F1 | Le Pillole del GP di Gran Bretagna 2018

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
9 Luglio 2018 - 20:44

Non si riesce sempre a tirar fuori qualcosa di degno ma almeno due o tre pillole annuali si possono concedere. Dopo quelle della gara d’apertura del mondiale, che di spunti interessanti ne aveva forniti eccome, ecco il secondo episodio annuale per il Gran Premio di Gran Bretagna, che ha visto un furto con scasso da parte dei Rossi in casa dei Crucchi.

La Ferrari infatti entra in casa Mercedes e porta via tutta l’argenteria, lasciando segni sul morale e sulla macchina di Luigino Hamilton, che quando perde sa sempre essere un signore… Un po’ come Toto Wolff, insomma.

Via, quindi, con le Pillole di Silverstone.

Sebastian Vettel | Sull’onda delle tragicomiche scene del prode Neymar, tenta di impietosire il pubblico pagante con fintissimi dolori al collo per far credere agli avversari di essere in difficoltà. Molla la pole per 44 millesimi passando per eroe ed in gara spernacchia tutti sventolando dall’abitacolo finti cerotti antinfiammatori.

Kimi Raikkonen | Abbiamo elogiato per anni il KO Wireless di Fernando Alonso, capace di porre fine alle gare altrui con la sola forza del pensiero, ma il suo sistema è semplicemente erede del primordiale KO Wired, ovvero quello che il prode Kimi mette in mostra dopo tre curve a Silverstone centrando fisicamente la Mercedes di Luigino.

La moglie di Kimi | La Dea Minttu si erge ad avvocato difensore del Nostro (e chi non vorrebbe averla come avvocato…) e lancia una sobria sentenza su Instagram: “Se piangi come una bambina quando perdi, datti alla danza”. Incidente diplomatico perché si pensa che ce l’abbia con Luigino, ma poi si corregge: “Giusto per essere chiara, non parlavo del pilota ma del team”. Benissimo.

Lewis Hamilton | Di sceneggiata in sceneggiata, dopo aver pianto dalla gioia per il giro della pole si deprime come il più stanco dei milanisti di questo periodo per essere arrivato “solo” secondo dopo essersi ritrovato in fondo al gruppo al termine del primo giro. Il “ragazzino” ormai è diventato ometto e sarebbe il caso di crescere anche nel Job Title.

Max Verstappen | Al momento del testacoda e del successivo ritiro il fanclub “Versbatten Pirletti” crea un’onda di festeggiamenti pari a 3 gradi della scala Richter in tutta la penisola italica, sentenziando l’olandese come il solito demente incapace di chiudere una gara. Il bollettino parlerà di Brake By Wire KO, ma questo ovviamente non conta, non viene riportato, non fotte a nessuno.

Sergio Perez | In tanti anni di Formula 1 non si era mai vista l’applicazione della massima espressione del disagio sul caro vecchio GP2 di Crammond. Ovvero fare inversione a 180° tentando di distruggere le macchine avvesarie in contromano, in questo caso le Williams in uscita dalla pitlane. Non ci riesce per poco, ma siamo sicuri che ci riproverà in futuro.

Toto Wolff | Cordialità a iosa, lunghe interviste in italiano, risate e battute quando le cose vanno bene, ovvero da quattro anni a questa parte. Poi capita la gara no e si passa dall’italiano all’inglese, all’arabo, ai canini che spuntano dalla bocca. Signorilità, caro Toto, signorilità.

Le Williams | A proposito di disagio, non ci si può non intristire di fronte alla scena delle monoposto di Grove appostate in pitlane per la partenza, dopo una qualifica che manco ai tornei amatoriali online. Si invoca a gran voce l’appiedamento di uno dei due giovinotti per far posto a Kubica, ma forse forse è meglio che resti dov’è perché da appiedare, al momento, c’è solo la macchina.

Romain Grosjean | Da quando ha pubblicato il suo libro di cucina con la moglie ha iniziato pericolosamente a scambiare il volante della sua Haas per una padella da bistecca. Il risultato è che  a volte si confonde pesantemente tentando di cucinare sul primo e di guidare con la seconda, con i risultati che tutti abbiamo in mente nelle ultime settimane. Sveglia Romain…

Marcus Ericsson | “Credo di averlo mancato”. Dice questo del pulsante del DRS che non è riuscito a disattivare “a causa di un dosso” prima di entrare come una mina in curva uno volando nelle protezioni. Ce ne siamo accorti che l’hai mancato, così come ci siamo accorti che le gomme le hai centrate in pieno. Ma soprattutto, Marcus, ricorda: di ditino in Formula 1 ce n’è uno solo.

Charles Leclerc | Come ogni futuro ferrarista che si rispetti deve superare la “prova Irvine”, che consiste in un pitstop disastroso, in cui qualcosa non va con una delle quattro gomme. Il tutto senza minare l’incolumità di qualcuno una volta tornati ai box, pena bocciatura. Ai tempi di uno dei più famosi portagnocca del paddock il problema fu nel reperimento di uno dei quattro pneumatici, mentre qui è stato semplicemente il non avere avvitato una ruota, con conseguente ritiro del monegasco. Prova non estrema ma superata brillantemente.

Brendon Hartley | Dopo il botto clamoroso del sabato mattina il neozelandese è tornato ai box decisamente frastornato. Docciato, riposato e ripresosi dallo schianto, è tornato ai box per il debriefing chiedendo udienza privata a Franz Tost, al quale ha posto la seguente domanda senza voler essere ascoltato da nessuno: “Franz, senti, non è che Honda ci fa anche le sospensioni adesso?!”

Halo | Il girello per bambini troppo cresciuti è stato demolito alla sua approvazione da molti proprietari di centri estetici che, tutto sommato, non hanno tutti i torti. Dopo il botto tra Makino e Fukuzumi a Barcellona, quello di Hartley è il secondo caso in cui il girello tutto sommato potrebbe aver fatto più bene che male, tenendo le barriere lontane dal casco del povero Brendon volante. Io mi indignerei per i tre motori a stagione, vedete voi.

Le gomme Hard | Durante la gara viene sancito il fallimento di quella che non è nemmeno la gomma più dura a disposizione della Pirelli, la Hard di colore azzurro. Viene infatti montata solo dalle Renault mentre gli altri preferiscono affondare con le medie. Quanto meno Hulk ci arriva sesto, ma se su sette mescole se ne usano sempre e solo tre…

Santino “Rambo” Ferrucci | Merita un posto nelle Pillole grazie al savoir faire da Lord messo in mostra durante il weekend di F2. Dopo aver tentato più volte di far atterrare il compagno Maini a Brands Hatch, pensa bene di colpirlo nel giro di rientro di Gara 2 deliberatamente. Il tutto dopo aver portato la sua monoposto dal paddock alla griglia di partenza con il cellulare in meno. Mi dicono abbia anche dei difetti.

Bernd Maylander | Eccola qui, l’unica Mercedes capace di girare con delle gomme normali… D’altronde, il pilota lo conosciamo bene e non merita alcuna presentazione. Anche a Silverstone fa il suo e l’impegno è così tanto che, ad un certo punto, il suo compagno di viaggio scompare. Auto più leggera, auto più veloce.

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LA FOTO DEL WEEKEND

Roger Federer, fresco di nuovo sponsor tecnico e divisa in onore della sua Svizzera, bacia la coppa del vincitore di Wimbledon. 

Alla prossima edizione delle Pillole. Quando? Lo scoprirete vivendo.

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