F1 | L’ammissione di Ericsson: “Non sono riuscito a chiudere il DRS”

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
10 Luglio 2018 - 11:00

Nel corso della gara di domenica a Silverstone, Marcus Ericsson è stato suo malgrado protagonista di un incidente alquanto spettacolare, che ha anche influenzato il prosieguo della gara. In avvio di giro 32, lo svedese si trovava in 14.esima posizione, all’inseguimento della Force India di Sergio Perez; in approccio a curva 1, improvvisamente la sua Sauber perde il posteriore, volando ad alta velocità contro le barriere esterne, in un remake di quanto accaduto a Romain Grosjean venerdì.

C’è da ricordare che, insieme all’istituzione di una terza DRS Zone in quel di Silverstone, per la prima volta in assoluto è stato previsto l’uso dell’ala mobile anche in un tratto di curva, ovvero tra la 1 e la 2, portando con sé vari dubbi e perplessità, aumentate sia dall’incidente del pilota Haas che da quello di domenica, che ha provocato l’ingresso della prima delle due Safety Car.

Sin dai primi replay, è evidente che l’uscita di pista è stata provocata dalla mancata chiusura dell’ala mobile, pensando quindi ad un malfunzionamento del sistema. Le indagini compiute dal team di Hinwil hanno però evidenziato un’altra realtà, ovvero che Ericsson non ha premuto il pulsante per disabilitare manualmente il DRS. E’ lo stesso pilota scandinavo ad ammettere la ‘dimenticanza’, intervistato da Autosport.com.

Ero dietro a Checo e in gara devi cercare di ritardare il più possibile la disattivazione del DRS per poi riaprirlo il prima possibile” – ha spiegato Marcus – “Non ero sicuro delle cause dell’incidente. Pensavo anche ad una possibile rottura. Una volta esaminati i dati insieme alla squadra, però, è apparsa evidente un’altra cosa. Il pulsante è dietro al volante e la pista ha molti bump in quel punto. Credo che mi sia scivolato il dito e che non sono riuscito a schiacciarlo“.

A conti fatti, quindi, sono entrato in curva con il DRS aperto. A quel punto diventi un passeggero della tua monoposto, finendo in testacoda. Ecco cosa è successo. E’ un vero peccato. Penso che ce la stessimo giocando per i punti, essendo subito dietro a Checo e con Pierre poco più avanti. Mi sentivo veloce ed avevo le gomme più fresche di entrambi“, ha concluso Ericsson.

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