Hamilton, una penombra che dura da Singapore 2015

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Maggio 2016 - 11:00
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Lungi da me voler fare del bieco revisionismo storico, ma la depressione che colpisce Lewis Hamilton ha origini ben più lontane, al netto dei problemi tecnici, di quanto si possa pensare.

Lascio da parte le voci di complotti, di meccanici mescolati per avvantaggiare Nico (il che vorrebbe dire che fino a fine 2015 quelli buoni li ha avuti Lewis) e tutto il resto. Faccio un passo indietro di qualche mese, e torno precisamente a settembre 2015, weekend del Gran Premio di Singapore dominato dalla Ferrari e da Sebastian Vettel. Si arriva da Monza, dove Lewis ha annichilito tutto e tutti e dove è sfociata la polemica riguardo le pressioni minime delle gomme Pirelli.

Da Singapore vengono definite le nuove pressioni e Lewis dice che non si trova più con la macchina. In quel weekend la Mercedes fatica ma con entrambi i piloti, con la Ferrari che vince, e viene tutto archiviato come una semplice battuta d’arresto in una stagione completamente colorata di grigio.

Da qui, però, parte tutto. Nelle restante sei gare dell’anno Nico conquista tutte le pole a disposizione. Non otteneva il miglior tempo in qualifica dal GP di Spagna. In Giappone, Lewis in partenza stringe il compagno per prendergli la posizione e poi va a vincere con quasi 20 secondi di vantaggio. E’ l’ultima gara che Lewis vince autonomamente. In Russia, Nico è in testa quando si deve ritirare per la rottura dell’acceleratore lasciando spazio al compagno. Stesso finale ad Austin, dove Lewis vince il titolo, con Nico che (molti dicono per un errore, ma a me è sembrato un problema alla Mercedes) perde il controllo della sua monoposto regalando vittoria e titolo all’inglese.

Le ultime tre gare dell’anno vengono considerate come una specie di biscottino regalo per Nico da parte della Mercedes, che dopo il titolo vinto dal #44 vuole lasciare qualche soddisfazione al numero 2. Lewis, da par suo, in Messico si lamenta delle scelte strategiche nonostante il titolo già in tasca. Forse, non c’è proprio molto di combinato.

Inizia il 2016, si cambia libro e si pensa che tutto tornerà alla normalità con il campione in carica nel ruolo di leader indiscusso. L’inizio è positivo per Lewis che conquista la pole a Melbourne. In gara, però, entrambe le Mercedes sbagliano la partenza regalando la leadership alle Ferrari. Lewis perde più posizioni di Nico e fatica a rientrare nella prima parte di gara, quando nei primi giri non riesce ad avere la meglio su chi gli sta davanti. La bandiera rossa causata dall’incidente di Alonso stravolge i valori in pista e permette alle due Frecce d’Argento di concludere con una doppietta, ma a vincere è Rosberg.

Si va in Bahrain. Questa volta a sbagliare la partenza è solo Lewis, dopo aver ottenuto ancora la pole: Nico si porta in testa partendo dal lato sporco e approcciando la prima curva l’inglese viene centrato dalla Williams di Bottas. Posizioni perse, Mercedes danneggiata e il massimo ottenibile è un terzo posto alle spalle ancora del compagno e di Kimi Raikkonen. In Cina la gara di Lewis è compromessa, questa volta, non da sue colpe ma dall’affidabilità Mercedes, che lo costringe a partire dal fondo. Lui, però, in partenza, si scontra con la Sauber di Nasr rimettendoci l’ala anteriore e dovendo subito rientrare per cambiare muso. La gara dell’inglese prosegue, ma la Mercedes è ancora una volta danneggiata nel sottoscocca e arriva un settimo posto con Nico ancora vincitore. A Sochi stesso problema della Cina con Lewis costretto a partire decimo. Il disastro in partenza tra le Red Bull e la Ferrari di Vettel gli permette di tornare in fretta in zona podio, ma ormai Nico è ancora una volta lontano.

Questo è quanto. Tutti parlano delle sette gare vinte da Nico come di un misto tra agevolazione (le tre del 2015) e fortuna (le ultime quattro), ma il livellamento delle prestazioni tra i due ha origine da più lontano ed è più marcato di quanto si creda. Almeno, questa è l’impressione che ho avuto. In Russia e Stati Uniti, quando i punti erano ancora importanti per il titolo, Nico era davanti in controllo, cosa praticamente mai successa. Le lamentele di Lewis in Messico hanno svelato anche una sorta di irritazione poco comprensibile per uno che ha appena vinto il campionato. A questo aggiungiamo un Hamilton insolitamente falloso ad inizio stagione tra partenze sbagliate e contatti: ecco quindi servito il 4-0 da parte di Nico.

Non essendo un tecnico, non posso chiarire con certezza se la famosa storia della pressione delle gomme ha un ruolo in tutto questo. Mi sembrerebbe sinceramente esagerato, soprattutto nel momento in cui un solo pilota riscontra problemi. Fatto sta che è proprio dalla notturna di Marina Bay che l’ago della bilancia si è leggermente spostato verso Nico. Coincidenza? Non lo so, ma le gare successive mi hanno dato questa impressione.

La personalità sempre più singolare di Hamilton, tra apparizioni da beduino e altre mise discutibili quanto appariscenti, è un elemento che non entra in considerazione nel momento in cui si vince ma che viene sicuramente citato quando le cose non vanno bene. In questo, Lewis dovrebbe secondo me riguardarsi un attimo. La scenata sul camion della parata dei piloti, con lui seduto in un angolo in disparte, sa tanto di atteggiamento pro-tv tanto quanto gli altri.

Evidentemente ed oggettivamente Nico non può vincerle tutte, ma la risalita ora è davvero lunga per Lewis a meno di problemi grossi per l’altra Mercedes. Dal canto suo, però, deve recuperare un po’ di smalto: al di là delle noie della monoposto, anche lui è in ombra da tempo.

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2 Commenti su “Hamilton, una penombra che dura da Singapore 2015”
Vincenzo Alonge dice:

Comunque c’è da dire ke st’anno rosberg sta avendo molta fortuna, in ogni gp capita qualcosa a tutti, Hamilton, vettel, Ricciardo ect, prima poi però la ruota gira e poi saranno guai per Nico, perché si sa ke Nn sa reggere la pressione

Alberto Gemma dice:

Bellissima analisi
Ho una piccola impressione che mi sto facendo anche io dalla stagione scorsa..secondo me Ham sta sui maroni a molti del suo team e lui soffre queste cose
Ma non lo sapremo mai,vero?

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