F1 | Kubica: “Nel 2012 avevo un contratto firmato con la Ferrari”

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
12 Luglio 2018 - 09:30
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Robert Kubica e la Ferrari. Un binomio che non pochi appassionati sognavano un giorno di veder realizzato, ma che ha avuto uno stop definitivo quel maledetto 6 febbraio 2011, con quell’incidente nel corso del Rally di Andora, che gli mette in pericolo la vita e gli costa la Formula 1. Lo scorso anno, a sorpresa, eccolo riaffacciarsi nel Circus, con dei test prima con la Renault poi con la Williams, prodromici alla nomina di terzo pilota dello storico ma ormai decaduto team inglese.

Ma torniamo all’accostamento con il Cavallino Rampante. In un’intervista con il podcast ufficiale della Formula 1, Beyond The Grid, il pilota polacco ha ammesso che, all’epoca, aveva firmato un contratto con la Scuderia, valevole a partire dal 2012, circostanza che, se quel futuro si fosse concretizzato, gli avrebbe impedito di prender parte ad eventi simili.

Si, avevo firmato un contratto con Stefano Domenicali per il 2012. Con questo accordo, il mio nuovo team non mi avrebbe più consentito di partecipare ai rally, oltre al fatto che avrei anche guadagnato un pò meno che in Renault. In sincerità, pensavo di non partecipare più a quell’evento ad Andora, ma non volevo deludere la squadra che mi aveva dato quell’opportunità“, racconta Kubica.

Il primo obiettivo di un pilota è arrivare in Formula 1; il secondo è di affermarsi, crescendo di valore e reputazione, il che è più difficile che entrarvi” – aggiunge il nativo di Cracovia – “Il terzo è diventare un pilota Ferrari o vincere con quei colori il Mondiale. Io non ho vinto il Mondiale né sono diventato ferrarista, ma in quest’ultimo caso ci sono andato molto vicino“.

Secondo Robert, questa circostanza fa molto più male adesso che nei mesi immediatamente successivi all’incidente: “Il mio recupero è stato così complicato che, nei primi 16-18 mesi, il non essere andato in Ferrari non mi ha procurato dolore. Ho attraversato un periodo molto difficile, ma combattevo e mi concentravo sulla mia ripresa. Più il tempo passava, più la speranza che le cose potessero risolversi svaniva“.

Ho vissuto momenti nei quali sembravo riprendermi e mi sentivo straordinariamente bene. Poi ci sono stati periodi nei quali, a causa di interventi andati male, facevo passi indietro di sei mesi e non miglioravo. E’ stato doloroso non poter correre in Formula 1, ma non lo è stato di più perché sapevo che sarei diventato pilota Ferrari“,  continua Kubica.

Infine, l’attuale pilota Williams spiega il perché si cimentò con i rally: “Non lo facevo per puro divertimento. Io volevo diventare un pilota più completo, trovare un qualcosa di più rispetto agli altri piloti e migliorare. Non ero felice all’epoca per la mia bravura. Avevo bisogno di più e credevo che il rally potesse darmelo. E l’ha fatto, il problema è che ho pagato un prezzo troppo alto“.

Foto da: autoweek.com.

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