Indycar 2015, caos e incidenti a Detroit, Bourdais fa sua gara-2

IndyCar
Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
1 Giugno 2015 - 01:45
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Se la prima gara del weekend di Detroit della Indycar, vinta da Carlos Muñoz, poteva essere definita “pazza”, si può tranquillamente dire che gara-2 non è stata assolutamente da meno: le difficili condizioni della pista, le frequenti ripartenze e i vari incidenti hanno creato un mix “esplosivo” da cui è uscito vincitore con pieno merito Sebastien Bourdais, che torna in victory lane per la prima volta dopo il successo in gara-1 a Toronto nel 2014. Secondo e terzo Takuma Sato e Graham Rahal, che aprono un gruppo di ben 8 vetture motorizzate Honda piazzate ai primi 10 posti.

Risultati deludenti per i candidati al titolo: Montoya ha chiuso al decimo posto, dopo aver tagliato il traguardo praticamente d’inerzia a causa della mancanza di etanolo, mentre Power, Dixon e Castroneves sono stati tutti costretti al ritiro.

Si parte con la pista umida ma senza pioggia: alla partenza Power riesce a bruciare Montoya e a prendere la testa della gara alla prima curva, ma già al terzo passaggio il colombiano si riporta al comando davanti all’australiano; terzo è Newgarden, scattato molto bene, davanti a Dixon e Castroneves. Nei primi 20 giri l’unica emozione è data dalla rottura del motore Honda di Carlos Muñoz, il vincitore di ieri, fermatosi in una via di fuga all’inizio del sesto giro, con i primi due che sono riusciti a fare un altro mestiere rispetto a tutti gli altri, guadagnando decimi su decimi e portando il vantaggio sugli inseguitori attorno ai 20 secondi.

Al 21° e 22° giro Power e Montoya sono rientrati ai box, ripartendo nelle stesse posizioni; dietro a loro, Dixon ha approfittato dlella sosta per scavalcare Newgarden e portarsi al terzo posto. Al 27° giro il primo colpo di scena: Power rallenta improvvisamente, si fa superare da Dixon, Newgarden e Castroneves e rientra ai box con problemi al cambio. Il problema, per sua fortuna, era circoscritto alla gestione elettronica del sistema di cambiata e, con una rapida sostituzione del volante, l’australiano è potuto tornare in pista, sia pur in 13ª posizione.

Al 37° giro ecco la prima caution della giornata provocata da Rodolfo Gonzalez, uscito di pista alla curva 4. Visto il progressivo asciugarsi della pista, tutti i leader sono rientrati ai box per mettere le gomme slick ad eccezione di Dixon e Castroneves, che al contrario di tutti gli altri hanno scelto di mantenere le gomme rain; oltre a loro anche Daly, Hunter-Reay e Power hanno optato per una diversa strategia rinunciando al pit stop.

Dopo un’ulteriore caution causata dal testacoda di Filippi all’uscita della curva 2 e dall’incidente di Coletti all’ingresso della curva 3 subito dopo il restart, la gara è ripresa con Daly davanti a Hunter-Reay, Power e Dixon; un paio di giri dopo, al 48° passaggio, le slick hanno iniziato a recuperare efficienza nei confronti delle rain, con Bourdais e Montoya che si sono liberati prima di Dixon e poi di Power; al termine del giro successivo Hunter-Reay, Dixon e Power sono rientrati ai box per mettere le slick ripartendo a fondo gruppo.

Al 50° giro è toccato a Newgarden, tradito dalle gomme slick fredde, andare a sbattere contro il muro all’uscita della curva 2; altra caution e altra ripartenza, anche in questo caso seguita da un incidente con Karam che ha tamponato Hawksworth mandandolo in testacoda e con Coletti che, contemporaneamente, è andato a sua volta in testacoda, sempre nella curva 3.

La successiva ripartenza non porta ad alcun cambiamento nelle posizioni di testa, mentre a centro gruppo Power, Dixon e Castroneves si liberano di un Marco Andretti particolarmente in difficoltà; al 59° giro uno scatenato Power attacca e supera Kimball alla curva 3; il californiano prova a rispondere, si porta leggermente all’interno per poi spostarsi nuovamente all’esterno, ma nel far questo non si avvede dell’arrivo del suo compagno di squadra Dixon: il contatto è inevitabile, Kimball prosegue mentre Dixon danneggia la sospensione posteriore destra ed è costretto al ritiro, per la gioia di Chip Ganassi. Tre giri dopo si riparte, ma ancora una volta si tratta di una falsa partenza a causa della presenza di detriti in pista.

La gara si decide alla successiva ripartenza, al 65° giro: Sato e Rahal riescono a superare Montoya, ormai più interessato a gestire l’etanolo per arrivare in fondo che ad attaccare Bourdais, mentre all’uscita della prima S Power sfiora Vautier, perde il controllo della sua vettura e va a carambolare contro il suo compagno di squadra Castroneves; entrambi i piloti del team Penske sono stati costretti al ritiro.

Visto lo stato della pista, la direzione gara decide giustamente di non mandare in pista la pace car ma di interrompere la gara con la bandiera rossa. Alla ripartenza, la corsa era ormai diventata una gara a tempo per arrivare al limite delle due ore: gli ultimi tre giri non hanno visto cambiamenti nelle prime e Bourdais ha tagliato il traguardo in prima posizione davanti ad un grandissimo Takuma Sato e Graham Rahal, che si conferma sempre più come una stupenda realtà di questa prima parte di campionato.

Alle loro spalle Montoya è entrato in crisi di etanolo perdendo 6 posizioni nelle ultime curve e tagliando il traguardo solamente in decima posizione, alle spalle anche di Vautier, Andretti, Daly, Hawksworth, Hunter-Reay e Chaves. Il colombiano, rimasto a secco poche centinaia di metri dopo il traguardo, può comunque sorridere visto che nonostante i problemi di carburante è riuscito a recuperare 8 punti nei confronti di Power e 10 su Dixon; l’australiano, per contro, ha moltissimo da recriminare, visto che senza il contatto con Vautier avrebbe avuto ottime chance di recuperare punti pesantissimi sul rivale.

Con il double header di Detroit va in archivio la prima metà di stagione: la seconda metà inizierà già tra 6 giorni, nella notte tra sabato e domenica prossima, con la 600 km del Texas sull’ovale di Fort Worth.

Questa la classifica finale di gara-2 a Detroit

Indy08R

Questa invece la classifica del campionato

Standing08

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