Formula E | Ad-Diriyah: BMW vince al debutto con da Costa!

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
15 Dicembre 2018 - 15:18
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Con la vittoria al debutto nell’ePrix di Ad-Diriyah, BMW è entrata nella storia della Formula E. Oltre al successo nella sua prima corsa ufficiale, la Casa bavarese ha ufficialmente aperto la seconda era del campionato elettrico, quella della Spark SRT05 Gen2, portando alla prima vittoria anche il team Andretti grazie ad António Félix da Costa. Il portoghese ha tagliato per il primo il traguardo al termine di una gara molto caotica, che ha dimostrato come ci siano moltissime cose da sistemare per tecnici e commissari.

A disturbare il lineare svolgersi della corsa, molto spettacolare nelle sue prime fasi con diversi sorpassi tra le nuove vetture, è stata innanzitutto la nuova attack mode. La Direzione Gara ha settato l’utilizzo del nuovo boost di potenza dividendolo in due fasi da quattro minuti ciascuno, il che ha effettivamente facilitato i sorpassi creando però parecchia confusione per quanto riguarda l’attivazione. La corsia è stata spostata di qualche metro rispetto alla collocazione originaria, per evitare le frenate improvvise in traiettoria, ma ha effettivamente richiesto la perdita di 1-2 secondi nel settore finale del tracciato e quindi la perdita di posizioni, a meno di poter godere di un vantaggio sul più immediato inseguitore. Uno svantaggio recuperabile, qualora l’attivazione si verificasse: questa ha infatti comportato un altro problema e la dimostrazione l’ha fornita José María López, che per due giri consecutivi ha attraversato la corsia ma senza passare correttamente attraverso i tre “intermedi”, mancando quindi l’attivazione dei 25kW aggiuntivi e perdendo tempo inutilmente.

Al di là del fatto che l’attack mode dia l’impressione di essere una cosa superflua, perché i sorpassi non sono mancati nemmeno a parità di condizioni, sarà necessario rivedere e soprattutto semplificare l’attivazione dei 25kW. A livello pratico, l’attack mode è una modalità totalmente analoga al push-to-pass della IndyCar, la cui attivazione avviene grazie ad un bottone sul volante e risulta decisamente più dinamica rispetto a quanto avviene in Formula E.

Anche le penalità post-qualifica hanno rivoluzionato la classifica almeno per quanto riguarda la sua seconda parte. Oliver Rowland e tre dei quattro motorizzati Audi, precisamente Lucas di Grassi, Sam Bird e Robin Frijns, sono stati retrocessi in griglia per avere ecceduto la potenza massima di 250kW durante il loro giro veloce. Stando alla spiegazione data dai tecnici di Ingolstadt, questa infrazione è derivante da un dosso che avrebbe mandato “fuorigiri” la vettura senza preavviso. 

Ulteriore sale sulle ferite è stato messo da un errore di settaggio del nuovo brake-by-wire, che in alcuni casi ha portato ad una rigenerazione dell’energia maggiore a quella consentita dal regolamento, identico caso a quello costato tre posizioni in griglia a Edoardo Mortara. Proprio a causa di questo inconveniente, il team Techeetah ha perso una probabile doppietta con Jean-Éric Vergne e André Lotterer fermati con un drive through per questo motivo. A dover scontare un passaggio a velocità limitata in pit lane per questa infrazione sono stati anche Felipe Massa, Alexander Sims e Gary Paffett, con il pilota BMW ulteriormente penalizzato con uno stop&go per lo stesso motivo mentre Paffett si era già ritirato all’assegnazione della penalità. Anche in questo caso sono emersi problemi di esperienza da parte dei team, non colmati dai test privati e da quelli collettivi dello scorso ottobre a Valencia, dove pure era stata effettuata una simulazione di gara.

A chiudere il cerchio di una gara che passerà naturalmente alla storia ma godrà di ben poca considerazione sul lato sportivo si è aggiunta una safety car, uscita al 26° giro per rimuovere la vettura incidentata di López, che ha ulteriormente mischiato le carte a favore di chi non aveva ancora utilizzato la seconda attack mode. Da Costa (fornito anche di FanBoost) ha avuto gioco facile nel conservare la prima posizione, mentre Jérôme d’Ambrosio non ha potuto difendersi dagli attacchi di Vergne, che ha clamorosamente chiuso secondo nonostante il drive through. Il belga ha comunque gestito la terza posizione respingendo Mitch Evans e Lotterer, portando sul podio la Mahindra. Un altro limite dell’attack mode risiede proprio nell’eventuale uscita di una safety car, non infrequente in una categoria che si sviluppa quasi totalmente su tracciati cittadini, che va inevitabilmente a falsare lo svolgimento della gara a favore di chi manca dell’utilizzo di uno o addirittura due boost da 25kW.

Le note stonate sono diverse, ma l’ePrix di Ad-Diriyah ha sicuramente indicato la direzione su cui lavorare. Manca un mese all’ePrix di Marrakech e il tempo per lavorare c’è, al fine di offrire uno spettacolo divertente ma allo stesso tempo sportivo, che ricordi il meno possibile quanto visto per larghi tratti nella season 1 quando i piloti incontrarono grandi difficoltà nella gestione delle batterie. Per quanto riguarda le nuove unità McLaren, i piloti hanno tagliato il traguardo con un’autonomia attorno al 15-20%: la safety car ha aiutato, ma il problema delle batterie pare essere risolto ed è proprio uno dei cardini su cui si fonda questa nuova era della Formula E.

Per quanto riguarda il resto della classifica, oltre ai primi cinque già citati, buon debutto per Nissan con il sesto posto di Sébastien Buemi davanti a Oliver Rowland. Meno bene le Audi, anch’esse in tandem con Daniel Abt ottavo e Lucas di Grassi nono. Un punticino è andato anche alla Jaguar, grazie a Nelsinho Piquet, che ha preceduto le Virgin-Audi di Bird e Frijns. Solo 14° Felipe Massa, messo sotto investigazione per una possibile violazione durante l’utilizzo del FanBoost. Ritiro anche per Felix Rosenqvist, protagonista della corsa finché la sua Mahindra non si è ammutolita: per lo svedese era l’ultima gara nel campionato elettrico, poiché da Marrakech sarà a tutti gli effetti il turno di Pascal Wehrlein.

Nella giornata di domani, la Formula E vivrà un’altra tornata di test collettivi, con la presenza di molte donne in pista: Amna Al-Qubaisi sulla Virgin-Audi, Carrie Schreiner sulla HWA-Venturi, Jamie Chadwick sulla NIO, Simona de Silvestro sulla Venturi, Carmen Jordá sulla Nissan, Tatiana Calderón sulla Techeetah-DS, Beitske Visser sulla BMW, Pippa Mann sulla Dragon-Penske e Katherine Legge sulla Mahindra. L’appuntamento con l’ePrix di Marrakech è invece per il 12 gennaio.

Classifica di gara:

Classifica di campionato:

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