Father and son. Keke e Nico in parata da Campioni

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
24 Maggio 2018 - 20:35
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Adoro questi momenti: quelli in cui la storia riappare, unisce, riporta alla mente ricordi e si racconta con immagini in full hd di monoposto e piloti che si era abituati a vedere a quadrettoni.

Questa immagine, quella della famiglia Rosberg riunita, racconta di un cerchio apertosi nel 1982 e chiuso nel 2016, trentaquattro anni dopo. Dal mondiale di Keke a quello di Nico, dalla Williams FW08 alla Mercedes W07. Entrambe accomunate dal numero 6, quello “obbligato” dalla vecchia numerazione e quello utilizzato come omaggio a papà da quando, nel 2014, in F1 sono entrati in vigore i numeri personalizzati per ogni pilota.

Il palcoscenico non poteva che essere quello di Montecarlo, il salotto di casa Rosberg. Quello dove Keke ha vinto nel 1983 e dove Nico, trent’anni dopo, ha bissato il successo di famiglia per poi fare tripletta filata, con 2014 e 2015. 

Padre e figlio sono scesi in pista dopo le prime prove libere di questa mattina, viaggiando in parata a velocità ridotta. Prima davanti uno, poi l’altro, in uno scambio di posizioni che sa di passaggio del testimone tra il vecchio campione ed il giovane che ha saputo ripetere l’impresa. Quella tra Keke e Nico è la seconda coppia di padre e figlio capaci di vincere il mondiale di Formula 1. Fino al GP di Abu Dhabi del 2016 il record era di proprietà della famiglia Hill, con papà Graham due volte iridato nel ’62 e ’68 e Damon campione nel 1996. Come sappiamo, però, Graham non ha mai potuto vedere il figlio scrivere il suo nome nell’albo d’oro. Pertanto la parata di oggi è a suo modo storica: Keke e Nico sono gli unici padre e figlio viventi della Formula 1.

Per quanto siano uomini di sport ed abbiano percorso quelle strade centinaia, forse migliaia di volte tra attività agonistica e vita di tutti i giorni, posso solo immaginare l’emozione nello scendere in pista insieme per le proprie strade, davanti al pubblico che possiamo definire di casa nonostante le nazionalità dei due, tra l’altro diversa con Keke finlandese e Nico tedesco.

Ci sono tanti figli che cercano di emulare le orme di papà dopo anni vissuti a seguirli da primi tifosi. Riuscire a far parte dello stesso mondo, al di là di qualsiasi discorso che si potrebbe fare su convenienze, facilitazioni, sponsor ed altro, dev’essere motivo di orgoglio. Replicarne i risultati o addirittura migliorarli deve essere addirittura fantastico. Mostrarsi insieme con le proprie vetture, sotto l’uscio di casa beh, dev’essere unico. In questo caso lo è.

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