F1 | Gran Premio di Spagna, la gara dei primi dieci

Analisi GaraF1GP SpagnaGran Premi
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di Valentino Lui
17 Maggio 2018 - 13:04
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Segue l’analisi dei primi dieci piloti all’arrivo del Gran Premio di Spagna, con Lewis Hamilton vincitore davanti a Valtteri Bottas e Max Verstappen.

Corsa caratterizzata dalla Safety Car entrata in pista al primo giro dopo l’incidente causato da Romain Grosjean e dai ritiri di Kimi Raikkonen ed Esteban Ocon, con quest’ultimo che, fermandosi in pista, causa un regime di Virtual Safety Car.

1. Lewis Hamilton. Buono scatto dalla pole per il pilota inglese che mantiene senza alcun problema la 1a posizione. Subito dopo la ripartenza, riesce a guadagnare un buonissimo margine di vantaggio su Sebastian Vettel e guida la gara in tranquillità. A differenza dei due piloti alle sue spalle, allunga di più la prima parte di gara per essere più sicuro di poter terminare la corsa con le coperture Medie montate al pit-stop al 25° giro. Ritornato in pista, si ritrova alle spalle di Max Verstappen, ma l’alfiere della Mercedes non forza particolarmente il ritmo per andare a riprendere l’olandese. Al 34° passaggio torna in testa grazie al rientro in pit-lane di Verstappen e, così come nel corso della prima parte di gara, amministra il vantaggio che si era creato andando a vincere la seconda gara consecutiva e per la seconda volta consecutiva in Spagna.

2. Valtteri Bottas. Nonostante la buona partenza, il finlandese viene sopravanzato da Sebastian Vettel, non riuscendo a mantenere il 2° posto. Tuttavia, il tedesco della Ferrari non riesce a staccarlo e, anche senza portare veri e propri attacchi, il pilota Mercedes lo tiene sotto pressione. Salito brevemente in 2a piazza dopo la sosta di Vettel, tenta di sfruttare il traffico in cui si trova il tedesco per guadagnare una posizione ai box. La tattica sembra riuscire ma, un pit-stop un po’ troppo lento prima, e un’ottima manovra di Vettel, in sorpasso su Kevin Magnussen, poi, lo costringono ad accodarsi ancora al pilota della Ferrari. A causa dello stesso danese della Haas, perde leggermente contatto dal tedesco, ma ciò non gli costa particolarmente quando, alla 41° tornata, Vettel rientra ai box per la seconda volta. Da questo momento in poi la gara del finlandese è totalmente tranquilla e solitaria e gli permette senza alcun problema di portare a compimento la prima doppietta della stagione per la Mercedes, che, con Hamilton primo e Bottas secondo, mancava dal Gran Premio d’Italia del 2017.

3. Max Verstappen. Inizio gara insolito per l’olandese della Red Bull che si limita a mantenere la sua 5a posizione, non essendo mai veramente in grado di attaccare Kimi Raikkonen. Così come il suo compagno di scuderia, sceglie di allungare di molto il primo stint di corsa, probabilmente aspettandosi la pioggia, e così facendo sale in testa alla gara dopo il ritiro di Raikkonen e le soste dei tre avversari rimasti di fronte a lui. Dopo aver comandato la gara per sette tornate, rientra a sua volta in pit-lane per montare pneumatici Medi. Rientrato in pista al 4° posto, ne riguadagna uno, pochi giri più tardi, dopo la seconda sosta di Sebastian Vettel. Durante il regime di Virtual Safety Car, entra in collisione con Sergey Sirotkin, danneggiando l’alettone anteriore, ma a dispetto di ciò, è in grado comunque di mantenere a distanza Vettel per salire sul terzo gradino del podio. Per il pilota olandese si tratta del primo podio in questa stagione che è anche il suo miglior risultato del 2018.

4. Sebastian Vettel. Primo giro da manuale per il pilota tedesco che, scattato bene dalla 3° piazzola, sfrutta benissimo la scia di Valtteri Bottas e lo sopravanza alla prima curva. Tuttavia, perde subito contatto da Lewis Hamilton e, allo stesso modo, non è in grado di staccare definitivamente il finlandese. Al 17° passaggio, effettua una sosta ai box molto anticipata per parare un possibile under-cut che quasi si realizza due tornate più tardi, evitato solo da un pit-stop non eccezionale della Mercedes e da un ottimo sorpasso del tedesco ai danni di Kevin Magnussen. A questo punto però, si ripete la stessa situazione di inizio gara, con il l’alfiere di Maranello che viene messo costantemente sotto pressione da Bottas. Al 41° giro, sceglie di rientrare una seconda volta in pit-lane per non correre il rischio di non riuscire ad arrivare al termine della corsa con le coperture montate precedentemente. Per questo motivo perde ben due posizioni, una a favore del finlandese e una a favore di Max Verstappen. Nonostante gli pneumatici nuovi, non è minimamente in grado di avvicinarsi all’olandese e si deve accontentare del 4° posto finale. Per la prima volta in stagione, la Ferrari rimane esclusa dal podio. Inoltre, era dal 2015 che almeno uno dei piloti di Maranello terminavano il Gran Premio di Spagna sul podio.

5. Daniel Ricciardo. Prima parte di corsa molto simile a quella del compagno di scuderia Max Verstappen. In partenza mantiene la 6a posizione e prima della sosta sale al 3° posto dopo il ritiro di Kimi Raikkonen e le soste anticipate di Sebastian Vettel e Valtteri Bottas. Rientrato a sua volta un giro prima di Verstappen, torna in pista in 5a piazza, posizione che occupa fino al traguardo. Negli ultimi passaggi è il pilota più veloce in pista, facendo anche segnare il giro più veloce in gara, quasi sette decimi meno rispetto a qualsiasi altro pilota, ma a causa del distacco accumulato precedentemente non riesce, appunto, a riprendere i piloti di fronte a lui. Per il pilota australiano si tratta del terzo giro più veloce della gara in questa stagione, con la particolarità data dal fatto che li ha ottenuti sempre quando ha terminato la corsa. In più risulta essere l’ultimo pilota a pieni giri.

6. Kevin Magnussen. Gara lineare e quasi completamente solitaria per il pilota della Haas. Allo start mantiene la sua ottima 7a piazza e stacca i piloti alle sue spalle, venendo a sua volta distanziato dalle due Red Bull. Al 18° passaggio guadagna una posizione dopo il pit-stop di Sebastian Vettel e due giri più tardi è spettatore della battaglia tra lo stesso tedesco e Valtteri Bottas, da cui poco dopo subisce il sorpasso. Alla 25° tornata, però, risale al 5° posto, grazie al ritiro di Kimi Raikkonen, che occupa fino a fine gara. Infatti, la sosta non gli fa perdere posizioni e l’ottima gestione delle coperture gli consente di tenere a distanza gli avversari. Per il pilota danese si tratta del secondo miglior risultato da quando corre per la scuderia americana che si conferma comunque molto solida in questo inizio di stagione.

7. Carlos Sainz jr. Buono spunto per l’alfiere della Renault che esce incolume dagli incidenti del primo giro e guadagna una posizione su Fernando Alonso. Per tutta la prima parte di gara occupa l’8° posto che poi diventa 7° poco prima della sosta grazie al ritiro di Kimi Raikkonen. Sostituite le coperture, torna in pista in 10a posizione, prima di salire in 9° dopo lo stop di Esteban Ocon. Poche tornate più tardi si riprende la 7a piazza che occupava prima del pit-stop e la difende egregiamente fino alla fine, nonostante un disperato tentativo di rimonta di Alonso proprio negli ultimi giri. Per la Renault si tratta del settimo Gran Premio consecutivo con almeno una vettura a punti, evento che non accadeva dalla stagione 2011, ultimo anno prima della cessione alla Lotus.

8. Fernando Alonso. Primo giro da dimenticare per l’asturiano che viene danneggiato dal testacoda di Romain Grosjean e, per evitare il francese, è costretto ad allargare la traiettoria in curva 3, perdendo parecchie posizioni. Alla ripartenza, sfrutta le sue coperture SuperSoft e torna subito in zona punti sopravanzando Esteban Ocon ma allo stesso tempo non è in grado di avvicinarsi a Charles Leclerc. Effettuata la sosta al 21° passaggio si ritrova al penultimo posto, sempre alle spalle del monegasco della Sauber, fermatosi un giro prima. Con il passare delle tornate, rimonta posizioni su posizioni fino alla 9°. Qui riesce finalmente ad avere ragione di Leclerc, con una manovra molto decisa, e si guadagna l’8a piazza. Negli ultimi passaggi, prova a riprendere anche Carlos Sainz jr., ma il ritmo del pilota della Renault non glielo consente. Ad ogni modo, il pilota della McLaren porta a otto i Gran Premi consecutivi a punti, cosa che non gli accadeva dall’ultimo anno in cui guidava la Ferrari, il 2014.

9. Sergio Perez. Dopo un buono scatto dalle retrovie, il pilota messicano non guadagna altre posizioni prima dell’inizio dei pit-stop degli avversari di fronte a lui. Risalito fino al 9° posto, effettua a sua volta la sosta e ritorna in 15a piazza, la stessa da cui era partito. In questo caso però, in meno di dieci giri risale il gruppo fino alla 10° prima di rientrare per la seconda volta in pit-lane. Grazie al regime di Virtual Safety Car, perde soltanto due posti, a vantaggio di Marcus Ericsson e Lance Stroll, che si riprende prontamente una volta tornati in regime di corsa normale. Grazie alle coperture più fresche, riesce anche a rimontare e a sopravanzare Charles Leclerc per la 9a piazza in cui taglia il traguardo. Per il pilota della Force India si tratta curiosamente del quarto 9° posto nel Gran Premio di Spagna.

10. Charles Leclerc. Partenza molto efficace per il pilota monegasco che, oltre a tenersi lontano dai contatti delle prime curve, riesce anche a guadagnare ben cinque posizioni, salendo in 9°. Come per tutti i piloti intorno a lui, la prima parte di gara è abbastanza nervosa, ma l’alfiere della Sauber è bravo a non perdere posti. Rientrato ai box molto presto, scende fino alla 16a posizione ma, beneficiando delle soste degli altri piloti e dei ritiri di Kimi Raikkonen ed Esteban Ocon, in una ventina di tornate risale fino all’8° posto. Qui paga le coperture più usurate ed è costretto a lasciare strada prima a Fernando Alonso, dopo comunque una difesa egregia, e poi a Sergio Perez. A fine gara viene anche rimontato da Lance Stroll ma si mantiene comunque un ottimo margine di sicurezza per terminare nell’ultima posizione utile che assegna punti mondiali. Per il pilota monegasco si tratta del secondo Gran Premio consecutivo terminato in zona punti, risultato che la Sauber non raggiungeva dai Gran Premi di Stati Uniti e Russia del 2015, con Felipe Nasr.

Seguono le infografiche Pirelli.

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