F1 | I giovani faticano ad avvicinarsi alla Formula 1

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
15 Gennaio 2019 - 13:15
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A differenza dell’ultimo periodo dell’era Ecclestone, caratterizzato da un’ermetica chiusura nei confronti dei social media, oltre che da un deciso disinteresse nei confronti del pubblico più giovane (famosa la frase di fine 2014 “… Inutile provare ad attrarre i più giovani, che senso ha? Non hanno soldi né per i Rolex né per i gruppi bancari…“), sin da subito Liberty Media ha provato ad imprimere sotto quest’aspetto una decisa sterzata.

Su impulso di Chase Carey e, soprattutto, di Sean Bratches, Responsabile delle Operazioni Commerciali della Formula 1, in questo primo biennio sono state implementate varie iniziative per aprire questo sport ad un pubblico più vasto e, must of all, più giovane. Il cambio di rotta in ambito social, lo streaming online e la creazione di un campionato ESport, giusto per nominare le iniziative più in vista, si dirigono tutte nella direzione di provare a conquistare le nuove generazioni.

La domanda che in molti si pongono, giustamente, è se questa strategia stia avendo dividendi positivi. Ebbene, stando a quanto riportato da Forbes, il quadro attuale non è per nulla incoraggiante. La famosa rivista made in USA ha riportato le dichiarazioni di Matt Roberts, Director of Global Research della Formula 1, rilasciate in un dibattito su Reddit. Secondo Roberts, infatti, appena il 14% degli spettatori dei Gran Premi appartiene alla fascia d’età degli Under 25.

L’età media di uno spettatore globale di Formula 1 è 40 anni” – spiega Roberts, assunto da Liberty Media nel Giugno 2017 – “Il 14% ha meno di 25 anni, il 30% è compreso tra i 25 ed i 34, il 20% nella fascia 35-44. Il 20%, inoltre, è tra i 45 ed i 54, mentre il restante 17% ha più di 55 anni. L’età media è maggiore nei mercati più consolidati, come ad esempio il Regno Unito, l’Italia e la Germania; è invece più giovane nei nuovi mercati della Formula 1 come Stati Uniti e Cina“.

Nella discussione, molto sincera ed onesta a detta degli interlocutori, Roberts fa anche degli esempi pratici, come la campagna Engineered Insanity, promossa in avvio di 2018 e consistente in cortometraggi di 60 secondi con salti tra filmati di gara ed immagini di spettatori immortalati in condizioni meteorologiche avverse. “La risposta a questa campagna di marketing è stata effettivamente positiva e superiore agli standard di settore“, ha commentato Roberts.

L’unico problema” – prosegue – “è che non sono state tante le persone ad esser state raggiunte dal messaggio, per cui dobbiamo migliorare in vista della prossima stagione. Al di fuori dei fan più sfegatati, non molti tra gli occasionali e i non fan della Formula 1 hanno visto la pubblicità“.

Discorso molto diverso riguardo gli Esport, che hanno incontrato un consenso entusiasta tra i più giovani: “Questo è un comparto andato alla grande finora. L’80% del pubblico ha meno di 35 anni, ed è sorprendente quando lo si confronta con il pubblico televisivo, che ha un’età più avanzata“. 

 

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