Indycar | Gateway 500 2019: Sato dalle stalle alle stelle

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Andrea Gardenal
25 Agosto 2019 - 06:10
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7 giorni fa era finito nella polvere, giudicato principale responsabile dell’incidente che aveva escluso dalla 500 Miglia di Pocono 5 piloti; oggi Takuma Sato viene elevato sull’altare della Indycar come vincitore della Gateway 500 al termine di una gara difficile da riassumere, decisa principalmente dalle strategie. Per dare l’idea di quanto sia stata indecifrabile questa gara, basta dire che sul podio al fianco del pilota giapponese sono saliti Ed Carpenter e Tony Kanaan, che per larghi tratti sono stati protagonisti marginali della gara.

La Gateway 500 si è decisa al 191° giro quando Sebastien Bourdais ha toccato il muretto di curva 3/4 poco dopo aver effettuato il suo penultimo pit stop: la caution giunta come conseguenza ha sparigliato le carte, premiando gli unici tre piloti che fino a quel momento non erano ancora rientrati ai box in occasione di quel giro di soste, cioè proprio Sato, Kanaan e Carpenter, i quali hanno ereditato le prime tre posizioni in classifica generale.

L’altro grande beneficiario della situazione è stato Newgarden, unico ad essere tornato nel giro del leader dopo aver effettuato la sosta, che si è così accodato ai primi tre nel momento in cui la Direzione Gara ha aperto la pit lane consentendo di effettuare l’ultimo rifornimento. Alle loro spalle si sono accodati tutti gli altri, che dopo aver recuperato il giro perso in precedenza hanno effettuato a loro volta la sosta conclusiva della gara.

Gli ultimi giri hanno visto Sato gestire bene la situazione mantenendo un margine di sicurezza nei confronti degli avversari: per lui l’unico brivido è arrivato negli ultimi due giri quando Carpenter, dopo essersi liberato di Kanaan, gli si era fatto sotto: l’arrivo in volata ha però premiato il pilota giapponese, che ha così ottenuto la sua seconda vittoria stagionale dopo quella al Barber Motorsports Park lo scorso aprile.

Giornata positiva anche per Carpenter, per il quale il secondo posto rappresenta il miglior risultato dalla Indy 500 dello scorso anno, e soprattutto per Tony Kanaan: il brasiliano torna sul podio a due anni di distanza dal suo ultimo, ottenuto in Texas nel 2017 quando ancora correva per il team Ganassi, e soprattutto regala alla AJ Foyt Enterprises il suo primo podio dal GP di Detroit 2015, gara-2, quando proprio Takuma Sato ottenne il secondo posto.

Kanaan si è dovuto difendere all’ultimo giro dallo strenuo attacco di Santino Ferrucci, probabilmente il vero eroe di giornata: il rookie del team Coyne ha condotto lunghi tratti di gara assieme al suo compagno di squadra Bourdais, arrendendosi solamente quando la sua penultima sosta, particolarmente lenta, gli ha fatto perdere alcune posizioni e soprattutto la possibilità di rimanere nel giro del leader come fatto da Newgarden prima dell’ultima bandiera gialla. Ferrucci non si è però dato per vinto e ha recuperato dapprima fino al quinto posto, dopodiché negli ultimi giri si è preso anche il lusso di scavalcare il leader del campionato Newgarden e di mettersi alla caccia dei primi 3.

Un errore in curva 1-2 l’ha fatto tornare dietro alla Penske #2, ma nelle fasi conclusive della gara non solo si è riportato al quarto posto, ma ha anche messo sotto pressione Kanaan per il terzo posto; il brasiliano, come detto, ha sfoggiato tutta la sua esperienza per trattenere con le unghie e con i denti il suo terzo posto, portandosi tutto all’interno nel rettilineo opposto a quello dei box e portando Ferrucci ad allargare la traiettoria nelle due successive curve.

Chi ha avuto la peggio in queste concitate fasi finali di gara è stato però Newgarden, che come a Mid-Ohio non è riuscito a trattenere l’impulso di provare un attacco su un avversario anche quando, oggettivamente, i rischi erano maggiori dei possibili benefici: il pilota di Penske è stato infatti stretto verso l’interno da Ferrucci, che stava provando a recuperare la traiettoria, ed è finito in testacoda all’uscita dell’ultima curva dell’ultimo giro facendo spegnere il motore. Newgarden è poi riuscito a rimettere in moto la macchina sfruttandone l’inerzia, ma nel frattempo ha perso due posizioni a vantaggio di Simon Pagenaud e di uno strepitoso Conor Daly, giunto al traguardo al sesto posto.

Il leader del campionato ha così commesso il secondo grave errore nelle ultime tre gare dopo quello di Mid-Ohio, non riuscendo così a capitalizzare al massimo una giornata in cui ai suoi avversari è andato tutto storto: Dixon si è infatti classificato al 20° posto a causa di un problema al radiatore che l’ha costretto ad una lunghissima sosta ai box che gli ha fatto perdere una sessantina di giri prima del ritorno in pista e del successivo ritiro definitivo.

Alexander Rossi ha invece pagato un’errata scelta strategica del suo team, che in occasione dell’ultima caution l’ha lasciato in pista con un quantitativo di carburante insufficiente per arrivare in fondo alla gara; il californiano ha tagliato il traguardo al 13° posto. Peggio ancora è andata a Will Power, finito a muro subito dopo il primo pit sop con una dinamica simile a quella che ha portato al ritiro di Bourdais. Oltre a Power, Dixon e Bourdais, gli altri due ritirati della gara sono stati Spencer Pigot e Graham Rahal: quest’ultimo si è fermato per un guasto alla sua macchina, mentre Pigot è finito in testacoda in curva 3 nel tentativo di superare Charlie Kimball.

Nonostante il testacoda finale, Newgarden è riuscito comunque ad estendere il suo vantaggio in classifica generale nei confronti del suo più diretto inseguitore, che ora è Simon Pagenaud: il campione del 2017 si è infatti portato a 563 punti, 38 in più del compagno di squadra e 46 in più di Alexander Rossi; Dixon mantiene il quarto posto ma scivola a 70 punti di ritardo, un gap che difficilmente potrà essere colmato nelle ultime due gare.

Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per domenica prossima con il GP di Portland.

La cronaca

Si parte con Newgarden e Bourdais in prima fila seguiti da Power e Pagenaud. Alla bandiera verde i primi 3 mantengono le rispettive posizioni mentre Pagenaud scivola in sesta posizione alle spalle di Ferrucci e Dixon. A centro gruppo Hunter-Reay e Sato si toccano ancora una volta dopo i fatti di Pocono, ma stavolta entrambi riescono a proseguire; alla fine del primo giro arriva la caution a causa di un mezzo testacoda da parte di Marcus Ericsson in curva 3-4, il quale riesce però a proseguire.

Si riparte all’ottavo giro con Power che supera immediatamente Bourdais all’esterno di curva 1 e Ferrucci che approfitta della situazione per scavalcare a sua volta il compagno di squadra; alle loro spalle Pagenaud recupera una posizione superando Dixon. Alle spalle del neozelandese ci sono Rosenqvist, Hinchcliffe, Rossi e Hunter-Reay.

La gara non presenta particolari colpi di scena nelle sue fasi iniziali: dopo 30 giri Newgarden è al comando con un secondo su Power, 2 su Ferrucci, 4 su Bourdais e Pagenaud e 6 su Dixon; Rossi è sempre nono ad 11,5 secondi dalla vetta della gara.

Al 41° giro si verificano le prime azioni di rilievo a centro gruppo: Daly attacca Kanaan in curva 3 per la 13esima posizione ma finisce loose e viene attaccato da Carpenter e Sato all’interno della successiva curva 1; il giapponese finisce sullo sporco e va largo scivolando all’ultimo posto; un paio di giorni dopo il giapponese rientra ai box per la sua prima sosta di giornata.

In vetta alla gara il gruppo si ricompatta, con Newgarden che soffre di sovrasterzo e con i primi 4 che si ritrovano racchiusi in appena 2 secondi. Dopo Sato anche Pigot e Rahal si fermano ai box, ma per vedere un pit stop dei leader è necessario attendere il 49° giro quando rientra ai box Pagenaud; al giro successivo Dixon e Rossi lo imitano e al 51° giro è la volta del leader della gara Newgarden. Dopo un’ulteriore tornata è la volta di Power mentre Ferrucci e Bourdais rientrano al termine del 53° giro.

Alla fine del 54° giro arriva la seconda caution di giornata: Will Power finisce largo in curva 3/4, va sullo sporco e perde il controllo della macchina finendo contro le barriere di protezione esterne. Chi trae il maggior beneficio dalla caution è Hinchcliffe, il quale si ritrova incredibilmente al comando perché entrato nella pit lane pochi secondi dopo l’esposizione della caution.

All’apertura della pit lane entra ai box Scott Dixon, al quale viene tolto il cofano per delle riparazioni all’impianto di raffreddamento con tanto di rabbocco d’acqua. I problemi sono però seri e la macchina #9 viene riportata all’interno del garage.

La lunga caution termina al 69° giro con Hinchcliffe al comando davanti a Ferrucci (che ha approfittato a sua volta del pit sotto caution), Newgarden e Bourdais; alla prima curva il francese attacca il leader del campionato e si prende la terza posizione; alle loro spalle le azioni di attacco si sprecano, ma fortunatamente vengono tutte portate a termine senza incidenti.

Al 75° giro, a situazione stabilizzata, Hinchcliffe è ancora al comando tallonato da Ferrucci mentre Bourdais, Newgarden e Rosenqvist seguono più staccati. L’attacco arriva all’83° giro all’ingresso di curva 3: Ferrucci è il nuovo leader della gara davanti a Hinchcliffe mentre alle loro spalle Newgarden si è riavvicinato a Bourdais per la terza posizione. Il ritmo di Ferrucci è tale da permettergli di guadagnare 1,5 secondi su Hinchcliffe in appena 2 giri.

Il gruppetto alle spalle di Ferrucci si ricompatta poco prima del 100° giro proprio quando Pigot, Carpenter e Rahal aprono la seconda tornata di pit stop. Al giro 107 Rossi si ferma ai box per la seconda sosta e 2 giri dopo rientra anche Newgarden, bloccato da parecchi giri alle spalle di Bourdais e Hinchcliffe; il giro successivo si ferma anche il canadese, che riesce a mantenere la posizione in pista nei confronti del leader del campionato. Un paio di giri dopo si ferma anche Pagenaud, che però torna in pista alle spalle di Rossi perdendo così la posizione nei suoi confronti.

Ferrucci rientra al 115° giro mentre Newgarden prova un attacco su Hinchcliffe: il pilota del Team Penske arriva però lungo e perde nuovamente la posizione nei confronti del canadese rischiando anche il contatto con il muro. Al 117° giro si ferma Bourdais, che al momento di rientrare in pista si ritrova davanti a Hinchcliffe; le due monoposto del team Coyne si trovano così al primo e al secondo posto.

Al [XXX] arriva la terza caution ed è ancora Marcus Ericsson il protagonista: lo svedese si appoggia al muro di curva 4 subito dopo essere uscito dai box per la sua seconda sosta piegando la sospensione posteriore destra. Mentre la pace car è in pista, Dixon torna sul tracciato con un ritardo di una sessantina di giri nei confronti dei primi.

Si riparte al 131° giro con Ferrucci e Bourdais al comando mentre alle loro spalle Rossi scavalca Newgarden all’esterno di curva 1 per la quarta posizione. La bandiera verde dura però solamente un paio di tornate, perché già al 133° giro arriva un’altra caution provocata da Spencer Pigot, finito contro il muro durante un tentativo d’attacco nei confronti di Kimball.

La bandiera verde sventola al 142° giro con Ferrucci ancora in testa davanti a Bourdais: alla prima curva Rossi si prende il terzo posto scavalcando immediatamente Hinchcliffe, che nel giro successivo deve cedere anche all’attacco di Newgarden. Al sesto posto c’è sempre Daly davanti a Herta, Rosenqvist, Pagenaud e Hunter-Reay. In vetta alla gara Veach si sdoppia mentre i primi 4 sono racchiusi in meno di un secondo.

La situazione non muta fino al terzo round di pit stop, che viene aperto da Rossi e Hinchcliffe al 174° giro; all’uscita della pit lane Hinchcliffe riesce a scavalcare Rossi ripartendogli davanti. Al giro successivo si ferma Newgarden, che riparte abbondantemente davanti a Hinchcliffe e Rossi; un paio di giri dopo Rossi si riprende la posizione nei confronti del canadese mentre alle loro spalle arriva Pagenaud.

In vetta alla gara Ferrucci e Bourdais continuano a condurre la gara mentre alle loro spalle arriva Conor Daly, risalito fino al terzo posto. Al 185° giro Pagenaud prova un attacco su Hinchcliffe in curva 1, però finisce largo sullo sporco e perde un paio di posizioni su Herta e Rosenqvist.

Al 186° giro Daly si ferma ai box tornando in pista dietro a Newgarden e Rossi, ma davanti a Hinchcliffe. Due giri dopo si fermano in tandem le due macchine del team Coyne, con Bourdais che riparte davanti a Ferrucci per colpa di un problema nell’inserimento del bocchettone del carburante.

Al ritorno in pista Newgarden è al comando davanti a Rossi, Bourdais, Daly e Ferrucci; la gara del francese giunge però bruscamente alla fine nel corso del 191° giro quando arriva lungo in curva 3/4, tocca il muretto e finisce in testacoda di fronte al rettilineo principale danneggiando la sospensione posteriore destra.

La caution rimescola ulteriormente le carte, perché arriva all’interno dell’ultima finestra per i pit stop: chi trae i maggiori benefici da questa situazione sono i piloti che all’uscita della caution non erano ancora rientrati ai box, che si sono così ritrovati al comando della gara. La classifica vede al comando Takuma Sato davanti a Tony Kanaan ed Ed Carpenter; Newgarden è quarto davanti a Rossi, che però ha meno carburante e gomme più usurate rispetto a chi gli sta davanti.

Si riparte al giro 206 con Sato che allunga subito su Kanaan e Carpenter; poco dietro Ferrucci risale al sesto posto scavalcando Daly e al 210° giro guadagna un’ulteriore posizione superando Rossi. A 20 giri dalla fine Rossi rientra ai box per la sua ultima sosta che lo spedisce al 14° posto.

A 14 tornate dalla fine Ferrucci guadagna un’altra posizione, stavolta ai danni di Newgarden, e sale al quarto posto. Sei giri dopo Ferucci prova un attacco all’esterno di Carpenter in curva 1 su Newgarden finendo però largo e perdendo nuovamente la posizione guadagnata in precedenza su Newgarden. A 4 giri dalla fine Carpenter scavalca Kanaan e sale al secondo posto mentre Ferrucci si libera nuovamente di Newgarden riprendendosi la quarta posizione.

L’azione in pista non si arresta: Carpenter si porta in scia a Sato mentre Ferrucci fa lo stesso nei confronti di Kanaan; all’ultimo giro il rookie del team Coyne prova un attacco sul veterano del team Foyt, ma il brasiliano si difende egregiamente portandosi tutto all’interno del rettilineo opposto a quello dei box; Ferrucci deve desistere e allargare la traiettoria, Newgarden prova ad infilarsi in un varco che non c’è e finisce in testacoda.

Nel frattempo Carpenter lancia la volata a Sato che però sul traguardo mantiene la prima posizione per appena 4 centesimi di secondo, mentre alle loro spalle Kanaan giunge terzo precedendo Ferrucci. Newgarden taglia il traguardo, ma l’ultimo testacoda gli ha fatto perdere due posizioni a vantaggio di Pagenaud e Daly. Hunter-Reay chiude ottavo davanti a Herta e Andretti.

Le classifiche

Immagine di copertina da https://twitter.com/RLLracing/

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