Indycar 2015, a Newton risorge Hunter-Reay

IndyCar
Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
19 Luglio 2015 - 06:15
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Per la terza volta in quattro anni l’Iowa Speedway di Newton ha sorriso a Ryan Hunter-Reay, che dopo un avvio di stagione disastroso ha finalmente colto la sua prima vittoria stagionale ad un anno esatto dal suo ultimo successo in Indycar. Lo short track dell’Iowa si dimostra favorevole anche al team di Michael Andretti, giunto al settimo successo (il sesto consecutivo) su nove gare disputate a Newton.

Al secondo posto si è piazzato Josef Newgarden, che per solamente pochi decimi ha mancato il suo terzo successo stagionale, mentre sul gradino più basso del podio troviamo Sage Karam, al suo primo piazzamento tra i primi tre in carriera, autore di una prestazione notevole anche se forse un po’ troppo garibaldina, specialmente nei confronti di Ed Carpenter. Ai piedi del podio c’è Graham Rahal, che completa una top-4 tutta a stelle e strisce.

Gara disastrosa per i team di Ganassi, sparito poco dopo metà gara a causa di vari guai di affidabilità, e Penske, il cui miglior piazzamento è stato il 10° posto di Will Power e che ha visto Juan Pablo Montoya uscire di scena dopo 8 giri a causa del cedimento della sospensione anteriore destra che l’ha spedito contro il muro alla curva 2.

Dopo una prima parte di gara che ha visto come protagonisti Castroneves, Kanaan e Dixon, nella seconda metà sono emersi Josef Newgarden, che ha mantenuto il comando della gara per larga parte del tempo, e Ryan Hunter-Reay, risaliti rispettivamente dalla 7ª e 9ª posizione in griglia.

A determinare le sorti della gara è stata l’ultima sosta, col pilota del Texas rientrato con una decina di giri di anticipo rispetto a quello del Tennessee; già nel penultimo stint Hunter-Reay aveva dato l’impressione di averne di più di Newgarden, e una volta tornato in pista a gomme nuove ha guadagnato quei decimi che gli hanno consentito di prendere il comando della gara ai danni del pilota del team CFH. Nonostante un’ultima caution causata dall’incidente di Takuma Sato, che nelle interviste del dopo gara ha parlato a sua volta del cedimento della sospensione anteriore destra, Newgarden non ha mai realmente impensierito Hunter-Reay pagando nei suoi confronti un divario quasi mai inferiore al mezzo secondo.

Con una gara tutta d’attacco, forse anche troppo, Sage Karam ha salvato la giornata del team Ganassi conquistando un meraviglioso terzo posto, ma al tempo stesso si è reso protagonista di alcuni episodi al limite della correttezza, in particolare quando nelle ultime fasi di gara si è trovato a stretto contatto con Carpenter con cui ha rischiato più di una volta di entrare in collisione; il pilota/team manager della monoposto #20 ha ripetutamente mandato a quel paese Karam nel corso della gara e dopo la bandiera a scacchi è andato a discutere con lui a proposito del suo atteggiamento in gara, accusandolo di aver corso senza rispettare gli altri piloti impegnati in gara.

Quarto posto finale per Graham Rahal, ha reagito alla grande dopo essere stato bersagliato dalla sfortuna per larga parte della gara: una foratura lenta l’ha costretto ad una sosta anticipata nelle prime tornate, relegandolo a due giri di distacco dal leader, mentre dei problemi al cambio gli hanno dato enormi problemi in occasione delle ripartenze successive agli ultimi due pit stop. Alla fine la sorte ha reso a Rahal quel che gli era stato tolto, permettendogli di effettuare la sua ultima sosta durante una fase di neutralizzazione e di rimanere così nel giro del leader. Dopo l’ultima ripartenza si è poi fatto largo attraverso il gruppo, andando a conquistare la posizione ai piedi del podio che gli permette ora di essere il più diretto inseguitore di Juan Pablo Montoya nella classifica generale.

Quinta posizione per Carlos Muñoz, che per parecchi giri ha lottato per il podio con Sage Karam, mentre in sesta posizione ha chiuso Ed Carpenter; settimo Marco Andretti davanti a Ryan Briscoe, Sebastien Bourdais e Will Power, decimo e miglior classificato tra i piloti di Roger Penske; undicesimo e ultimo tra i piloti a pieni giri si è classificato Helio Castroneves, che col sopraggiungere della notte ha perso via via competitività, dopo essere stato autore di una prima parte di gara a dir poco briillante. Peggio ancora è andata a Simon Pagenaud, la quarta punta di Penske, che ha terminato la gara solamente al 14° posto con un giro di ritardo, mentre come detto Montoya è stato classificato in ultima posizione dopo che il cedimento della sospensione anteriore destra l’ha spedito contro le barriere nei primi giri.

Podio di Karam a parte, è stata una giornata da dimenticare anche per il team di Chip Ganassi, che ha visto Kanaan e Dixon venire messi fuori gioco da vari problemi meccanici e Kimball andare a sbattere contro le barriere all’esterno della curva 2 poco dopo metà gara. Dopo una sosta lunghissima, Dixon è stato rimesso in condizioni di ripartire per guadagnare una posizione, e quindi un punto, su Takuma Sato, nel frattempo uscito di scena.

Insomma alla fine della giornata soltanto Rahal è riuscito in parte ad approfittare dell’incidente di Montoya portandosi in seconda posizione in classifica generale con 42 punti di distacco sul colombiano; in terza posizione c’è ora Scott Dixon a 48 punti dalla vetta mentre Castroneves e Power sono in quarta e quinta posizione con 54 e 55 punti di distacco.

Dopo la gara di oggi la Indycar si prende un weekend di pausa: il prossimo appuntamento è per il 2 agosto con la 200 Miglia del Mid Ohio sul meraviglioso tracciato di Lexington, che storicamente rappresenta un terreno di caccia perfetto per Chip Ganassi.

Questa la classifica finale

Indy13R

Questa è invece la classifica completa del campionato

Standing13

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