F1 | GP Cina 2019: l’analisi della gara di Shanghai

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
17 Aprile 2019 - 01:00
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Il Gran Premio di Cina, conquistato da Lewis Hamilton e completato dalla Mercedes con il secondo posto di Valtteri Bottas, cambia ancora una volta gli scenari del mondiale di Formula 1. Se il Gran Premio del Bahrain, sfortunato per la Ferrari, aveva visto comunque la Rossa dominare nel deserto, la terza gara del mondiale ha ribaltato ancora i valori in campo riportando le Frecce d’Argento a comandare con autorità le classifiche, apparentemente senza la necessità di spingere. Si tratta della terza doppietta consecutiva, forse inaspettata, per il team di Brackley.

La Ferrari ha sofferto sia in prova che in gara e, come se non bastasse, il duello interno tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc rischia di vedere altri punti rubati tra i due piloti del Cavallino a favorire ulteriormente la Mercedes, che esce da Shanghai ancor giù rafforzata sia in classifica piloti che in quella costruttori. Max Verstappen tira fuori ancora il massimo possibile dalla Red Bull giungendo tra le due rosse in quarta posizione, mentre Pierre Gasly inizia ad essere a rischio dopo soli tre appuntamenti per gli enormi distacchi rimediati dall’olandese.

La Renault si salva con Ricciardo ma perde Hulkenberg per un nuovo problema tecnico. Racing Point, Alfa Romeo e Toro Rosso si giocano gli ultimi punti, quest’ultima con un davvero ottimo Alex Albon. Haas in difficoltà e McLaren poco definibile dopo un primo giro davvero horror per entrambi i piloti. Williams ancora fanalino di coda.

QUALIFICHE 2019 vs 2018

L’Alfa Romeo si rivela per la terza volta di fila il team che ha migliorato di più le sue prestazioni in qualifica rispetto al 2018. Il tempo di Leclerc dell’anno scorso è stato infatti migliorato di poco più di un secondo (1.035) da Kimi Raikkonen. La C38 a Shanghai è tra l’altro l’unica monoposto a superare il secondo di miglioramento. Lo stesso distacco è invece quello della Williams ma in negativo rispetto al 2018. La FW42 ha fatto segnare un +1.173 sul tempo della scorsa stagione.

Passando ai top team, per la Mercedes Valtteri Bottas ha migliorato il tempo con cui si era qualificato terzo nel 2018 di 78 millesimi. Tonfo della Ferrari che dodici mesi fa era in pole con Sebastian Vettel e che con lo stesso pilota tedesco ha peggiorato quel tempo di ben 753 millesimi, scalando in seconda fila. In Red Bull Max Verstappen ha fatto peggio di 293 millesimi rispetto a se stesso.

Degli altri team solo Renault (-0.435) e Toro Rosso (-0.559) hanno migliorato i loro tempi del 2018. Peggio Haas (+0.295), McLaren (+0.291) e Racing Point (+0.541).

GARA

È una Formula 1 divisa fondamentalmente in due tronconi: il primo, quello dei top team, che include Mercedes, Ferrari, Red Bull. Il secondo quello di mezzo, con Renault, Alfa Romeo, Racing Point, Haas, Toro Rosso e McLaren. Infine, da sola, resta la Williams a chiudere il gruppo sempre nelle ultime posizioni. 

I distacchi rimediati in una gara senza interruzioni o stravolgimenti particolari sono eloquenti. I primi cinque sono racchiusi in 31 secondi, dato relativo visto quanto successo a Charles Leclerc. Resta momentaneamente fuori da questo calcolo Pierre Gasly, che evidentemente non riesce ancora a sfruttare le potenzialità della Red Bull RB15. Non si spiega altrimenti il minuto rimediato dal compagno di squadra Max Verstappen.

Daniel Ricciardo, settimo, è il primo doppiato della gara di Shanghai. Tra sé e Kevin Magnussen, tredicesimo con la Haas, il distacco è di 28,9 secondi nel quale sono racchiuse sette monoposto. Facile immaginare che, senza il ritiro di Hulkenberg e l’incidente nelle prime curve tra Daniil Kvyat e le due Mclaren, in questo lasso di tempo potrebbero essere giunte più vetture. Questo per sintetizzare come il secondo blocco sia molto combattuto. 

La classifica costruttori rispecchia l’andamento delle prime tre gare: Mercedes, Ferrari e Red Bull fanno campionato a sé. Renault, Sauber, Haas, Alfa Romeo McLaren e Racing Point sono racchiuse in cinque punti. Leggermente attardata Toro Rosso mentre Williams è tristemente a zero, con nessuna prospettiva di miglioramento.

MERCEDES vs FERRARI

La terza gara del 2019 sovverte ancora i pronostici dopo quanto successo in Bahrain. Mercedes, dopo aver dominato in Australia e sofferto a Sakhir, torna a fare la voce grossa in Cina comandando la gara dall’inizio alla fine. Sarebbe facile da dire che è necessaria una nuova controprova in Azerbaijan, ma quello che è certo è che la Mercedes è tutto tranne che in difficoltà come si diceva dopo i test invernali di Barcellona, anzi.

In qualifica, dopo prove libere nelle quali il team campione si è tenuto come sempre conservativo, sono arrivati i tempi che contavano. Nel Q3 Hamilton e Bottas hanno dato sfogo a tutta la potenza della W10 ed il risultato si è visto, con i due separati da soli 23 millesimi in favore del finlandese – ottimo il suo giro – ed il duo ferrarista rimasto lontano tre decimi, con una minima differenza di 17 millesimi a separare Vettel e Leclerc.

In gara le cose non sono cambiate: i due piloti in prima fila hanno visto le posizioni scambiarsi al via con Hamilton fulmineo nel prendersi la prima posizione. Successivamente, Lewis e Valtteri hanno progressivamente allungato dando l’impressione di poter controllare agevolmente il gruppo alle spalle. Il campione in carica non ha dovuto fare altro che mantenere il distacco dal compagno di squadra andando così a vincere la sua gara n°75.

Dietro di loro la battaglia interna tra Vettel e Leclerc ha portato la Ferrari a dover affrontare scelte che sarebbero state forse impopolari in qualsiasi caso. Il tedesco è partito benissimo trovandosi a ridosso delle due Mercedes in approccio di curva 1. La scelta di tenersi all’esterno rispetto a Bottas l’ha costretto ad alzare il piede lasciando lo spazio al compagno Leclerc per sfilare all’interno. Da qui i due del Cavallino hanno girato insieme con Vettel apparentemente più veloce del monegasco, tanto da ottenere dal team il permesso di passare davanti per tentare di andare a rincorrere le Mercedes. Una volta trovatosi con strada libera dopo diversi giri dietro al compagno, il tedesco è riuscito giusto a metterlo fuori zona DRS senza però andare via nettamente.

Da qui nasce la protesta di chi credeva fosse corretto riconsegnare subito la posizione a Leclerc, il quale è poi rimasto vittima di una strategia non perfetta nel timing dei rientri. La Ferrari #16 è stata fermata nel corso del 22° giro per il primo pit, l’ultima tra le monoposto dei big insieme alla Mercedes di Hamilton. Lo stint è poi stato allungato fino al 42° passaggio prima di effettuare la seconda sosta, con alcuni giri di ritardo rispetto a chi lo precedeva: prendendo come riferimento lo stesso inglese, Leclerc è restato in pista ben 6 giri in più. Da qui la perdita della quarta posizione con un ritardo incolmabile dalla Red Bull di Verstappen, nonostante Leclerc si sia dimostrato più veloce in pista sul finire di gara. Difficile dire se inizialmente la Ferrari puntasse con il monegasco a completare il Gran Premio con una sola sosta, ipotesi che spiegherebbe il motivo di un primo stint così lungo.

Dopo sole tre gare la classifica piloti è già allarmante per gli inseguitori della Mercedes: Hamilton comanda con 68 punti davanti a Bottas con 62. Max Verstappen, con 39, è terzo ma già staccato di 23 lunghezze dal finlandese, mentre Sebastian Vettel con 37 punti ha una gara di svantaggio, con Leclerc che segue a 36. Gasly ha un terzo dei punti del suo compagno mentre i 12 di Raikkonen sono anche quelli dell’Alfa Romeo. 

RED BULL

Una Red Bull ancora una volta a due facce. La prima è quella di Max Verstappen che ricava il possibile dalla RB15 con il secondo quarto posto di fila alle spalle del podio. L’olandese, dopo tre gare, si trova terzo in classifica davanti ai due piloti della Ferrari con 39 punti contro i 18 di un anno fa; un dato difficilmente prevedibile prima dell’inizio della stagione, quando i dubbi sul binomio Red Bull – Honda erano ancora tanti. Non è buona, per nulla, la situazione dall’altra parte del box. Pierre Gasly fatica ancora e fino ad ora ha portato a casa solo 13 punti. Soprattutto, il divario con il compagno è ampissimo ed il francese pare non trovare una soluzione per diminuire il gap. I 62 secondi di divario a Shanghai (incluso il terzo pit per conquistare il giro più veloce) sono un segnale allarmante, soprattutto quando al comando del team c’è chi, come Helmut Marko, non ci pensa due volte a cambiare idea. Citofonare Daniil Kvyat per ulteriori chiarimenti.

Rispetto al 2018 la Red Bull ha tre punti in meno in classifica costruttori, 52 contro 55, ma va tenuto conto che un anno fa sia Verstappen che Ricciardo si erano ritirati in Bahrain. La RB14 era meno affidabile ma più veloce dell’attuale monoposto. Honda ha trovato la quadra per quanto riguarda l’affidabilità ma, ora, bisogna spingere sulle prestazioni. 

RENAULT

Daniel Ricciardo salva in qualche modo la baracca portando a casa un settimo posto, ma quello che preoccupa maggiormente ad Enstone sono i quattro ritiri nelle prime tre gare, di cui uno imputabile ai piloti (quello dell’australiano a Melbourne) e tre causati da problemi tecnici. Renault si trova al quarto posto della classifica costruttori con 12 punti soprattutto grazie a quelli che gli altri team si sono sottratti a vicenda, mentre l’Alfa Romeo con il solo Raikkonen ha fino ad ora pareggiato i conti. Il divario con la Red Bull è già di 40 punti: se restare in scia ai top team poteva essere obiettivo per la stagione le prime tre gare hanno già portato una brusca frenata. Anzi, con questa affidabilità più che guardare davanti c’è da controllare bene gli specchietti.

ALFA ROMEO

Quarto posto condiviso con Renault, un Kimi Raikkonen che non risente dell’età ed un problema Giovinazzi. Alfa Romeo dopo tre corse si trova dietro i top team grazie al finlandese che, alleggerito della pressione del Cavallino, guida bene e porta punti importanti in cascina per il campionato. Con un ottavo, un settimo ed un nono posto Kimi si trova settimo in classifica generale dietro i piloti dei tre top team. In qualifica la C38, con il finlandese, si dimostra la monoposto che ha migliorato di più le prestazioni sul giro secco: oltre due secondi in Australia e Bahrain ed oltre un secondo in Cina. A mancare, per il momento, è l’apporto di Antonio Giovinazzi. Penalizzato anche da problemi alla monoposto che l’hanno costretto a partire dal fondo, l’italiano non è andato oltre il 15° posto davanti alle sole sperdute Williams. Vale lo stesso discorso fatto per Pierre Gasly, per coincidenza suo compagno ai tempi della GP2: i distacchi rimediati dal compagno sono troppi alti ed è necessario invertire la marcia in fretta per non rischiare che il sogno finisca in anticipo.

HAAS

Il sesto posto di Kevin Magnussen a Melbourne aveva forse un po’ illuso che la stagione potesse regalare gioie costanti al team americano, ma si tratta dell’unico risultato positivo ottenuto fino a questo momento. Gli otto punti in classifica costruttori combaciano con quelli ottenuti dal danese in Australia, mentre la gara anonima del Bahrain è stata ripetuta in Cina nonostante Magnussen e Grosjean abbiano portato le loro VF-19 in Q3 al sabato. Il francese ha alle spalle un ritiro per problemi tecnici in Australia ed uno per un contatto nelle prime curve a Sakhir, mentre a Shanghai ha chiuso ai margini della zona punti. Il danese, partito nono, è scalato fino alla tredicesima posizione durante una gara anonima. L’imperativo è invertire la rotta sin da Baku. 

MCLAREN

Dopo due gare in cui la McLaren aveva mostrato segni di ripresa arriva un weekend completamente da dimenticare. In qualifica sia Lando Norris che Carlos Sainz sono stati esclusi dalla Q2 con gli ultimi tempi, dopo che in Australia e Bahrain almeno una MCL34 era giunta in Q3. Il miglior tempo di Sainz al sabato, 1:33.523, è peggiore di quasi tre decimi rispetto a quanto fatto da Fernando Alonso un anno fa. In gara, se possibile, le cose sono andate ancora peggio. Di fatto la gara di entrambi i piloti è terminata nella carambola del primo giro con Daniil Kvyat: costretti a rientrare ai box al termine del primo giro, sono dovuti poi ripartire dal fondo. Con l’inglese ritirato nelle ultime battute, Sainz ha chiuso al 14°, doppiato, davanti solo a Giovinazzi ed alle Williams. Una battuta a vuoto che dovrà essere recuperata a Baku tra due settimane.

RACING POINT, TORO ROSSO, WILLIAMS

Terza gara di fila a punti per la Racing Point: dopo il nono posto di Lance Stroll a Melbourne ci ha pensato Sergio Perez a portare punti in cascina con il decimo di Sakhir e l’ottavo di Shanghai. In qualifica rispetto al 2018 la RP19 è stata più lenta di oltre mezzo secondo rispetto a 12 mesi fa, terzo peggior risultato dietro Williams e Ferrari. Il 12° posto in griglia del messicano si è poi tramutato in un 8° in gara grazie anche ad una fantastica partenza. Un risultato che si può ritenere tutto sommato soddisfacente e tiene la Racing Point al passo in un gruppo di cinque team in cinque punti. Da rivedere Stroll, a quasi 27 secondi dal suo compagno all’arrivo e fuori dai punti per la seconda gara di fila.

A tenere alto il morale in Toro Rosso ci ha pensato Alexander Albon, votato Driver of the day dopo la rimonta dalla pitlane fino alla decima posizione finale. È il secondo arrivo a punti per il thailandese dopo quello di Sakhir, mentre Daniil Kvyat è protagonista del doppio scontro con le McLaren del primo giro. Il russo, costretto a sua volta ai box dopo poche tornate, chiude in anticipo la gara e sembra soffrire il giovane rookie al quale, forse, non era stato dato abbastanza credito per il suo arrivo improvviso in Toro Rosso.

George Russell ad un giro da Giovinazzi, Robert Kubica a 16 secondi da lui. Non c’è molto altro da aggiungere sulla gara della Williams che, ormai, naviga costantemente sul fondo della griglia ed è l’unica monoposto ad aver peggiorato i tempi della qualifica in tutte e tre i primi appuntamenti. Sono arrivati pezzi di ricambio ma solo per una monoposto, con Kubica che li ha provati per poi lasciarli a Russell. Così è difficile fare anche previsioni sul futuro.

TOP E FLOP

Non può che essere tra i top Lewis Hamilton: l’inglese, dopo essere stato beffato in qualifica dal compagno Bottas, si è ripreso subito al via la prima posizione comandando la gara con autorevolezza e senza alcuna sbavatura. Sesta vittoria in Cina, 75a in carriera e ritorno in testa alla classifica. Cosa volere di più? Una nota positiva per Sebastian Vettel non tanto per la gara in sé quanto per la freddezza nel duello con Max Verstappen. Il tedesco, memore di quanto successo un anno fa, ha prima atteso l’entrata furiosa dell’olandese al tornatino per poi incrociare e chiudergli la strada. Manovra da manuale passata un po’ inosservata viste le più importanti vicende interne alla Ferrari. Terza top ten di fila per Kimi Raikkonen i cui punti in classifica combaciano con quelli dell’Alfa Romeo. Il finlandese è ormai libero da pressioni e corre con naturalezza. Ultimo, ma non ultimo tra i top è sicuramente Alex Albon. Il thailandese, dopo aver distrutto la sua Toro Rosso in FP3 ed esser stato costretto a partire dalla pitlane, è risalito progressivamente fino ad ottenere la decima posizione. Come rimediare in modo fantastico ad un brutto errore. Bravo.

Tra i flop va ancora Pierre Gasly: il francese, sebbene giunto in sesta posizione, ha chiuso con un abisso di distacco da Max Verstappen. Prima del terzo pit effettuato per conquistare il giro più veloce, il francese si trovava a 41 secondi dal compagno. Un altro paio di gare così e la sua situazione potrebbe diventare preoccupante. Da rivedere ancora Lance Stroll, che ha chiuso lontano da Sergio Perez senza, praticamente, essere mai inquadrato. Sono invece 33 i secondi che hanno separato Antonio Giovinazzi da Kimi Raikkonen. Questa volta c’è l’attenuante dei problemi tecnici alla C38 che hanno condizionato la qualifica, ma in gara l’italiano è rimasto lontano dai tempi del compagno giungendo solo davanti alle Williams, che di questi tempi significa essere gli ultimi. È necessaria una svolta quanto prima.

STRATEGIE

Per quanto riguarda le strategie di gara, quella indicata da Pirelli come la più veloce (primo stint su soft e secondo su dura) è stata seguita alla lettera solo da Alexander Albon, giunto decimo al traguardo.

La seconda opzione (media iniziale più dura fino in fondo) è stata seguita solo in parte dai primi cinque, costretti poi ad una seconda sosta per poter arrivare al traguardo. Notare come Hamilton abbia effettuato l’ultimo stint con gomma usata rispetto ai suoi principali avversari, senza però accusare particolari problemi di usura e perdite di tempo. Rispetto alla gara del Bahrain si registra un utilizzo più diversificato delle mescole a disposizione, con la hard usata da tutti tranne Antonio Giovinazzi.

 

Queste le parole di Mario Isola, responsabile F1 e car racing Pirelli: “Le temperature più basse rispetto a ieri hanno influito sulle prestazioni della C2 hard, portando i piloti di testa a scegliere i pneumatici medium per cercare performance extra nell’ultimo stint. La strategia è stata un elemento centrale nella gara, con i top team che sono stati attenti alle tattiche dei diretti rivali per rispondere tempestivamente ai tentativi di undercut. Ad esempio, i due piloti Mercedes si sono fermati nello stesso giro. Due soste per la maggior parte dei piloti, ma non sono mancate diverse strategie interessanti a una e tre soste: Gasly si è fermato tre volte, sfruttando le potenzialità della mescola C4 soft nell’ultimo stint, per ottenere il giro veloce in gara. Complimenti ad Alex Albon, che è arrivato 10° dopo un sabato difficile, ottenendo un punto”.

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