Incoerenti ed ipocriti. Messico, la fiesta del disagio

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Ottobre 2016 - 23:45
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Il meraviglioso pubblico del Messico (mai viste quest’anno tante persone) è l’unica nota positiva di un Gran Premio che, ancora una volta, vede regnare il disagio più totale. Perché siamo decisamente arrivati al ridicolo in ogni aspetto di quello che dovrebbe essere un regolamento serio.

Vado con ordine argomentando a punti:

– Ad Austin i catechisti istituiscono il Verstappen Law: i vecchi gli remano contro perché è un pericolo pubblico, Whiting si sveglia dopo sette mesi dal letargo stagionale e avvisa che le difese ostiche con cambio di traiettoria in frenata saranno giudicate con più severità. Oggi cosa succede? Vettel si comporta tecnicamente nello stesso modo con Ricciardo chiudendolo in frenata, l’azione viene investigata e finisce tutto a tarallucci e vino. [EDIT: poi non sarà così…]

– Prima curva, partenza: Hamilton va lungo in frenata e, dopo aver tagliato le prime tre curve, torna in pista con due secondi di vantaggio su Rosberg. La Safety Car successiva ricompatta tutti ma l’azione non viene nemmeno investigata. E senza Safety Car? Si sarebbe tenuto il vantaggio? Il team gli avrebbe detto di consegnare la posizione o di rallentare? Passa un’ora: Verstappen propone esattamente la stessa scena difendendosi da Vettel. Risultato, 5 secondi di penalità e podio saltato. Perché Max sì e Lewis no? Oppure perché Lewis no e Max sì? In base a quale criterio la stessa scena si giudica diversamente?

– Ancora prima curva: Verstappen arriva lungo alla frenata dopo lo start ed usa Rosberg come sponda per passare la prima curva: nessuno dice nulla. Rosberg tocca Raikkonen in Malesia: 10 secondi di penalità. Alonso tocca Massa ad Austin: nulla. Perché uno no, l’altro sì, l’altro ancora no? Su quale base?

– Verstappen nell’intervista post gara (e non in auto con l’adrenalina del momento) dà dell’idiota ai colleghi come se fossero suoi fratelli quando alcuni di loro potrebbero anagraficamente essere suoi padri. Non benissimo. Vettel sclera come una donna in preda ad un ciclo di quattro settimane filate. Poco bene anche qui.

Scusate, ma a quale razza di sport stiamo assistendo, se ad ogni gara non si sa cosa ci si deve aspettare e se addirittura lo stesso episodio, ripetuto all’interno dello stesso evento, viene valutato in modi diversi?

È stucchevole al limite dell’imbarazzante assistere a scene del genere. Qui non è discorso di erba, ghiaia o fango in via di fuga. Il discorso è che se due azioni sono uguali (Hamilton – Verstappen in curva 1) o si penalizzano entrambe, o si lasciano correre entrambe. Una sì e una no è una stronzata fatta e finita, perché mi vien da pensare che si voglia portare a tutti i costi il mondiale fino ad Abu Dhabi per festeggiare sotto i fuochi d’artificio.

Stessa cosa per i contatti: o si penalizzano tutti, o non si penalizza niente. Non che Rosberg in Malesia rischia di perdere punti per una toccata e poi Verstappen può sbatterlo fuori in prima curva a suo uso e consumo. Si prenda una decisione una volta per tutte e si porti avanti. È chiedere troppo? La coerenza è un principio imprescindibile. Non si può usare il regolamento a nostro piacimento in base agli episodi, perché altrimenti finiamo come Byron Moreno nella famosa Italia – Corea del Sud del 2002.

Per quanto mi riguarda, questa stagione sono stati fatti diversi errori. Il più grave è stato quello di creare intorno a Verstappen talmente tanto clamore mediatico da pomparlo indirettamente (perché a farlo direttamente ci pensa Jos). E anche il passaggio in Red Bull inizio ad avere il dubbio che sia stato propiziato con il benestare di un anziano signore che da pochi giorni ha compiuto 86 anni. Da qui la confidenza, anche verbale, che Max si è preso con piloti più anziani ed esperti di lui. Max è un potenziale fenomeno ma è di un arrogante clamoroso. Pensa di aver sempre ragione, anche quando non ce l’ha. E dare dell’idiota a destra e a sinistra quando sei l’ultimo arrivato non ti rende certo più simpatico. D’altra parte, un Vettel che prenota le bandiere blu ogni 5 secondi dopo un po’ urta il sistema nervoso.

I vecchi, ad Austin, hanno tentato di dargli un avvertimento, sia perché effettivamente in alcuni frangenti di stagione si è reso pericoloso (pensate se avesse colpito Rosberg nell’allegro tentativo di sorpasso di oggi), sia perché hanno fiutato il suo talento e cercano di calmarlo con la diplomazia. Se poi però si comportano allo stesso modo come Vettel oggi, ci fanno solo una brutta figura e passano per ipocriti, quelli che parlano per invidia e poi cadono nello stesso errore. E dirò di più: Verstappen, ormai, è plasmato così. Solo uno della sua stessa specie può rimetterlo a cuccia, ormai. Un altro Verstappen che gli cambi traiettoria in frenata o che lo usi come sponda in curva è l’unica medicina che possa riportarlo con i piedi per terra, perché in questo momento il ragazzo viaggia sollevato dal suolo, convinto di avere a che fare con una PlayStation e non con uno sport.

Per quanto riguarda invece i contatti, sono anni che non esiste uniformità di giudizio. Io resto del parere che non debbano essere puniti a meno di casi clamorosi, ma è sempre la coerenza che risolve il problema. O si sanziona tutto, o non si sanziona niente. Nell’ultimo anno ci saranno stati almeno una decina di episodi clamorosi valutati in maniera diametralmente opposta, specialmente in casa Mercedes. Ed è semplicemente assurdo e stancante che ci si debba sorprendere ad ogni episodio.

La credibilità passa anche da questo. E qui il fondo del barile è ormai andato.

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3 Commenti su “Incoerenti ed ipocriti. Messico, la fiesta del disagio”
Roberto Loi dice:

L’unica è azzerare i vertici della FIA e ripartire da capo. E basta far mettere mano ai regolamenti da chi deve giocare (le squadre).
Cambiare anche whiting che ormai è un vecchio rincoglionito. Non sa più quello che fa.
E soprattutto levare Ecclestone, il supercancro di questo circo.
Finché non si azzera tutto non tornerò a vedere gare di sicuro.

Daniele Fassina dice:

L’unica penalità di 5 secondi è stata data a Kyvat che alla curva prima dello stadio è arrivato lungo insieme a Grosjean…….anche in questo caso poca coerenza

C Daniele Ventrella dice:

parole sante, stessa identica cosa che ho pensato guardando questa e le ultime pagliacciate della whiting & bernie show

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