Scusate, DOVI eravamo rimasti?!

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
18 Marzo 2018 - 20:50
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Ci sono delle volte in cui è bellissimo scoprire di non aver vissuto una semplice eccezione. Momenti in cui capisci che una bella esperienza non è confinata ad un separatore di nome Capodanno. Ecco, un paio d’ore fa chi credeva che il 2017 sia stato una meravigliosa meteora nella carriera di Andrea Dovizioso può gioire di quanto successo oggi in Qatar. 

Certo, dopo una sola gara non si può ancora dire o sapere come andrà il resto della stagione, ma una cosa è certa: il Dovizioso del 2017 non è un’eccezione, non è un miracolato per dodici mesi ma una realtà, un fatto concreto, un qualcosa di cui essere fieri. Perché oggi Andrea ha replicato la metaforica legnata sui denti a Marquez non cadendo nel tranello come successo in Austria e a Motegi l’anno passato. Ha corso una gara da professore, così come lo chiamano adesso in Ducati. È partito in sordina, è risalito con tutta la calma del mondo, si è portato in testa quando serviva e ha rintuzzato gli attacchi del tarantolato #93, ancora una volta, ancora nello stesso punto (l’ultima curva), ancora nello stesso modo.

Non sappiamo cosa passa nella testa di un pilota. Non possiamo sapere cos’è scattato nella mente di un ragazzo che a 30 anni, ovvero quando altri avevano già il palmares blindato e pieno di coppe, si è messo in testa il meraviglioso sogno di vincere un mondiale della MotoGP; andandoci vicinissimo al primo tentativo e piazzando d’autorità il primo mattoncino in questa nuova stagione.

Non bisogna essere però troppo servili ora che le cose vanno benissimo. Bisogna ricordare che la carriera di Andrea in MotoGP, tra il 2008 e la fine del 2016, era stata buona ma non aveva mai dato l’impressione di poter effettuare un simile salto di qualità. Al di là di un comportamento da professionista esemplare, sempre a modo, mai fuori posto nelle interviste e in pubblico, il bottino di quasi nove stagioni parla di una vittoria nel 2009 a fronte di tantissimi podi, ben 32, con la scena rubata dai vari Rossi, Lorenzo, Marquez, Stoner. Forse Andrea avrebbe meritato di più già in passato e non ce ne siamo resi conto fino ad ora, ma cosa sia accaduto dal GP della Malesia 2016, da quando cioé ha cominciato a vincere con un ritmo da mondiale, non è dato sapere. E, forse, non è nemmeno importante cercare di scoprirlo a tutti i costi, anche perché una motivazione vera e propria sarebbe difficile da trovare.

Ciò che importa è che Andrea è ancora giovane e, dopo un mondiale fantastico nella scorsa stagione, ha ricominciato con lo stesso mood di un anno fa. Sembra che non sia cambiato nulla in lui, nel nome dell’avversario, nei problemi del compagno, come se questa gara fosse una nuova tappa del 2017. 

Da anni si è alla ricerca del nuovo Rossi mentre lui continua a posticipare il momento del suo ritiro. Certo, se corre come oggi nessuno può appuntargli nulla. Non sappiamo cosa sarebbe stato della carriera del Sic se non fosse volato via assurdamente ma forse, ora, questa ansia di trovare un successore di Valentino possiamo metterla in pausa per goderci quanto il Dovi vorrà continuare a regalarci da qui in avanti.

Se le intenzioni sono quelle di oggi sicuramente ci sarà da divertirsi.

Immagine: Andrea Dovizioso Twitter account

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