F1 | Grid Girls: non solo Ecclestone, in tanti contro Liberty Media

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
3 Febbraio 2018 - 17:00
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Non accennano a placarsi le polemiche intorno alla decisione di Liberty Media di eliminare dalle griglie di partenza del Mondiale di Formula 1 le ‘ombrelline’. Forse Carey e compagnia cantante avevano sottovalutato di scatenare un tale vespaio. Ma tant’è. Accanto a qualche plauso sinceramente isolato (come quello di Alejandro Agag, CEO della Formula E), si moltiplicano con il passare delle ore le voci che stigmatizzano come ‘ipocrita’ (se non peggio) la mossa di Liberty Media.

Sono tante le donne, dal mondo del Motorsport e non, a bollare come sbagliata la scelta della dirigenza della Formula 1. Un intervento molto significativo è stato quello di Leena Gade, ingegnere Audi famosa per aver vinto tre volte a Le Mans (prima donna di sempre a riuscire nell’impresa) attualmente in Indycar, per la precisione race engineer di James Hinchcliffe, pilota del team Schmidt Peterson Motorsports.

In una serie di tweet infuocati, la britannica ha detto la sua sulla vicenda. “Non capisco la logica di chi è al di fuori di questo sport. Vi siete mai presi la briga di chiedervi perché abbiamo pochi ingegneri, meccanici e piloti? Succede per colpa della poca istruzione” – si legge – “Non usate me come esempio di donna che ce l’ha fatta, dato che in questo sport sono tante le donne che ce l’hanno fatta, in un’arena dominata dagli uomini e che non sono state ricacciate indietro dalla ‘sessualizzazione delle donne’. Noi siamo arrivate fin qui grazie alla nostra passione e perché abbiamo creduto in qualcosa che volevamo fare“.

Le Grid Girls rappresentano marchi, sponsor e team. Sono consapevoli e pagate per informare i potenziali clienti delle opportunità. Molte usano i soldi che guadagnano per integrare il loro reddito ed aiutarsi nell’istruzione e si vestono come gli viene richiesto, in molti casi con saggezza e classe” – continua la Gade – “L’era del seminudo è finita da tempo, e anche se fosse esistita quando ambivo ad entrare nel Motorsport, per me non sarebbe cambiato nulla. Dietro di me c’erano genitori ed insegnanti che hanno sempre sostenuto ed incoraggiato la mia scelta. Impedire a queste donne di guadagnarsi da vivere non è uguaglianza“.

Smettetela di pensare per noi nello sport. Chiedete alle ragazze nelle scuole se vorrebbero lavorare nel Motorsport e preoccupatevi di chiederle perché pensano che ingegneria, pubbliche relazioni, marketing, gestione del team e guida non facciano per loro“, conclude la Gade, non mancando di fare una battuta: “Bandire le Grid Girls è politicamente corretto e avrà lo stesso successo di Playboy senza nudità. #AddressTheCorrectProblem (ovvero, occupatevi dei problemi reali)“.

Tornando al Circus, oltre alle frecciate di Bernie Ecclestone, non hanno lesinato critiche anche Niki Lauda e Sebastian Vettel. Il presidente non operativo della Mercedes ci è andato giù duro, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano austriaco Der Standard: “Una scelta incomprensibile, che non va a favore delle donne ma contro. Come si può essere così idioti?” – dice senza peli sulla lingua Lauda – “Le Grid Girls sono sempre state parte della Formula 1 ed è un peccato interrompere questa tradizione. La mia speranza è che ci siano chance di tornare indietro. Potremmo anche avere dei Grid Boy al loro fianco, perché no? Dovremmo incoraggiare queste ragazze; al contrario, degli uomini hanno scelto al posto loro“.

Non le manda a dire nemmeno il ferrarista: “Credo che ci siano cose che non debbano cambiare e questa era una di quelle. È una bella tradizione e non si dovrebbe interrompere. Una scelta ridicola“, ha riferito Vettel al Kolner Express.

Di parere assolutamente opposto a Liberty Media si mostra Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna e patron del Motomondiale. “In nessun paese è vietata o proibita la presenza delle ragazze nel paddock. Chiaro, rispetteremo sempre le leggi dei paesi nei quali di volta in volta andiamo a gareggiare. Ma le donne hanno gli stessi diritti degli uomini e non vogliamo mettere divieti lavorativi per le donne. Le ‘ombrelline’ continueranno ad esserci in MotoGP. La decisione di Liberty Media? Credo che ci abbiano riflettuto e che abbiano preso la decisione che a loro sembrava più congrua…“.

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