F1 | Ferrari, revolution avviata. Ora arriva il bello (e difficile)

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Dicembre 2015 - 18:30
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Dopo anni di promesse non mantenute e stagioni da dimenticare in fretta, durante l’inverno scorso la sensazione che qualcosa potesse cambiare veramente si poteva quasi annusare in Ferrari. Nuovo ambiente, nuove persone, una completa ventata d’aria nuova dai piani alti ai piedi dell’ultimo finalizzatore, ovvero il pilota.

Sebastian Vettel, l’incubo dei ferraristi negli ultimi tentativi di assalto al mondiale, ha avuto bisogno di una sola stagione per farsi apprezzare anche da molti che non lo potevano quasi vedere, e che al famoso gesto del ditino associavano pratiche poco consone ad un linguaggio cordiale. A dire la verità, già alla seconda gara, ovvero la vittoria malesiana, la conversione si era già fatta largo tra il pubblico rosso. E’ parte di un processo per molti naturale. La Ferrari si ama a prescindere da chi la guidi. E’ uno dei due volti del tifo, tra chi predilige la squadra e chi il pilota.

E’ stato curioso, da queste parti, leggere i commenti di quando, del tedesco, si tessevano le lodi ai tempi del dominio Red Bull, ricordando gli esordi fantastici in Toro Rosso. Accuse di essere di parte e influenzati dal tifo e quant’altro. Tutto passato. Era assolutamente prevedibile che, alla prima buona prestazione in rosso, qualcuno si sarebbe ricreduto. Dopo tre vittorie e tredici podi in una stagione, ci si augura che ora il parere su di lui si sia adeguato. Perché Sebastian è un top assoluto. E ora lo si può dire senza preoccupazioni.

La Ferrari è la squadra che, nel 2015, ha manifestato il miglior step in avanti di tutta la griglia. Si è avvicinata alla Mercedes mentre Williams e Red Bull sono regredite, con Mclaren sparita dalla scena. Ha portato a casa le uniche tre gare non vinte da Hamilton e Rosberg, capitalizzando al 100% le occasioni avute. Ma, soprattutto, è tornata ad essere una squadra. Sparite le polemiche, le indiscrezioni, gli accenni di malumore caratteristici della precedente gestione (e per precedente si intende tutto il gruppo), finalmente la rossa è tornata ad operare, con i suoi uomini, puntando nella stessa direzione. E i risultati si sono visti. Ad inizio anno si sperava in due o tre vittorie. Obiettivo raggiunto. Si voleva tornare ad essere protagonisti. Obiettivo raggiunto. la SF15-T, sebbene discendente della F14T, grazie alla nuova PU e al lavoro svolto a Maranello ha permesso alla Ferrari di tornare nelle zone di competenza. L’entusiasmo e la voglia di lavorare uniti hanno contribuito.

Ora viene il bello, ovvero la parte più difficile del lavoro. L’aggancio alla Mercedes. La nuova Ferrari del 2016 sarà totale frutto del lavoro di James Allison, che per la SF15-T ha coordinato più lo sviluppo. Potremmo vedere una vettura completamente diversa dalle ultime due, soprattutto da abitacolo in poi, ma non solo: c’è il nocciolo sospensione anteriore. Perseverare con la pull-rod o tornare alla tradizionale push? Raggiungere le vetture campioni non sarà facile, ma il 2015 può e deve essere di motivazione per salire anche quell’ultimo gradino che manca. Con umiltà e senza pensare di essere già arrivati, mantenendo cioè lo spirito attuale. E poi c’è un ‘poi’. Sotto James Allison Kimi Raikkonen ha vinto le sue ultime due gare in F1, quando entrambi militavano ancora in Lotus. Il 2015 di Kimi è stato migliore del 2014, ma ancora sotto le aspettative per l’ultimo campione del mondo piloti di Maranello. Per lunghe settimane si è pensato più al nome del suo sostituto, poi la riconferma da parte di Maranello a voler mantenere un assetto costante. Tre podi, un po’ di sfortuna mista ad alcuni errori hanno condizionato la sua stagione. La prossima potrebbe essere l’ultima per lui in F1, nella quale sarebbe bello per lui e per la Ferrari chiudere con un buon risultato finale.

Che per lui e Sebastian possa essere la stagione buona? Mancano solo quattro mesi e mezzo per iniziare a scoprirlo…!

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