F1 | Alex Fontana commenta il GP d’Austria

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Samuele Prosino
6 Luglio 2016 - 15:00
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È stato un Gran Premio d’Austria emozionante. Con grande merito della griglia un po’ diversa dal solito, e con le forze in campo ben mescolate tra loro, i piloti hanno perso e guadagnato posizioni come se piovesse. Diverse strategie e anche vari problemi tecnici hanno aumentato ancora di più l’incertezza, per una gara che si è conclusa – come non tanto spesso accade – all’ultimo giro.

Ho chiesto a un pilota, l’amico Alex Fontana (che una F1 l’ha provata e che ha una grande esperienza nelle formule, nonché un ottimo spirito di osservazione) di darmi le sue idee su quanto è accaduto in questa corsa.

Il duello Mercedes, Rosberg vs Hamilton, ha deciso la corsa. Che è successo?
“Nico Rosberg sicuramente aveva qualche problema ai freni, come infatti poi è stato confermato. Nonostante le gomme più morbide andava inesorabilmente più piano rispetto a Hamilton, e probabilmente all’ultimo giro il sistema brake-by-wire ha perso ulteriori colpi. Infatti alla prima curva Nico ha frenato al punto giusto, ma è entrato comunque troppo veloce e ha preso il cordolo interno con troppa foga, non permettendogli di avere una trazione ottimale. Questo ha dato il là al tentativo di sorpasso di Hamilton.

L’incidente non è comunque giustificabile con l’impianto frenante. Rosberg non ha girato lo sterzo dove avrebbe dovuto farlo. Non si può dire con certezza se l’ha fatto apposta, ma di certo è un modo parecchio strano di affrontare un tornantino. Poteva ad esempio girare largo e portare Hamilton, che non era in favore di traiettoria, sull’esterno. Sarebbe bastata un po’ di malizia. Da parte sua Hamilton aveva mezza macchina davanti e in frenata aveva battuto il compagno. Faccio fatica a credere che non sapesse che Nico era ancora lì, anche se va detto che nelle formule la visione laterale è spesso compromessa, e cambia anche a differenza delle scelte del pilota. Di certo Rosberg non poteva scomparire e in questo senso è stato proprio Hamilton a “fregarlo”, ricevendo sul piatto d’argento la gara e tanti punti in più”.



L’exploit di Wehrlein è merito del suo talento o è la Manor nel complesso a essere migliore rispetto al passato?
“Ho smesso di credere ai miracoli, soprattutto in F1, direi da qualche anno, quindi escludo che sia capitato così per caso. Per spezzare una lancia verso Wehrlein possiamo dire che il Red Bull Ring è l’unica pista fino ad ora doveva aveva una certa esperienza e dove aveva già gareggiato ad alti livelli nel DTM. Le altre piste invece ha dovuto studiarsele e forse non ha potuto spingere a fondo. La Manor si è trovata bene in Austria, dove ci sono poche curve. Solitamente la loro vettura pecca in carico aerodinamico, ma qui ha pesato meno, grazie anche al motore che ha sopperito alle mancanze. In conclusione Wehrlein ha corso bene e la Manor era in forma: mettendo insieme le due cose è arrivato il risultato”.



La strategia Ferrari sulle gomme… Hanno rischiato troppo con Vettel?
“Mah, diciamo che la Ferrari ultimamente non è particolarmente rinomata per le proprie scelte strategiche! Credo siano stati tratti in inganno dai tempi di Vettel. Visto che stava girando ancora bene, con prestazioni discrete se non notevoli in base soprattutto al chilometraggio che stavano sopportando, alla Ferrari hanno pensato di sfruttare quel particolare vantaggio che poi non si è rivelato tale. È vero che talvolta bisogna rischiare, ma se c’è una cosa che credo si debba ricordare è che – visto il recente e remoto passato – con le Pirelli fare questi calcoli non paga molto, soprattutto quando si tratta di gomme super o ultra morbide”.



I cordoli del Red Bull Ring hanno creato polemiche. Che idea ti sei fatto?
“Sembra che abbiano usato la configurazione del DTM. Io nel principio sono d’accordo nel fare in modo che i piloti non vadano oltre i margini della pista, visto che spessissimo non vengono seguiti sia in F1 sia in qualsiasi altra serie. A questo punto però preferirei però la ghiaia, che ti fa rallentare e che ti crea pochi danni, salvo forse qualche sassolino che può entrare nel motore e l’estetica della vettura un po’ rovinata. Invece con questo sistema ci sono state tante rotture e forse si è esagerato dalla parte opposta”.

La Force India è una delle scuderie più enigmatiche del campionato. Ha due piloti che sono in grado di portare punti e un ottimo motore, ma le prestazioni non sono costanti da un gran premio all’altro. Talvolta sono veloci in qualifica e meno in gara, in altre occasioni lenti al sabato e poi in risalita la domenica. Cosa ne pensi?
“In Austria la qualifica di Hulkenberg è stata molto buona, anche se ci sono state delle circostanze favorevoli. Poi però in gara è satato risucchiato subito e a questo punto penso che sia proprio lui a non essere al 100%, piuttosto che pensare alla vettura. È partito male, si è fatto passare facilmente e nonostante le prestazioni fossero simili a quelle di Button è scivolato indietro. Nel frattempo Perez ha recuperato terreno e stava per finire a punti non fosse stato per il guasto finale. Mi sono fatto questa idea: finché ci saranno queste mescole ad alto degrado, Perez sarà sempre davanti a Hulkenberg visto che è attualmente più bravo di lui a gestirle”.

Articolo originale: Alex Fontana commenta il GP d’Austria 2016

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Un Commento su “F1 | Alex Fontana commenta il GP d’Austria”
bschenker dice:

Per Raikkonen l’ultima
occasione a cambiare le gomme e venire fuori prima dei RedBull era il giro 16,
dopo per perdeva la posizione davanti ai bibitari.
Vettel si che girava
con tempi regolari, dopo il cambio gomma di Raikkonen al giro 23 il distacco su
Vettel era 16.603 secondi, al 24 = 16.035, 25 = 15.429 e al giro 26 erano
ancora 14.110 secondi, subito primo del scoppio. Visto che si voleva circa 24
secondi per il cambio il calcolo Ferrari non poteva funzionare.
Si possono consolare
anche la Mercedes ha spagliato.

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