F1 | Max Verstappen: è troppo presto per passare a un top team nel 2017?

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
14 Aprile 2016 - 15:30
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Max Verstappen viene considerato uno dei maggiori talenti in F1, soprattutto di questi ultimi anni. La domanda che ci si pone spontaneamente è se l’olandese sia pronto a passare già a un top team nel 2017.

In quest’interessante analisi che vogliamo proporvi, si cerca di dare una risposta a questo quesito.

“Verstappen è un pilota che ha rotto le convenzioni, anziché seguirle, in ogni passo della sua carriera. Il suo passare in F1 dalla Formula 3, ha spinto la FIA a rivedere i criteri per le superlicenze, benché non ci fosse alcun dubbio circa il suo talento”.

“E questo indubbio talento, ha già portato speculazioni che lo vogliono in Mercedes, Ferrari, o in Red Bull già dal 2017. Ma l’uomo che pensa che Verstappen non sia pronto per questo grande salto, è proprio il suo team boss, Franz Tost”.

“Franz Tost sa qualcosa dello sviluppo della carriera di un pilota, e tra i piloti passati in Toro Rosso si ricordano Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat. E la sua esperienza gli dice che ai piloti ci vogliono almeno tre anni per abituarsi totalmente al mondo della F1, prima che siano pronti di dare i risultati richiesti da un top team”. Alla domanda se Verstappen sia già pronto per un top team dal 2017, Tost ha risposto: “Non lo so. Ancora una volta, dico che a un pilota servono normalmente tre anni per capire la F1 – se sono pronti per andare verso un altro team, è tutto nelle loro mani”. Secondo Tost, il guidare una F1 è la parte più naturale che viene ai giovani piloti, visto che guidare è un’attività che fanno da molto tempo, sin dai tempi del kart. Ecco quanto afferma Tost: “In F1, quello che i giovani piloti sottovalutano, non è il guidare – perché quella è la parte più facile. Lo fanno da quando hanno quattro o cinque anni, non è un problema, loro si adattano a tutto questo molto velocemente. È più difficile quando si tratta di fare le qualifiche, perché a lui puoi dire molte volte l’angolazione con cui prendere il cordolo, quanto usare i cordoli. Puoi dirglielo centinaia di volte, ma deve fare esperienza da quel punto di vista. Poi, in gara, bisogna saper come usare le gomme, e non è facile. Anzi, è veramente difficile. Ci vuole molta disciplina”.

“Puoi dirgli cento volte di stare attento alle gomme in tale curva. Ma poi lui esce, abbassa la visiera e corre, perché vuole prendere la monoposto davanti a lui, ed esagera. Quindi, ci vuole tempo”. “L’altro aspetto molto più complicato in F1” ha continuato Franz Tost “è tutto quello che circonda la guida. Un pilota ha cinque, sei, sette ingegneri che lavorano per te. Hai l’ingegnere addetto ai dati, quello per il telaio, hai il motorista, quello che si occupa delle gomme… Devi avere informazioni da parte di tutti. E come puoi ottimizzare tutte queste informazioni? Nessun pilota è uguale all’altro, anche questo comporta tempo”. “Hai il marketing di cui occuparti, hai la stampa… E per questo dico sempre che è molto importante che la domenica, alle due di pomeriggio, i piloti siano ancora freschi, che non siano stanchi. Dobbiamo occuparci di tutto questo. È per questo che la F1 non è facile, guidare non è il problema più grande”.

“I piloti sono anche emotivi, e hanno queste esplosioni di emozioni (come quelle di Max nei team radio del Gran Premio d’Australia – ndR) e tutto ciò va bene – è normale, non è sbagliato. Fa parte del processo educativo. Non ti puoi aspettare che in F1, dove la pressione è molto alta e c’è molta competizione, tutto vada sempre liscio. Non è possibile, secondo me”.

Franz Tost ha voluto concludere la sua riflessione con quest’affermazione: “Io dico sempre che arrivare in F1 sia una cosa, ma dall’altro lato, è nelle mani del pilota ed è lui che decide per il suo futuro. Il compito del team è di dargli i migliori ingredienti possibili, con i quali lui può fare il miglior lavoro possibile. E poi lui decide. È sempre il pilota. Io spero che Max per l’anno prossimo abbia imparato molto con noi… Per il resto si vedrà”.

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