Il tonno s’è svegliato

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
30 Maggio 2017 - 19:00

Nella cornice più splendente, chic e allo stesso tempo storica della Formula 1 ecco spuntare Kimi Raikkonen, il finlandese di ghiaccio che ben dodici anni fa aveva segnato la pole nello stesso teatro in cui l’ha siglata quest’anno. La prima volta, al volante di una McLaren (strano a dirlo oggi, vero?) e con ben cinque decimi di vantaggio sulla Renault di un signorino chiamato Alonso; questa volta con appena 43 e 45 millesimi sui primissimi avversari, il compagno Vettel e il connazionale Bottas.

E la cosa che mi viene da dire di tutto ciò è… meno male, non ce la facevo più a sentire i commentatori dire “la sua ultima pole è stata in Francia nel 2008”, “è da più di otto anni che non parte al palo”, “sono più di 150 gare che non è primo in qualifica”… vi giuro, mi stava per venire un collasso a risentire queste frasi.

Tornando alle cose serie (?), il titolo dell’articolo è chiaramente una citazione al mio articolo scritto su Kimi dopo la sua scialba prestazione al Gran Premio di Cina. Da tifoso del finlandese, il sorriso mi è ritornato proprio a Monaco dopo la brutta batosta per il ritiro a Barcellona, un po’ come al piccolo Thomas sulle gradinate spagnole. La sua pole fantastica e il secondo posto che completa la prima doppietta Ferrari da Hockenheim 2010 hanno giustamente fatto partire gli elogi per il nordico. Tutti meritati… riguardo questo weekend.

Facciamo un attimo di attenzione: una prestazione, per quanto strabiliante, può cancellare un risultato precedente deludente? A mio parere no, indipendentemente dallo sport di cui si parli. Formula 1, MotoGP, SBK, WRC, calcio, ciclismo… qualsiasi disciplina. Le analisi riassuntive che spesso si fanno anno per anno io non le ho mai digerite troppo: secondo me è notevolmente più efficace (seppur impegnativo) osservare gara per gara, o addirittura sessione per sessione, un pilota, la sua macchina e la sua squadra.

Faccio un esempio storico per chiarire: prendiamo la stagione 500cc del 2001, con lo scontro più acceso tra Rossi e Biaggi. A livello di punteggio finale la differenza tra i due fu abissale con più di 100 punti di distacco tra il pesarese e il romano ma, se andiamo a vedere meglio l’andamento gara per gara, Biaggi fino alla vittoria al Sachsenring era indietro solo di 10 punti; poi da Brno ci fu un crollo verticale della sua costanza e fine dei giochi.

Con Kimi si può fare la stessa cosa, sia per le annate belle che quelle deludenti. Questa, che come detto dal buon Secchi è la sua stagione migliore dal ritorno con la Rossa di Maranello, ha avuto un solo “basso” ma tanti “alti”. “Alti”, ahimè, non così alti (scusate il gioco di parole) come quelli di Vettel, che sta facendo sognare tutti i fan italiani e non, ma comunque notevoli. Ed è questo ciò che io, fan sfegatato di Raikkonen e della Ferrari, voglio dal pilota di Espoo sulla SF70-H: che sappia far punti pesanti e che aiuti la Rossa a conquistare l’altro titolo che manca da nove anni, quello Costruttori. Gli avversari, come Bottas o le Red Bull, sono sempre lì come avvoltoi affamati, ma il Kimi visto domenica scorsa tra i muretti fa ben sperare. Speriamo solo che il mancato successo a Monaco non mini il suo rapporto con Seb, ma essendo loro molto amici ne dubito.

Sorgono, dal fruttuoso weekend monegasco per il Cavallino, altre domande ovviamente: questo è il miglior Kimi che abbiamo mai visto? Riuscirà a tenere questo ritmo tutta la stagione? Otterrà finalmente la vittoria con la Ferrari che manca dal GP del Belgio del 2009?

Se le ultime due domande aspettano risposte future, possiamo darne una alla prima: no, non è il migliore. Quello più in palla di sempre è quello che, il 21 ottobre del 2007, è stato sommerso di coriandoli e champagne da Alonso e da Massa, ma lo è anche quello di due anni prima, che ha vinto dal 17° posto sul circuito più difficile del mondiale, Suzuka. Se cercate il Raikkonen migliore di sempre in Formula 1, recuperatevi quelle gare in qualche maniera, perché non penso di esagerare nel dire che il finlandese degli anni in McLaren e del primo anno in Ferrari era bravo tanto quanto Alonso e, forse, Michael Schumacher.

Ma anche se quello di oggi non è il Kimi migliore, direi che se continua così possiamo chiudere un occhio.

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