Giovinazzi, che ora non si esageri al contrario

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
9 Aprile 2017 - 14:30
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Antonio Giovinazzi lascia Shanghai, in attesa di sapere se correrà o meno in Bahrain, con un doppio ceffone preso tra sabato e domenica. Ceffone che, a dire il vero, ha dato lui al muretto di sinistra al sabato, poi a quello di destra alla domenica sul rettilineo iniziale.

Errori. L’importante è riconoscerli ed Antonio, in questo, è stato esemplare, umile, sincero. Solo per questo, non andrebbe criticato oltre modo. Non sta a me, a noi, giudicare due episodi che possono capitare e che fanno clamore perché accaduti praticamente nello stesso punto a, soprattutto, 24 ore di distanza uno dall’altro. Se poi è lui il primo ad autoincolparsi, non c’è bisogno di dire molto altro. Ingenuità? Voglia di strafare? Può starci tutto. Sappiamo che l’erba sintetica oltre il cordolo è un trappolone dal quale uscire indenni richiede fortuna, così come (non) possiamo immaginare quanto possa essere difficile accelerare con gomme slick sul bagnato. Curioso, tra l’altro, che l’incidente di stamattina sia arrivato appena dopo che il compagno Ericsson era andato largo proprio all’ultima curva, con Antonio spostatosi più al centro per tentare di passarlo. Ma tant’è, parlarne e rielaborare non cambia lo stato delle cose. Gli errori sono stati fatti, si mette tutto in cascina alla voce esperienza.

Il problema, semmai, è che non si sa questa esperienza quanto durerà. Sapremo a breve se Wehrlein potrà tornare al volante a Sakhir, ma nell’economia delle occasioni da cogliere al volo è logico che le due pacche di questo weekend sarebbe stato meglio evitarle. In ogni caso, quello che mi preme sottolineare è che così come Antonio avrebbe meritato di essere lasciato un po’ più tranquillo per il suo debutto, senza l’attenzione spasmodica che gli è stata dedicata e che probabilmente gli ha messo un po’ troppa pressione addosso, sarebbe corretto ora non fargli pesare troppo questo weekend negativo. 

Perché è vero che non aspettavamo altro che vedere ritornare un pilota italiano in F1, seppur Antonio abbia debuttato da sostituto e sulla cenerentola del gruppo. Però, forse, si è esagerato un pelino con l’attenzione intorno a lui viste le condizioni del debutto. È anche da notare il fatto che il Giovi è salito in macchina solo al sabato di Melbourne e che in Cina non ha avuto nemmeno modo di provare un po’ sul bagnato al venerdì. Ma sono tutti dettagli che concorrono al risultato finale. L’importante è archiviare in fretta questo weekend senza esagerare al contrario nelle critiche dopo averlo fatto negli elogi.

Se Antonio sarà ancora al volante della Sauber, tra pochi giorni in Bahrain avrà l’occasione di rifarsi. Basta che venga lasciato tranquillo.

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