte di gara a causa di un problema all’impianto di alimentazione del motore, finché non è stato costretto a rientrare ai box per le riparazioni del caso. Dopo quasi 50 minuti di sosta, Herta è poi tornato in pista per completare gli ultimi 20 giri di gara e verificare che la sua monoposto fosse in buone condizioni in vista del weekend di Long Beach.

La classifica del campionato vede Newgarden ancora saldamente al comando con 125 punti davanti a Dixon con 98 e Sato con 91. Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il Gran Premio di Long Beach, che si disputerà nel weekend del 14 aprile.

Seguono la cronaca e le classifiche

La cronaca

La gara inizia subito col brivido: il direttore di corsa tarda l’esposizione della bandiera verde e provoca un po’ di scompiglio a centro gruppo, ma fortunatamente tutti riescono a proseguire senza incidenti. L’unica anomalia è rappresentata da Ed Jones, che anticipa in modo spudorato la partenza guadagnando oltre 10 posizioni nel breve tratto di pista che porta alla prima curva; verrà ovviamente penalizzato con un drive through dopo appena 2 giri di gara.

Al di là di questo, Sato allunga immediatamente nei confronti del compagno di squadra che a sua volta viene insidiato da Scott Dixon; quest’ultimo prova un attacco in curva 5 già al secondo giro, ma Rahal resiste e il neozelandese si deve accodare. Alle spalle dei primi tre ci sono Hinchcliffe, Rossi, Bourdais, Pigot, Herta, Hunter-Reay e Power che completa la top-10. Gli altri due piloti di Penske, Pagenaud e Newgarden, occupano la 14ª e 15ª posizione.

Dopo soli 7 giri Ericsson è il primo a rientrare ai box per il cambio gomme e rifornimento; al giro successivo si fermano anche Newgarden e Chilton; le soste continuano e al 10° giro è la volta di Power, Herta e Andretti. La sosta anticipata fa bene a Newgarden, che guadagna alcune posizioni sia effettuando dei sorpassi in pista che grazie al suo buon ritmo a pista libera, che gli permette di girare più veloce dei piloti che aveva immediatamente davanti prima della sosta. Dopo 12 giri si ferma Hunter-Reay, che va quindi ad infoltire il gruppo di piloti sulla strategia delle 3 soste; il pilota del team Andretti torna in pista immediatamente davanti a Newgarden, che però riesce a passarlo già in curva 2-3 approfittando delle gomme in temperatura.

Dopo 13 giri di gara il gruppo è diviso quasi a metà, con 13 piloti sulla strategia delle 3 soste e 11 che sono rimasti su quella delle due soste.

Herta, nel frattempo, inizia a manifestare alcuni problemi in accelerazione, tanto da essere sfilato con agilità da Pagenaud e Rosenqvist nell’arco di un paio di tornate. Si scoprirà più avanti che a rallentarlo è stato un problema all’impianto di alimentazione, che non riusciva a mantenere il carburante alla giusta pressione.

Dopo 17 giri Sato si ferma ai box, ma la sua sosta non va come previsto: il meccanico addetto alla posteriore sinistra incontra alcune difficoltà nella sostituzione e il giapponese perde circa 5 secondi. Al giro successivo si fermano anche Rahal e Dixon: il neozelandese non incontra alcun tipo di difficoltà, mentre la sosta di Rahal è lunghissima (oltre 26 secondi) a causa di un problema ad un sensore e il pilota americano torna in pista a centro gruppo. Dopo un ulteriore giro si ferma anche Hinchcliffe, che cede quindi il comando a Rossi; questi ritarda di un solo giro la sosta e si ferma al termine del 20° passaggio. Il californiano torna in pista davanti a Newgarden ma, nonostante le gomme fredde, riesce a mantenere dietro a sé il pilota di Penske sfruttando l’aiuto del push to pass.

Dopo 21 giri gli unici piloti in pista rimasti sulla strategia a 2 soste sono Bourdais, Pigot e Harvey, con quest’ultimo che però è già stato raggiunto da Sato che lo supera all’inizio del 23° giro; dopo poche curve la manovra viene ripetuta anche da Dixon. Alle spalle di Harvey troviamo Hinchcliffe in sesta posizione davanti a Rossi, Power (che ha perso la posizione dal pilota del team Andretti), Newgarden e Hunter-Reay.

In questa fase di gara sorgono i primi problemi alle gomme della macchina di Power, che viene pressato da molto vicino da Newgarden e Hunter-Reay. Dopo un paio di giri di strenua resistenza, al 26° giro Power va in testacoda in curva 16 perdendo tre posizioni. I suoi pneumatici sono oramai sono inutilizzabili e, dopo un altro giro di sofferenza, l’australiano torna ai box per la sua seconda sosta.

Alla fine del 28° giro si fermano Bourdais e Pigot, che occupavano le prime due posizioni della classifica dopo essersi “compromessi” con la strategia a 2 soste. O’Ward nel frattempo, come suo solito, dà spettacolo e nel corso del 29° giro supera Rosenqvist all’esterno di curva 6 guadagnando l’undicesima posizione.

Dopo 30 giri (un terzo di gara) Sato è al comando con 4 secondi e mezzo di vantaggio su Dixon, 8 su Hinchcliffe e 9 su Rossi; Newgarden è risalito fino al quinto posto, ma il tempo perso dietro a Power lo ha fatto scivolare ad oltre 20 secondi dalla vetta della classifica. Anche per Newgarden la gara non è semplice e nel corso del 32° giro viene superato agilmente da Hunter-Reay. I problemi di pescaggio di Herta si aggravano: dapprima viene doppiato, poi rientra ai box e viene portato nel garage per le dovute riparazioni.

Dopo 33 giri anche Newgarden si ferma ai box per la seconda sosta con grande anticipo rispetto al previsto. A centro gruppo, Pagenaud e O’Ward lottano per l’ottava posizione per l’intero 35° giro, al termine del quale Pagenaud rientra ai box; oltre a lui si fermano anche Hunter-Reay, Ferrucci e Rosenqvist, tutti in preda a problemi di gestione degli pneumatici.

Anche in testa alla gara ci sono alcuni movimenti: Dixon inizia a perdere terreno nei confronti di Sato e scivola ad oltre 6 secondi di distacco; Hinchcliffe e Rossi proseguono molto vicini in terza e quarta posizione. Dopo 37 giri si ferma ai box anche Sato, che anticipa la seconda sosta rispetto agli altri piloti di testa; dopo un giro è la volta di Dixon che però, al contrario del giapponese, torna in pista alle spalle di Bourdais; il francese si frappone dunque tra i primi due piloti in gara sulla strategia delle tre soste.

La difficile gara di Power e Newgarden prosegue: nonostante la sosta anticipata, i due continuano ad essere in difficoltà con le gomme e vengono sfilati da Marcus Ericsson nell’arco di un paio di tornate. Dopo il secondo giro di soste, Sato continua a conservare la leadership con 7 secondi di vantaggio su Bourdais, 8 su Dixon, 11 su Hinchcliffe e 15 su Rossi; alle spalle di Kanaan, sesto ma con una sosta in meno rispetto al previsto, ci sono Hunter-Reay, Ericsson, Pigot e Power, risalito fino al 10° posto.

La sosta anticipata non aiuta Power e dopo pochi giri l’australiano viene superato nuovamente da Newgarden, che dal canto suo si libera anche di Spencer Pigot in un paio di giri. Le gomme di Power denotano ulteriori problemi e al 50° giro viene sfilato da Pagenaud, dopodiché rientra ai box per la sua terza sosta; con 40 giri ancora da compiere, l’australiano è obbligato ad effettuare un ulteriore pit stop per completare la gara.

La situazione si stabilizza per alcuni giri con Sato tranquillamente in testa davanti a Bourdais, Dixon, Hinchcliffe e Rossi, tutti in coda uno dietro all’altro.

Le ostilità si riaccendono improvvisamente tra il 56° e il 57° giro: la macchina di Rahal si spegne e il pilota americano è costretto a parcheggiarla a bordo pista; la direzione gara non chiama immediatamente la caution per dare a tutti il tempo di effettuare l’ultimo rifornimento in regime di bandiera verde. In questa corsa verso i box ne fa le spese Max Chilton, che in un duello ruota a ruota con Kanaan finisce contro le barriere di protezione proprio in prossimità dell’ingresso box. La fermata del pilota inglese non cambia le carte in tavola perché la direzione corsa mantiene aperta la pit lane aperta e non neutralizza la gara finché tutti non sono passati davanti all’ingresso box per almeno una volta.

La caution viene chiamata al 60° giro: Sato mantiene la prima posizione davanti a Scott Dixon, che nel valzer dei pit stop ha scavalcato Bourdais grazie al pronto intervento dei suoi meccanici; il francese è terzo davanti ad Hinchcliffe, Rossi, Hunter-Reay ed Ericsson, risalito fino al settimo posto; alle sue spalle troviamo, Newgarden, Pagenaud e Pigot, con Power subito dietro. Gli unici piloti che non hanno sfruttato la possibilità di rifornire sono Rosenqvist, Harvey, Veach, Ferrucci, Andretti e O’Ward, che quindi si fermano durante il periodo di neutralizzazione.

Al 66° giro la gara finalmente riprende: Sato è al comando con il doppiato Leist che si frappone tra lui e il resto del gruppo: Dixon prova a sbarazzarsene immediatamente, ma il brasiliano resiste per un giro intero e Dixon resta dietro, perdendo quindi il contatto con il leader; alle loro spalle, Rossi scavalca Hinchcliffe e sale al quarto posto mentre Newgarden si libera di Hunter-Reay. Nel giro successivo la situazione si modifica ulteriormente: Newgarden guadagna la quinta posizione ai danni di Hinchcliffe, mentre Ericsson che soffia la settima posizione ad Hunter-Reay.

La gara procede senza grossi cambiamenti fino a 5 giri dalla fine, quando Sato è autore di un fuori pista in curva 8-9 che gli fa perdere alcuni pezzi del diffusore della sua monoposto; l’errore permette a Dixon di riavvicinarsi, ma nonostante la monoposto non sia più in perfette condizioni Sato riesce ad allungare nuovamente e a conservare la leadership. Alle loro spalle, Newgarden si prende di forza la quarta posizione ai danni di Rossi.

Gli ultimissimi giri di gara non riservano ulteriori sorprese: Bourdais prova ad avvicinarsi a Dixon approfittando dei numerosi secondi di push to pass rimasti, ma lo stato delle sue gomme morbide non gli permette di attaccare in modo convinto la seconda posizione del neozelandese.

Dopo 90 giri la gara si conclude quindi col successo di Takuma Sato davanti a Scott Dixon e Sebastien Bourdais; Newgarden limita i danni con un ottimo quarto posto dopo essere partito dall’ottava fila, mentre Rossi taglia il traguardo in quinta posizione. Hinchcliffe ed Ericsson sono sesto e settimo con le monoposto di Schmidt-Peterson e a completare la top-10 troviamo Hunter-Reay, Pagenaud e Rosenqvist, che proprio in extremis ha soffiato il decimo posto ad un Will Power in crisi di etanolo.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://www.instagram.com/rllracing/

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