Giù le mani dalla Red Bull (fino a prova contraria)

F1Regolamento
Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Ottobre 2012 - 21:00
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Era così anche con la Ferrari, lo è stato per la Mclaren, è così anche con la Juve in questi giorni, espatriando verso l’ambito calcistico.

Chi vince troppo è sempre, costantemente sotto l’occhio del ciclone. La Red Bull torna a vincere prepotentemente, e allo stesso modo le polemiche sulle presunte soluzioni border-line utilizzate dalle lattine tornano a galla.

Domenica le scintille della numero 1 di Vettel, poi scomparse, hanno dato spazio ad interpretazioni disparate. La più gettonata un correttore d’assetto (sarebbe illegale) con il quale dal muretto avrebbero ‘rialzato’ la vettura di Sebastian quel tanto che basta per non far più scintillare il fondo sul terreno.

In realtà, post-verifiche tecniche (che la Red Bull ha passato), il tutto sarebbe stato riconducibile ad un pezzo rovinato su un cordolo, inizialmente rimasto penzolante (da qui le scintille) per poi staccarsi definitivamente.

La teoria del complotto è molto praticata, soprattutto quando si parla della Red Bull. Curioso però come se ne torni a parlare in questo periodo, da Singapore in poi per la precisione.

La sensazione (mia) è che si debba quanto meno tentare di ‘macchiare’ l’immagine di chi vince per oscurare quelli che sono i veri problemi.

Esiste una Federazione, esistono delle verifiche tecniche. Poi, anche di queste, possiamo fidarci o meno. Ma è compito della Federazione e della commissione tecnica discutere le soluzioni adottate dalle varie scuderie e decidere se alcune di queste non sono aderenti al regolamento tecnico.

La Red Bull mi pare che abbia già pagato lo scotto di essere la miglior vettura del lotto nel 2011, con l’eliminazione degli scarichi soffianti. Ora, che è tornata a vincere dopo l’unico successo di Aprile in Bahrain, se ne torna nuovamente a parlare.

Per quanto mi riguarda, fino a quando non verranno trovate prove concrete che sanciranno l’illegalità della vettura di Newey, le chiacchiere restano tali, i risultati anche, l’invidia pure. Con buona pace di chi non accetta le vittorie dell’avversario.

In questo senso ha ragione Alonso. Tante chiacchiere, pochi fatti. E una settantina di punti persi in quattro gare.

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4 Commenti su “Giù le mani dalla Red Bull (fino a prova contraria)”
Yoong dice:

La Red Bul non è spuntata proprio dal nulla, è nata dalle ceneri della Jaguar, che a sua volta era la Stewart.
Seguendo il tuo ragionamento il mondiale di F1 sarebbe dovuto essere di solo appannaggio dei costruttoti, cosa che non è stata da quando i team inglesi “garagisti” si son messi in gioco lottando molte volte e con successo contro i team storici inclusa la stessa ferrari. Non avremmo mai avuto la Williams, la Mclaren, la Lotus, la Lola (asd)…
La Red Bull come tutti i privati è un “gruppo di lavoro” con una denominazione che coincide con il main sponsor, e di certo non va snobbato o ridicolizzato per questo, visto che le macchine le sanno fare e sanno stare a testa alta in F1. Non hano una grande storia alle spalle, ma come ho detto prima non sono proprio nati dal nulla.

AlessioA dice:

Oh ce l’ho fatta a loggarmi. Comunque, la mia idea è che il fastidio sia derivato ANCHE (oltre a tifo per la Ferrari, italianità, etc etc) dal fatto che la Red Bull fabbrichi lattine e si trova “inconcepibile” che possa battere chi ha fatto la storia di questo sport (Ferrari, McLaren, Williams). Ragionamento un po’ stupido, a mio parere!

pollux dice:

Concordo.
Fermo restando che le strada intrapresa da FIA & Co. riguardo il regolamento tecnico, a parer mio lo rende troppo difficile da contorllare, ed è troppo cavilloso e lascia troppo spazio all’interpretabilità (interpretabilità che in un regolamento per me è un controsenso). Interpretabilità che alla fine c’è sempre stata, e fino al 2008 quando i più bravi ad interpretare il regolamento erano le squadre più blasonate, i media ci rccontavano il precampionato cercando di capire chi sarebbe stato il più bravo a barcamenarsi tra le famose zone grige.
Da quando i migliori interpreti sono diventate 2 squadre di “serie b” questo non piace più e dobbiamo assistere alle crociate mediatiche contro i soliti “furbetti” che rubano le vittorie a quelli che sono diventati ormai i più “virtuosi”. Con questo non voglio dire che sia lecito correre con macchine irregolari, anzi, ma non posso tollerare la stampa che si mette a giudicare e condannare da qualche scintilla vista in un paio di giri citando solo l’ultimo caso.

Trince dice:

Innanzitutto ciao Alessandro, ti seguo da tempo, ma finora ho intergaito solo su Facebook. Pensavo che il tuo “nuovo inizio” fosse la giusta occasione per intervenire anche in casa tua!
Quanto all’articolo, ho trovato abbastanza ridicolo come in telecronaca abbiano gioito vedendo le scintille di Vettel, speranzosi in un guasto o in una penalità post-gara per fondo usurato…proprio vero, l’invidia è una brutta bestia. Ricordo quanto addirittura la stampa italiana -che ora si “tappetizza” – criticava aspramente la Ferrari e Schumacher perché vincendo così tanto ammazzavano lo spettacolo (!).
Vettel mi è entrato nel cuore -sportivo- quando vinse per la prima volta e, a Monza, nel Tempio della Velocità, fece risuonare l’inno tedesco e quello italiano uno dopo l’altro ancora una volta. Si merita pienamente quello che sta raccogliendo e se riuscisse a vincere -unico nella storia- i primi tre titoli in fila non ci vedrei nulla di male, anzi. Non basta l’auto buona per vincere mondiali e tante gare consecutive, altrimenti ci sarebbero riusciti anche Jacques Villeneuve, Damon Hill e compagnia…

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