Indycar | Alabama 2019 | Anteprima

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
4 Aprile 2019 - 17:08
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A due settimane dal debutto complessivamente positivo sul Circuit of the Americas di Austin, la Indycar Series si prepara a far tappa presso il Barber Motorsports Park per il suo terzo appuntamento stagionale, il Gran Premio dell’Alabama, che quest’anno taglierà il traguardo delle 10 edizioni disputate. Pur essendo un circuito relativamente moderno (è stato inaugurato nel 2003), il Barber è decisamente un circuito vecchio stile, con erba e ghiaia a volontà al di fuori della pista e con un percorso che sfrutta a pieno i saliscendi naturali del terreno.

Sorprendentemente, le prime due gare stagionali hanno prodotto una classifica ben delineata grazie al fatto che, in linea di massima, chi è andato forte a St.Petersburg non ha colto un buon risultato ad Austin e viceversa: l’unica eccezione è rappresentata da Josef Newgarden, il quale ha raccolto un primo ed un secondo posto che l’hanno proiettato in testa alla classifica generale con 93 punti. Il pilota del Team Penske è anche uno dei favoriti di questa gara: qui ha conquistato il suo primo successo in carriera in Indycar nel 2015, qui ha conquistato il suo primo successo per il team Penske due anni dopo e qui si è ripetuto lo scorso anno, al termine di una gara contrassegnata dalla pioggia e disputatasi per questo motivo su due giornate.

La lista dei rivali di Newgarden è ovviamente molto lunga ed è aperta dal suo compagno di squadra Will Power, già vincitore per due volte su questo circuito: l’australiano ha conquistato le prime due pole position stagionali, ma per via di sfortune avverse non è mai riuscito a concretizzare questa superiorità al sabato in un successo in gara. Il vertice della sfortuna si è toccato ad Austin, quando una caution e la successiva rottura della trasmissione gli hanno impedito di portare a casa il successo in modo dominante.

Per contro, in quell’occasione la vittoria è andata a Colton Herta, che è così diventato il più giovane vincitore di sempre di un evento della Indycar Series  all’età di 18 anni e 359 giorni. Il figlio d’arte, pilota del team Harding-Steinbrenner, è l’unico pilota oltre a Newgarden ad essere riuscito a mettere assieme un bel gruzzolo di punti nelle prime due gare, tanto che in questo momento occupa la seconda posizione in campionato a sole 18 lunghezze dal campione Indycar 2017.

Tutti gli altri, a partire da Scott Dixon e Alexander Rossi, sono molto più staccati. I due hanno vissuto esperienze simili in questo inizio di stagione, con un buon esordio a St.Petersburg (dove sono giunti rispettivamente al secondo e al quinto posto) e una gara sfortunata ad Austin, dove sono stati (assieme a Power) le vittime principali della caution giunta proprio nel bel mezzo dell’ultimo giro di soste. Con 57 punti all’attivo, Dixon non è che il leader di un gruppo di piloti che, dopo due gare, è ancora estremamente compatto: per dare un’idea di quanto sia corta la classifica, basta pensare che tutti i piloti che hanno preso parte ad almeno una delle prime due gare hanno un ritardo di meno di 50 punti (ovvero una vittoria) dal neozelandese.

Oltre a Newgarden e Power, gli unici altri piloti Indycar in attività ad aver vinto questa gara sono Ryan Hunter-Reay (per due volte consecutive) e Simon Pagenaud: l’americano viene da una striscia tutto sommato positiva, con tre podi e un ritiro per rottura del motore nelle ultime quattro gare. Il francese, per contro, dall’anno scorso sembra essere incappato in una spirale negativa da cui sta facendo molta fatica ad uscire: il fatto di essere stato tagliato fuori già in Q1 nelle ultime due gare a causa di altrettante bandiere rosse non lo ha certamente aiutato, ma anche sul passo gara il francese sembra essere un gradino sotto rispetto ai suoi due compagni di squadra.

Molto più ricco è invece il gruppo di piloti che ha vinto almeno una gara della Indy Lights su questa pista: Veach, Jones ed Herta hanno vinto una gara a testa, mentre Spencer Pigot e Patricio O’Ward hanno messo a segno il weekend perfetto nel 2015 e nel 2018, quando hanno vinto entrambe le gare in programma in quelle due stagioni.

Rispetto al precedente appuntamento di Austin, l’unico cambiamento di rilievo riguarda i team di rincalzo: torna nuovamente in pista il team Dragonspeed, che aveva debuttato a St.Petersburg con Ben Hanley, mentre esce di scena la Juncos. Quest’ultima squadra, al momento, non ha confermato la propria presenza in nessun’altra prova di questo campionato, pertanto la sua esperienza in Indycar potrebbe anche essere giunta al termine; per contro, Juncos continua ad essere ancora molto attiva nelle categorie inferiori (in primis la Indy Lights) e nel campionato IMSA.

Ancora una volta la diretta della gara per l’Italia verrà curata da DAZN.

2019 Honda Indy Grand Prix of Alabama presented by America’s First
Round 03/17
05-06-07 Aprile 2019

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Stradale
Lunghezza del circuito
: 2,3 mi (3,701 km)
Giri da percorrere: 90
Distanza totale: 207,0 mi (333,134 km)
Numero di curve: 18 (10 a destra, 8 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Prima Gara: 2010
Sanctioning body: IRL 2010; INDYCAR 2011-2019

RECORD

Miglior giro: 1:06.6001 – Sebastien Bourdais – KV Racing Technology – 2016
Distanza: 1h48:42.3334 – Simon Pagenaud – Team Penske – 2016 (su 90 giri)
Vittorie pilota: 3 – Josef Newgarden
Vittorie team: 6 – Team Penske
Pole pilota: 4 – Will Power
Pole team: 8 – Team Penske
Podi pilota: 7 – Scott Dixon
Podi team: 9 – Chip Ganassi Racing, Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 05 Aprile
11:15-12:00 (18:15-19:00) Prove Libere 1
14:50-15:35 (21:50-22:35) Prove Libere 2

Sabato 06 Aprile
10:45-11:30 (17:45-18:30) Prove Libere 3
15:00-16:30 (22:00-23:30) Qualifiche

Domenica 07 Aprile
11:10-11:40 (18:10-18:40) Warm Up
15:30 (22:30) Gara – Differita su DAZN a partire dalle 22:42

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar
Immagine di copertina da https://www.instagram.com/barbermotorpark/

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