F1 | Le Pillole del GP di Azerbaigijanig…

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Giugno 2017 - 00:50
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Scusatemi, sarò dislessico ma io Azerbaijan non riesco a dirlo e nemmeno quasi a scriverlo. Non è mancanza di rispetto, sia chiaro, anche se i commissari a-zeri meritano tal voto per la super prestazione del weekend, nella quale riescono a far scappare la Mclaren di Alonso… senza Alonso e senza cambio.

L’immagine di copertina rispecchia la scena più seria di una domenica di autentica follia, nella quale la splendida cornice (…) di un circuito con tredici curve a 90° fa solo da contorno ad una puntata qualsiasi di una serie tv qualsiasi ambientata nel far west. Roba che John Wayne scansati.

Vanno quindi in onda delle irrinunciabili Pillole dall’Azerb… insomma, da lì, dove DDR (che sta per Daniel Durban’s Ricciardo) non si rende conto di aver vinto fino a quando David Coulthard non gli chiede di slacciarsi le scarpe, preludio alla solita sbevazzata al sapore di porto commerciale al 15 di agosto.

Via!

Nico Rosberg | Nessuno se n’è accorto ma l’incubo di Luigino è il vero artefice della frenata, decelerata, liftata, chiamatela come ve pare, che ha provocato poi il tamponamento e il duello a ruotate con ditino medio infuocato Vettel. Il buon Nico, infatti, è stato ripreso vestito da vigile locale con un autovelox in uscita dalla curva incriminata. Il resto è storia. 

Lewis Hamilton | Gli piace sin da piccolo giocare allo schiaffo del soldato. Così tanto da continuare anche quando l’unico a dare lo schiaffo è lui per poi girarsi e far finta di niente, pensando di non esser visto. Prima o poi, Luigì, ti si becca eh…

Sebastian Vettel | Lo spirito di Spa misto al sangue di Hulk provoca una sclerata epocale nel ditino più incazzato del pianeta che, caduto nel tranello di God Blessed Lewis, cerca rimasugli del KO Wireless di Alonso in macchina senza trovare nulla: a tal punto decide di farsi giustizia da solo sfanculando come da prassi per poi tentare senza successo l’eliminazione fisica della Mercedes. Legatela al ditino.

Sergio Perez ed Esteban Ocon | Pillola di coppia per un duo di pazzi scriteriati, che in un solo appuntamento buttano nel cesso percentuali ingenti del budget annuale della Force India pur di non vedersi uno dietro all’altro. Hamilton e Vettel a confronto sono Cip e Ciop. 

Valtteri Bottas | Le spunte sul rinnovo contrattuale vedono una nuova crocetta alla voce “eliminazione di Raikkonen”, tra l’altro già spuntata una volta a Barcellona. Siccome è meglio abbondare che deficere, una botta(s) in più è sempre meglio di una in meno. I turboreattori installati nella notte lo aiutano nel rettilineo di 14 km a riprendere Stroll (sì, Stroll) e rubargli con delicatezza la seconda piazza.

Kimi Raikkonen | Meraviglioso l’aggiornamento aerodinamico della Ferrari #7, che gira per metà gara senza fondo piatto tra una ruotata e l’altra. Ancor più meravigliose, ai limiti dell’epicità e da lacrime agli occhi, le urla del Nostro nel vano tentativo di farsi dare il volante mentre viene spinto in corsia box prima della ripartenza. Andatelo a cercare: il top assoluto. 

Daniel Ricciardo | Il vero aggiornamento Red Bull non lo vede nessuno perché, signori miei, è invisibile. Si tratta di uno scudo spaziale che protegge automaticamente dai danni e dagli incidenti. Va migliorato perché ogni tanto qualche detrito passa comunque, ma quando il cangurone si ritrova in testa senza manco saperlo tutta la bontà dell’update viene incredibilmente a galla.

Lance Stroll | Sperculato per metà stagione, si ritrova secondo (per poi finire terzo) nella gara a più alto rischio di ritiro dell’anno, e questo rende indimenticabile la cosa. Tutto, però, ha una spiegazione. Visto che i test in giro per il mondo non erano stati sufficienti, Papi ha comprato anche i cordoli rialzanti (utili in curva due per spedire Bottas addosso a Raikkonen), i detriti al mercurio terra-terra con mirino automatico sulle gomme e cambiato identità a 30 parenti mandati a Baku come commissari. Pare sia servito.

Nico Hulkenberg | Premio Maldonado al buon tedesco che in tre giorni di errori, lunghi ed uscite di pista da parte di chiunque si rende protagonista dell’episodio più “picio” pensando di guidare ancora una 2016, più stretta, e giocandosi una sospensione una volta tanto che può andare a prendere punti pesanti. Ahi ahi ahi.

Fernando Alonso | L’eroe dei due mondi ha ormai un futuro nella prossima categoria olimpica del lancio delle protezioni. Venerdì, dopo aver rotto il cambio, le stacca e le butta via facendole atterrare dall’altra parte del tracciato. La MCL32 stessa si spaventa per la prestanza dello spagnolo e gli fa il favore, per una volta, di arrivare al traguardo e pure a punti.

Romain Grosjean | Dopo un anno e mezzo a lamentarsi dei freni della sua monoposto, è giunto ad una conclusione drastica: far da sé. Da ora in poi le scintille che vedrete sotto la monoposto non saranno più dovute alla placca in titanio sullo scalino ma dai talloni rinforzati del francese, stile Flinstones.

I commissari di Baku | Per la rimozione della Toro Rosso di Kvyat manca in sottofondo la musichetta di Benny Hill a certificare una prestazione da manuale, già ampiamente mostrata al venerdì quando la Mclaren di Alonso in pendenza inizia ad andarsene per fatti suoi mentre loro giocano a carte, e già prevista al giovedì quando invece di studiare la pista si mettono a girare per la città con la mappa di Sakhir. Tutto molto bello.

Jorge Lorenzo | Disperso ad Assen, dicono che sia arrivato alle 23.35 locali a Baku chiedendo indicazioni stradali per il concessionario Ducati più vicino. Il problema è che le indicazioni gliele hanno date gli stessi commissari con la mappa di Sakhir, e quindi per un’altra decina di giorni non avremo notizie del povero maiorchino. 

Salvate il soldato MCL32 | Al di là della prontezza dei commissari, si sottolinea la tenerezza di una Mclaren che senza pilota e senza cambio riesce ad andare più veloce che nel normale svolgimento della sua attività. Come se lo spirito della povera monoposto volesse gridare al mondo una e una sola cosa: “A giappi, annatevene a f……!!”.

Bernie a Baku | Dato che gli spettatori finti sui balconi dei palazzi del 2016 ormai erano stati sdoganati, per far credere che ci fosse interesse in una pista con 13 curve a 90° su 20 è stato scongelato dal sarcofago addirittura lui, lo zio Bernie. Il quale, assistendo alle interviste davanti alle tribune e scoprendo che ora è la FOM a pubblicare dei video gratis sul WEB, ha chiesto di essere immediatamente ricongelato fino a data sconosciuta.

The Watcher | 38 anni, artrite, dolorini vari, cadute in motocross. Insomma l’età si fa sentire, ma il Rossi nazionale riesce ancora a vincere nonostante la carta d’identità inizi a sgualcirsi e lo fa splendidamente ad Assen. Per questo è pronto il nuovo nome di battaglia: da “The Doctor” a “The Watcher”: da qui a pochi anni diventerà l’osservatore di cantieri più veloce d’Italia. 

A proposito di dolori piccoli e grandi, un saluto caloroso a Max Biaggi che oggi… ieri (è già passata la mezzanotte) ha compiuto gli anni e a Lorenzo Baldassarri. Ad entrambi un pronto recupero!

Alla prossima edizione delle Pillole

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